ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: cortina 
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cortina


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cortina

by freesailman
Посмотрели: 957 раз Комментарии 3 Date: 14-01-2024 Язык:Language

Quel giovedì non te l'aspettavi, suona il cellulare e il numero è sconosciuto, rispondi all'insolita telefonata, riconosci quasi subito la voce, è Lei, un lampo, un ricordo ti passa veloce per la mente, sensazioni che non si sono perse nell'oblio bel tempo

      Ciao – dice – abbiamo pensato a voi in questi giorni e, se non avete impegni, saremmo felici di avervi da noi a Cortina questo weekend, che ne dici? –

Sei sorpresa che abbiano telefonato a te, non te lo aspettavi, ma nello stesso tempo sei felice per il fatto di essere considerata prima persona da consultare e per il fatto che, risolti i problemi che le cose per forza comportano, ci saranno un paio di giorni di relax e forse….

      Penso che non ci siano problemi, verremo di sicuro –

Mi chiami subito, ti sento, sei emozionata, eccitata come un bimba, la mia bimba.

      Hanno chiamato me, ci hanno invitato a Cortina da loro per il fine settimana, ci voglio andare, dimmi di siii! –

Lo sai, non ti potrò mai dire di no, e in questo caso poi meno che meno, so che sarà per te una preziosa ed eccitante novità, sarà così,  sarò il tuo uomo, il tuo custode, custode delle tue emozioni, custode del tuo piacere, custode di te.

Siamo riusciti a convincere tutti che quell'invito della coppia conosciuta a Trieste era un invito di due cortesi signori interessati all'arte e alla conversazione, e che volevano ricambiare la cortesia che noi gli avevamo fatto nello scarrozzarli per Trieste, io parlando della città tu con le tue cortesie con Lei.

Ti passo a prendere sabato mattina, questa volta è meno inusuale della volta scorsa, ma l'emozione c'è sempre, scendi le scale, ogni volta che ti vedo non posso far a meno di pensare a quanto sei bella, mi dai il tuo bagaglio, lo sistemo, sali e partiamo, è presto perché ci hanno chiesto di arrivare prima di pranzo, la mattina è ancora buia, e alla luce degli strumenti della macchina le tue gambe si scoprono ai miei occhi, sono fasciate da un paio di calze di rete finissima, autoreggenti, la gonna è a plisseè ampia, un maglioncino a collo alto nero ti fascia, e mi accorgo che non hai il reggiseno, i tuoi capezzoli tradiscono già un'emozione viva e presente,  ti sei seduta come ti ho chiesto di fare e il lembo della gonna sfiora il bracciolo che ci divide,  i tuoi occhi sono caldi, mi guardi di sotto in su, sento in te una eccitazione repressa.

Il casello dell'autostrada segna un confine, il confine tra la vita di tutti i giorni, usuale e conosciuta, le corse, le fatiche, il preparare e predisporre e il noi, liberi, spensierati, complici, noi che ci amiamo in modo incomprensibile per gli altri, noi che siamo uno.

Finito lo svincolo mi guardi e ti sporgi verso di me, un bacio

      Buongiorno – dici – spero che siano due giorni senza pensieri e che ci sia allegria …. e piacere –

I tuoi occhi a queste parole brillano, quella tua luce che è essa stessa piacere.

I 130 chilometri della strada verso Cortina ci permettono di parlare di noi, dei nostri sogni, di come vorremmo essere liberi e di come invece siamo responsabili, ma forse è proprio per questo che lo stare assieme assume un valore diverso,  superiore,  unico.

Ti tengo la mano, il mio calore vuol trasferirsi a te, e mentre parliamo sappiamo che questi giorni saranno un altro momento nel quale la trasgressione invece che dividerci ci unirà in un modo strano per i comuni mortali, per il pensiero corretto, ma assolutamente legante, penetrante, vincolante per noi.

Ci hanno dato un indirizzo,  e dopo averlo impostato sul navigatore ci lasciamo condurre dalla voce femminile, non lo faccio mai ma oggi voglio pensare a te e gustarmi  le tue emozioni, supporre con te la tipologia della casa, il suo arredamento, lo stile, e cosa ci attende.

Arriviamo a Cortina, la neve intorno rende il panorama magico, e le montagne sono spruzzate di verde e di bianco in un suggestivo gioco, il cielo è azzurro, quasi blu e un sole invernale illumina la valle, il navigatore ci fa oltrepassare il centro e poco dopo il limitare dell'abitato troviamo la strada, sale sul fianco della montagna, fra alberi e neve, non è perfettamente pulita,  metto il programma snow e andiamo su senza problemi, sorpassiamo un paio di case e poi, la dove si apre il panorama, vediamo la villa,  una bella casa di legno, due piani, con ampie finestre, il camino che fuma, fermo la macchina nel piazzale di fronte al garage, suono con il clacson.

