STORY TITLE: Cena speciale e conoscenza del marito (racconto fatto dalla mogliettina "infedele") 
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Cena speciale e conoscenza del marito (racconto fatto dalla mogliettina "infedele")


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Cena speciale e conoscenza del marito (racconto fatto dalla mogliettina "infedele")

by Corteggiatorehot
Viewed: 2211 times Comments 6 Date: 15-09-2019 Language: Language

A seguito dell’Aperitivo con Happy Ending (v. relativo racconto), i rapporti con Corteggiatore Hot sono proseguiti, sul piano rigorosamente bilaterale. Le regole d’ingaggio con il mio adorato marito sono chiare: se vuoi vivere l’emozione di essere cornuto, accettalo con coerenza. Ho una relazione con un altro e, a differenza delle altre corna che ti ho messo con tuoi conoscenti, qui hai almeno il vantaggio che lui sa che tu sai di essere cornuto. Dunque, te lo presenterò, diventerete amici e tu accetterai serenamente di fare il cornuto nel triangolo. La prima cena di presentazione è stata decisamente sfiziosa. Atmosfera molto cordiale, come tre amici che si vedono in un ristorante raffinato del centro: ma con la particolarità che lei e l’altro hanno una relazione e aleggia nell’aria la consapevolezza di quello che è successo nel fatidico “Aperitivo con Happy Ending” in toilette. Il mio amore non è certo il tipo del cornuto timido e remissivo e la conversazione procede spedita e brillante, con un filo di confidenza e di empatia che si stabilisce tra i due. Eppure, è inutile nascondere che quell’atmosfera di cordialità è offuscata dalla consapevolezza che quel Bastardo gli ha sodomizzato la moglie e hanno un flirt che va avanti da mesi alla faccia sua. Per rimarcare il concetto, io e il mio amante ci teniamo la mano, con il tipico atteggiamento di coppia. Mi viene da sorridere nel vedere l’imbarazzo e la rabbia del mio amore, terrorizzato al pensiero che potrebbe vederci qualcuno che ci conosce, e decisamente infastidito dall’ostentazione del nostro status di coppia. A metà cena, la confidenza di coppia prende il sopravvento e la mano del mio amante scivola stabilmente sotto la tovaglia ad accarezzare il mio ginocchio. Indosso un vestitino primaverile molto leggero, frivolo e svolazzante, e la sua mano guadagna senza fretti centimetri di intimità. Adoro conversare del più e del meno, come se nulla fosse, fino al fatidico momento in cui la carezza sconveniente del mio amante scopre che ho scelto un outfit senza mutandine. Rimane senza parole quando le sue dita incontrano il pelo morbido e ben curato della mia fica; e leggo nel suo sguardo un lampo di innamoramento quando le sua dita scoprono che la mia fica è bagnata oltre il limite della decenza. Mio marito è cornuto ma non stupido e capisce quella dinamica di carezza poco opportuna e quel gioco di sguardi: al punto che, con un sorriso disinvolto, mi sento in dovere di spiegargli “scusa, amore, è che non ho messo mutandine e il tuo nuovo amico è piuttosto sorpreso di trovarmi così bagnata…”. Mi diverte fargli subire il suo status di cornuto, che si aggiunge a una sensazione di imbarazzo per il timore che qualcuno, nella sala affollata, possa accorgersi di quella carezza prolungata sotto la tovaglia. Ed infatti, puntualmente, a un cameriere più sgamato di altri cade l’occhio su quella dinamica inconsueta: anche se la carezza è gestita con discrezione, la mano è comunque lì sotto e ben visibile. Noto con la coda dell’occhio che il suo sguardo è spesso verso il nostro tavolo e mi diverto a comportarmi con elegante indifferenza, continuando a conversare del più e del meno. La tensione diventa palpabile, insieme all’imbarazzo del cornuto, quando il cameriere passa a prendere l’ordinazione per il dolce. La vicinanza e l’angolatura della sua posizione rendono abbastanza inequivocabile la situazione, anche