Parte 14 - Tutto iniziò così (racconto vero)
by Andreacp32Посмотрели: 540 раз Комментарии 9 Date: 11-10-2021 Язык:
Giravo per casa, casa di Veronica, con il cazzo duro ed indosso solo una maglietta. Ero eccitato e voglioso e aspettavo che arrivasse Silvia. Non mi fregava di nulla: avevo bisogno di lei. Finalmente ricevetti una sua chiamata che mi diceva che era sotto casa. Aprì, mi tolsi la maglietta e la aspettai completamente nudo. Lei entrò e mi sorrise e mi fece ridere con la frase “mi adeguo subito al dress code della casa”. Si spogliò, stupenda e non fece in tempo a togliersi definitivamente le mutandine che l’avevo già girata e mi stavo abbassando per leccarle il culo e poi incularla. Proprio lì dove l’avevamo fatto la prima volta io e Veronica, ero pronto ad inculare Silvia. Mi tirò su ma non si girò e mi disse “prendimi così, a freddo”. Non me lo feci ripetere due volte e puntai il mio uccello sul suo culo. Entrò senza fatica ed iniziai ad incularla con una mano sul seno e l’altra che giocava con il clitoride. Sentii il suo orgasmo salire e le sue gambe tremare, dovetti anche io appoggiare la mano che avevo sul suo seno alla parete dell’entrata. La sentivo scuotersi, l’orgasmo era forte. Mi eccitò da impazzire ed ero pronto ad esplodere ma mi feci guidare da lei che disse:
Lei: cornuto inculami e fammi godere tutta la notte. Voglio venire, e poi venire, e poi venire ancora come solo la tua troia sa fare.
Io: te lo sfondo questo culo e ti scopo a più non posso
Lei: ma io ho tanta sete
Si tolse dal mio cazzo e si girò mi si inginocchio e iniziò un super pompino. Provai a prenderle la testa ma mi tolse le mani. Voleva fare da sola e gestire la situazione. Quando mi sentii vicino all’arrivo, incrementò il movimento della testa e lasciò il cazzo dalle sue mani. Lavorava solo di bocca e mi fece esplodere. Poi lo riprese in mano e continuo a succhiarlo scappellandolo per bene fino all’ultima succhiatina della cappella come a prendere anche l’ultima goccia. Solo allora, con la cappella in bocca mi guardo e sorrise. Si alzò e mi baciò dicendomi:
Lei: mi mancava la tua sborra
Io: anche a me mancavano i tuoi pompini
Lei: ti mancava anche il bacio alla sborra
Io: mi mancava tutto
Era successo tutto in breve tempo e ci ritrovammo a rivestirci visto che ancora non era caldissimo ed a chiacchierare del più e del meno. Dopo una mezzoretta ci prese la fame e mi misi a ai fornelli. Nel mentre, Silvia, con addosso le mutandine e una maglietta, iniziò a perlustrare la casa con commenti cinici sui gusti di Veronica per l’arredamento. Io continuavo a cucinare ascoltando lei che dalle altre stanze faceva i suoi commenti sarcastici. Dopo un po’ non sentii più alcun rumore, mi girai e mi ritrovai Silvia sulla porta della cucina con addosso un completino intimo di Veronica. Era un reggiseno nero e bianco di pizzo e un tanga dello stesso colore ma davanti praticamente trasparente. Lei si girò su se stessa e mi chiese “sta meglio a me o a Veronica?”. Credo di aver visto quel completino indosso a Veronica una sola volta e ricordo che mi fece un grande effetto. Anche su Silvia l’effetto era notevole ma cercai di non darglielo troppo a vedere e le dissi “dai che merda, togliti le sue cose”. Lei mi guardo con un sorrisetto che non preannunciava nulla di buono e continuando a rigirarsi su sé stessa mi disse:
Lei: non vuoi approfittare di me come se fossi lei?
Io: eh?
