LA SCOMMESSA ©
by francescaemeViewed: 437 times Comments 1 Date: 22-11-2024 Language:
CI SONO FANTASIE CHE SCOPRI DI AVERE SOLO QUANDO INCONTRI LA MENTE GIUSTA. CI SONO EMOZIONI CHE NON IMMAGINAVI NEPPURE ESISTESSERO: A NOI IL COMPITO DI CERCARLE, A NOI L'IMPRESA DI VIVERLE.
( frase rubata, ma col suo permesso, dal profilo di un nostro amico su un altro sito e che ha dato l'ispirazione a raccontare questa avventura)
Carla e Renzo vivevano assieme da molti anni. Si amavano e soprattutto si piacevano ancora. Col tempo la loro unione si saldava sempre di più, complici anche le preoccupazioni e gli inconvenienti della vita, ma che con coraggio e determinazione, avevano sempre superato.
A volte nel letto e durante i loro amplessi fantasticavano sul sesso aperto anche ad altri ma, finita l’eccitazione, la cosa terminava lì.
Pudore? Paura? Forse, oppure e più probabilmente, mancanza della circostanza giusta.
Ma le occasioni, in quanto tali, quando appaiono son sempre diverse da ciò che precedentemente si era immaginato.
Durante una settimana di vacanza al mare, vollero provare l’esperienza del nudismo con una intera giornata presso una struttura nudista nell'entroterra.
La cosa li divertì. Oltre alla libertà di fare il bagno e asciugarsi al sole senza il fastidio del costume, una strana e innocente eccitazione di stare nudi al di fuori delle quattro mura domestiche, si impadronì di loro.
Osservavano le altre persone presenti e contemporaneamente sentivano di essere osservati e la cosa li intrigava molto.
Alla sera, eccitati dall’esser stati nudi assieme per molte ore, il sesso tra loro fu conseguenziale.
Renzo esplorò con le labbra e la lingua il generoso seno di sua moglie, mordicchiò le natiche vellutate fino a farla sobbalzare dedicandosi a baciare le grandi labbra e il clitoride ormai inturgidito. Scossa dai ripetuti orgasmi, lei si accovacciò all’altezza dell'inguine del suo uomo e accolse il suo membro dentro la calda bocca.
Durante il successivo amplesso, Renzo godeva nel sentire la sua morbida pelle premere contro il suo petto, mentre le sue cosce calde lo stringevano contro il pube penetrato.
Ansimando e eccitato dall’averla avuta nuda accanto per molte ore all'aperto, le sussurrò:
“Eri bellissima oggi tutta nuda al sole”.
“C’erano tante donne e soprattutto ragazze giovani molto più belle di me” rispose lei, con la solita voce roca di quando faceva sesso.
“Voi donne guardate solo il lato esteriore delle altre quando vi confrontate. Noi uomini guardiamo altro”.
“Altro? Certo! Il culo, le tette, le cosce” rispose con la voce rotta dal piacere.
“Dici che c’erano donne più belle di te? Sicuramente, ma non così sensuali”.
Continuarono la loro schermaglia verbale finché l’orgasmo li raggiunse, impedendo loro di proseguire a parlare e il sonno successivo, li portò dolcemente al mattino successivo.
Durante quel giorno Carla rimuginava dentro di se ai concetti espressi da suo marito la sera prima. Sapeva di essere carina, nonostante avesse passato i cinquant’anni ma, insomma, anche sexy da battere la concorrenza delle giovani donne presenti in quella attività ricettiva nudista, proprio non lo credeva.
Vero che con l’età il suo corpo era decisamente più armonioso e il seno, seppur abbondante, al momento non aveva ancora ceduto alla forza di gravità. Anche i glutei erano sodi e le cosce, mantenute in allenamento con la palestra, erano tornite e prive di cellulite.
Certo, era cosciente di essere ancora una bella donna ma una cosiddetta strafica, come affermava il suo Renzo, proprio no.
Proseguirono la passeggiata osservando le vetrine dei negozi e chiacchierando, finché incrociarono tre uomini.
“Hai visto come ti hanno guardata?”
“Come no? Voi uomini vi scopereste – cosunque
rispose lei divertita.
“E’ solo paura la tua” la sfidò Renzo proseguendo: “Paura a non riuscire ad affrontare tre uomini contemporaneamente”
“Su un ring? Vero, non ci riuscirei” rispose Carla ridendo.
“Hai capito benissimo quel che intendevo dire”
“Tu non saresti geloso?”
