ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Per Casa, Per Caso... 
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Per Casa, Per Caso...


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Per Casa, Per Caso...

by Leodavincileo1989
Посмотрели: 253 раз Комментарии 2 Date: 20-11-2024 Язык:Language

Era una calda mattina di luglio quando finalmente tornai a casa, dopo un anno di studi intensi a Milano. L’aria salmastra che sentivo nell’auto mentre viaggiavo verso la villa dei miei nonni al mare portava con sé una promessa di libertà e nuove avventure. La mia nuova auto, un regalo simbolico dei miei genitori, era il segno tangibile della mia indipendenza, ma oggi avevo altro per la testa. La mente era già proiettata verso l’appuntamento con il misterioso fascino che sembrava caratterizzare la nuova ospite.

“Ricordati di andare piano, Leo!” mi avvertì mia madre, mentre alzava il telefono per rispondere a una delle innumerevoli chiamate dedicate alla festa di inaugurazione della villa. “Valentina sarà qui fra poco e non vogliamo che arrivi in un caos!”

“Lo so, lo so,” risposi, cercando di nascondere l’imbarazzo che sentivo ogni volta che il suo nome veniva pronunciato. Valentina. Una donna divorziata e invitata in famiglia per rimanere per tutto agosto. Non avevo idea di cosa aspettarmi, ma le chiacchiere iniziate durante il viaggio non lasciavano spazio all’immaginazione.

Una volta arrivati, fui bombardato da abbracci e baci dai famigliari. Ma il mio sguardo era fisso sull’entrata, in attesa di vedere Valentina. La porta si aprì e lei fece il suo ingresso. Era alta, bionda, un viso felino come quello di Pamela Anderson e il suo sorriso illumina l’intera stanza. “Ciao a tutti!” esclamò, mentre i suoi occhi mi cercarono subito. “Ehi, tu devi essere Leo, il famoso nipote!” disse con un accento toscano che mi fece battere il cuore.

“Esatto, benvenuta!” balbettai, rimanendo senza parole e sperando di non arrossire. La presentazione si trasformò rapidamente in un incontro imbarazzato, ma Valentina sembrava godersela. “Dai, venite a brindare!” chiamò mia madre, e ci trovammo tutti nella veranda, condividendo aneddoti, risate e un buon vino.

Il giorno dopo, mi svegliai alle prime luci del mattino, fresco e desideroso di godermi l’estate. La villa era ancora silenziosa quando mi preparai una colazione da campione: caffè, pane caldo e Nutella. Mentre gustavo la mia prima fetta, notai Valentina sulla spiaggia. Era scomparsa in un tuffo in mare, e il mio cuore accelerò quando la vidi risalire con i capelli bagnati e un sorriso radioso.

“Buongiorno, Leo! Non sapevo fossi un mattiniero!” esclamò avvicinandosi. “Stavo per prendere un caffè, vuoi unirti a me?”

“Certo, ma non prometto di resisterti ancora per molto,” risposi, mentre mi sentivo più audace. C’era una sorta di complicità nell’aria.

Pochi giorni dopo, eravamo di nuovo in auto, diretti verso il centro del paese. Valentina, con il suo solito charme, si era scattata un selfie e mi chiese di posare con lei. “Devo ingelosire il mio ex marito, vuoi aiutarmi?” Lo disse con sguardo provocante.

“Certo,” dissi, mentre una scarica di adrenalina mi attraversava. Lei mi chiese di mettere la mano sulla sua coscia, e la tensione nella macchina divenne palpabile.

“Resta ferma, le foto devo venire bene,” le dissi, cercando di mantenere la calma. Poi, mentre la mano scivolava un po’ più in alto, la mia mente cominciò a vacillare.

Dopo alcuni selfie e risate, mi sentii sopraffatto dalla situazione. “Valentina, per favore, ho bisogno di un attimo,” mi lasciai scappare, tentando di giustificare il mio stato d’animo. Lei increspò le labbra in un sorriso, “Non preoccuparti, Leo. Lo faccio io, segui il mio ritmo e accosta qui per favore, ti ringrazierò a modo mio

.

