LA SUI MONTI CON….(Parte I)
by AurelianoVisto: 410 volte Commenti 1 Date: 24-07-2024 Lingua:
L’estate quell’anno era particolarmente afosa, ed il caldo cittadino opprimente.
Rimanere in ufficio diventava ogni giorno più difficile e la giacca si incollava alla camicia fradicia che diventava tutt’uno con la pelle.
Decisi quindi di approfittare di un pacchetto weekend che mi avevano regalato alcuni amici, e che giaceva da qualche tempo sulla mia libreria, ed andare a trascorrere un paio di giorni al clima più fresco della montagna.
Non volendo fare molti chilometri visto il poco tempo, tra le varie mete offerte, scelsi una meta sita sui monti della Valle Camonica che prometteva totale relax, passeggiate nella natura, una discreta scelta culinaria ed una spa dove rilassarsi qualora il tempo sempre ballerino della montagna fosse stato inclemente.
Il sabato di mattina di buon ora (odio le code!), preparai le poche cose che servono per due giorni, le misi a bordo della mia automobile e partii alla volta del resort.
Il clima aveva quel sapore mite delle giornate estive, e la quiete del primo mattino mi portava ad azzerare ogni pensiero ed a godermi il panorama che si stagliava dal finestrino.
Superato il lago di Iseo mi fermai a fare colazione in un bar sulla strada e in poco tempo raggiunsi l’hotel.
Essendo una persona attiva, però, il relax lo concepivo come un’attività motoria non impegnativa ed almeno il primo giorno mi ero ripromesso di fare una lunga camminata.
Superate le formalità della reception salii in camera e mi cambiai trasformandomi, almeno negli abiti e nelle intenzioni, in un provetto escursionista.
Scesi nella hall e il personale mi indicò dei sentieri di medio livello e quindi mi incamminai prima che il sole diventasse torrido.
Presi il sentiero con buon piglio e iniziai la salita , senza comunque dare troppo ritmo, ma godendomi il paesaggio.
Intorno a me gli abeti ed i larici sempre verdi erano nel massimo dello splendore estivo, e mi fornivano di una rifrescante ombra, mentre lontano sentivo riecheggiare il ribollire di un ruscello.
Mentre camminavo e beatamente mi perdevo nel panorama naturale, non mi accorgevo che dietro di me avanzavano di passo buono due persone.
Sicuramente erano escursionisti molto più in gamba del sottoscritto perché viaggiavano ad un passo molto più sostenuto mentre confabulavano tra loro.
Ben presto mi raggiunsero e mi superarono ed al momento del sorpasso, dando seguito alle buone leggi della montagna, li salutai ad alta voce.
Si girarono verso di me rallentando un attimo e con mio stupore mi accorsi che erano un uomo ed una donna.
Vestiti entrambi da escursionisti e con fascia e occhiali da sole non avevo capito che uno di loro si trattasse di una donna, entrambi risposero cortesemente al mio saluto e continuarono per la loro strada lasciandomi indietro.
Dopo circa due ore di camminata, ed incuriosito dal rumore dell’acqua proveniente dalla mia sinistra decisi di fare un fuori programma ed avvicinarmi al torrente che seguiva il sentiero.
Raggiunto il corso d’acqua mi accorsi che questo era di dimensioni generose e che ogni trenta metri si trasformava in una piccola cascata che riempiva delle vasche naturali dove ci si poteva tranquillamente bagnare.
Risalii ancora un attimo il corso del ruscello e attirato dall’acqua fresca mi tolsi la camicia e mi rifrescai il petto e la schiena sotto una piccola cascata.
Mi sentivo comunque osservato e mentre mi asciugavo notavo che la coppia che avevo incrociato prima mi guardava da circa una ventina di metri.
Anche loro avevano approfittato del corso d’acqua e si stavano godendo il fresco del torrente in una vasca sita più in alto rispetto alla mia.
Per paura di disturbare mi stavo per allontanare quando lei si tolse la maglietta e rimase a petto nudo davanti alla vasca d’acqua.
Avevano sicuramente notato la mia presenza ma se volevano continuare questo gioco non sarei stato certo io ad interromperli.
Sicuramente il togliersi la maglietta da parte di lei era stato un gesto naturale, ripetuto chissà quante volte in chissà quante escursioni, ma comunque quel fuori programma aveva reso ancor più interessante la mia camminata.
Lei era decisamente sensuale…un corpo magro, scolpito dall’attività fisica con dei seni piccoli ma sodi e due capezzoli che per il freddo dell’acqua montana erano rimasti ritti come due punte di spillo.
L’uomo le si avvicino ed io pensai che fosse per rivestirla, ma contrariamente, iniziò a prendere i capezzoli fra le sue labbra succhiandoli avidamente.
La sua lingua continuava ad indugiare sul petto della donna la quale iniziava ad ansimare e non lo fermava.
Ben preso mi accorsi che lei, buttava delle occhiate nella mia direzione per vedere se gradivo la scena o se mi fossi allontanato, ma io chiaramente mi stavo assaporando lo spettacolo e sentivo il mio cazzo crescere all’interno dei pantaloncini.