“Sarei geloso se ti infatuassi di un altro. In caso di una trasgressione assieme a estranei, sarei orgoglioso della mia donna. Del suo coraggio e soprattutto della sua carica sessuale”.
“Immagino l’espressione del portiere dell’albergo se portassimo quei tre in camera. Lascia perdere le tue fantasie” gli rispose per mettere fine alle sue fantasie bislacche.
Il silenzio successivo di Renzo non la tranquillizzò affatto. Lo conosceva e il fatto che non ribattesse, significava che l’idea di trasgredire assieme ad altri, lo continuava a stuzzicare.
Tutti quei discorsi mentre scopavano e l’esperienza di essere stata nuda tutto il giorno in presenza di altri, le aveva comunque provocato un senso di turbamento divertito.
Arrivati in una piazzetta dove c’era un piccolo bar con tavolini all’aperto, decise di sorprendere Renzo; dopo aver velocemente osservato la disposizione di tavoli e avventori presenti, senza dire una parola si avvicinò a un tavolino e si sedette sulla sedia rivolta verso un tavolo occupato e indicò a Renzo una sedia posta di schiena verso l’entrata del locale:
“Siediti, amore. Mi offri un gelato?”
Dopo aver ordinato i gusti al solerte cameriere, lei andò alla toelette. Non era una necessità fisiologica la sua, ma solo una scusa per togliersi gli slip e riporli nella borsetta. Tornata al tavolo, mentre portava la prima cucchiaiata di gelato alla bocca, gli disse:
“Vai a vedere che originalità hanno i servizi igienici; son sicura che ti piaceranno, appassionato come sei al design d’interni.”
Renzo, seppur a malincuore, seguì il suo consiglio più per non scontentarla; entrato dentro i servizi igienici si trovò in un locale del tutto dozzinale e capì immediatamente che l’invito perché si allontanasse, era solo una scusa. Attese un po’ prima di uscire, quindi tornò nuovamente al loro tavolo.
Appena sulla soglia del locale scoprì che le sue supposizioni erano corrette.
Carla era seduta sulla sua sedia abbondantemente staccata dal tavolino e con la coppa di gelato in mano, stava conversando allegramente con due uomini che occupavano le sedute vicine. Aveva solo un piede posato a terra mentre l’altro, privo del sandalo, era poggiato proprio sul bordo della sedia.
Dalla sua posizione, Renzo vedeva solo la schiena dei due uomini mentre lei era proprio dirimpetto al suo punto di visuale. Vedeva la sua gamba poggiata alla seduta e ancora più rilevante, il suo vestito estivo che era salito quasi all’inguine. Appena lei lo vide, fingendo di esser presa dalla conversazione, scostò leggermente il ginocchio sollevato verso l’esterno mostrando così a lui, ma soprattutto ai due che stavano conversando in francese con lei, tutte le cosce e ancor di più, la sua intimità completamente depilata, esibita ai loro sguardi.
Anche quando Renzo tornò al tavolo, lei dopo avergli presentato i due, proseguì divertita a conversare in quella posizione, fingendo di non rendersi conto di quanto i due interlocutori potessero vedere.
Uno, Victor, era molto alto, capelli neri e una barba tenuta accuratamente corta. Aveva un fisico armonioso tipico di chi fa o ha fatto sport. L’altro, Bert, era più basso attorno l’1,70 con occhi celesti, biondo e stempiato, col fisico forse meno appariscente dell’amico ma con un sorriso che metteva allegria.
Osservare sua moglie mostrare la propria intimità a degli sconosciuti lo emozionò tantissimo ma rimanendo al suo gioco, finse anche lui di non accorgersi che i due potessero vederle la fica.
I due uomini dissero di provenire dalla vicina Costa Azzurra, approfittando di essere in vacanza anche loro.
Carla si congratulò con loro asserendo che quella zona della Francia era bellissima e subito dopo aver annuito, uno dei francesi la spiazzò:
“Oui! Specialmente domani che pioverà”.
Lei guardò repentinamente verso l’alto e notato il cielo estivo completamente terso, domandò divertita:
“E’ scritto sul calendario francese che pioverà?”
“Domani pioverà” insistette sicuro il francese proseguendo: “Scommettiamo?”
“Una cena? Badate che mangio molto” proseguì lei ridendo.
“Mais non. Non sia mai che ci facciamo pagare il pranzo da una donna” rispose l’altro, sorridendo.
Sempre più intrigato, Renzo si rivolse a sua moglie:
“Se sei sicura che non pioverà, scommetti.”
“Cosa dovrei scommettere? La cena non vogliono metterla in palio” rispose dubbiosa.