se con quel e di dubbio e ambiguità che rendevano il siparietto particolarmente divertente. Lo standing del ristorante imponeva al cameriere un approccio serio e distaccato, ma allo stesso tempo, nonostante gli sforzi di darsi un contegno, era percepibile che lo sguardo gli cadeva lì. Anche il mio amante lo aveva capito e, per evitare di infierire sul suo nuovo amico cornuto, la sua carezza stava desistendo e la sua mano accennava a ritrarsi. Ma le corna sono un gioco crudele: quindi, ho allargato impercettibilmente le cosce, con un gesto che solo la mano del mio amante poteva percepire e che suonava come un invito a proseguire. Nel frattempo, con un sorriso civettuolo, prolungavo la spiegazione dei dolci per prolungare la sua presenza lì e per aumentare quella deliziosa situazione di velata ambiguità. E per dare il colpo di grazia, con un gesto plateale e visibile, ho preso la mano a mio marito sopra la tovaglia, facendo in modo che il cameriere vedesse bene quel gesto intimo e affettuoso. E così, mi godevo quel quadretto magico, con un piacevole solletico tra le cosce pensando alla scenetta che si presentava agli occhi di quel cameriere: una splendida Signora, elegante e piena di fascino, che se ne stava a cena tenendo la mano al marito mentre l’amante le teneva una mano nella fica. Nel frattempo, prolungavo la conversazione con il cameriere, giocando con un sorriso disinvolto tra il suo sguardo confuso e il palpabile imbarazzo di mio marito, che certo non poteva ritrarre la mano ed era costretto a subire quella situazione. Il mio era uno sguardo sereno e crudele, quasi a spiegare al cameriere che era tutto semplice: gli tengo la mano perché è mio marito e lo amo, e l’altro mi accarezza la fica senza problemi perché siamo amanti e mio marito è cornuto. Il siparietto deve essere stato oggetto di rapidi commenti tra il personale di sala, visto il moltiplicarsi degli sguardi. Ma ormai la carezza era finita e, con estrema naturalezza, io e il mio amante abbiamo deciso di andare insieme alla toilette, lasciando mio marito solo al tavolo a subire gli sguardi di commiserazione dei presenti. Un’assenza, la nostra, durata quanto bastava per rendere insopportabile lo stillicidio di mio marito: una pomiciata veloce e un accenno di pompino, fino al ritorno in sala mano nella mano. E poi, la passeggiata serale verso l’ufficio del mio amante, per goderci un po’ d’intimità, con il cornuto che camminava con noi sprofondato in una mortificante umiliazione. Complice qualche bicchiere di troppo, l’amante mi teneva stabilmente una mano sul culo sotto il vestito, sollevandolo sciaguratamente e lasciandomi, in alcuni momenti, a camminare a culo nudo nel centro di Roma. Una scenetta irresponsabile e clamorosamente in contrasto con il mio status di 40enne sposata della Roma bene. Arrivati in ufficio, io e il mio amante ci siamo regalati una sontuosa scopata in sala riunioni, usando il cornuto come valletto e comportandoci come se lui non ci fosse. Ma quella volta fui chiara e ben attenta: “stavolta il mio culo te lo scordi, ancora mi brucia dopo una settimana…”. Mi venne in bocca, con il consueto torrente di sperma. Ma non ne ingoiai neppure una goccia. A bocca piena, corsi a baciare il mio amore, con il consueto piacere immorale di cogliere nel suo sguardo un lampo di disgusto e ribrezzo di fronte all’obbligo di sorseggiare dalle mie labbra un fiume di sborra tiepida. E mentre lo baciavo, gli sussurravo teneramente quanto lo amavo, ricordandogli comunque le regole d’ingaggio: “finalmente fidanzata in casa. E’ tassativo che diventiate amici: in fondo condividete qualcosa di molto intimo. E quale miglior modo di prendere confidenza con un amico che assaggiare il suo sperma…? Ma non abituarti troppo alla tua presenza. Non sempre vorremo cornuti tra i piedi…”.

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