ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: incontri 
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by freesailman
Посмотрели: 701 раз Комментарии 2 Date: 09-01-2024 Язык:Language

INCONTRI

È un giorno piovoso, di quelli che ti mettono addosso strani pensieri e strane voglie, desideri di lasciare il tempo scorrere mentre sui vetri delle finestre l'acqua scorre disegnando tortuosi sentieri.
E tortuosi sono i pensieri mentre ti prepari, la mattina pur così uggiosa ti è propizia, sei leggermente eccitata, desiderosa di trasgressione, sai che lui ti aspetta e che oggi il giorno, anche se grigio, sarà luminoso, colorato dal piacere più intenso e folle che solo voi sapete regalarvi.
La doccia, la pelle liscia pronta per Lui, un paio di mutandine bianche di cotone, stavolta lo vuoi stupire, che ti danno l’aspetto di una ragazzina timida e incerta, ti guardi allo specchio e ciò che vedi ti piace, i tacchi delle scarpe sono un contrasto piacevole e inatteso con i calzini corti bianchi e con le mutandine da “vergine” pronta al sacrificio, il seno piccolo e i capezzoli già tesi rendono ancor più realistica l’immagine che vedi riflessa nel grande specchio.
Una gonna plissettata blu, che sapientemente hai fatto modificare facendo fare uno spacco molto alto, che si nota solo quando ti siedi lasciando la coscia scoperta, una camicetta bianca, seta, si posa sui tuoi seni e li esalta, ma solo se aprirai il pulloverino a “V” abbottonato sul davanti.
Si, decisamente ti piaci, sei “vergine” e porca allo stesso tempo, a Lui piacerai perché è così che ti vuole.
Vi trovate al solito posto, sali in macchina, Lui ti guarda ed un sorriso di maschio compiacimento si disegna sulle sue labbra, lo sfiori con un bacio, casto, come si addice ad una pura fanciulla, il desiderio è in te, e sai che anche in lui ribolle la voglia, ma quale voglia? Ogni volta qualcosa di nuovo di esaltante di osceno si impossessa di voi e vi trascina nel meraviglioso baratro del piacere più intenso, più estremo.
Vista la giornata uggiosa avete deciso di andare in hotel, un bell’hotel elegante dove trascorrere una giornata di trasgressione e amore.
Mentre la macchina silenziosa percorre la strada , e le gocce di pioggia rigano il parabrezza, hai lasciato che lo spacco si apra, ma senza rivelare le mutandine, lo sguardo di lui si posa sulla tua gamba nuda, come sempre non porti le calze, vede la tua bellezza, la pelle, i muscoli che in un movimento lento fai muovere esaltando la tua carne, il ginocchio, il polpaccio, il bianco calzino che contrasta con la scarpa con i tacchi e ti rende così perversamente “bimba cattiva” .
Le sue dita scorrono, non dove vorresti, ma dalla coscia al ginocchio, mentre parlate di tutto quello che è normale, invece, dentro, monta il desiderio, la curiosità, la voglia di “essere” ciò che in questi anni avete scoperto assieme.
La macchina svolta in un grande parco, prati verdi di pioggia, alberi che si alzano al cielo e segnano il percorso, aiuole di fiori colorati che nel grigio del giorno ti dicono: La vita è colore, gioia, natura selvaggia, abbandonati alla vita, cogli ogni essenza, sii tu stessa natura selvaggia!
Vi fermate, l’albergo è una costruzione imponente ma classica, il lusso evidente ma discreto, lui scende, apre l’ombrello e viene ad aprirti la portiera, lo attendi per scendere, scendendo fai in modo che ancora una volta veda la tua gamba, piacere per gli occhi, violenta emozione che serra lo stomaco.
Osservi ora come è vestito: pantaloni grigi, camicia azzurra, sotto una giacca blu , cravatta azzurra con fiorellini variopinti, piccoli, discreti, mocassini neri, è il tuo uomo ma sembra un tutore che accompagna la sua bimba protetta al primo giorno di scuola, chissà? Cosa ci sarà da imparare oggi?