Ti guardo, sei visibilmente emozionata, il tuo viso leggermente arrossato comunica la tua emozione, ti stringo la mano

      Ci siamo, sei contenta, sarò sempre accanto a te e ogni cosa sarà come la vorrai –

Mi fai un cenno di assenso e vedo i tuoi occhi illuminarsi, mi giro, Lei e Lui sono sul piccolo portico all'ingresso di casa e ci salutano, Lei con una gonna scozzese sui toni del rosso lunga e una camicetta verde che lascia intuire il suo seno generoso, che pare non sia costretto da un reggiseno, Lui pantaloni chiari di velluto e una camicia da montanaro a scacchi.

Scendiamo, e andiamo verso di loro, Lei ti viene incontro e così, subito, senza esitazione ti bacia, non il bacio sulla guancia che ti attendevi, ma un bacio caldo e intenso sulla bocca, prima ti sfiora le labbra quasi a cercare una conferma e poi, quando le schiudi ti bacia con trasporto, lo stesso trasporto che ci metti tu, un bacio eccitante che non lascia indifferenti ne Lui ne me.

 


Entriamo in casa, un grande salone tutto con legno a vista, divani, poltrone, un grande caminetto acceso, una grande finestra da sul panorama sottostante, la casa è isolata e nulla limita la vista sul bosco sui monti sul cielo, una porta conduce ad una grande cucina arredata in stile moderno e nella quale si vede la tavola apparecchiata per sei, mi guardi curiosa, alzo gli occhi, come per dire “vedremo



 

 


Ci accompagnano al piano di sopra nella camera che ci hanno assegnato, una camera matrimoniale tutta in legno, travi a vista basse , il bagno tutto per noi.

      Se volete darvi una rinfrescata – dice Lui – tra un'ora pensiamo di mangiare, un aperitivo e qualcosa di semplice,  vestitevi pure leggeri, qui fa caldo – e sorride.

Entriamo,  mi baci subito, hai ancora le labbra umide del bacio di lei, ti stringo a me con tutto l'amore che ho, sento il tuo corpo contro il mio, i tuoi seni si vedono sotto il maglioncino, la lana leggera li esalta anziché coprirli, ti carezzo, mi spingi verso il letto, sei eccitata, le mie mani vanno sotto la gonna ampia, sento le calze, finiscono, la pelle è li ad attendermi fresca liscia, come amo la tua pelle,  la amo di per sé e la amo perché toccarla è foriero di far l'amore, quell'amore intenso, senza fine che solo tu doni a chi ti ama.

Mi spoglio, ti spoglio, son sotto di te, mi domini, prendi la mia erezione, la porti là dove sei calda umida, aperta, e mi possiedi in un lampo di eccitazione frenetica, ti guardo, i miei occhi si riempiono di te, come sempre sono gli occhi fra di noi il punto di unione totale, guardo il tuo seno, i tuoi capezzoli, stringo i tuoi fianchi mentre ti muovi sopra di me, il tuo sudore si forma in goccioline, piccoli diamanti che escono dal tuo corpo, le amo, mi dicono quanto sei partecipe, quanto intenso è per te il piacere, non c'è nulla che ci separi ne mentale ne fisico, siamo la fusione totale.

      Urla – ti dico – quando godi, urla il tuo piacere, fai sentire loro che femmina sei, falli eccitare come pazzi –

A queste mie parole esplodi in un orgasmo spaventoso nella sua bellezza, le tue urla sono il fiero ruggito della mia tigre, non posso non amarti, perché oltre alle nostre menti così unite ci unisce il corpo, i nostri corpi suonano all'unisono sempre.

Facciamo una doccia, assieme, ti insapono, ti sciogli, ma ci aspettano per il pranzo, sei una tentazione, ma questi due giorni non lo sarai solo per me.

Ci vestiamo, ti metti un piccolo perizoma nero, che ha due laccetti sui fianchi, una gonna leggera, larga con una fantasia colorata, una camicetta nera e sotto nulla, tacchi alti, senza calze, sei bellissima.

Scendiamo, le scale danno direttamente nel salone, sono di vetro, trasparenti, e mentre scendi i presenti nel salone, non sono più solo Lei e Lui, alzano gli occhi, mi sa che vedono le tue gambe nude, e vista la gonna ampia e corta, che si muove ad ogni passo, (eccita me che ti seguo figurati loro da sotto) immagino possano vedere fino alle mutandine e il sedere che risulta essere scoperto, protetto da nulla.

Lui si alza, ti si avvicina, ti prende la mano e la gira e ti bacia il palmo della mano

      Sei incantevole, è vero cara? – dice a Lei – ma possiamo presentarvi queste nostre due amiche? –

Sul divano di fronte a noi due belle signore , una molto intrigante bionda, magra, vestita di un abitino di quelli con tutti bottoni sul davanti, in un tono del verde che richiama il bosco che si vede dalla grande finestra, sui 40 anni, il seno appena scoperto visti i tre o quattro bottoni lasciati aperti, l'altra capelli corti castani, forse sui 45 vestita più sobria, quasi mascolina in un paio di morbidi pantaloni che segnano solo il sedere non lasciando intuire le gambe, una camicetta di seta bianca che invece non nasconde nulla.