Ci fermammo nel parcheggio, e mentre il motore dell’auto si spense, l’atmosfera si fece densa di tensione e aspettativa. Io ero seduto al volante, il cuore che batteva forte, mentre Valentina si avvicinò a me con quel suo sorrisetto furbo.

“E adesso?” disse, accavallando le gambe e fissandomi con quegli occhi che sembravano danzare.

“Non lo so,” risposi, cercando di contenere l’emozione. Ci fu un momento di silenzio imbarazzante. Entrambi sapevamo cosa stava per succedere, eppure aspettavo che fosse lei a rompere il ghiaccio.

“Cosa stai pensando, Leo?” mi chiese, inclinando la testa di lato con aria giocosa. “Magari mi vuoi dire qualcosa?”

Presi un respiro profondo; la situazione era surreale. Finalmente, mi decisi a parlare. “Pensavo… pensavo che tu avessi capito,” dissi, timido, guadagnando un po’ di sicurezza. “Dopo tutto, sono qui perché… beh, insomma, dopo che ti ho vista in spiaggia, ho capito subito…”

“Che?” mi interruppe, avvicinandosi ulteriormente. La sua voce era leggermente provocante, un invito che sembrava impossibile da rifiutare.

“Che mi hai attratto.” La confessione ruzzò dalle mie labbra come una pietra lanciata in un lago tranquillo. “Ti ho vista al mare… insomma, quando ti asciugavi, dal momento in cui ti ho vista in topless… io… sono giovane e… questo tipo di foto, di noi… mi crea un certo problema.” Rabbrividii al pensiero di quelle parole, ma continuai: “Onestamente non riesco più a guidare.”

Valentina si mise a ridere, una risata melodiosa che riempì l’abitacolo dell’auto. “Quindi sei stato attratto da me fin dal principio, eh? E ti sei sentito sopraffatto,” disse, una luce di complicità nei suoi occhi.

“È un po’ imbarazzante dirlo,” ammisi, abbassando lo sguardo. “Non mi era mai successo di provare una cosa del genere così in fretta. Forse dovremmo tornare indietro?”

“E perché mai dovremmo?” rispose, incrociando le braccia e sguainando un sorriso. “Non mi dispiace affatto il fatto che tu sia giovane e un po’ impacciato. Anzi, trovo che sia… carino.”

Guardai Valentina, il cuore che batteva sempre più forte. “Sì, ma… tutto questo è strano, giusto? Non voglio sembrare un idiota.”

“Leo, non sei un idiota,” disse, avvicinandosi ancora di più. “Hai solo il coraggio di esprimere i tuoi desideri. Non è così comune.”

Ci fu di nuovo un attimo di silenzio, pieno di possibilità, e capii che le parole non servivano più. La situazione si era fatta chiara ed era lui il desiderio che entrambi provavamo.

“A questo punto, come pensi di ringraziarmi?” chiese, provocante.

L’atmosfera era carica di tensione, e il mio cuore batteva a mille. Sorrisi, occhiate e battute si alternavano, creando un legame che sembrava quasi palpabile. Fu allora che, prendendo coraggio, le dissi: “Ma aspetta, sei tu che mi hai detto di fermarmi perché dovevi ringraziarmi per l’aiuto con le foto!”

Valentina fissò il mio sguardo per un attimo, divertita, poi si mise a ridere. “Oh, ma allora mi sembra giusto che io faccia qualcosa di speciale per il mio autista,

disse, accavallando le gambe con grazia.

Non avevo idea di dove stesse andando a parare, ma la sua espressione maliziosa mi fece tremare di anticipazione. Di colpo, si alzò dal sedile e, con un gesto deciso, si levò l’abito, rimanendo in bikini di fronte a me. La mia bocca si aprì in un’espressione di incredulità e desiderio.

“E questo,” disse, sorridendo in modo provocante, “è abbastanza per ricompensarti per il tuo aiuto con le foto?”

Non riuscivo a credere a quello che stavo vedendo. La situazione che si era creata era così audace e inaspettata che mi sentii stordito. “Valentina…” tentai di dire, ma le parole mi si bloccarono in gola. La sua figura in bikini era un mix perfetto di bellezza e confidenza, e io non riuscivo a distogliere lo sguardo.

