STORY TITLE: a volte il caso... 
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a volte il caso...


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a volte il caso...

by arcornuto
Viewed: 709 times Comments 5 Date: 31-01-2024 Language: Language

sicuramente, quando me lo aveva presentato, era impossibile poter essere geloso di una persona fisicamente al di sopra di ogni immaginabile tentazione, eppure il fatto medesimo che da ragazzini avvessero anche se superficialmente condiviso alcune pulsioni adolescenziali, me lo faceva ritenere un soggetto idoneo per alimentare quelle morbose fantasie erotiche condivise durante l’intimità, in cui me la immaginavo intenta a soddisfare le passioni di altri sconosciuti individui. così, inizio a vederla sovrastata dalla obesa mole di quell’amico, che, grufolando come un grasso maiale, le infilava la propria minuta protuberanza genitale tra le cosce, invadendola intimamente sino ad inseminarla con la propria intrattenuta eruzione spermatica, capace di farle raggiungere l’orgasmo, come mi confermava ascoltando l’elaborazione di simili fantasie mentre a mia volta le venivo tra le viscere al culmine del piacere.
l’insistenza con la quale trovavo davvero molto eccitante comunicarle le modalità con le quali condivideva adulterini confronti, con alcuni degli innumerevoli ammiratori che non le mancavano certo, alla fine la fece propendere nella decisione di accontentarmi, adducendo che quel suo amico d’infanzia in fondo sarebbe stato proprio l’uomo ideale per fare di me un autentico cornuto.
ovviamente un conto sono le fantasie, ben diverso il doverle sperimentare anche nella realtà, così al culmine della perfidia, utilizzando il giocatto acquistato in un sexyshop, con lo scopo di impormi la completa castità, mi ritrovai avviluppato nel giogo di una gabbietta contenitiva a totale castrazione del mio essere maschio, mentre si sarebbe recata a rendere tangibile tutto ciò che sino ad allora era stato solo ad occupare spazi nelle perversioni della mente.
impossibilitato a masturbarmi, e dolorosamente represso in quell’involucro che saldamente mi era stato imposto, non potevo fare altro che attendere pervaso da spasmodiche turbe cerebrali, avvertendo la eco lontana di un amplesso che si stava consumando senza che ormai ne potessi più controllare l’avvenuta condivisione.
il tempo trascorse dilatandosi in modalità interminabile, a significare che il concretizzarsi di quanto voluto stava assumendo aspetti che andavano di certo ben oltre alla sola immaginazione.
il mio stato, al momento in cui fece ritorno, era quello pari ad un oggetto distrutto, come rattrappito era il mio organo genitale, avulso in quel sarcofago che, mummificandolo, me lo rendeva inutilizzabile sino a che, con eloquente compiacimento, aprì la serratura che teneva segregata la mia indebolita essenza.
aggiungendo ulteriore perfidia alla prolungata assenza, alla cui sola descrizione narrativa dei fatti, con cui si era prodigata nel dare concretezza a vogliose fantasie di adulterio, il pene mi esplose in un impeto turbolento di incontenibili effluvi spermatici, obbligandomi ad accettare che, dentro alla perfezione del corpo della mia sofisticata compagna, un altro individuo lo aveva colmato, invadendolo senza alcuna reticenza

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