Dopo un attimo di silenzio, uno dei due propose:
“Se domani non piove, torneremo qui e offriremo volentieri il pranzo in qualsiasi ristorante vogliate” propose Victor.
“E se invece piove?” chiese Carla.
“Se piove, e se tuo marito Renzo è ovviamente d’accordo, verrete a Nizza e ci accompagnerete in un luogo perfetto per le giornate senza sole”.
“Che posto è?” domandò ancora lei.
Bert divertito, eluse la domanda: “A che serve saperlo? Hai detto che non pioverà. Noi non abbiamo chiesto in quale ristorante deciderete di andare; è così bello non sapere tutto.”
Nonostante i due apparissero persone normali, oltre a essere tutto sommato dei begli uomini, a Carla quella risposta ambigua provocò un senso di inquietudine. Soprattutto per il fatto che, solo come gioco tra lei e suo marito, stava esibendo la sua intimità. Avevano capito che si stava mostrando volontariamente oppure, come sperava, pensavano solo a una disattenzione?
Mentre lei era assorta nelle proprie considerazioni, Renzo rispose senza interpellarla:
“Andata. Accettiamo la scommessa, però il caffè e il digestivo dopo la cena, lo pagheremo noi. Non sia mai detto che siamo degli scrocconi.”
Dopo qualche minuto i quattro si salutarono, non prima che Renzo e uno dei due si fossero scambiati il numero di cellulare, per mettersi d’accordo su ora e luogo dell'appuntamento dell’indomani sia in caso di prevedibile sole o di pioggia, peraltro non preventivata dalle ultime previsioni meteo.
La loro giornata proseguì con spiaggia, bagno e alla sera, dopo la doccia ed essersi cambiati, si ritrovarono nel ristorantino dove andavano spesso.
“Verremo a mangiare qui domani, oppure pensi di andare altrove?” Gli chiese lei che per tutto il giorno aveva rimuginato sull’assurda scommessa.
“Sempre che non piova” le rispose allegro e subito dopo: “Decidi tu il ristorante ma, francamente, costringerli a pagare una cena in un ristorante stellato, mi sembrerebbe troppo.”
“A me non va di andare a cena con tre uomini e tanto meno andrebbe di andare a Nizza senza sapere dove ci portano”.
Renzo fece spallucce e quando il cameriere portò loro caffè e conto, domandò:
“Ciao Claudio, cena ottima come sempre. Dato che sei nato qui, domani pensi ci sia il sole come dicono le previsioni meteorologiche?”
Il ragazzo, dopo aver ringraziato per la mancia, guardò in alto scrutando il cielo sereno ma subito dopo li sorprese:
“Siamo nella riviera di ponente. Spesso quando danno brutto tempo in Liguria, da noi capita non piova. Questa è una zona dove è difficile prevedere a molte ore di distanza.”
“Due nostri amici francesi, sostengono che domani pioverà” rintuzzò lei preoccupata.
Il giovane scrutò l’orizzonte e rispose:
“Potrebbero indovinare. Se il vento stanotte spirerà costante dal mare, quelle nuvole che si intravedono all’orizzonte, potrebbero effettivamente portare brutto tempo”.
Poco prima dell’alba il fragore di un tuono e lo scroscio della pioggia li svegliò.
“E adesso?” domandò Carla.
Renzo, tutto sommato intrigato che i francesi avessero vinto, rispose cercando di tranquillizzarla:
“Non è certo che quei due dicessero sul serio sulla scommessa e poi, non è detto che piova anche da loro”
Durante la prima colazione, il trillo del cellulare che aveva ricevuto un messaggio, spense le speranze di Carla.
“Bonjour mes amies. Pare che abbiate perso la scommessa. Va bene per voi a Nizza per mezzogiorno? Vorremmo offrirvi, anche se abbiamo vinto noi, ostriche e poi cozze al roquefort.”
“Che rispondo?” Chiese Renzo
“Cosa vuoi rispondere? Ho perso la scommessa. Digli che va bene e chiedi dove ci incontreremo.”
Verso le undici e mezza, la voce del navigatore dove avevano digitato l’indirizzo ricevuto dai francesi, avvertì che dovevano uscire dall’autostrada.
Mentre percorrevano le strade della città, Renzo domandò:
“Paura?”
“Preoccupata”
Dopo un attimo di pausa, Renzo proseguì:
“Possiamo far ritorno subito se vuoi. Li abbiamo appena conosciuti e sicuramente non ci faranno causa legale, se non rispettiamo l’impegno”.