“Cosa ne dici, Leo?” chiese, mentre si muoveva lentamente, accentuando ogni curva. “Ti sembra un giusto ringraziamento per avermi aiutato a far ingelosire il mio ex marito?”

“È… è certamente un bel modo di ringraziare,” riuscii a dire, cercando di mantenere la calma. “Ma non so se posso… cioè, non voglio approfittare della situazione.”

“Non preoccuparti, amore,” rispose, avvicinandosi ancora di più. “Io voglio che tu sappia che sei un ragazzo speciale… e non sarebbe giusto far finta di niente.”

Le sue parole mi accarezzarono come una brezza leggera. Ciò che sembrava iniziare come un semplice scambio di aiuti si stava trasformando in qualcosa di complesso e profondo, e mi colpì l’intensità della situazione.

“Quindi, che ne dici? Posso ricompensarti come preferisco?” mi chiese, la voce dolce e seducente.

In quel momento, sapevo di essere a una svolta. La mia vita sarebbe cambiata per sempre e, mentre il sole splendeva in alto, l’invito di Valentina rappresentava un’occasione unica. Quella vacanza al mare prometteva di diventare una storia di scoperte e passioni inaspettate.

Risposi con un sorriso nervoso. Tutto si fermò per un instante mentre le parole di Valentina riecheggiavano nella mia mente. Anche se avevo sempre considerato me stesso abbastanza grande e spigliato, di fronte a lei mi sentivo come un ragazzino impacciato ad un primo appuntamento.

Le pupille di Valentina brillavano di malizia mentre la fissavo in un mix di desiderio e timidezza. “E… beh,” cominciai, impastando le parole. “In realtà avevo detto ‘topless’…” Le mie guance si scaldarono mentre il mio imbarazzo aumentava.

“Quindi vuoi che io faccia topless?” chiese, accentuando ulteriormente il suo accento toscano.

“Ehm, sì…” risposi timidamente, sentendomi come se stessi confessando un segreto inconfessabile. Il calore della situazione mi fece abbassare lo sguardo, ma l’energia elettrica che c’era tra di noi era palpabile.

Valentina, sapendo di avere il controllo della situazione, si avvicinò ulteriormente. “Sei sicuro di volerlo? Perché posso anche… ehm… accontentarti.” La sua voce era un sussurro, carico di sensualità e giocosità.

“Mmolto,” riuscii a dire, la mia voce tremolante per l’emozione. Sapevo che avrei dovuto affrontare il mio imbarazzo e immergermi in questa situazione così nuova e frustrante.

“Bene,” rispose Valentina, con un sorriso che suggeriva che stava per offrirsi a me in un modo inaspettato. Con fluidità e grazia, si tolse il reggiseno del bikini, rimanendo completamente topless davanti ai miei occhi increduli. La sua pelle brillava alla luce del sole, e il mio cuore iniziò a battere forte.

“Ecco,” disse, con un sorriso audace. “Spero che questo sia abbastanza per te.”

In quel momento, il mio mondo sembrava essersi fermato. Le parole non avevano più senso; tutto ciò che riuscivo a fare era ammirare la bellezza di fronte a me. Mi sentivo come se fossi in un sogno, ma sapevo che la realtà era ancora più sorprendente.

“Sei davvero bellissima,” riuscii a dire, sperando di afferrare un millennio di sentimenti in una sola frase.

Valentina mi guardò con un sorrisetto complice. “Grazie, Leo

.

I suoi occhi mi scrutavano con curiosità, e capii che il nostro rapporto si stava evolvendo in direzioni inaspettate. Sapevo che non sarebbe stato solo un semplice gioco estivo. Era iniziato qualcosa di più profondo, e non avrei mai voluto fermarlo.

Il sole splendeva mentre il mio sguardo si posava su di lei, su quei capelli lucidi che si abbandonavano sulle spalle e su quel corpo che avevo immaginato tanto. Non riuscivo a trattenermi. “Sai,” dissi, con un sorriso imbarazzato, “i tuoi capezzoli sono esattamente come me li ero immaginati… perfetti, davvero.”

Valentina alzò un sopracciglio, intrigata. “Ah, davvero? E tu hai fantasticato su di me, allora?” La sua voce era un misto di sorpresa e divertimento, il che mi fece sentire un po’ più a mio agio.