Le formalità alla reception, il personale che vi guarda incuriosito, tu che orgogliosa e felice stai stretta al suo braccio, guardandoti intorno, noti la grande sala, i tappeti, le poltrone, i divani, i quadri alle pareti che mostrano paesaggi incantati, il grande arco in fondo alla sala che porta al salone del bar
Facciamo colazione? – dici
Certo piccina, era mia intenzione donarci il piacere di stare insieme in un ambiente caldo e ovattato –
Vi dirigete verso il salone e tu senti gli occhi dei presenti sul tuo sedere, su di voi, gli improbabili, e apposta ti stringi a lui camminando in modo che sotto il plissè il culo si muova esaltando la sua forma perfetta.
Vi sedete ad un tavolino tondo, lui ti fa sedere in modo che tu, il tuo spacco, siate rivolti verso la sala.
Ordinate la colazione, parlando di voi, di quanto l'amore e la complicità siano veri ed importanti e del piacere.
Ti guardi intorno, guardi le persone che come voi stanno facendo colazione, due coppie, una attempata, una molto giovane che tuba in un angolo, un uomo singolo che legge il quotidiano, tre uomini d’affari che discutono fra loro, forse di budget, forse di investimenti, uno di loro con la ventiquattro ore ai piedi della sedia, sono eleganti.
Arriva la colazione, nei bricchi d’argento il caffè, il latte, sulla piccola alzata di cristallo pasticcini, brioches.
Sei felice, ed affamata, lui ti serve, guardandoti, noti che il suo sguardo e luminoso e insinuante, che starà pensando? Come vorrà che tu sia?
Sai che ti vuole “libera”, aperta a tutto, e che vuole solo che tu sia felice, i modi però non sono sempre gli stessi, ti rivela un passo dopo l’altro l’essenza di ciò che sei e che vuoi e puoi essere.
La colazione procede lenta, la giornata e nostra, nulla può turbare il nostro essere “uno” in ogni momento in ogni occasione.
Parlando, infervorandoti in una discussione, distrattamente hai lasciato che la gonna scivolasse più del dovuto, la gamba dal lato della sala è esposta, la camicetta, hai slacciato i bottoni del pulloverino, aderisce al seno, e sotto la sottile e bianca seta i capezzoli, scuri risaltano vuoi per il colore vuoi per l’eccitazione che il loro strusciare sulla stoffa ti provoca.
Ti guardano gli altri commensali, lo noti, e ne sei felice, eccitata
Mi stanno guardando – mi dici
Lo vedo – rispondo – lascia che guardino, sei bella e molto attraente, fai venire voglia di violentare la “vergine“ che è in te, e di scatenare la oscena femmina che chi sa “capire” vede sotto questa apparenza.
Oggi voglio essere vergine da violare e puttana da godere, mi farai sentire così? – chiedi con una espressione da bambina viziata e con gli occhi che chiamano, ordinano, maschia sopraffazione, possesso.
Forse – dico – avrai tutto quello che chiedi – e rido sornione.
Dopo aver fatto colazione ti bacio piano, e alzandomi ti invito ad andare, cammini provocante, passando fra i tavoli, ti chiedi quale potrebbe essere il gioco o se invece solo io sarò il giocatore e il giocattolo dei tuoi piaceri.
Camminiamo verso gli ascensori, i tappeti folti attutiscono i passi e i tacchi trovando il terreno morbido fan si che il tuo culetto si muova in modo provocante, sei bella!
Arriviamo e chiamo l’ascensore, il legno che avvolge le pareti attutisce i rumori, un piccolo specchio riflette la piccola sala, mentre i numeri che indicano i piani calano, si uniscono a noi i tre uomini d’affari, li guardi, saluti, ti rispondono cortesemente, si crea quella atmosfera di imbarazzo, lieve, che spesso contraddistingue le attese e le salite in ascensore.
Alla fine le porte si aprono, legno, specchi, è abbastanza ampio per noi cinque, ti metti al centro, i tre uomini dietro di te, io al tuo fianco
Noi al quarto – dico – voi? –
Noi anche risponde quello proprio dietro di te.