Carla non rispose, ma dentro di se l’ansia la tormentava.
Arrivarono a destinazione poco dopo, all’interno del parcheggio di un ristorante.
I due francesi in attesa, li raggiunsero sorridendo e li accompagnarono dentro al ristorante. Poco dopo il proprietario li raggiunse e dopo aver salutato i due si rivolse ai loro ospiti.
“Bonjur madame e monsieur, questi due mascalzoni mi avevano detto che aspettavano una simpatica coppia di amici ma non mi avevano detto che madame fosse così charmant” disse mentre accennava un baciamano a Carla, dopo aver stretto la mano a Renzo.
Dopo le abbondanti ostriche, servite assieme ad altre cruditè di pesce e aver terminato le gustose cozze al roquefort, il proprietario, Eric, raggiunse nuovamente il loro tavolo per sincerarsi che il cibo li avesse soddisfatti.
Le sue successive parole, spiazzarono Carla:
“Il tempo che i camerieri vi portino i desserts che ho preparato per voi, farò una doccia veloce e sarò pronto”.
Appena allontanato, Carla domandò a uno dei due francesi:
“Sarà pronto per cosa?”.
“Pronto a venire con noi” rispose quello, tranquillamente.
Eric li raggiunse che avevano appena terminato il caffè e con un gesto gentile, indicò loro la porta del ristorante:
“Andiamo con la mia auto, oggi piove e sono tutti per strada in macchina; rischiamo di perderci a qualche incrocio se andiamo con più macchine. Le vostre potete lasciarle qui nel mio parcheggio e le recupererete a fine giornata.”
Poi, dopo aver chiamato un giovane cameriere, gli diede le chiavi della capiente Mercedes Vito, informandolo:
“Portaci in Avevue Adler. Ti avvertirò quando tornare a prenderci”
“Dove stiamo andando?” domandò Carla cercando di nascondere la sua apprensione.
“Mon Dieu, tu non lo sai?” domandò Eric sorpreso.
Bert allora spiegò:
“Abbiamo fatto una scommessa con Carla ieri. Se oggi fosse stato sereno, avremmo pagato una cena a base di aragoste ai nostri due amici italiani. Se, invece, avesse piovuto, loro avrebbero trascorso la giornata da noi ovunque li avessimo portati”.
“Bien” fu la sintetica risposta del ristoratore.
Quando l’auto raggiunse la destinazione, uscirono riparandosi sotto gli ombrelli e si fermarono davanti a un anonimo portoncino che si aprì qualche secondo dopo aver suonato al campanello.
Li accolse un’aria tiepida e profumata. Sceso qualche gradino si ritrovarono all’interno di una delle tante saune che si trovano a Nizza. Al lungo bancone del bar alcuni avventori a torso nudo coperti solo dagli asciugamani in vita, stavano bevendo qualcosa.
Recuperati anche loro degli asciugamani dall’uomo che gli aveva aperto la porta, si diressero verso gli spogliatoi seguiti da Carla e Renzo.
“E adesso?” domandò lei.
“Adesso ci spogliamo e ci godiamo sauna, hammam e idromassaggio” rispose Victor.
“Non sapevo della SPA. Non ho portato il costume da bagno” rispose Carla impacciata.
Le risate dei loro accompagnatori, precedettero le parole di Bert.
“Nelle saune francesi, si sta nudi”.
Lo spettacolo di sua moglie imbarazzata che si spogliava accanto ad altri uomini, intrigò Renzo. La osservò mentre toglieva il vestito e poi, guardando in basso per il disagio, il reggiseno e quindi lo slip. Alla fine indossò un pareo che le avevano consegnato assieme al telo di spugna e attese che tutti gli altri si denudassero e ponessero gli abiti negli armadietti.
Il piccolo gruppo raggiunse il locale vero e proprio. C’erano alcune coppie e moltissimi uomini da soli. Grandi fouton dirimpetto a una piccola vasca idromassaggio erano parzialmente occupati da due coppie e altrettanti singoli che, completamente nudi, si scambiavano effusioni più o meno intime.
Anche nella vasca una coppia assieme a due singoli, parevano in confidenza dato che erano avvinghiati.
“Nei patti non c’era sesso” disse Renzo per rassicurare sua moglie.
“Nessuno pretende sesso. Oltre che simpatici, ieri ci siete parsi spigliati e perciò eravamo sicuri che stare nudi anche se accanto a libertini, non vi avrebbe turbati. Se ci siamo sbagliati, vi chiediamo scusa e possiamo uscire immediatamente” rispose cortesemente Victor.
