RACCONTO TITOLO: Non c’è gioia più divina 
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RACCONTO

Non c’è gioia più divina

by MisterFive
Visto: 71 volte Commenti 0 Date: 04-09-2025 Lingua: Language

Matteo, un padre separato con figli piccoli, stava lentamente ricostruendo la sua vita dopo la fine del matrimonio. Era un uomo segnato dalle esperienze, ma con una notevole voglia di riscatto e una mentalità molto aperta. Le sue passate esperienze nel mondo della trasgressione lo avevano reso audace, e in quel periodo non era raro che avesse diverse avventure, spesso anche contemporaneamente, con MILF splendide e sensuali. Aveva rotto un suo tabù personale: andare a letto con donne sposate, pur mantenendo una forte etica che gli impediva di causare la rottura di un matrimonio. Fisicamente, Matteo era un uomo sui quarant'anni, con un fisico robusto mantenuto con cura, capelli brizzolati, un pizzetto corto e uno sguardo intenso e penetrante che tradiva la sua complessità e la sua natura disinibita.

La libertà ha un sapore strano,

pensava Matteo mentre sorseggiava il suo caffè mattutino.

Dolce e amaro insieme. Dolce perché posso fare ciò che voglio, amaro perché i miei figli non sono sempre con me.

Si passò una mano tra i capelli brizzolati, un gesto abitudinario quando era assorto nei suoi pensieri. Le MILF lo attraevano, forse per la loro consapevolezza, la loro esperienza. Erano un porto sicuro, ma anche un mare inesplorato.
Chiara, la moglie del cugino di Matteo, era anche lei una MILF. Proveniva dal sud Italia, e il suo temperamento caldo si contrapponeva alla stanchezza che accusava nel suo matrimonio. Chiara aveva lunghi capelli castani che le ricadevano in morbide onde, occhi scuri e profondi che sapevano essere sia dolci che maliziosi, e un fisico sinuoso e prosperoso che esprimeva tutta la sua femminilità mediterranea.
Chiara si guardava allo specchio, la stanchezza sul viso, ma anche una scintilla di desiderio negli occhi.

Il mio matrimonio è una prigione dorata,

sussurrava a sé stessa.

Amo mio marito, certo, ma la passione? Quella è svanita da tempo.

I suoi lunghi capelli castani le accarezzavano le spalle, e si immaginava le mani di un altro uomo affondare tra quelle onde. L'arrivo di Matteo e della sua famiglia aveva portato una ventata di novità, un'eccitazione che non provava da anni.
Per motivi di lavoro, la famiglia di Chiara si trasferì a vivere vicino a Matteo. Nei mesi precedenti il trasferimento, gli smartphone e i social network avevano permesso a lei e Matteo di conoscersi meglio, scambiando messaggi e battute che gettarono le basi per una complicità crescente e un'attrazione latente.
Con la vicinanza geografica e la presenza dei figli piccoli, le due famiglie iniziarono a frequentarsi assiduamente. Pomeriggi al parco, cene tra famiglie, compleanni dei bambini: ogni occasione era buona per trovarsi. La sintonia e la complicità tra Matteo e Chiara crebbero di mese in mese. Iniziarono a cercarsi con lo sguardo, a scambiarsi sorrisi complici quando gli altri non guardavano. Le loro conversazioni si fecero sempre più personali e intime, spesso trovando scuse per appartarsi un momento, magari in cucina mentre gli altri erano in salotto, o fuori in giardino

a tenere d'occhio i bambini

. Il pathos tra i due si intensificò in modo quasi insostenibile. Le assenze del marito di Chiara per motivi di lavoro divennero il loro terreno di gioco. Lei si lamentava con Matteo della solitudine, lui rispondeva con battute a doppio senso che promettevano molto. Le serate che le due famiglie trascorrevano insieme si trasformarono in un gioco sottile di sguardi, tocchi sfuggenti, sussurri a bassa voce e risate condivise che escludevano il resto del mondo.