Ti vedo un poco imbarazzata, ma i tuoi occhi dicono altro
Premo il pulsante, lento parte l’ascensore
Una mano ti tocca il sedere, mi guardi ridendo, e ti accorgi che non sono io, stupore … curiosità…ti giri, e loro si avventano su di te, sei avvolta da mani che ti toccano, non sollevano la gonna, bocche che cercano il tuo viso, corpi che si strusciano sul tuo, gli specchi della cabina ti rimandano la scena moltiplicata per mille, sei incredula, sorpresa, ma non ti abbandoni a loro, li fronteggi cercando di ribellarti in silenzio, mentre ti esplorano senza pudore, mentre ti baciano con lingue ruvide, stringendoti fra loro, sei prigioniera del tuo desiderio.
Mi guardi, chiedi con gli occhi: Sei stato tu a organizzare tutto questo?
Non rispondo, ti guardo mentre la domanda silenziosa sparisce dal tuo volto perché cancellata da un bacio umido, ruvido, maschio, mentre uno ti bacia un altro percorre il tuo corpo, il seno sotto la camicetta, e con dita possessive lo stringe, il terzo ti tocca il culo, come se fosse suo.
Sei travolta da questi pochi secondi, l’ascensore sta per arrivare, non una parola è stata detta, tutti si sistemano velocemente alla bell’e meglio, le porte si aprono, il corridoio è vuoto, libero, io vado verso la camera, il badge in mano, tu sei fra loro che ti prendono sottobraccio e quasi di peso ti portano verso me, o verso la camera e le loro voglie più oscene, sei vestita ma ti senti già nuda, lo sarai? O ti vorranno in altri modi per soddisfare ogni possibile e sozzo loro desiderio, per fare di te femmina senza confini, senza limiti, senza che tu possa negare loro ogni piacere, che sarà loro…ma anche tuo, perversamente tuo.
Apro la porta della suite, entro, ampia ed elegante, tappeti, mobili in stile, legno alle pareti, il grande letto a baldacchino rivela una sorpresa: uno specchio sovrasta il letto e ne riflette ogni angolo, te ne sei accorta e per un istante fremi…. Ti vedrai!
Il grande bagno ha una doccia che ci potrebbe accogliere tutti, è di marmo nero, i rubinetti dorati, grandi spugne bianche sono in un grande scaffale, saponi, profumi, olio, chissà come saranno usati
Un grande divano fronteggia il letto, pare messo li apposta per me, che assisterò al tuo “supplizio” e poi ne sarò partecipe, tende pesanti alle finestre ci isolano dal mondo, la stanza, mi sono informato prima, è totalmente isolata dall’esterno, non un rumore può uscirne. Potrai urlare, piacere possesso, “violenza” ,desiderio si srotoleranno lungo il giorno.
Si, ho organizzato tutto questo per te, i tre uomini d’affari sono in realtà tre maturi libertini che ho conosciuto per caso, con i quali ho parlato, descritto, chiesto e concordato ciò che vuoi…avrai…vorrai, saranno bestie, non dolore, ma possesso si, non segni, ma costrizione nel piacere, guardati intorno, tra poco sarai tu, vittima e padrona, tigre e schiava di un furore lungo e profondo, non limiti, ma totale e incondizionabile apertura, verrai “violentata”, l’inizio in ascensore solo un preludio alla sinfonia del piacere che darai….e avrai.
Mi siedo sul divano, dopo aver tolto la giacca, la cravatta e aperto la camicia, calze e mocassini, resto con i pantaloni, la camicia con qualche bottone aperto, piedi nudi, sono apparentemente rilassato, seduto comodo nella grande stanza, il grande letto a poca distanza, le lenzuola nere ancora lisce, predisposte per un sonno “normale” , cuscini che saranno o non saranno parte di ciò che avverrà, sei fra loro, dai loro volti traspare un desiderio diverso dall’uomo che ama, è la bestia uomo che si rivela, si monta, in tre sono “branco” e il branco si muove, possiede in modo “bestiale” non ha amore ma “libido” ed esigenze “turpi” .