“Ormai siamo qui e effettivamente la giornata di pioggia non offre alternative diverse dallo stare chiusi dentro un bar. Almeno il luogo è tiepido” rispose Carla, rinfrancata dalla risposta del francese.
I tre uomini mostrarono loro il grande Hammam e poi le due saune secche, ma mentre tornavano verso la vasca idromassaggio, notando un corridoio lei domandò:
“Di là il locale prosegue?”
Sorridendo divertito Eric rispose:
“Ci sono le stanze dove ci si può appartare. Se ti fidi, te le mostro”
Senza attendere risposta, la prese per mano e si avviò verso il corridoio. Carla rimase sorpresa da quella mossa, ma dopo aver dato uno sguardo a Renzo e vedendo che non era turbato, lasciò che il francese la guidasse.
Dopotutto non sono completamente nuda col pareo addosso. Se anche provasse a fare qualche avance, posso sempre rifiutare, pensò lei per cercare di vincere la preoccupazione.
C’erano molte stanze di varie dimensioni e quasi tutte dotate di una porta ; sui muri però molte aperture consentivano a chi era all’esterno di poter osservare cosa succedeva dentro.
Uno dei locali, il più grande, la meravigliò. Al centro c’era un enorme letto, praticamente a quattro piazze e più in fondo ancora, una specie di sedia in pelle era sospesa da catene fissate al soffitto che la tenevano a mezz'aria. Quasi come le sedute da patio solo che, in quel caso, lo schienale era molto inclinato all’indietro.
Proseguirono la strana visita finché il corridoio sfociò, dopo un ampio percorso, nuovamente nella sala idromassaggio. Renzo e i due francesi conosciuti il giorno prima, erano immersi fino all’ombelico nella vasca; ormai nell’ordine di idee della sauna nudista, Carla appese il pareo a un gancio e completamente nuda, li raggiunse seguita da Eric.
Sentiva gli sguardi dei tre uomini esplorare il suo corpo privo dei vestiti. Le sue tette, la pancia, la schiena, la fica e le sue chiappe tornite, erano a disposizione del loro sguardo e ancor più, delle loro prevedibili voglie.
Anche le donne presenti la osservavano e capiva che oltre al suo corpo, sentiva a pelle le loro supposizioni sul fatto che fosse entrata, quasi come un capobranco, accompagnata da quattro uomini, peraltro tutti attraenti e aitanti.
Non si sedette sulla panca piastrellata sommersa che correva lungo tutto il perimetro della vasca, ma preferì accomodarsi sulle cosce di Renzo per sentirsi protetta.
Lui le cinse le mani sul ventre mentre proseguiva a chiacchierare con i loro nuovi amici. Nessuno di quelli, in ogni caso, azzardò a sfiorarla e questo la tranquillizzò.
Quando una coppia si avvicinò per entrare nell’acqua, non essendoci posto per molte persone, Bert gentilmente uscì dalla vasca per lasciar posto ai due:
“Accomodatevi, approfitto per andare nella saletta fumatori”.
La voce di Renzo la allarmò:
“Aspetta, vengo a fumare anch’io”
Si ritrovò così da sola nella piccola vasca, in mezzo a Victor e Eric e con la coppia seduta di fronte a lei. Le cosce dei due uomini erano contro le sue e a un certo punto, sentì contro i piedi quelli dell’uomo accoppiato davanti a lei che, sorridendole, li stava accarezzando.
Oh, mio Dio. Questo ci sta provando. Adesso che faccio? Pensò preoccupata. Poi, con nonchalance ritirò le gambe allungate per evitare il contatto.
“Tutto bene?” domandò Eric avendo supposto quel che accadeva sotto l’acqua resa opaca dai getti delle bollicine.
“Si, tutto bene. Mi sto rilassando” mentì lei socchiudendo gli occhi.
“Meglio farlo nell’hammam, vieni” propose Victor senza darle tempo di rispondere e alzatosi, le porse la mano. Si ritrovò il pene dell’uomo a poca distanza dal volto ma per non apparire in soggezione, si alzò e lasciò che la guidasse fuori dall’idro.
Renzo seduto a fumare, vide sua moglie senza il pareo addosso scortata dai due uomini entrare nell’hammam. Subito dopo Victor uscì e dopo esser entrato negli spogliatoi, riapparve subito dopo con un flacone in mano. Si affacciò nella sala fumatori avvertendolo educatamene che, se non aveva nulla in contrario, avrebbe fatto un massaggio rilassante a sua moglie.