“Beh, sì… sin da quando ti ho vista in spiaggia,” confessai, mordendomi il labbro. “In camera mia, ogni tanto, pensavo a te, a come potevamo incontrarci. E non avrei mai pensato che sarebbe andata in questo modo.”

Le sue labbra si curvarono in un sorriso malizioso. “Wow, così professionale! E per quanto riguarda il tuo… ehm… ‘momento di riflessione’?”

Mi sentii scaldare ulteriormente al pensiero di come lei avesse notato i miei gesti. Stavo allungando le mani, sfiorando il mio corpo e concedendomi un massaggio intimo mentre parlavamo: mi stavo strizzando il cazzo tra i pantaloni. La situazione si stava facendo intensa e le parole di Valentina mi avvolgevano come una dolce melodia.

“Leo, mi fai venire curiosità,” mi disse, avvicinandosi di nuovo. “Cosa vuoi davvero da me?”

Sentendo quell’energia crescente, decisi di essere coraggioso e le chiesi con cautela: “Posso chiederti una cosa, l’ultima?”

“Certo, chiedi pure,” rispose con uno sguardo attento, quasi come se sapesse dove stesse andando a parare.

Raccolsi tutto il mio coraggio, sapendo che avrei dovuto affrontare la mia vulnerabilità. “Posso… toccarti? Voglio veramente sentire… come sei fatta.”

Il suo respiro si fece più lento, e un sorriso enigmatica comparve sulle sue labbra. “Siamo qui per divertirci, Leo. Se questo è quello che desideri, non ti fermerò.”

Il suo consenso mi fece sentire una scarica di adrenalina, mentre la tensione si trasformava in un’incredibile connessione tra di noi. Sapevo che quell’attimo sarebbe stato scolpito nella mia memoria per sempre. La gioia dell’ignoto si mescolava a un piacevole brivido, mentre ci avventuravamo in un territorio nuovo e inaspettato.......

Il momento si fece denso di attesa e desiderio. Con delicatezza, allungai una mano e, in un gesto timido ma deciso, toccai il suo seno, sentendo la sua pelle calda e morbida sotto le mie dita. La sensazione era elettrica, e il mio cuore batteva sempre più forte. Ma proprio quando pensavo di essere entrato in una dimensione completamente nuova, un’improvvisa ondata di incertezza mi colpì. Mi fermai bruscamente, rendendomi conto di quanto fosse intenso quel momento.

Valentina, notando il mio imbarazzo, si avvicinò e mi abbracciò. La sua faccia si poggiò delicatamente sul mio petto, e sentii il suo respiro profondo. “Povero Leo,” mormorò con un tono dolce e comprensivo. “Ti ho fatto morire, eh? È quasi una tortura, mi dispiace.”

La mia tensione si sciolse di fronte alla sua empatia e al calore del suo abbraccio. “Davvero,” dissi, cercando di ricompormi. “Stavo solo cercando di capire…”

“Adesso ci penso io a te,” mi interruppe, con un sorriso accattivante. Il modo in cui mi guardava e il tono della sua voce erano invitanti e rassicuranti.

“Vieni,” aggiunse, allontanando il sorriso con uno sguardo complice. “Andiamo nei sedili posteriori.”

La sua proposta mi colpì come una leggera scossa. Il battito del mio cuore aumentò mentre la seguivo, l’adrenalina che mi riempiva di energia. Uscì quasi nuda con le tettone di fuori in un parcheggio in primo pomeriggio, aprì la porta posteriore e si infilò dentro, invitandomi a seguirla.

La tensione si rinnovò come un’onda, ma questa volta era quasi palpabile. Le luci del sole filtravano attraverso i vetri, creando un’atmosfera intima e accogliente. Lei si sistemò le tettone, me le mise in bella mostra e mi fece spazio accanto a sé. “Vedi?” disse con un sorriso malizioso. “Ora siamo solo noi due” disse molleggiando le due tettone in mano.

Sorrisi nervosamente, ansioso di scoprire cosa ci attendeva in quell’intimità. Quel pomeriggio in un batter d'occhio si stava rivelando completamente diversa da quanto avessi mai immaginato e, tra il desiderio e la vulnerabilità, sapevo che ero pronto a vivere un’avventura che sarebbe rimasta impressa nella mia mente.