Le chiameremo La, la bionda più giovane, e Le la più mascolina e meno “nascosta“ ai nostri occhi.

Si alzano e ti vengono incontro, i loro occhi sono solo per te, io sono in questo momento un accessorio della tua meravigliosa presenza, e vista, e forse capita da me, la loro “tendenza

anche mal sopportato, vedremo, magari mi sbaglio,  vero è che Le si avvicina a te, ti abbraccia, ti bacia sulla guancia mentre però il suo seno si stampa sul tuo, e solo le camicette impediscono che sia un inizio di qualcosa di più intenso, La a suo volta ti viene vicina e ti bacia, non sulla guancia, ma un leggero bacio sulle labbra.

Ti osservo, sei rossa sul viso, mi guardi e mi comunichi la tua piacevole sorpresa, grandi sensazioni ci, ti aspettano.

Ci accomodiamo a pranzo, la tavola rotonda non è grande e siamo seduti vicini uno all'altro, tu sei fra me e Lui, alla mia destra Lei e poi vicine a Lui e a Lei , La e Le, ti sento e ti vedo emozionata, la tavola è apparecchiata all'americana e quindi niente tovaglia,  vedo le tue gambe scoperte quasi al limite delle mutandine,  e ti sei seduta come ti ho consigliato di fare, la sedia di legno e il morbido cuscino hanno la fortuna di sentire il contatto con il tuo sedere.

I piatti passano fra di noi, e lasciano il tempo che trovano, è l'atmosfera di tensione, piacevole tensione che aleggia nell'aria quello che conta.

Ad un certo punto con la coda dell'occhio ti vedo trasalire, un sospiro ti sfugge di bocca, guardo meglio e vedo la mano di Lui sulla tua coscia, carezza, non stringe, cerca di capire se sta osando troppo o se può, mi guarda sporgendosi per prendere il vino al centro del tavolo, lo guardo, sorrido, e poso anche io la mia mano sull'altra tua gamba, ti sento emozionata, la gamba liscia trema, mi guardi come per dire: che faccio? Ti tranquillizzo con lo sguardo e ti faccio notare come Le e La si siano accorte di quel che succede e, forse eccitate dalla situazione, si stiano scambiando un bacio intenso, pieno di possesso e sesso, questo mentre Lei mi ha messo una mano sulla gamba e sale…. Piano.

      Perché non andiamo in sala – dice Lei – stiamo tutti comodi e impariamo a conoscerci, anche se noi abbiamo avuto la fortuna di farlo – sorniona ci guarda, guarda te.

La mia mano e quella di Lui, scivolano via dalle tue gambe, riluttanti, e proprio scivolando sulla tua pelle, mi sbaglio o colgo un brivido?

Torniamo in sala, il caminetto è acceso, i divani formano un ferro di cavallo attorno al fuoco, il tavolino di legno in mezzo ai divani è anche davanti al calore benefico della fiamma, Lui e Lei si siedono su un divano , La e Le su quello di fronte, tu ed io siamo ancora in piedi,  e io ti trattengo,  ci guardano.

      Ti fidi di me? – ti chiedo guardandoti negli occhi – posso fare quello che desidero e che so che vuoi anche tu? –

Mi guardi, i tuoi occhi sono quelli della tigre, li conosco, vuoi.. non sai cosa , ma sai che sarà quello che vuoi.

Ti porto per mano davanti al caminetto, sono fra te e il fuoco, ti giro, mi dai le spalle ma hai a destra Lei e Lui e a sinistra La e Le, il tavolino basso di fronte, ti domandi che succede, ti metto le mani sui fianchi, trovo la cerniera sul fianco della gonna, la apro lentamente, ti appoggi a me, sento il tuo corpo, il tuo sedere che preme contro di me, mi eccito, lo senti, lo vuoi, sgancio il bottoncino e lascio che la tua gonna cada a terra, ti guardano famelici,  uomo e donne, forse più le donne, le tue gambe salgono dai tacchi affusolate, lisce, fino allo slip piccolo, che copre,  ma poi copre?, pochissimo di te, i due laccetti sui fianchi rendono la visione ancora più eccitante

      Allaga le gambe – sussurro al tuo orecchio

Lo fai, gli occhi sono pietrificati su di te, le mie mani sfiorando la camicetta salgono, sfioro il tuo seno, sento i capezzoli tesi, arrivo al primo bottone,  lo slaccio, è come se iniziassi ad aprire le porte del paradiso, loro ti guardano e in modo spontaneo si baciano eccitati, ma subito continuano a guardare, continuo a slacciare i tuoi bottoni, poi piano lentamente apro la camicetta, il tuo seno è splendido i capezzoli tesi, eccitati, ti sfilo la camicetta, sei trionfante, padrona della nostra eccitazione.