Lei: dai scopati il suo culo
Mollai tutto e mi diressi da lei ed iniziai a baciarla mentre slacciavo il reggiseno. Me lo impedì e mi disse
Lei: no. Scopami con questi addosso e nel suo letto
La rincorsi verso la camera da letto e ci tuffammo sopra. Iniziai a leccarle la figa scostando la mutandina e facevo andare la mia lingua come un vortice perché la sentivo eccitatissima e in men che non si dica mi regalò un orgasmo. Poi si girò, si mise a pecora e mi disse:
Lei: “fai il culetto alla tua Vero”
Provai ad abbassarle il tanga ma me lo vietò, lo scostai e infilai il mio cazzo senza darle un attimo di respiro. Più spingevo, più lei assecondava i miei colpi con controcolpi del bacino. Eravamo una furia unita e lei che proseguiva con le sue frasi ad effetto:
Lei: bravo scopa la tua Vero, fallo come se fosse la tua troia che gode con il cazzo nel culo
Io: troia mi fai impazzire
Lei: chiamami per nome
Io: Silvia sei una troia
Lei: non sono Silvia
Io: Veronica sei una troia
Lei: si sono la tua troia che vuole essere inculata e vuole bere tutta la tua sborra, dai fammi male, scopami dai, scopami dai
Avevo il cazzo pronto ad eruttare e non sapevo se finire nel culo o se rimetterglielo in bocca ma non ebbi tempo di pensare perché mentre stavo cercando di sfilarlo, Silvia con il suo culo seguì il mio cazzo e finimmo praticamente con me in ginocchio e lei seduta sopra: due stantuffi in quella posizione e le riempii il culo mentre lei diceva
Lei: sono la tua Vero e mi riempi il culo proprio come ad una troia
Ero distrutto e lei invece era illuminata dalla voglia e dal godimento. Mi guardò e mi disse “ma ti sei accorto che sono venuta?”. Non mi ero accorto di nulla. Ero distrutto e sdraiato sul letto e pensavo solo che avevo fame e non stavo in piedi. Silvia finì di cucinare e ci ritrovammo a mangiare io in mutande e lei con l’intimo di Veronica. Era una situazione assurda, anche da persone di merda, ma stavo bene e avevo voglia di una serata di sesso sporco, assurdo e malato. Le raccontai del giorno prima e del casino che era successo con Veronica e la sua frase finale per stemperare tutto fu magnifica: “tutto sto casino per un po’ di sborra e un cazzo in culo?!”. Finimmo di mangiare e ci mettemmo davanti alla tv dove Silvia mi chiese di poter restare a dormire lì. Le avrei detto di si immediatamente ma un dubbio mi girava in testa: e se per caso fosse tornata Veronica? Non volevo immaginare le ripercussioni e i casini vari. Quindi le dissi che era rischioso. Silvia, una maestra nel rischio e nell’aggirare il rischio, mi propose di chiamare Veronica e di capire le sue intenzioni e il suo stato d’animo così da poter stare tranquilli. Era oltre mezzanotte ma ci poteva stare una chiamata. Composi il numero dalla rubrica ed attesi ma non ricevetti risposta. La cosa mi preoccupò anche perché iniziai a pensare che magari stesse tornando qua e che mi avrebbe beccato ecc. dopo pochi minuti, invece, mi richiamò lei. Risposi e stavo per alzarmi per andare in camera a parlare ma Silvia mi blocco lì, come a voler sentire. Veronica sembrava molto più calma e rilassata ed allo stesso tempo mi fece capire che sarebbe tornata di domenica. Silvia faceva le sue facce da presa in giro ad ogni frase di Veronica oppure con la bocca mimava parole come “poverina” “che cucciola”. Ovviamente non potei bloccare Veronica sul tema della sera prima. Mi disse che si era sentita violata, trattata come un oggetto e che aveva ancora perdite di sangue da dietro. Queste sue affermazioni fecero quasi ridere Silvia che nonostante i miei gesti non si fermava. E ad un certo punto iniziò a palpeggiarmi sulle mutande facendomi indurire il cazzo. cercavo di fermarla ma non potevo fare troppa confusione anche per non insospettire Veronica. Iniziò a succhiarmelo mentre parlavo con Veronica e cercavo di scusarmi con lei. Ogni tanto toglieva il cazzo dalla sua bocca e continuando a muoverlo con la mano mi guardava e sorrideva, oppure scuoteva la testa per qualche frase di Veronica. Poi d’un tratto si alzò e mi fece segno di stare zitto con le dita, si tolse le mutandine e le guardò, mi si avvicino e mi mise praticamente in bocca la parte dietro, sporca della mia sborra. Non potei che leccare per togliermi le mani di dosso di Silvia che subito dopo ripulì le mutandine sulla mia guancia e si sedette sul mio cazzo. avevo il mio cazzo nella figa di Silvia che si muoveva lentamente e intanto parlavo con Veronica che sembrava non volere chiudere la comunicazione e continuava a parlarmi e a voler essere consolata. Silvia si staccò e riprese a succhiare. Mi guardava con quegli occhietti furbi e mi faceva segno con le dita di chiudere. Io le rispondevo con gesti come a dire “che ci posso fare”. Così di scatto si tirò nuovamente su e mi chiuse il cellulare (a quei tempi era un cellulare di quelli a conchiglia). Mi incazzai ma lei mi disse “tranquillo, adesso richiama e le dici che è caduta la linea” e mentre lo diceva era salita a cavalcioni su di me e con la mano si stava infilando il mio cazzo nel culo. Il telefonò squillo e Silvia mi disse: “dai consola il tuo amore mentre mi inculi”. Risposi al telefono e furono minuti difficili anche perché Silvia aumentava il ritmo e avevo come la percezione che Veronica potesse sentire tutto. Cercavo di togliere Silvia ma la cosa mi eccitava da matti così la guardai e le dissi mimando con la bocca “sborro”. Con dolcezza mi leccò le labbra e si sollevò dal cazzo, indietreggiò e si chinò sul mio cazzo. Mentre Veronica diceva parole che non comprendevo, sborravo nella bocca di Silvia che togliendosi il cazzo dalla bocca mi faceva segni come a dire che non usciva quasi più sborra. Il mio cazzo si stava ammosciando accanto alla guancia di Silvia che era appoggiata alla mia gamba e nel mentre proferivo parole dolci a Veronica che finalmente chiuse la conversazione. Appena chiuso il telefono inveì contro Silvia per dirle che era una pazza e lei ridacchiando mi rispose
eddai infondo è come se avessimo fatto una cosa a tre
. Non potevo che ridere e pensare che Silvia era sempre un passo avanti. Ci rimettemmo davanti alla tv e notai che la signorina sembrava vogliosa. La guardai e le dissi:
Io: ma non ne hai ancora abbastanza?