Leo si sentiva confuso mentre Valentina, con un sorriso disarmante ed una sicurezza da vera maestra, lo fece sedere accanto a lei. La tensione nell’aria era palpabile, mescolata a un’improvvisa vulnerabilità di quel giovanotto che era Leo. Con delicatezza, Valentina posò le sue mani sul gonfio pacco di Leo, accarezzandolo con calma.

“Wow, Leo, hai una bua davvera grossa,” disse, mentre cominciava a massaggiare. I suoi movimenti erano lenti e attenti desiderava spremere Leo fino a portarlo allo stremo. Le dita di Valentina si muovevano lungo il muscolo teso di Leo, applicando una pressione che sembrava promettere sollievo da li a poco.

A quel punto Leo si abbassò i pantaloni con foga e tirò fuori il suo grosso cazzo.

Ooooh bravo Leo così devi fare

disse quella porca di Valentina con aria da maestrina.

Lo impugnò bene. Le sue mani scivolavano su e giù, usando entrambe le mani tentando di coprire ogni centimetro del cazzo di Leo. La sensazione di caldo e freddo si mescolava in un cocktail di emozioni, e Leo non riusciva a distogliere gli occhi da Valentina e dal suo viso felino e godurioso. Lei sembrava completamente concentrata su di lui, un gesto semplice ma carico di significato.

“Meno male che ci sei tu,” sussurrò Leo, sentendo il dolore delle palle alleviarsi piano piano. Valentina, con una risata morbida, continuava a massaggiare, ogni pressione sembrava portare via un po’ di quella tortura che lo aveva afflitto.

Valentina si avvicinò, baciando dolcemente il cazzo di Leo ed inghiottendo la cappella rossa e dolorante. Il gesto inaspettato accentuò la loro connessione. Ma mentre continuava con i suoi movimenti, Leo sentì un dolore acuto, e non ci mise molto a urlare:

sei una puttana!!! Sei proprio una puttana Valentina!!!

La tensione del momento si trasformò in una miscela di sorpresa e sollievo, mentre la sega di Valentina si faceva sempre più intensa.

Mentre Valentina segava il cazzo di Leo lui si rivelò essere più ostinato del previsto. Non aveva intenzione di sborrare per timore che finisse la piacevole tortura, ma tuttavia, con un gesto impulsivo, nel tentativo di trovare una posizione migliore, Valentina posò un piede sopra al cazzo di Leo e lo poggiò sulle sue palle dure. Il calore e l’eccitazione del momento si unirono, e improvvisamente, il cazzo di Leo esplose, spruzzando sborra ovunque all’interno della macchina.

Leo guardò compiaciuto mentre la sborra volava nel suo campo visivo, atterrando su Valentina, che si ritrovò completamente ricoperta di sperma. “Oh no!” esclamò Leo, trattenendo una risata. Valentina, con la faccia e le labbra imbiancate, cercava di riemergere da quel caos improvviso, gli occhi socchiusi per cercare di chiarirsi la vista.

“Sei un disastro!” scherzò Leo, mentre cercava di non ridere troppo forte. Ma non ci volle molto prima che l’ilarità prendesse il sopravvento. Valentina, sorridendo nonostante la situazione, si massaggiava sensualmente il viso con una mano, creando una grande chiazza di sborra addosso a lei.

Appena Leo si riprese dal momento orgasmico, si avvicinò e, con un fazzoletto umido, iniziò a pulire delicatamente il viso di Valentina, rimuovendo la sborra dagli occhi e dal naso. “Ecco, lascia che ti aiuti,” disse, cercando di essere attento.

Valentina, ancora ridendo, lo guardò con gratitudine mentre lui puliva il suo petto e le mani (e con la scusa palpava per bene le tettone della sua maestra di sesso), le loro risate si mescolavano con l’atmosfera leggera e divertente. Era un momento di intimità inaspettato che trasformò la tensione precedente in un collegamento ancora più profondo tra loro. Mentre Leo continuava a pulire Valentina, si sentiva sempre più a suo agio, come se quel

piccolo

incidente avesse rotto definitivamente il ghiaccio.

