ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: tutto può succedere : le due donne 
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tutto può succedere : le due donne


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tutto può succedere : le due donne

by collant68
Посмотрели: 397 раз Комментарии 2 Date: 23-01-2025 Язык:Language

Il giorno dopo al lavoro avevo visitato più volte il profilo di Alice, c’era una foto nuova, come se avessero voluto provocarmi, riprendeva Alice in ginocchio sul letto ripresa dall’alto, con il suo solito chignon e le braccia allungate sulla spalliera del letto tenendosi con le mani perfettamente curate, le sue unghie erano rosse e aveva indosso un body nero che entrava tra le sue natiche e lasciava scoperta la schiena.
Ebbi un sussulto di eccitazione, l’avevo presa così in uno dei nostri incontri, l’avevo scopata mentre si teneva al letto, gli avevo baciato la schiena e il collo prima di entrare dentro di lei, ora lei si mostrava così come per provocarmi, possibile che quell’alchimia che c’era stata ancora ci attraeva, avevo dentro una sensazione stranissima.
Come promesso a Giada, mandai un messaggio ad Alice “Per quanto tempo è per sempre? A volte, solo un secondo. Come stai?”, la buttai lì senza nessuna speranza di ricevere risposta a breve, ma lo avevo promesso a Giada e per ogni suo desiderio andava esaudito.
Passò qualche giorno, fantasticai con Giada sulla sua reazione qualora Alice avesse risposto al mio messaggio, la stuzzicai provocando in lei una punta di gelosia, aveva letto di me e Alice dei nostri incontri, aveva capito che mi aveva conquistato con il suo invito ad esplorare l’inaspettato e a sfidare il convenzionale, aveva capito che Alice incarnava la mia curiosità.
Passò ancora un giorno, verso le 13 il mio telefono si illuminò, messaggio con accanto l’immagine profilo di Alice, una rosa rossa, mi affrettai ad aprire il messaggio, “che sorpresa come stai, proprio qualche giorno fa ti abbiamo pensato e Paolo ha voluto pubblicare una foto che sembra uscire da uno dei nostri incontri, ne porti ancora un bel ricordo?”.
Risposi subito “non ho dimenticato un secondo di noi, la vita però è andata avanti, era bello ma non potevo rimanere prigioniero di wonderland, ma non ti ho mai dimenticata, a proposito come sta Paolo? Chiesi”.
“benissimo ti saluta, tu che fai, sei ancora single o finalmente hai una fidanzata?”
Gli raccontai di Giada, gli raccontai che aveva letto i miei racconti e che sapeva di lei e che aveva la curiosità e la voglia di conoscerla.
“allora quale occasione migliore, questo fine settimana c’è la festa più bella di Bologna in quella bella villa sui colli perché non venite vi lascio i nomi in lista così siete liberi di arrivare a qualsiasi ora, dai che ci tengo”.
Chiuse così la conversazione e mi mandò un cuoricino.
La sera eccitato della cosa feci leggere la conversazione a Giada ma solo la parte dell’invito, le raccontai di quella festa, lei mi ascoltò ma non disse nulla, il Venerdì successivo uscì la mattina presto mi lasciò accanto alla colazione un biglietto, “oggi mi farò bella per la tua amante”, immaginai solo una piccola parte di quello in cui mi ero ficcato, odorai quel biglietto che sapeva di lei e lo infilai nella tasca interna della giacca e uscii per il lavoro.
La sera rientrai alla solita ora, la casa era un casino, allineati a terra c’erano almeno quattro outfit dall’intimo al vestito alle scarpe, con Giada che in mutandine e reggiseno saltellava da un posto all’altro, mi guardò e disse aiutami a scegliere, non potrò essere meno bella della tua Alice.
Scelsi per lei un abito aderente rosso, scollato avanti e dietro da portare senza reggiseno, il vestito gli lasciava scoperta la schiena, il collo e il busto, coprendo solo il seno e arrivava all’ombelico, era il vestito che preferivo su Giada, si potevano vedere tutti i suoi tatuaggi e risaltava tutte le sue forme perfette, aveva inoltre uno spacco centrale che quando camminava rivelava e sue gambe anche esse tatuate, e le scarpe scegliemmo il decoltè di Ives Saint Laurent con il tacco in metallo dorato “IVS”.