Ti giro verso di me, ti bacio, uno di quei baci che ci travolgono, intenso, complice.

Mi stacco da te e ti spingo piano, fino a farti sedere sul tavolino, ti accompagno finché non sei stesa, ti metto le mani sulle ginocchia e ti apro piano le gambe, prendo una tua mano e la poso fra le mani di Lei, prendo l'altra e la consegno a Le, sembri in balia di noi, ma sei tu la padrona.

      Carezze, baci, ma non togliamo gli slip, quello sarà riservato a stasera –

È come se avessi dato il via, Lui si è inginocchiato fra le tue gambe le accarezza e pare ipnotizzato dal triangolino nero di stoffa che copre molto poco, il tuo corpo si tende sul tavolino, i piedi toccano terra e le tue gambe sono un monumento alla lussuria più sfrenata, Lei si è spogliata in silenzio e ti si è avvicinata, in ginocchio vicina a te, prende la testa fra le sue mani e posa la bocca sulla tua, la tua lingua non la fa attendere e la penetri con un bacio intenso dolce, carnale, mentre Le e La si sono spogliate, nude completamente, i loro corpi sono belli, sinuosi, quasi come il tuo, Le, che è la più intraprendente ti si è avvicinata e bacia il tuo seno, succhia piano quasi scientificamente i tuoi capezzoli,  mentre La con la sua mano percorre il tuo ventre sul limitare dello slip e mi guarda con occhi supplichevoli per infrangere la barriera che ho posto,  ma non la lascio fare.

Voglio che ti inondino di sensazioni, che il tuo corpo frema e smetta di distinguere da dove arrivano, voglio che tu sia carica di follia e di desiderio, ci spogliamo anche Lui ed io, e ci avviciniamo a voi, le bocche di Lei, di La e di Le sono sul tuo corpo, voraci, sui seni, fra le gambe, sul collo, Le ora si è messa fra le tue gambe, che spalanchi sempre di più,  e la sua lingua percorre il bordo degli slip arrivando sempre più vicina al tuo punto più sensibile,  lo slip è umido, no, bagnato dai tuoi umori, e lei lo prende fra le labbra lo assapora e così  facendo ti tocca con la bocca,  solo la stoffa leggera le impedisce di mangiare piano la tua figa, La ti ha messo il suo seno in bocca e le tue mani ora lo stringono facendo risaltare il capezzolo, più grande del tuo, gonfio,  turgido, glielo succhi.

Mettendosi in questa posizione china su di te offre a Lui la sua schiena, il suo culo e lui non si tira indietro, con il cazzo teso le entra dentro, fra le piccole labbra aperte, rosee, bagnate, un grido, il tuo, Le che vedendo questo si avventa con più foga sul tuo corpo e morde il tuo clitoride sotto la stoffa, le nostre mani, si ora anche le mie, ti toccano, non c'è un centimetro del tuo corpo che non venga percorso esplorato, violato, ora vengo vicino a te, ti piego la testa all'indietro verso di me , so che vuoi succhiare,  hai bisogno che la tua bocca sua riempita, e piano lentamente ti metto il cazzo il bocca, entra, affonda e Lei travolta da questa visione bacia le tue labbra con il mio cazzo dentro e inizia a masturbarsi piano in ginocchio vicino a te.

Tremi a queste sensazioni e mi chiedi con gli occhi qualcosa,  vuoi essere penetrata,  vuoi trasgredire ai miei comandi, Le è ancora fra le tue gambe e la sua lingua percorre l'inguine le cosce vogliosa,  ma non ti basta, allora mi tolgo dalla tua bocca, Lei continua a baciarti, sposto Le e mi inginocchio fra le tue cosce,  in fondo non ti tolgo gli slip, li sposto solo e mentre Le con le sue dita ti apre le labbra bagnate e mi guarda con occhi di sfida, entro in te con un solo colpo, fino in fondo, urli, o dio come urli,  mentre affondo e mi tolgo, affondo e mi tolgo e Le prende il clitoride fra le sue labbra e lo succhia, non sai più da che parte godere ed è così che tremando esplodi presa da me succhiata e baciata da loro.

Intenso, senza freni, è giunto il momento di far vedere chi sei, e allontano loro da te, stringi le gambe ti contorci in quel tuo meraviglioso piacere solitario, che ci fa sentire tuoi strumenti, ti guardiamo mentre la brace del camino così vicino scalda il tuo ventre di fuoco.

