HISTOIRE TITRE: Lo spiraglio proibito 
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HISTOIRE

Lo spiraglio proibito

by Deep
Vu: 184 fois Commentaires 0 Date: 16-09-2025 Langue : Language

Il bar della stazione è un posto anonimo, di passaggio, caotico e rumoroso. Sono fuori regione, di rientro da un impegno lavorativo. È proprio lì che la vedo, del tutto inaspettatamente. Lei, Federica – mora, capelli lisci, occhi scuri, fisico asciutto, seno piccolo e sodo, culetto compatto e delizioso. Di qualche anno più piccola di me (sulla trentina). Ha quell’aria un po’ hippie, un po’ da gatta morta.

La conosco poco, solo qualche occasione condivisa per amicizie comuni, ma non so perché (senza particolari motivi a sostegno) è sempre stata capace di stuzzicare una mia fantasia trasgressiva immaginandola trasformarsi, al momento giusto, in un’assetata viziosa.

Con lei c’è il compagno, distinto, educato, un’aria da ragazzo “perbene”.

Il saluto è quello rapido che ci si scambia tra conoscenti. Un “come stai?”, una battuta sulla coincidenza di beccarci dopo tanto tempo nel posto meno prevedibile essendo distanti dalle nostre zone. Lei mi presenta il suo compagno, io ricambio, poi mi congedo e mi accomodo per prendermi un caffè.

I nostri tavoli sono vicini e i suoi occhi, inaspettatamente, cominciano a giocare con i miei. La gonna estiva che indossa è lunga e leggera, lo spacco lascia intravedere la gamba snella, la pelle chiara, vellutata…e mentre gioca con la ciabatta mette a nudo un piede, affusolato, sexy...con una naturalezza che è tutto fuorché innocente. Lo dondola leggero sotto la gonna estiva. Si accarezza la caviglia, poi solleva lo sguardo incrociando il mio. Un sorriso appena accennato, sufficiente a farmi capire che non è un caso.

Dopo un po’ si alza. “Vado un attimo in bagno” dice al compagno. E, passandomi accanto, sfiora leggermente il mio braccio e mi guarda quel tanto che basta a farmi arrivare attraverso i suoi occhi un sussulto che sa di “Seguimi…”.

Difficile esitare…provando a non dare nell'occhio, mi avvio dietro di lei a debita distanza.

Nell’antibagno non c’è nessun altro e noto subito che la toilette è unica. Lei sembra attendere voltata di spalle, distratta, come si stesse specchiando…in realtà sbircia in attesa soltanto che la porta dell’antibagno si richiuda a molla dietro di me. Detto fatto…senza voltarsi, prosegue dentro la toilette lasciando la porta aperta.

Colgo l’invito ed appena dentro la toilette, lei si volta, chiude la porta con il gancetto, mi afferra come un felino con la sua preda…e mi bacia con una fame che mi mozza il fiato. La sua lingua affonda, i capezzoli piccoli e duri premono contro la mia maglietta. La mia mano scivola sotto la gonna attraverso lo spacco e stringe il suo culo sodo.

Poi le sue mani guidano le mie sulla sua figa…

Che ne pensi?!?

, mi dice con la voce spezzata dal desiderio…Indossa un mini perizoma che a fatica trattiene la sua intimità…Non riesco a proferire parola dall’eccitazione…È già bagnata, la sento calda, ansiosa. “È qui che ti volevo…” mi geme addosso.

È in quell’istante che sentiamo la porta dell’antibagno aprirsi e chiudersi. Poi il clic della serratura. Lei mi fissa, gli occhi che brillano: “È lui… adesso ci sente. Sai che goduria?!?”.

Con una mano mi spinge la testa tra le sue cosce, mentre con l'altra si alza la gonna. L’odore della sua figa mi inonda. Sfilo in un baleno il suo perizoma, me lo strappa dalle mani, lo passa sapientemente attraverso quel tipico filo di luce di pochi centimetri che si crea premendo sulla porta chiusa solo dal gancetto. Il suo compagno lo raccoglie prontamente mentre noto il suo occhio sbirciarci.

La mia lingua scivola tra le labbra lisce e gonfie della sua figa, la lecco con foga, succhio il suo clitoride, assaporo i suoi umori. Lei geme senza freni, più forte, si volta verso lo spiraglio della porta e dice apposta: “Così… voglio che mi mangi la figa…”.

Poi si volta, inarca la schiena con le mani poggiate alla porta, il culo verso di me. Lo esploro con la lingua, le allargo le chiappe e la stuzzico ovunque. Il suo compagno è sempre dall'altro lato della porta...immagino gli occhi di Federica incrociare quelli del suo compagno attraverso lo spiraglio...Mmmmmm

Poi, quasi di scatto, si rigira verso di me…mi fissa, come ad impietrirmi con lo sguardo…alza il piede nudo e me lo pianta sul petto. Un gesto lento, dominante, carico di erotismo. Mi spinge indietro fino a farmi sedere sulla tazza. Senza perdere tempo mi scavalca e si impala su di me.

La figa mi ingoia la cappella calda e gonfia. Mi cavalca lenta, cattiva, ogni discesa un colpo che mi fa tremare. Il ritmo accelera, i gemiti si mescolano al rumore dei nostri corpi che sbattono. Dallo spiraglio della porta filtra la luce…so che dall’altra parte lui, forse, riesce ad intravedere, ma di certo sente ogni cosa!

Lei si china al mio orecchio: “Vuoi che ti mostri quanto sono troia? Vuoi sentire il mio culetto che ti stringe?”. Non faccio in tempo a rispondere. Si solleva, impugna il mio cazzo, guida la cappella ormai grondante di lei verso il culetto, spinge piano. E’ stretto, come illibato, ma lo prende tutto, un centimetro alla volta, fino in fondo.

Il suo culo stretto mi avvolge, mi stritola. Sale con i piedi sul water, e li punta lungo i miei fianchi, li afferro con le mie mani…lei comincia a muoversi con foga, si scopa il cazzo nel culo gemendo forte: “Così… scopami il culo, fallo sentire a lui, aprilo per bene che è ancora stretto!”.

Le mie mani stringono i suoi fianchi, l'aiuto a calarsi più a fondo. Lei urla di piacere…poi sussurra, come sovrastata dal piacere, “me lo sta sfondando” rivolgendosi con il viso verso la fessura della porta e con gli occhi persi nella lussuria. Io affondo sempre più, i colpi diventano audaci, il piacere cresce fino ad esplodere.

La tengo stretta sulle sue chiappe mentre vengo dentro il suo culo, la inondo di sborra bollente. Lei gode ancora, sento i suoi muscoli contrarsi mentre accoglie ogni goccia.

Mi fissa, mi bacia a stampo…sussurra un “Grazie!” con la sua espressione da gatta morta furbetta…Si rialza con calma, si ricompone con naturalezza, fa scendere la gonna a coprire di nuovo le sue gambe…e con due dita raccoglie lo sperma che cola dal culo, se lo porta maliziosa in bocca e mi fissa: “Adesso aspetta qui…e guardami…”...bisbiglia al mio orecchio…

Esce e accosta la porta della toilette…Dal corridoio di luce mi godo tutta la sua sfacciata anima peccaminosa: nell’antibagno, si avvicina al compagno, lo prende per mano, lo bacia con le mia sborra volutamente ancora sgorgante dalle sue labbra ed il mio sapore in bocca. Poi se ne vanno insieme, lasciandomi lì, ansimante, consapevole di aver partecipato a un gioco proibito difficile da dimenticare.

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