Cazzo dissi così sarai più bella di Alice e di tutto il paese delle meraviglie, sistemammo tutto nella valigia e porta abiti per la partenza dell’indomani e andammo a letto.
Arrivammo in albergo verso le 16, mentre portavo i bagagli in camera Giada si fece prenotare un parrucchiere, così mi potetti rilassare un pò, cominciavo a sentire la pressione e l’inquietudine su quello che sarebbe potuto succedere.
Alle 18 fui svegliato dal bussare sulla porta della camera, aprìì era Giada, la guardai era bellissima con i capelli lunghi sciolti, lucidissimi perfettamente mossi.
Entrò e mi disse di sbrigarmi a prepararmi perché non voleva assolutamente far tardi, entrai nella doccia, mentre Giada aspettò che uscissi per entrare a darsi una rinfrescata facendo attenzione a non rovinare la pettinatura, indossai uno smoking sportivo con la camicia senza papillon e un paio di mocassini al posto delle scarpe in vernice, Giada invece mise un piccolo perizoma rosso in pizzo si infilò nell’abito rosso, mise qualche goccia di Alexandia II di Xejoff mentre per me Zafiro sempre di Xerjoff, un essenza che evoca il profumo delle strade di Roma le sue chiese i fiori dei balconi.
Guardandoci allo specchio eravamo una bella coppia, uscimmo salimmo in taxi e andammo alla festa.
Come promesso il mio nome era segnato in lista, con Giada al braccio entrammo, l’aria si fermò attraversammo il salone sotto lo sguardo di tutti, fui guidato dall’istinto verso un punto preciso della villa, sapevo che l’avrei trovata li e così fu, la vidi seduta su un divanetto con Paolo alle spalle che rideva e conversava con qualcuno, aveva un vestito nero, sandali gioiello e capelli biondi sciolti sulle spalle, non era cambiata era sempre bellissima, incrociammo lo sguardo chiese scusa si alzò e mi venne incontro, mi salutò porgendomi la guancia, quando feci per baciarla si spostò in avanti così ebbi la bocca verso il suo orecchio e il naso tra i sui capelli, aveva il suo solito profumo, Ombre Nomade questa era la sua fragranza, fiori del deserto, incenso, notti stellate.
Mi ritrassi senza indugiare troppo per presentarle Giada, Alice guardò Giada e ne rimase incantata, la lotta era dura due donne bellissime l’una di fronte all’altra come su un ring.
Il sorriso di Alice sciolse la tensione, fece strada a Giada e la fece accomodare accanto a lei e cominciò a conversare come se fossero state amiche da sempre.
La serata fu piacevole, buon vino, cibo raffinato, le due donne più belle che avevo conosciuto avevano fatto “amicizia”.
Verso mezzanotte Alice chiese a paolo di andar via e ci invitò a terminare la serata a casa loro, un elegante loft nel centro di Bologna, un ex officina ristrutturata in modo impeccabile.
Una volta a casa loro, Paolo apri una bottiglia di champagne, mentre Alice andò a mettersi comoda, noi eravamo seduti su bel divano in pelle e Giada si sfilò le scarpe e rimase scalza rilassata a bere con noi maschietti.
Dopo qualche minuto Alice fece la sua comparsa, scalza, vestaglia in seta nera abbastanza aperta sul davanti, venne a sedersi sul bracciolo accanto a Giada, la vestaglia si aprì sulle gambe scoprendole, erano perfettamente lisce ancora toniche, bianche quasi luminose, prese il bicchiere dalle mani di Giada fece un sorso, lo posò prese la mano di Giada e si fece seguire in una ballo improvvisato, Giada la seguì impacciata in quanto non si aspettava quell’invito, Alice la strinse a se, affondò il viso nel suo collo, la mano sulla sua schiena e l’altra intrecciata alla sua, erano bellissime due corpi perfetti che si compenetravano in un ballo sensuale, Giada si lasciò andare, la mano dalla schiena salì alla nuca, il viso di Alice si sollevò dal collo e vidi le sue labbra sfiorare quelle di Giada.