L’uomo ad un tratto le slaccio i pantaloncini che ben presto le caddero alle caviglie liberando un culetto piccolo e sodo che già diventava oggetto delle mie più porche fantasie.
Tolte anche le scarpe l’uomo la condusse all’interno della vasca ed in piedi iniziarono a infrescarsi con l’acqua fresca.
Le mani di lui indugiavano sempre più spesso fra le cosce i lei che non disdegnava e si asciava condure in quel massaggio refrigerante ed eccitante.
I suoi occhi continuavano a guardare nella mia direzione, ed ammetto, che la mia mano era oramai sparita all’interno dei pantaloni e mi toccavo il cazzo sempre più gonfio e duro.
Ad un tratto lui le abbasso anche le mutandine che si fermarono all’altezza delle ginocchia e con un dito iniziò a penetrarle la figa che oramai era fradicia, mentre le loro lingue continuavano ad intrecciarsi.
Lo invidiavo decisamente e avrei voluto partecipare a quel connubio, ma oltre gli sguardi maliziosi non avevo ricevuto alcun cenno di invito, e con ogni probabilità loro preferivano continuare questo gioco.
Me ne rimasi quindi nella mia posizione ma slacciai i pantaloncini che caddero a terra ..liberando il mio pene che mi trastullavo goduriosamente con la mano.
Alla vista del mio cazzo libero…la donna si piegò ed abbassate le mutande dell’uomo iniziò a prendergli il pene in bocca.
Mi ripresi un attimo distogliendo lo sguardo da quel sonoro pompino, chiedendomi se non ci fosse nessuno, ma in effetti ci eravamo discostati dai sentieri battuti e nei paraggi non si vedeva o sentiva anima viva.
Lei sapeva decisamente ciò che faceva. Partiva dalla punta e poi con le labbra affondava fono in fondo al cazzo facendo uscire la lingua e leccando simultaneamente anche i coglioni dell’uomo che godeva con decisi gemiti di piacere.
A quella vista la mano sul mio cazzo iniziava a prendere velocità e sentivo il membro diventare sempre più duro ed il formicolio del piacere salire dalle cosce ma non volevo ancora sborrare.
Approfittando della schiena piegata della donna che continuava a succhiare, l’uomo era passato dalle dita infilate nella vulva ad occuparsi del suo culo e mentre con una mano le teneva i capelli facendola affondare sul cazzo per prenderlo fino alla radice, con l’altra mano le sondava per bene il culo spingendo in profondità per darle piacere.
Sicuramente lei non disdegnava dato che con le anche dava il movimento contrario per far affondare le dita sempre più a fondo, e prendere il piacere anale fino alla fine.
Ad un tratto l’uomo la fece rialzare, la bacio sensualmente pizzicandole il capezzolo, e dopo averla fatta girare la piegò leggermente e le infilò un cazzo di generose proporzioni nella figa che tra acqua e piacere era oramai fradicia come un laghetto montano.
L’uomo iniziò a prenderla con colpi possenti ed i mugolii strozzati di piacere di lei si mischiavano ai rumori della montagna.
Lui non le dava tregua la martellava con forza ma sicuramente lei non disdegnava continuando a godere e a farsi rimepire…
Ad un tratto lei fu scossa da tremori..vidi le gambe cedere, segno sicuro che era copiosamente venuta, spruzzando la sua voglia sul cazzo dell’uomo che era ancora duro.
Lo sguardo di lei si rivolse al mio per vedere gli effetti del suo orgasmo, ed io oramai tenevo il cazzo che mi pregava per una copiosa sborrata ma mi trattenevo per vedere dove voleva arrivare l’uomo che non aveva ancora sborrato.
L’uomo fece inginocchiare la donna nell’acqua che le attivava fin a coprirle metà capezzolo e girandosi verso di me come per invitarmi a sborrare insieme le fece aprire la bocca e le rimepì con copiosi gesti la bocca di seme.
A quella vista non mi trattenni più e sborrai anche io schizzando il mio sperma sull’erba circostante..
Lei mi guardò con la bocca piena di sperma e degluttì sfamandosi del seme dell’uomo e poi si girò verso di me aprendo la bocca e mostrandomi che era vuota.
Per poco non venni nuovamente..
L’uomo e la donna, finito lo spettacolo si rialzarono gli slip e ripresero a rinfrescarsi nella vasca naturale confabulando e ridacchiando fra di loro.
Compresi di aver esaurito il mio ruolo, mi rivestii e tornai presi di novo la strada per il sentiero battuto, risciacquando prima i vestiti, dato che il mio getto non aveva risparmiato i pantaloncini che giacevano ai miei piedi.
Decisi che era ora di tornare all’hotel pensando con piacere al fuori programma di cui avevo goduto e salutando gli escursionisti che incontravo sulla stradina, che i guardavano maliziosamente vedendo la macchia d’acqua a livello del mio cazzo.
Tornato in hotel mi feci un’altra sega pensando all’accaduto e mi rilassai sulla mia terrazza con un buon libro.
Non potevo immaginare che il weekend non sarebbe finito li…