Ti prendo sul divano accanto a me, accoccolata in braccio a me, ti bacio, per la durata di questo bacio siamo  soli, davanti a noi solo Lui ancora dentro La si muove con foga, tu guardi eccitata la scena,  scendi dalle mie braccia, ti avvicini a loro, guardi, tocchi il culo di lei, il cazzo che entra, prendi i coglioni in mano li carezzi, guardi lui negli occhi,  se deve godere sarà per merito tuo e lo baci, mentre stringi il cazzo fra le tue dita, guidandolo dentro di La, lo fai impazzire ed esplode in lei, lo sposti, con le dita prendi lo sperma caldo che esce piano da lei, e glielo porti alle labbra prima di baciarla come sola tu sai fare.

Stiamo seduti sui divani, tu accanto a me, Lei si è voluta sedere accanto a te, Lui è di fronte, sull'altro divano fra le due ragazze, il caminetto crepita mentre il fuoco spande la sua luce e il suo calore intorno, ti sei messa la camicetta, ma le gambe sono nude, la tua pelle riflette i bagliori del fuoco, Lei è nuda accanto a te, come me del resto, Lui è nudo, le sue braccia circondano le spalle di La e Le , nude, le loro gambe mentre son sedute sul divano sono scostate e le ginocchia aprono un panorama che ci godiamo, sono depilate completamente e il rosa del loro fiore ancora schiuso dall'amore da poco trascorso risalta, La, mentre chiacchieriamo, gioca con il cazzo di Lui, lo stringe lo scappella e anche se è morbido la cosa non ci lascia indifferenti, Le gli carezza una gamba, talvolta lo graffia giocosa con le unghie.

Ti sto vicino, la pelle del divano carezza le tue gambe nude, e visto che sei senza slip, immagino il tuo sedere nudo che lo bacia, Lei ti sta vicina, molto vicina, la sua mano carezza la tua gamba salendo verso l'inguine, il ciuffo dei tuoi peli, così ben curati, spunta appena tra le tue gambe accavallate, il tuo seno si intravede nella camicetta che hai indossato ma non hai chiuso, mi guardi, il tuo viso si avvicina al mio, ti bacio con quell'amore che ho dentro di me e che ogni volta cerco di far fluire in te attraverso le nostre labbra, lasciare che scivoli sul ruscello della nostra saliva, come amo quando me la passi durante il bacio.

Il nostro bacio, intenso, lento, riscalda l'animo di Lei che mentre infila una mano nella tua camicetta aperta e  stringe fra le sue dita il tuo capezzolo già teso, e lo stringe forte, forse gelosa di noi, forse per richiamare la tua attenzione su di lei, con l'altra mano gira la tua testa verso di se, il suo bacio si sovrappone al mio, nel girarti apri le gambe, e la mia mano si posa sull'umido nido del tuo piacere,  anticipando la mano di Lei che stava facendo lo stesso.

Scosto un poco la mia mano e Lei, anche Lei , con le sue dita sfiora, accanto alle mie le tue labbra umide che si stanno schiudendo, ti abbandoni sullo schienale del divano, apri le gambe, una la posi sulle mie e una sulle gambe di Lei,  sei aperta a noi, ti apro la camicetta, i tuoi seni sono offerti alla vista e alle nostre lingue, mentre le mie e le sue dita  si fanno strada in te, lente, io sfioro il tuo clitoride gonfio, Lei si muove appena dentro di te, sfiorando le labbra, entrando e uscendo nel tuo corpo con estenuante lentezza.

Chiudi gli occhi, e ti regali a noi,  il tuo corpo vibra alle sensazioni che le mie dita ti danno, Lei affonda in te le sue dita, le senti scorrere, aprire, divaricare in un gioco senza fine, ogni tuo muscolo si tende, sei uno spettacolo da vedere e al quale partecipare,  mi ecciti e a questa vista Le si alza e mi si avvicina, ti toglie dalla mano il mio cazzo che stavi stringendo e lo avvolge con le sue labbra, apri gli occhi,  la guardi, e ti reclini verso di me, la tua bocca si unisce a quella di Le, lei ha la cappella in bocca tu mordi la base del mio cazzo eccitato, così facendo ti sei stesa di traverso sul divano e le tue gambe aperte offrono a Lei la tua figa bagnata,  la succhia con amore mentre le sue dita entrano in te profondamente.

Ti conosco, il tuo orgasmo non tarda a venire, vieni nella bocca di Lei con convulsioni lente, e mentre godi mordi la base del mio cazzo, il dolore e il piacere si mescolano mentre sborro lentamente nella bocca di Le, non si stacca ma qualche goccia di sperma esce dalla sua bocca e cola lungo il cazzo fino alla tua bocca , è a questo segnale che ti scateni,  ti stacchi da me prendi la testa di Le tra le mani e porti la sua bocca sulla  tua, il mio sperma sulle vostre labbra le rende lucide e attraenti,  non posso trattenermi e il bacio diventa a tre, ingordo, furente a tratti dolcissimo.

Fuori il cielo si tinge di rosso e di grigio, l'aria si fa scura e il bianco della neve risalta sulle pendici dei monti mentre le cime sono, ancora per poco, illuminate dal sole.

