STORY TITLE: L'ascensore 
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L'ascensore


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L'ascensore

by Angel_Face
Viewed: 269 times Comments 0 Date: 03-02-2023 Language: Language

Quei pantaloni bianchi avevano colpito il suo sguardo ma soprattutto la sua libido. Disegnavano in maniera inequivocabile la rotondità e la pienezza del suo sedere. Non aveva potuto fare a meno di segnalarglielo in quel loro strano rapporto di piena riservatezza in pubblico a cui faceva da “altra faccia della medaglia” quello che si reggeva sostanzialmente su messaggi o mail.

Del resto, lui non aveva mai fatto mistero di quanto la trovasse desiderabile e quale effetto esercitasse su di lui il suo derrière che veniva esaltato da pantaloni come quelli che indossava quella mattina.

Lei accolse con la sua solita piacevole normalità anche quella attenzione, l’ennesima, che lui aveva voluto comunicarle.

Ma come sempre il tutto si chiuse li.

Nel primo pomeriggio si incontrarono nell’atrio ed entrambi dovevano salire in ascensore; lei per una riunione di lavoro all’ufficio legale e lui per un incontro all’HR.

Quando si aprirono le porte dell’ascensore lui, gentile come sempre, fece passare prima lei e lei, passandogli a fianco scherzando, gli disse

Non so se la tua è solo gentilezza oppure un modo elegante per sbirciarmi il culo.

Lui sorrise e le fece notare che lo specchio dell’ascensore gli consentiva di ammirare il suo culo anche guardandola negli occhi.

Allora hai 3 piani di tempo per ammirarlo

Ribatté lei scherzando.

Non poterono finire di ridere perché improvvisamente, poco dopo aver chiuso le porte ed aver iniziato l’ascesa, l’ascensore si bloccò e la luce di emergenza si attivò.

Il sorriso si bloccò sui loro visi; lui provò a schiacciare il tasto dei piani senza successo, dopodiché decise “Beh proviamo con l’allarme”. Questa scelta produsse almeno un effetto: una voce dalla controlroom li avvisò che “C’è stato un calo di tensione improvviso. Abbiamo avvisato il personale addetto e pensiamo che fra una mezz’oretta al massimo dovrebbero sbloccarvi. Potete per favore darci i vostri nomi?”.

Dopo averli registrati, e dopo che loro chiesero che venissero avvisate le persone che li stavano attendendo, si assicurarono che nessuno dei due soffrisse di claustrofobia e dalla controlroom conclusero dicendo “Se vi può far piacere non siete gli unici in questa situazione”.

Questa situazione mi fa venire in mente un film con Sordi e la Sandrelli

Esordì lui, che raccontò in breve l’episodio del film dove Sordi interpreta la parte di un monsignore che rimane bloccato in ascensore, a causa di un blackout, con Stefania Sandrelli. Ovviamente i due fanno sesso e alla fine lui si lascia andare in una dissertazione sul libero arbitrio, sostenendo che nulla è accaduto di cui possano sentirsi colpevoli poiché privati del libero arbitrio all’interno dell’ascensore bloccato.

Ma tu non sei un monsignore ribattè lei.

Però posso approfittare per gustarmi al meglio la vista del tuo sedere

rispose sorridendo lui, appoggiandosi alla porta dell’ascensore, mettendosi in posa come ci si mette quando si guarda un quadro.

Allora lei stando al gioco si voltò, sollevò la maglia e sporse leggermente il sedere verso di lui, guardandolo e sorridendogli allo specchio.

Lui, per un attimo, rimase sorpreso dal gesto ed incantato ad osservare quel bel mappamondo così splendidamente velato dal tessuto bianco, leggermente trasparente.

Avrebbe voluto proferire parole, ma si rese conto che sarebbero state inutili. Lei sapeva benissimo quanto gli piaceva e sottolinearlo non avrebbe aggiunto nulla. Così decise di stare zitto ma si avvicinò ulteriormente a lei e delicatamente appoggiò le dita muovendole come per disegnare il profilo del suo culo.