La confidenza tra Leo e Valentina era ormai palpabile, e il momento di imbarazzo precedente si era trasformato in un divertente gioco. Leo però era stato torturato a lungo e la sua virilità riprese il sopravvento. Mentre puliva le tette di Valentina il cazzo era sempre li duro e riprese immediatamente la voglia.

Leo, colmo di energia e spontaneità, decise di continuare dapprima scherzosamente, non sapendo la reazione di Valentina. Leo sollevò delicatamente i piedi di Valentina, poggiandoli sul suo cazzo con la scusa di pulirli, ma pronto a spremersi ogni goccia rimasta. “Ce n'è ancora? Dobbiamo finire questa crema, non possiamo lasciare niente!” disse Valentina un sorriso divertito sul volto.

Valentina con aria da puttana, assecondava la sua iniziativa. “Sei proprio un porco Leuccio! Dai su, fammi vedere quanta ne rimane!” rispose, continuando a strofinarsi il viso con il fazzoletto e leccando la sborra e divertendosi a vedere Leo in azione.

Leo si segava con entusiasmo, utilizzando le mani ed i piedi di Valentina, mentre Valentina, sorridendo e mugolando, lo incitava a segarsi ancora di più. “Dai, forza, porco!” Le sue parole erano piene di complicità, e entrambi si sentivano completamente a loro agio, ignorando il fatto che si trovassero in un parcheggio affollato.

Ogni volta che il cazzo di Leo schizzava, la sborra volava di nuovo nell’aria, creando un effetto quasi festoso. Valentina si lasciava andare per ogni nuova spruzzata, sguardi complici e un’atmosfera di erotismo riempivano l’abitacolo della macchina. Era un momento di pura godimento, un’esplosione di sesso ed erotismo, mentre il mondo esterno svaniva.

Con un gesto deciso, Leo spremette l’ultimo residuo di crema strofinando la cappella sulla pianta dei piedi di Valentina, e i due si guardarono consapevoli di aver superato un confine e di essere arrivati a un livello di intimità sessuale inaspettata, il tutto grazie a una semplice foto e ad un gioco spontaneo.

Mentre Leo continuava a giacere sulle tette di Valentina, lei disse un sorriso malizioso. “Sai, Leo,” iniziò, “questo non può finir così. Ti avverto, mi prendo la mia vendetta.”

Leo alzò un sopracciglio, divertito e un po’ incuriosito. “Oh davvero? E come pensi di farlo?” chiese, provando a mantenere un’aria di sfida.

Valentina si appoggiò sul sedile, incrociando le braccia e facendo finta di pensare. “Potrei decidere di entrare in camera tua stanotte e coglierti di sorpresa!” esclamò, ridacchiando. “Immagina la tua faccia!”

Leo scoppiò a ridere. “Ah, non ci credo! Tu entreresti davvero nella mia camera? E cosa faresti?”

“Beh, potrei anche dirlo a tua madre,” provocò Valentina, alzando un dito come se stesse facendo un annuncio importante. “Immagina la scena, ‘Sai, Leo si è segato con i miei piedi in modo improprio in macchina…’” E con questa battuta, scoppiarono entrambi a ridere.

“Non fare la spia!” esclamò Leo, ridendo nervosamente. “Prometto che mi comporterò bene! Ma non posso garantire che non farò altri gesti impropri!



Valentina fece una smorfia, fingendo di ponderare la situazione. “Oh, questo non suona affatto bene! Se farai un altro gesto di questi, potrei dover realmente agire! La vendetta potrebbe essere dolce come la tua sborra!”

“Sono pronto!” rispose Leo, divertito. “Piuttosto, dovresti essere preparata a qualsiasi cosa accada stanotte!”

Valentina scosse la testa, in modo giocoso. “Allora, Leo, preparati. Stanotte potrebbe essere una lunga notte!” Con quel sorriso malizioso, entrambi sapevano che il legame si era intensificato e che la loro giornata non sarebbe stata dimenticata facilmente.

Leo guardandola sorridere, con sguardo dritto negli occhi da gatta, in preda all'eccitazione strizzandosi il cazzo tra le mani e le disse:

Sei proprio Puttana!

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