Giada al tocco di Alice schiuse la bocca e fece entrare Alice che cominciò ad esplorarle la bocca con la sua lingua mentre Giada ricambiava, Alice lasciò la mano di Giada per entrare nel suo spacco per cominciare ad esplorare la sua intimità, la guidò verso il divano, la fece stendere e cominciò a guardarla, esplorava quel corpo perfetto con la punta delle dita prima e con la bocca dopo, Giada gemeva a quel tocco leggero, prese la mano di Alice e la guidò fra le sue gambe e la strinse fra le cosce, Alice le accarezzò le labbra umide della fica, le aprì entro con un dito lo estrasse lucido di umori e se lo portò alla bocca e assaggiò il suo sapore, con la mano sul suo petto scese con la testa fra le sue gambe, fece cadere la mutandina ormai fradicia e di tuffò sulla sua fica gonfia e vogliosa, la baciò, la leccò la succhiò, si dissetò dei sui umori, si sfamò del suo orgasmo.
In qualche modo Giada volle ricambiare tutto quel piacere che Alice le aveva appena dato, le mise una mano tra i capelli, strinse leggermente la attirò a se e la baciò profondamente, Alice aveva il suo sapore nella sua bocca, era salato, dolce, era il sapore del piacere, la fece alzare, le aprì la vestaglia e le baciò un seno le prese dolcemente un capezzolo tra le labbra prima e poi le fece sentire leggermente i denti, aveva letto i miei racconti sapeva cosa piaceva ad Alice, la girò e la stese sul divano, le inchiodò le spalle ai cuscini e la baciò ancora, si insinuò fra le sue cosce, Alice era nuda sotto, le baciò l’interno coscia, le sfiorò le grandi labbra senza mai soffermarsi come per tormentarla, Alice fremeva, liberò una mano le prese la testa di Giada e con decisione la strinse fra le sue gambe, fece in modo che la bocca di Giada fosse a contatto stretto della sua fica, se la fece baciare, leccare, aprire e penetrare dalla lingua di Giada ebbe un orgasmo multiplo fortissimo, mollò le cosce e liberò la testa di Giada la attrasse a se e la baciò voleva sentire anche lei il suo sapore salato, il sapore del suo orgasmo.
Io e Paolo eravamo spettatori non paganti di quell’amplesso tra due donne bellissime tanto diverse tra loro ma che si erano unite in un solo corpo, si erano amate senza vergogna e avevano goduto senza ritegno ignorando completamente i loro compagni.
Al rientro in albergo senza che chiedessi nulla Giada, mi baciò con ancora il sapore di Alice nella sua bocca, “fai un ripasso” mi disse, la baciai con la stessa veemenza con cui lei aveva baciato Alice, la buttai con decisione sul letto, le trattenevo le mani per i polsi mentre la baciavo ancora, le baciai tutto il corpo lasciato scoperto dal vestito, scesi allo spacco, non aveva rimesso le mutandine, le baciai la fica che si bagnò subito, gliela leccali con tutta la lingua gli presi la clitoride tra le labbra, sapevo che così impazziva, non la feci venire, la girai le sollevai il vestito, la feci mettere nella stessa posizione che aveva Alice nella fotografia e la presi da dietro la scopai con foga mentre le trattenevo le mani per i polsi sulla spalliera del letto, lei ribatteva colpo su colpo e più spingevo forte più mi veniva contro, voleva sopraffarmi in quel gioco ma non glielo permisi, le feci inarcare la schiena e la scopai ancora più forte, lei godeva e mi incitava, dopo qualche secondo di quella foga non resistetti e gli venni copiosamente dentro, rimanemmo fermi così per qualche secondo ansimando, avevo dolore dietro le cosce ma non mi spostai aspettai che il mio cazzo uscisse da solo dalla fica di Giada e solo allora ci sdraiammo l’uno accanto all’altra, le presi la mano e la strinsi, e le dissi “ti amo” lei mi guardò si girò e appoggiò la sua testa sul mio petto e ci addormentammo così.
La conoscenza di Alice è un viaggio nell’assurdo. Alice incarna la nostra curiosità, sfidando le norme della realtà. Il Paese delle Meraviglie è un riflesso distorto del mondo reale, invitandoci a esplorare l'inaspettato e a sfidare il convenzionale.

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