Sei ancora vestita, ti avvicini a me sfuggendo al branco per poco, ti inginocchi di fronte a me, ti prendo il viso fra le mani, tenero amore nel nostro sguardo, infinita complicità.
Vuoi? – ti chiedo – sei ancora in tempo, una sola parola –
Voglio – rispondi con gli occhi infuocati di torbido desiderio, e così dicendo ti abbassi e mi baci i piedi, poi Sali e mi baci il petto, la dove la camicia lo lascia scoperto.
Li guardo, si sono svestiti rimanendo anche loro come me, pantaloni, camicia, non te ne sei accorta ma ti circondano formando un cerchio con me al vertice, il cerchio non ha vertici, ma io sono il vertice e così che deve essere, in silenzio il mio sguardo dice: è vostra!!
Sono alti, brizzolati, capelli cortissimi, spalle larghe, toraci depilati, corpi pronti al vizio che nulla concedono alla mollezza di un contatto, mani robuste e forse ruvide o delicate, le sentirai, sono già eccitati, si vede, tu no, tu stai guardando ancora me, uno ha occhi azzurri, uno verdi, uno castani, li riconoscerai così? O forse dalla violenza più o meno intensa? Non dal rispetto, quello non credo ci sarà, non ora, non per le lunghe ore che passeremo qui.
Uno ti prende per i capelli, ti fa alzare in piedi, la sua mano stringe e ti fa girare verso di lui, ora i tuoi sensi sono aperti, pronti, olfatto, vista, tatto, gusto, udito, sei pronta? La sua lingua entra nella tua bocca, ti invade senza incertezza mentre ti tiene un braccio dietro la schiena, forza nella stretta sul polso, cerchi di divincolarti, impossibile, mentre una mano sale sotto la tua gonna, polpaccio, l’incavo del ginocchio, la lingua cerca la tua, la mano sale, la coscia, ti stringe a se, mentre ti fa indietreggiare verso il divano dove sono seduto, la mano sposta le mutandine, ti stringe il culo in una morsa, sei fra i due e ti domandi: il terzo….dov’è il terzo? Con la coda dell’occhio lo vedi, è seduto sul divano non lontano da me, si è aperto i pantaloni, vedi il suo cazzo, grosso più che lungo, molto molto grosso, esce dalla patta aperta, le palle turgide e lo vedi che ti aspetta, chi ti sta violando con la lingua ti spinge verso di lui, la mano si insinua fra le tue gambe, tocca ed esclama:
È bagnata la porca, il mio dito scivola dentro meravigliosamente, forse il tuo cazzo farà fatica –
Cerchi di liberarti ma sono forti, sono in tre, ti strappano la gonna, cede il tessuto e vola per la stanza, ti guardo, sei meravigliosa con i tacchi i bianchi calzini corti, le mutandine da bimba, la camicetta.
Sei accanto a me pochi centimetri vedo il culo, le gambe, le mutandine che da una parte scoprono il culo scomposte, la camicetta aperta
Ti spinge all’indietro e arrivata fra le gambe aperte del “grosso “ senti le sue mani sul tuo culo sui tuoi fianchi , la lingua sempre nella tua bocca, la mano tocca i tuoi seni, ti tira a sé quello seduto al mio fianco, la sua erezione si avvicina alle tue mutandine, manca poco, lo fermo, sposto io le mutandine tirandole di lato, mi piace essere complice del tuo godere e di chi si impossesserà di te, e come la via si rivela uno strattone verso il basso ti porta ad essere impalata su quel grosso cazzo, un gemito…un urlo, soffocato, i suoi colpi iniziano, guardo affascinato come ti maneggiano, non hanno riguardi, e quelle che dovrebbero essere carezze sono ruvidi contatti, quello che ti stava baciando ti urla
Aprimi i pantaloni, troia, prendilo – è rosso di eccitazione, lo guardi mentre da dietro ti senti dilatata da quel mostro che scava in te, pensando a se stesso ma dandoti sensazioni intense, mi guardi, i tuoi occhi mi dicono il tuo coinvolgimento, sono qui piccina, ti rispondo con gli occhi, ma non li fermo.