Lei: tu sei venuto ma io no
Glielo dovevo e così scesi io dal divano, le divaricai le gambe e mi dedicai alla sua patatina. Mentre leccavo e sentivo il suo ansimare decisi di “vendicarmi”. La mia lingua prese la massima velocità e vedevo Silvia inarcarsi sulla schiena, presa dal piacere. Poi di colpo mi fermai. Con le mani cercava di ritirare la mia testa tra le sue gambe ma io mi ero riuscito ad allontanare quanto bastava per non permetterglielo. Risalì, mi avvicinai a lei e le dissi “chiama Manuel” e ti faccio godere. Disse subito di no e che se ne sarebbe subito accorto. Nemmeno la ascoltavo e con la mano iniziai a titillare il clitoride finchè non mi disse “il cellulare è nella mia borsa”. La lasciai lì con le gambe aperte, presi il suo cellulare e glielo diedi. Mentre stava componendo il numero, continuava a dire che eravamo dei pazzi. Quando sentii la voce di lui rispondere, mi ributtai sulla sua figa ma leccando con lentezza per far prolungare la situazione. Silvia era bravissima, nonostante il suo corpo si contorcesse, la sua voce era quasi perfetta. Faceva una vocina sexy con lui e faceva tutta la carina e la cosa mi eccitava da morire. Dopo quasi 5 minuti, poiché avevo paura che potesse finire la conversazione, aumentai il ritmo per portarla all’orgasmo. Sentii la sua mano stringere il mio braccio, quasi a stritolarmelo e vidi che mentre la voce di lui continuava a parlare lei chiuse il cellulare. Scattò in un orgasmo convulso urlando fortissimo finchè non mi tolse dalle sue gambe e iniziò a strisciarsele da sola con una mano appoggiata alla sua figa. Stava ancora respirando forte che il cellulare incominciò a suonare, rispose e mi fece morire:
Lei: scusami tesoro ma ho chiuso perché il mio schiavetto mi stava facendo venire e volevo godermi l’orgasmo.
La risata di lui fu immediata ma poi dalla risposta di lei, capì che forse anche Manuel stava incominciando a conoscerla.
Lei: ma che vibratore, stavo sistemando dei vestiti e mi è caduto il cellulare
Dopo poco finirono la telefonata e noi, mezzi nudi ,ci accoccolammo davanti alla tv. Ci ritrovammo mezzi addormentati dopo poco e decidemmo di andare a letto. Prima di addormentarci mi baciò con una passione mai sentita e mi disse “tu mi fai godere come non mai. Io ti voglio”. Dormimmo abbracciati e ci risvegliammo che era quasi ora di pranzo. Cercai di farle capire con dolcezza che era il caso che tornasse a casa perché volevo sistemare tutto e risistemare anche me stesso in attesa dell’arrivo, il giorno dopo, di Veronica. Non sapevo se avesse capito ma speravo di si e la lasciai andare a fare una doccia mentre mettevo su un piatto di pasta. Apparecchiai anche per lei e attesi che finisse. Arrivò in cucina vestita e profumata, pronta per uscire. Le chiesi se volesse mangiare con me e lei di tutto punto mi rispose che sarebbe andata a casa ma che prima mi dovevo sedere e mangiare. Non capii ma mi sedetti e iniziai a mangiare la pasta. La vidi intrufolarsi sotto il tavolo e prendere il mio uccello, facendolo indurire. La guardai da sopra e lei prima di metterselo in bocca mi rispose “faccio l’aperitivo”. Non ci misi molto a riempirle la bocca. Lei si rialzo, si ricompose i capelli e mi baciò. Prese il cappotto e la borsa ed uscì. Finii la pasta alla velocità della luce e iniziai a mettere a posto. Avevo mille dubbi. Per esempio: cambiare le lenzuola?e se poi Veronica si fosse insospettita di questo cambio?mettere la casa a puntino?e se Veronica si fosse insospettita di questo ordine e di questa pulizia? Optai per sistemare quasi perfetta la casa e di far solo areare le stanze. Le lenzuola le avrei lasciate così e avrei proposto a lei di cambiarle magari alla sera facendo passare la cosa come una situazione normale.
Continuo?