Quando i nostri occhi si incrociavano, sentivo una scarica elettrica,

ricordava Matteo.

Era come se il mondo intorno a noi svanisse, e rimanessimo solo noi due, in quel silenzio carico di desiderio.

Una sera, durante una cena a casa di Chiara, mentre il marito era distratto al telefono, Matteo le sfiorò delicatamente il braccio mentre le passava il pane, e un brivido sottile corse lungo la schiena di entrambi.

Sentii la sua pelle calda sotto le mie dita, una sensazione fugace ma così intensa,

pensò Matteo, ripercorrendo quel momento.

Fu un tocco innocente, eppure significava tutto.


Chiara ricordava quel brivido.

Fu come se un fulmine mi avesse attraversato,

pensò.

Il suo tocco era leggero, quasi impercettibile, ma mi incendiò l'anima.

In un'altra occasione, mentre accompagnavano i figli al luna park, si ritrovarono separati dagli altri, in attesa di un giro sulle giostre; lì, i loro sguardi si incontrarono, carichi di desiderio inespresso, e Matteo le sussurrò all'orecchio una frase che solo lei poté sentire, facendola arrossire e sorridere allo stesso tempo.

Mi disse qualcosa di così audace, di così eccitante, che per un attimo dimenticai dove fossimo,

rammentava Chiara, un sorriso malizioso sulle labbra.

Il suo respiro sul mio orecchio… era pura tentazione.


Il flirt divenne sempre più audace, fatto di messaggi notturni che si prolungavano fino a tardi, pieni di allusioni e desideri repressi.

Quei messaggi erano il mio pane quotidiano,

confessò Matteo a sé stesso.

Mi tenevano sveglio la notte, con l'immaginazione che correva selvaggia. Ogni parola, ogni emoticon, era un passo in più verso l'inevitabile.


Chiara, dal canto suo, viveva per quei messaggi.

Il suono del mio telefono nel cuore della notte era la mia melodia preferita,

rifletteva.

Mi sentivo viva, desiderata, per la prima volta dopo tanto tempo.


Dopo qualche tempo, trascorso a flirtare sempre più audacemente sia di persona che tramite app di messaggistica, i due decisero che era ora di passare all'azione. L'aria era elettrica, carica di un'attesa quasi dolorosa. Concordarono un appuntamento notturno, un rischio calcolato che solo il loro desiderio poteva giustificare.
Nella sua camera da letto, al buio, Chiara si preparava. La sua pelle fremeva, anticipando il tocco di Matteo. Indossò una vestaglia di seta nera, leggera, quasi trasparente, che accarezzava le sue curve sensuali. Sotto, un sottile perizoma. Voleva sentirsi libera, pronta.

Ogni fibra del mio corpo urlava il suo nome,

pensava, le mani tremanti mentre sistemava i capelli. Si spruzzò un profumo leggero, muschiato, che sapeva avrebbe stuzzicato i suoi sensi. Il cuore le batteva all'impazzata, un tamburo impazzito nel petto. L'eccitazione era quasi insopportabile, un misto di paura e desiderio ardente che le infiammava le vene.

Il mio cuore batteva all'impazzata,

ammise Matteo.

Sapevo che era pericoloso, ma non potevo fermarmi. Era un richiamo troppo forte, troppo primitivo.

Matteo si presentò a casa di Chiara a tarda notte, furtivo come un ladro, il cuore che batteva forte nel petto. Il buio della notte li avvolgeva, rendendoli invisibili al mondo esterno.
Chiara lo aspettava, l'ansia e l'eccitazione che le stringevano lo stomaco.

Ogni minuto sembrava un'ora,

rammentava.

Ero un misto di paura e pura euforia.

La porta si aprì lentamente, rivelando la sua figura nell'ombra.