Le tue mani eseguono l’ordine, incerte nei continui sobbalzi che il mostro ti impone, non ha cintura, apri il bottone, tiri la cerniera, e…non ha mutande, un poderoso cazzo eretto ti si para davanti, lo guardi a pochi centimetri dal tuo viso, lo prende e porta la cappella, scura, marron, grossa, sul tuo viso, quello che ti colpisce e il suo odore, intenso di bosco antico, di mare con acque ferme, non sai se ti piace ma non hai tempo di pensare, le sue mani ti turano il naso e come apri la bocca per respirare te lo mette in bocca, la cappella ti apre le labbra, la senti sulla lingua, sapore intenso cremoso, che ti riempie il palato, mentre lui prende la tua testa e affonda il cazzo nella tua gola, il conato ti fa stringere la figa e il mostro ride
Lo stringe la puttana – dice – riaffonda nella sua gola che mi piace
E subito esegue…..
Il terzo nel frattempo si è denudato e si avvicina a te, di fianco alle due bestie, lo vedi guardando per un istante, il suo cazzo teso è sottile, lungo, è magro lui, chissà perché Paolo lo ha invitato….ti domandi.
Allunghi una mano verso di me, la stringo, è tremante, stringi…e mentre le bestie si nutrono di te mi trasmetti il tuo primo orgasmo, sussultando sul “grosso” e leccando quel cazzo che sa di selvatico, di muschio.
Se ne accorgono e ridono, continuando con i loro movimenti a squassarti il corpo e l’anima, del magro, pensi, non ho ancora che sentito la mano….
Il tuo orgasmo si scatena, le tue urla e il tuo corpo che si muove, si offre, trema ai lunghi brividi del piacere non fa che eccitarli ancora di più, sono nudi e i loro cazzi tesi si incurvano lividi verso l’alto, le palle sono turgidi contenitori che guardi con timore e gioia, sai che prima o poi (speri molto poi in cuor tuo) svuoteranno in te o su di te, cosa preferisci?
In ogni modo sarai tu la causa, la femmina, la tigre, la schiava che li costringerà, uomini che pensano di possederti, ad omaggiare la tua oscena carica sensuale con il loro piacere che esterneranno, dopo ore, sborrando per te, in te, su di te….e sarai tu a goderne di più e con loro.
Ti prendono per le mani, il grosso e il lungo, e ti trascinano sul letto, stesa a pancia in su, ti abbandoni guardandoti nello specchio che ti riflette, sei bella il volto rosso per l’orgasmo appena giunto e ancora presente nella mente e nella carne, dalla valigetta spuntano quattro corde, legano i tuoi polsi agli angoli del letto, le braccia stese, le caviglie agli altri due angoli, sei aperta e ti guardi, il tuo corpo, ti piaci, loro pensano di averti imprigionata, in realtà sei tu che li stai stregando.
Mi sono spogliato e sono nudo, seduto sul letto, accanto a te, eccitato ti sfioro fra i seni, seguo la linea mediana del torace, l’ombelico, quell’incavo prima del monte, lo adoro.
Il mio toccare provoca dei tuoi movimenti che eccitano le bestie, il lungo ti posa il cazzo sul ventre, lo fa scorrere, lascia una bava lucida di umore sul tuo corpo abbronzato, il sottile ti mette il cazzo sul palmo di una mano legata, lo stringi, è sottile ma incredibilmente duro e senti il rilievo delle vene che lo gonfiano di sangue pulsante, chiudi le dita e le pulsazioni ti si trasmettono nel cervello.
Il grosso lo posa sul tuo viso, lo senti odora della tua figa e dei suoi umori, lo percorri con la lingua, ride
Si dai, asciugalo che poi lo ribagnerò nella tua bocca spalancata – dice
Ti fai lenta nel movimento, vuoi che il sapore non si perda ma resti sul quel cazzo.