Qui la sala è quasi avvolta nel buio e solo la luce emanata dal caminetto illumina i nostri corpi, sei ancora stesa, la tua testa sul mio grembo, il tuo corpo si allunga nudo accanto a me, le fiamme accentuano la tua bellezza, Lei ti carezza, protettiva, Lui, La e Le sono ora seduti per terra accanto a noi, le loro mani ti coprono con dolci attenzioni, tutto è calmo, fermo.

Mi alzo, ti prendo per mano

      Andiamo a riposare prima di cena amore – ti dico –

Tutti si alzano e ognuno prende le sue cose la dove erano volate nei momenti più concitati di quell'inizio di pomeriggio, tu resti in camicetta, ti infili le scarpe e così come sei, nuda con le gambe che segnano ad ogni tuo passo il tuo trionfo, il sedere che non coperto dalla camicetta si muove invitante, sali con me le scale, ti volti un attimo, come a voler imprimere nella memoria quello che è accaduto e dove è accaduto, dove sei stata epicentro di quel terremoto di corpi, menti, desiderio.

Arrivati in camera, chiusa la porta dietro di noi, ti volti verso di me, mi guardi con quegli occhi che ben conosco

      Non siamo qui per riposare, ora voglio te, voglio che i nostri corpi usino la carica che prima abbiamo accumulata –

E così dicendo mi vieni contro,  la tua pelle, liberata dalla camicetta che hai tolto e gettato a terra,  si stampa sul mio petto, le tue mani mi prendono la nuca e mi attirano a te, un bacio, quel bacio che è sempre la prima cosa che esplode fra di noi quando ci incontriamo, mi invade la bocca, mai invasione fu più desiderata,  la tua lingua è in me, trova la mia, la avvolge,  la sfiora,  la torce fra le tue labbra, la succhi e rispondo travolto,  hai le mie mani sul tuo culo, lo carezzo, e percorro il solco fra le natiche, ne sento il movimento, godo della tua pelle,  godo nell'arrivare a quelle piccole increspature che preannunciano e incorniciano quel forellino dove tanto golosamente mi piace affondare il dito.

Nella stanza le luci sono spente, il chiarore fioco del pomeriggio che volge a sera entra dalle grandi finestre regalandoci il panorama circostante, tu sei figlia della notte,  prediletta e baciata dalla poca luce, resa complice e demoniaca dal buio, ti prendo per un braccio, ti tiro verso il letto, non poni resistenza, i tacchi ti fanno muovere in modo strano, arrivati al letto ti getto con amorevole forza sulle lenzuola,  faccio caso ora al colore, nere e donano al tuo corpo riflessi di oscura passione.

Sai già quello che voglio, e lo vuoi anche tu, ti inginocchi sul bordo del letto i piedi calzati con quei tacchi vertiginosi sporgono dal bordo, il tuo culo nella poca luce diventa luminosa tentazione, la tua schiena si arcua tendendo i muscoli, le braccia si stendono sul letto di fronte a te, non ti tocco subito, ti guardo rapito, la mia mente gode prima ancora di toccarti, il cazzo ha l’erezione che sempre tu sai far esplodere.

Poso le mani sul tuo culo, lo carezzo con movimenti avvolgenti,  i miei sensi e in primis il tatto si beano di te, appoggio la cappella tesa e lucida dei miei umori sulla tua figa calda, bagnata dai piaceri di poco fa e desiderosa di nuovi orgasmi, lo so, lo so, tu ami godere e ami che il piacere duri a lungo dentro di te, io voglio essere il tuo uomo e lo strumento pulsante dei tuoi desideri, entro, pianissimo,  pochissimo, quando facciamo l'amore così io vedo il tuo corpo, il tuo offrirsi, il tuo prendere, lo muovo piano, so che aspetti, mentre assapori questi movimenti, l'affondo,  te lo faccio sospirare,  vorrei arrivare al punto di sentirti urlare e imprecare che lo vuoi che vuoi il colpo che ti apre tutta fino in fondo.

Affondo in te, a denti stretti, mi da gioia, piacere, sentire il cazzo entrare tutto dentro di te, la punta toccarti la dove più  ti piace,  i tuoi sospiri, le tue frasi spezzate, mi piace vedere come ti succhi il dito, come la tua bocca lo avvolge,  mi piace portarti all'orgasmo e adoro quando lo dici e quando dici “questo è mio

.

Oh si piccina sono tuoi, i piaceri che ti prendi, ma sono anche miei perché sono io a muovermi in te per farli emergere in tutta la loro gloria.

Lasciamo che il buio prenda il sopravvento, ti stendo sul letto, ti copro con le lenzuola e una leggera coperta, le grandi finestre davanti al letto ci mostrano i monti sempre più bui, mi stendo accanto a te, posi la testa sulla mia spalla, il mio braccio ti circonda, avvolge il tuo caldo corpo nudi, ci lasciamo prendere da un torpore benefico, in paio di ore di riposo prima di cena, e prima di cosa altro? Non lo sappiamo, lo scopriremo assieme, ma il pranzo e il dopo pranzo ci fanno pensare a altre sorprese.