Si soffermò sul solco salendo e scendendo con l’indice ed il medio e notò una smorfia di piacere sul suo viso.

Si avvicinò ulteriormente, lentamente, cercando di non compiere alcun gesto che potesse interrompere quel momento. Appoggiò delicatamente le labbra sul culo ancora coperto dal tessuto dei pantaloni. Ma grazie alla leggerezza del tessuto stesso lei ebbe modo di percepire il soffio caldo emesso dalla bocca di lui e percepire le sue labbra che quasi rimbalzavano lentamente da un punto all’altro del suo sedere. Accovacciato dietro di lei portò una mano davanti e doppiò la carezza con l’altra mano che si faceva strada tra le sue gambe e notò che lei, collaborando per facilitare il movimento, le allargò leggermente. Cominciò a sentire il suo respiro farsi più profondo e ritmico, ed allora anche l’altra mano si portò sul davanti ed entrambe slacciarono il cinturino, il bottone, abbassarono il pantalone che, come il propulsore di un razzo lanciato verso lo spazio viene sganciato una volta finita la sua funzione, aveva terminato la sua utilità e fu abbassato verso i piedi. Il perizoma venne lasciato da lui ancora al suo posto perché voleva imprimersi nella mente la visione di quel sedere esaltato dall’indumento intimo. e poi c’era un giochino che a lui piaceva molto fare: infatti scostò il filo dal solco dei glutei, infilò la lingua e mosse a destra e sinistra, avanti e indietro il tessuto del perizoma che andava così a solleticare sia il clitoride che le labbra vaginali. Poi la lingua si insinuò dentro di lei e lui capì dai suoi gemiti che l’azione era stata apprezzata; poco dopo fece compiere lo stesso percorso prima ad uno e poi a 2 dita. Sentiva che le gambe di lei facevano sempre più fatica a reggere il peso del proprio corpo sotto gli effetti del piacere che stava provando. Una mano di lei si andò ad appoggiare sulla nuca di lui e lei con una voce che da sola poteva provocare un orgasmo disse

Non smettere, ti prego, non smettere

Lui appoggiò allora un dito sul buco posteriore e lentamente ma profondamente lo fece entrare e a quel punto la senti gemere un prolungato “Siiiiiiiiii”, e la bocca di lui fu piena del suo piacere.

Si rialzò e la osservò appoggiata alla parete dell’ascensore; i capelli con qualche ciocca davanti al viso, il viso sereno ed appagato, piena di quella bellezza “erotica” tipica del piacere appena raggiunto; una bellezza che lui trovava esaltante perché era lui l’artefice di quello stato d’animo. Lei lo guardò e notò il rigonfiamento dei pantaloni all’altezza dell’inguine.

Però….devono stringere forte quei pantaloni

Disse sorridendo, e quasi timidamente portò il palmo della mano ad appoggiarsi sopra, lo sfregò avanti indietro qualche volta poi si avvicinò a lui e appoggiò il suo corpo sul corpo di lui in modo che la sua figa sfregasse sopra il suo cazzo ancora chiuso nei pantaloni, allungò le mani sulla cintura, la slacciò, infilò le mani dentro, lo accarezzò ancora e poi lui con le mani fece scendere i pantaloni ed i boxer. Lei lo direzionò verso la sua figa, si strusciò, e quando la punta del cazzo stava facendo capolino dentro di lei una voce metallica interruppe tutto!

Ancora pochi minuti e l’ascensore si riattiverà; mi sentite? Se volete comunicare dovete premere il tasto verde sulla pulsantiera.

Lui deglutì e schiarendosi la voce schiacciò il pulsante.

Eccoci, attendiamo la liberazione

Disse sorridendo, nascondendo la rabbia ed il disappunto per essere stati interrotti.

Lei lo guardò con la faccia che voleva dire “pazienza, è andata così”.

Quando furono “liberati” si ritrovarono con i colleghi al caffè perché erano un po’ l’attrazione della giornata. E alle domande delle colleghe lei rispose

Paura? Ma no, anzi io mi sono proprio divertita

E sorridendo cercò lo sguardo di lui che ribatté con un occhiolino.

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