Poco dopo a Carla, tra le luci soffuse che faticavano a penetrare i densi vapori del bagno turco, fu proposto si stendersi su una lunga piastra di marmo. Scelse, per pudore, di mettersi a pancia in giù e con la scusa di stare comoda nascose il volto tra le braccia poste a mo di cuscino. Sentì un liquido denso bagnarle le spalle e la schiena e poco dopo, la medesima sensazione anche sui piedi e polpacci.
Due mani iniziarono un dolce massaggio dal collo fino ai lombi mentre altre due mani, dolcemente, la coccolavano su piedi, caviglie e polpacci. Alzò impercettibilmente il volto per vedere chi fosse davanti a lei a occuparsi del dorso; davanti a se un cazzo appena visto nella vasca. Dunque Victor stava dedicandosi al suo dorso e presumibilmente Eric, ai suoi piedi e caviglie.
Nella penombra, altre figure maschili si stavano avvicinando per assistere al massaggio e questo la turbò ma poi, riflettendo, si tranquillizzò sicura che Victor ed Eric l’avrebbero protetta da eventuali approcci altrui.
Renzo nel frattempo si alzò e propose a Bert di raggiungere anch’essi l’hammam.
“Sei geloso?” gli domandò a bruciapelo quello.
“Se fossi geloso non avrei accettato di portare mia moglie qui” rispose pronto.
“Allora hai paura che la scopino?”
“Neppure. La scelta, in questo caso, sarebbe di Carla”
“Ti piacerebbe se tua moglie accettasse di fare sesso con qualcuno?”
“Sarei curioso di vederla. Questo si. E’ una mia fantasia da sempre” ammise Renzo.
“Dubito ci sia qualcuno che non scoperebbe una bella donna come Carla. Sicuramente Eric, Victor ed io, saremmo felici di goderla e farla godere, ma...”
“Ma?”
“Ma non succederà nell’hammam e sicuramente da nessun’altra parte, con te assente”
“Perché?”
“Perché nei giochi con coppie, a meno che non lo voglia espressamente il lui di non essere presente, i singoli rispettano sempre il marito e non gli mancherebbero mai di rispetto approfittando della moglie, se sola”
Poi, dopo avergli fatto un cenno della mano affinché non si alzasse, scomparve per tornare subito dopo con due bibite.
Dopo averne porta una a Renzo, gli propose:
“Se la tua fantasia è vedere Carla far sesso con altri, ti consiglio di attendere ancora un po’. Più è lungo il massaggio, maggiore sarà la sua perdita di timore e perciò tranquillizzata, può essere che conseguentemente le aumenti l’eccitazione”.
Renzo si fidò del suggerimento di chi dimostrava di conoscere a fondo i giochi trasgressivi e tutto sommato anche i comportamenti di chi, come loro, erano inesperti.
Dopo altri 5 minuti si diressero anch'essi all'interno dell’hammam. Il caldo umido sorprese Renzo, ma ancor di più le molte sagome maschili in piedi a formare un capannello. Con fatica riuscì ad arrivare al centro dove apparve il corpo nudo di Carla sfiorato dolcemente dalle mani di Victor e Eric, che la massaggiavano sulla parte posteriore pur, quando sulle natiche, senza soffermarsi nel solco delicato delle intimità.
Le passò teneramente una mano sulla nuca quasi per non disturbarla. Lei riconobbe subito da chi arrivava la carezza e aperti gli occhi, sussurrò:
“Finalmente sei arrivato, amore”
Alla vista di Renzo, quasi a chiedere autorizzazione, Victor propose:
“Se ti va, puoi metterti supina per un massaggio anche sul davanti”
Carla osservò Renzo che con un lieve cenno del capo, le palesò il proprio assenso.
Dopo essersi sollevata su un gomito, si distese supina rimanendo con le braccia tese lungo il corpo e le gambe assolutamente unite, quasi a cercare di mostrare il meno possibile di se stessa, pur conscia di esser completamente nuda.
Altro olio colò sul suo corpo e nuovamente le mani competenti ripresero il massaggio rilassante. Renzo iniziò a eccitarsi vedendo il viso, collo, seno, pancia e cosce di sua moglie essere toccati da due estranei e osservati libidinosamente dagli altri presenti.
A poco a poco i movimenti delicati delle mani di Victor, si fecero più audaci soffermandosi più a lungo sui seni e sul ventre. Renzo la conosceva bene e dal cambio del suo respiro capì che la situazione, da imbarazzo, stava volgendo a mero turbamento.