Mi svegli con un bacio, mentre sono nel torpore del sonno, sospeso nel calore della stanza, avverto il calore del tuo corpo che cerca il mio, sento il tuo seno sul mio braccio, e poi la tua bocca che si posa sulla mia, apro le labbra, penetri in me, la tua lingua incontra la mia, un brivido mi percorre e il risveglio non è solo della mente ma ora anche del corpo, la tua mano mi esplora, lo stringi fra le dita, padrona del mio corpo oltre che della mia mente.

Bussano alla porta

      Tra un'ora aperitivo e cena, vi aspettiamo, abbigliamento sexy richiesto – una risata filtra dalla porta

Ci prepariamo, la doccia assieme, calda bollente come piace a me, tu per non scottarti ti stringi a me, ti proteggi con il mio corpo, e sentire il tuo corpo contro il mio, nuda, insaponata mi riporta alla mente la prima doccia assieme, nella cabina angusta quando ti ho insaponata, quando le mani sul tuo corpo scivolavano, ogni parte di te, dentro di te, è sempre ( si può usare sempre quando in realtà si parla di mesi? Pochi mesi, si per me si, noi “siamo sempre “) bello fare la doccia con te, è il momento “normale

di un incontro speciale.

Questa volta la doccia non induce a prenderci, anche se il desiderio è palpabile, visibile, forte, ma questa forza, queste sensazioni stavolta le riserviamo per dopo, per vivere assieme, sempre assieme, quello che la trasgressione ci riserverà.

Ti vesti, oddio, si ti vesti ma quello che indossi rivela con classe ma in modo esplicito ogni parte di te, il vestito è adatto alla sera, nero, lungo, ma è fatto di nulla, traspare in un bagliore di sensualità il tuo corpo, nudo se non si considera il piccolo perizoma che copre solo del tuo ventre la peluria curata che verrà offerta poi a chi vorrà inebriarsene. I tacchi alti slanciano le gambe che sembrano non finire mai, il seno si vede nell'ombra sensuale che il vestito crea senza celare.

I tuoi capelli raccolti esaltano l'ovale del tuo viso, un velo verde con dei lustrini sulle palpebre evidenzia i tuoi occhi, le mani sono sensuali con il rosso sulle unghie che quando le posi sul grembo non nascondono ma esaltano il tuo corpo.

Io una camicia bianca di lino, due bottoni sbottonati, pantaloni neri, mocassini, indegno accompagnatore della tua esplosiva bellezza.

Ti apro la porta, mi sento il tuo uomo, accompagnatore, complice, custode. Lo sai, mi guardi incuriosita, perché non riesco a toglierti gli occhi di dosso.

Percorriamo il corridoio che profuma del legno con il quale tutta la casa è costruita, in fondo ci sono le scale, voci allegre giungono fino a noi, ti fermi un attimo,  mi guardi

      Siamo sicuri? – mi chiedi – lo vuoi? Io lo voglio – dici

      Si, piccina, stasera sarai regina, chiunque ci sia, io ti starò accanto, e non solo… dico sorridendo

      Hai ragione – mi rispondi – noi siamo uno e questo potrà solo unirci di più –

Ti incammini, ti seguo, il tuo sedere sotto quella stoffa leggera e trasparente mi ipnotizza.

Inizi a scendere le scale, si fa silenzio, la sala è illuminata da luci soffuse,  il caminetto lancia le sue sfumature di luce intorno, un faretto che non avevamo visto al mattino, illumina la scala di vetro, lo hai di fronte, e io che sono dietro di te godo di una vista che mi toglie il fiato, in trasparenza la silhouette del tuo corpo è arte allo stato puro.

Ma anche chi sta sotto deve vederti come vedo io, anzi, la luce che attraversa la stoffa ti rende simile ad una dea, tacciono e il desiderio è palpabile nell'aria calda e profumata.

Guardo di sotto mentre scendi, Lui, Lei sono al centro della sala e ti guardano, non vedo La e Le, ma due signori sui 50 anni, forse qualcosa in più sono vicini ad un mobile bar intenti,  lo erano, ora ti guardano,  a preparare gli aperitivi.

Sorpresa, piacevole? Lo sapremo con il passare della sera.

Il tempo si ferma mentre scendi le scale, quella breve rampa di vetro luminoso ti trasporta in una realtà differente, il tuo cuore batte più veloce, il tuo ventre sente l'emozione, il calore del tuo sesso si fa più forte, umido calore che ti predispone, a cosa? Non lo sai, e questo rende la cosa più intrigante, più eccitante.

