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Obbedienza parte 2 LEGATA E ADDESTRATA
by Naughtypair
Era passata un’ora. Forse due. Lara non sapeva più quanto tempo fosse trascorso. La luce era cambiata nella stanza, più calda, più rossa. Lui aveva preparato tutto: corde in seta nera, manette imbottite, ganci al soffitto. Un tavolo di legno lucido al centro, pensato per una sola cosa.
“Spogliati,” ordinò, anche se era già nuda. Voleva che lo facesse con lentezza, come un rito.
Poi la prese e la condusse al tavolo. Le mani fissate sopra la testa, le caviglie aperte e bloccate ai lati. Il corpo esposto, immobile. Ogni respiro era amplificato. Ogni fremito, nudo.
Le passò accanto, in silenzio, lasciando che le dita le sfiorassero appena l’interno delle cosce. Un colpo improvviso col frustino la fece sussultare. Non era dolore puro: era controllo. Era appartenenza.
“Devi imparare a godere nella resa totale,” disse, la voce calda come velluto scuro.
Prese una candela accesa. Gocce di cera calda cominciarono a scendere, lente, sul ventre, tra i seni, sull’interno delle cosce. Ogni goccia era una scossa. Un lamento trattenuto. Ma lei non chiese pietà. Non chiese nulla. Era lì per sentire. Per servire.
Poi la bendò. E fu lì che tutto cambiò.
Privata della vista, Lara sentiva ogni suono come un colpo, ogni attesa come un orgasmo trattenuto. Le sue mani tornarono a esplorarla. Le labbra di lui si fecero feroci. La lingua, precisa. La voce, più vicina.
Quando entrò in lei, senza preavviso, fu come una liberazione violenta. Lei urlò. Non per dolore, ma per il piacere crudo, travolgente. Non poteva toccarlo. Non poteva vederlo. Ma lo sentiva ovunque. Dentro. Fuori. Nell’anima.
E mentre veniva, tremando contro le corde, seppe che non avrebbe mai più voluto essere libera.