La conferma delle sue considerazioni arrivò con i mugolii della sua donna assieme al suo movimento nel dischiudere le cosce in modo da ricevere il massaggio su tutte quante le gambe .
Da lì a poco Il massaggio si soffermò dalla parte di Victor solo sui seni mentre Eric, salendo sempre di più, stava delicatamente massaggiando l’inguine e la fica ormai esposta senza pudore.
C’era solo lei al centro di quel mondo. Nuda, eccitata e circondata da cazzi ormai inturgiditi dall'erotico spettacolo.
Lei aprì gli occhi e subito sopra il suo capo, si accorse dell’uccello indurito di Victor; quasi senza riflettere, scostò le braccia e portatele sopra la testa, iniziò ad accarezzare il cazzo e lo scroto del francese mentre, assecondando il massaggio alle labbra e clitoride ormai inturgiditi, assecondava i movimenti inarcando il bacino. Renzo non credeva ai proprio occhi; finalmente osservava la sua Carla senza inibizioni tanto che, quando lei invitò con le mani Victor ad avvicinarsi di più, la vide iniziare a leccare senza imbarazzo le palle e la verga pulsante dell’amico francese.
La voce di Eric rivolta principalmente a Renzo, ruppe il silenzio rotto solo dai respiri affannati di Carla, dopo che aveva raggiunto più di un orgasmo clitorideo:
“Volete andare in una stanza?”
Renzo avrebbe voluto gridare di si ma attese, come giusto, che la proposta fosse accettata da Carla.
Lei osservò suo marito in attesa di un suo parere e subito dopo aver incrociato il suo sguardo, si alzò in silenzio dirigendosi verso l’uscita del bagno turco.
Senza dire una parola, con lo splendido corpo luccicante per l’olio sulla pelle, tenendo per mano Renzo, si diresse verso il corridoio che portava alle stanze.
Qualche porta chiusa e gli ansimi che arrivavano dall'interno, dimostravano che alcune delle coppie presenti si erano già appartate. Le uniche stanze libere erano molto piccole e Bert, senza esitazione, propose di andare nella vasta stanza col letto gigante.
Si stese sul letto facendo in modo che lo stesso facesse Renzo e stesi una contro l’altro iniziarono a limonare come due giovani amanti durante il primo appuntamento. I tre francesi non li interruppero e si sedettero accanto a loro rispettando senza interrompere, le loro reciproche effusioni.
Quando la mano di Carla, spostata ad accarezzare una coscia dei tre, diede loro il segnale che era pronta a quell'esperienza irrazionalmente e scandalosamente trasgressiva, iniziarono il gioco.
Ora le mani sul corpo di Carla erano otto. La sua lingua si intrecciava a turno con le altre. Le sue mani e la sua bocca masturbavano e accoglievano i cazzi rigonfi di desiderio mentre, attorno al lettone altri uomini si dovevano accontentare di osservare e di toccarsi eccitati, ma anche delusi di non essere tra i fortunati che stavano godendo le morbide forme di Carla.
Mentre lei si trovava a carponi dedicandosi a dare piacere con la bocca al cazzo di Eric, Victor alle sue spalle e in ginocchio anch’esso, osservò silenziosamente Renzo mostrandogli la bustina di un preservativo chiedendo, senza parole, il permesso di penetrarla.
Dopo un cenno affermativo di Renzo, in pochi secondi il cazzo di Victor ricoperto dalla membrana di lattice, scomparve nella fica gonfia e grondante di Carla.
Le urla della donna si mischiavano con gli ansimi dei quattro uomini mentre la prendevano in ogni posizione. Ormai lei era preda di orgasmi violenti tanto che, dopo che due dei francesi ebbero goduto, chiese un momento di respiro per riprendersi.
Rimasero tutti e cinque stesi sul giaciglio e mentre Renzo la baciava teneramente sulla bocca, gli altri tre la accarezzavano dolcemente.
Scorta una piccola doccia nell’angolo della stanza, lei si alzò per darsi una rinfrescata e quando uscita, un ragazzo di colore che aveva assistito alle sue performances, le poggiò un asciugamano sulla schiena per asciugarla. Carla accettò la cortesia, sorridendo verso i suoi quattro uomini, che dal lettone la osservavano.
Forse gli orgasmi ripetuti assieme al turbamento di quella prima esperienza, non le fecero accorgere che muovendo qualche passo nel girarsi per farsi asciugare, si ritrovò accanto alla sedia appesa al soffitto. Il ragazzo, forse pensando che fosse un suo desiderio la sospinse leggermente indietro e lei ritrovò con le natiche sopra il cuoio della seduta. Non fece in tempo a scostarsi che altre mani la sospinsero più indietro e poco dopo, quasi un invito alla sessualità collettiva, altre mani la esploravano audaci mentre era coricata a mezz’altezza.