Sono scale che portano al Paradiso o all'Inferno? Non lo sai, ma sai dentro di te che le due cose saranno presenti, esplosive, travolgenti, mani e bocche, sessi maschili eretti ti attendono, pensando di possederti e ignari che invece saranno posseduti, sarai tu nell'abbandono voluto e cercato a usarli, accessori della nostra complicità assoluta, del nostro esserci trovati, amati, del nostro volere il piacere in tutte le sue forme.

Lei e i due uomini ti vengono incontro

      La e Le sono tornate a casa, stasera abbiamo questi due amici a cena con noi, ho parlato molto di te – dice con occhi che non si staccano dal tuo corpo, allusiva – e sono ansiosi di “conoscerti” –

Cogli, e colgo anche io, in quel “conoscerti” un che di allusivo e di eccitante, sai che non sarà una cena normale, e che sarà così per merito tuo, nostro.

La presentazione, Carlo, alto, capelli brizzolati, fisico asciutto, veste elegante, camicia calda aperta e pantaloni, mocassini, occhi verdi, che nel guardarti non nascondono l'ammirazione e il desiderio, ti prende la mano, colgo in te un fremito mentre ti dice

      Piacere, vedo che il freddo delle montagne avrà il suo daffare a combattere il calore che emani, sono ansioso di vedere chi vincerà –

      Penso che non sarà difficile far vincere il calore – rispondi con occhi di tigre, senza lasciargli la mano

Poi è la volta di Guido, più basso di Carlo, occhi azzurri, un velo di barba, capelli castani, e, stranamente vestito di un caffetano lungo fino ai piedi, blu, con decori dorati, quasi un berbero fuori dal suo deserto.

      Ciao – dici, prendendo l'iniziativa – tu, vedo, sei già pronto per il calore di un sole immaginario –

Sorride mentre ti guarda, senza pudore, noncurante di sembrare educato

      Nemmeno tu – risponde – sei vestita per i grandi freddi, porti il calore in te, si vede –

Ti prendo sottobraccio, il tuo corpo accanto al mio è vita, freme, con Lui, Lei, Carlo, Guido andiamo verso la sala dove sulla grande tavola è stato predisposto un grande buffet con molte leccornie, dai salumi montani, i formaggi, scampi crudi, cappe sante, crostini con salmone, crostini con formaggi e guarnizioni varie, un grande vassoio ha frutta di ogni tipo, le caraffe di vino e di bibite concludono l'apparecchio, su un tavolo più piccolo i dolciumi,  le creme, i liquori.

Si mangia, in modo informale, i tuoi bocconi sono volutamente sensuali, quando mangi uno scampo crudo la tua bocca pare essere in procinto di dare piacere e follia ad un amante invisibile, il succo traslucido che cola appena al lato della tua bocca ci fa trasalire, la tua lingua malandrina che lo recupera e lo riporta fra le labbra evoca sensualità,  si eccitano nel guardarti, anche io sono in tensione, piacevole tensione.

Carlo e Guido ti stanno vicini, tendono a starti molto vicini, mi avvicino anche io, meglio che capiscano che per arrivare a te si deve avere la mia approvazione, li guardo, l'espressione del corpo del viso sono chiare, sorrido, ma gli occhi dicono che non è il momento… per ora.

Si chiacchera si ride, l'atmosfera è rilassata,  allegra, non ci sono tensioni, solo un senso di attesa che ci rende frizzanti e desiderosi di scoprire che accadrà,  se accadrà.

Non beviamo alcolici, la mente vuol essere libera di capire tutto, presente all'esplodere dei sensi che è preannunciato da frasi, sguardi, vicinanze,  ti guardo, mi guardi, nel tuo abito trasparente sei così bella, tutto ruota attorno a te.

Lei ad un certo punto segna la fine della cena in piedi

      Ora vi porto in una parte della casa che non avete ancora visto, spero che vi piaccia, noi ci abbiamo messo tanta cura a predisporla , seguitemi –

Scendiamo una scala in legno che porta nella parte interrata della casa, il legno rende calda l'atmosfera, le luci sono basse, soffuse, la rampa di scale è larga, ariosa, in  fondo un breve corridoio, tutto foderato di legno, una porta di legno massiccio ci attende, Lei la apre, Lui la segue, arriviamo anche noi preceduti da Carlo e Guido,  entriamo in una sala abbastanza ampia,  tre delle quattro pareti sono di legno, con divani ampi , quadri erotici alle pareti, anzi a guardar bene sono foto, molto esplicite ma molto belle, al centro della stanza un grande pouf, ma così grande da sembrare più un letto  ricoperto  da un grande lenzuolo di spugna nera spessa, accogliente, la terza parete è tutta di specchio e riflette la stanza, luci soffuse rendono il tutto caldo e invitante, in un angolo tra la parete di specchio e una delle pareti è ricavata una grande nicchia rivestita di marmo nero, una doccia adatta a più persone, con tre getti dal soffitto.

segue....

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