Vidi la sua silhouette contro il buio, era pura bellezza, puro desiderio

confessò Matteo.
Le parole di Chiara risuonarono nell'aria, cariche di un misto di euforia e consapevolezza:

noi due finiremo all’inferno

.
I due furono travolti da una passione irrefrenabile. L'attrazione accumulata per mesi esplose in un vortice di emozioni. Si strinsero l'uno all'altra, le mani che esploravano ogni curva, ogni centimetro di pelle, come se volessero recuperare tutto il tempo perduto. I baci erano famelici, disperati, carichi di un desiderio profondo e inconfessabile. Si mossero con urgenza, guidati solo dall'istinto e dalla sete l'uno dell'altra. La notte era lunga, piena di sensazioni intense e proibite.

Ogni tocco, ogni bacio, era una scarica elettrica che mi attraversava l'anima,

pensò Chiara.

Eravamo due corpi affamati, due anime che si riconoscevano nel buio. Non c'era spazio per il giudizio, solo per il desiderio puro e bruciante.


Le mani di Matteo si insinuarono dappertutto, accarezzando le mie gambe, risalendo fino ai glutei, stringendomi stretta a sé, facendomi sentire tutto il suo desiderio impetuoso.
Giusto il tempo di entrare in camera, e restammo nudi. Lui mi prese in braccio per portarmi vicino al letto, mi baciò, la sua bocca calda sul mio seno, succhiò avidamente i capezzoli, facendomi gemere di piacere, un suono che mi riempiva di soddisfazione. Mi spinse dolcemente sul letto e con la bocca scese lentamente fino alle cosce, mordicchiandone l'interno. Io ero un fiume in piena dalla voglia che avevo di essere presa, di sentire il suo corpo sul mio. L'eccitazione era tale da lasciare a lui giusto il tempo di gustarne il sapore tra le mie cosce, prima di provare un violento orgasmo, il suo corpo scosso da spasmi. Adesso era il mio momento. Lo strinsi forte a me, lo baciai con foga. La mia bocca carnosa aveva sopra il sapore dolce del piacere che lui mi aveva appena dato. Continuai accarezzandogli il petto liscio, le gambe muscolose, il suo splendido arnese… feci il confronto tra i cugini, era veramente eccitato! Avevo voglia di sentire il sapore di lui in bocca… mi mossi piano e le mie mani si persero nei riccioli del suo pube… aveva un gusto dolcissimo che mi faceva impazzire…
Ci sdraiammo sul letto per coccolarci e parlare, ma la voglia riprese impetuosa. Lui mi baciò violentemente, mordendomi le labbra, mi sfiorò la schiena fino ai glutei, facendomi sussultare. Ero calda e pronta ad accoglierlo fra le gambe. Lui affondò il suo grosso cazzo dentro di me con tutto il suo turgore e con movimenti lenti e decisi dopo lungo tempo esplose il piacere liberatorio per entrambi.
All'alba, quando la luce iniziava a filtrare dalle finestre, si congedarono. Nessuno dei due aveva intenzione di smettere. La notte era stata lunga e molto, molto piacevole. Era stata una liberazione, un assaggio di una dimensione che entrambi avevano tenuto a lungo repressa. Quella notte fu solo l'inizio. Cominciava una relazione clandestina, fatta di incontri rubati, messaggi segreti e sguardi complici, che li avrebbe portati a scoprire tutti i loro lati comuni e perversi, in un gioco proibito da cui sembrava impossibile tornare indietro.
Ogni singolo istante di quella notte era valso il rischio. Era come se avessi trovato la mia metà proibita, la parte di me che non sapevo di cercare.

Pensava Matteo tornando a casa.
Chiara si accarezzò le labbra, ancora gonfie dai baci.

una notte indimenticabile

sussurrò.

Un segreto che ci legava, una fiamma che non volevo spegnere. Sapevo che avremmo giocato con il fuoco, ma ero pronta a bruciare.


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