Il ragazzo, davanti a lei e in mezzo alle sue cosce, si infilò velocemente un preservativo. Non fece in tempo ad accennare un diniego, che la sua fica fu riempita dal giovane cazzo nero, mentre altre mani rovistavano le sue tette e i glutei che sporgevano fuori dalla sedia. Mentre altri uccelli si poggiavano sul suo volto, speranzosi della sua bocca, sentì dentro il ventre il grosso cazzo africano contrarsi fino allo spasimo finché spruzzò potenti fiotti di sperma all'interno del preservativo. Carla non appena il giovane africano si sfilò da lei, scese repentinamente dalla seduta sospesa, andando a rifugiarsi da Renzo e dagli altri.
“Potevate venirmi a salvare” li rimproverò.
“Pensavamo tu fossi d’accordo” si scusò Renzo, baciandola sulla bocca.
Di nuovo in mezzo ai quattro e alla piccola platea di singoli attorno al letto, partendo da lievi carezze via via più audaci, Carla si abbandonò nuovamente alla lussuria dei quattro. Renzo godette nel vederla a cavalcioni di Eric. Era girata al contrario e si reggeva con le mani sulle ginocchia del francese mentre Bert, in piedi davanti a lei, godeva della sua bocca mentre accoglieva il suo cazzo imponente.
Ad un certo punto lei, mentre si dedicava in ginocchio all’uccello di Victor nuovamente duro, si rivolse a Renzo muovendo il bacino e i glutei per stuzzicarlo:
“Tu non non vuoi favorire?”
In un lampo lui si posizionò dietro di lei e finalmente la scopò mentre lei faceva una pompa a un altro e con estranei che la osservavano eccitati.
Fu una scopata lenta, goduta a ogni affondo nella sua fica bollente e tonica. La guardava dava piacere con la bocca, mentre gli altri due le toccavano le mammelle. Renzo non resistette a darle qualche pacca sul culo e forse quest’ultima azione, ebbe un effetto dirompente a Victor che subito l’avvertì:
“Fais attention chérie, sto per venire”
Per evitare di costringerla in quella posizione, Renzo uscì dalla sua passera e lei, repentinamente si girò sul dorso, continuando a masturbare Victor che, con un urlo di piacere, iniziò a spruzzare volto e collo di Carla.
Subito Renzo si portò sopra di lei e la penetrò nuovamente stando sollevato sulle braccia. I colpi, assecondati anche dai movimenti decisi del bacino di Carla, aumentarono di volume e quando Bert capì che lui stava per raggiungere l’orgasmo, lo incitò:
Non venirle dentro, godi anche tu sopra di lei
Renzo, ormai travolto dalla libidine, seguì quelle parole e uscito dal suo corpo si mise a cavalcioni sopra il suo seno, inondandole anche lui il dolce volto con i suoi schizzi.
Passarono ancora una decina di minuti stesi sul lettone per riprendersi dagli orgasmi finché dopo una doccia collettiva, si rivestirono per uscire dal locale.
Eric insistette per averli tutti nuovamente ospiti nel suo ristorante per cena e stavolta mangiò anch'esso al loro tavolo.
Quando finalmente rientrati in Italia e pronti per la notte, si ritrovarono completamente nudi sul letto della loro stanza d'albergo.
Lei si rannicchiò dolcemente contro il suo corpo e sussurrando chiese:
Amore pensi che son finalmente riuscita a soddisfare la tua fantasia oscena?
Baciandole dolcemente la fronte, lui rispose:
Sei stata grande, dolce, tenera e scatenata allo stesso tempo. Mi è piaciuto tantissimo e lo rifarei altre cento volte, ma ti prometto che non insisterò più con le trasgressioni
La sua voce lo sorprese:
Figuriamoci! Adesso tocca me vederti alle prese con un'altra.
Difficile riuscire a trovare qualcuna disposta a far sesso con me mentre tu sei presente.
replicò lui.
Troveremo una coppia
rispose Carla facendo spallucce.
Con una coppia sarebbe diverso. In questo caso tu dovresti soddisfare il lui
eccepì Renzo.
Capirai che dramma...
poi, dopo una pausa e ridacchiando maliziosa, proseguì:
A questo punto, uno più, uno meno, non fa molta differenza
FINE
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