Io ti masturbo piano, scopro il tuo clitoride, roseo e pulsante, lo cerco fra le pieghe della tua figa aprendola con le mie dita, sei calda, bagnata, odorosa di piacere, dalla valigetta spunta una bottiglietta di olio, i tre ti bagnano il corpo con il liquido lucido e le loro mani iniziano lenti circoli delle dita sulla tua pelle, le senti scorrere o artigliare, mentre oltre a massaggiarti si impegnano a infilarti la lingua in bocca talvolta assieme, lingue che tu incontri, assecondi…ingoi.
Il lungo si inginocchia fra le tue gambe, io le slego, le puoi muovere, aprire, alzare o chiudere per resistere.
Cerchi di chiuderle, ma lui è già in mezzo, il grosso si mette a cavallo dei tuoi seni, attraverso lo specchio li vedi, vedi il cazzo del grosso posato sotto il tuo mento e poi vedi il grosso fra le tue gambe, vedi me che osservo, che carezzo il tuo ventre, e poi mi vedi che prendo il cazzo del lungo e te lo struscio sulle labbra della figa umida e lucida di olio, apri le gambe, ti inarchi, vedi la mia mano trattenerlo, la cappella che prima avevi in bocca ora è per metà dentro di te, trattenuta da me, si lamenta la bestia
Lascia che la sfondi – dice – lascia che le arrivi nell’utero –
IL grosso te lo mette in bocca, è violata, aperta, la tua lingua spinta contro questa enorme cappella, nello specchio vedi….e nel corpo senti improvviso….l’ho liberato e un colpo del lungo in te ti apre e arriva improvviso e bestiale….non puoi urlare, ma i tuoi occhi dicono , sorpresa, piacere, le tue gambe si avvinghiano ai fianchi del lungo, e lo spronano, i tuoi talloni sui suoi reni lo battono facendogli accelerare e affondare in te, io ti guardo accanto al tuo viso, la tua bocca violata, il sottile ti tocca …ancora lui, con le sue mani su di te.
Le due bestie muovono in te con colpi sempre più rapidi, le tue mani si agitano legate, i tuoi occhi spalancati guardano in alto, sei doppia nel piacere tu che senti nella carne, tu che ti vedi abusata nel riflesso spietato.
Ti sleghiamo le mani, afferri il culo del grosso e lo muovi incitandolo ad affondare…poi lo allontani e gli lecchi la cappella, poi lo alzi e lo porti con le palle e il culo sul tuo viso, il cazzo è posato sulla tua fronte, la tua lingua lo lecca fra palle e culo…
Maledetta – urla il grosso così mi vuoi far venire, ma non è il momento, lecca il culo, leccaaaaa –
Esegui lentamente, il suo culo si apre e pulsa al tocco della tua lingua, lo bagni e poi, violenza per violenza, ci infili due dita, affondando con sadico piacere nella sua carne, lo senti bestemmiare mentre affondi, ma spinge verso di te, mentre il lungo ti apre e affonda a denti stretti nel tuo secondo orgasmo.
Si accasciano su di te mentre ti bacio leccandoti fra le gambe, succhiando i tuoi seni, i capezzoli….
Sei tramortita dal piacere e assecondi le mie mani che ti prendono per le spalle e ti girano, ora sei a pancia sotto….
Ora è mia – dice il sottile…ma lungo – prima la voglio lucida di olio –
e così dicendo ci invita a spalmare sul tuo corpo l’olio che ti rende lucida, scivolosa, brillante come una stella che sorge nella fievole luce del tramonto, la stanza è buia ora e solo una luce laterale illumina il letto, il tuo corpo, la pelle che sotto le nostre mani, le mie delicate, le loro impazienti e selvagge sulla tua pelle, assume sfumature di delicata brillantezza che contrasta con la forza e l’insolente desiderio che senti dalle mani che ti cospargono di olio e violano il tuo corpo, dita che ti forzano ad aprire le gambe, che scorrono all’interno delle cosce, che all’unisono si aprono la strada in te, le senti aprirti la figa, prendere le piccole labbra e divaricarle mentre un'altra mano si infila dentro, dita lunghe che ti stuprano con perversa gioia, alzi il culo, porca, e così facendo li inviti a osare ancora ti più, il tuo culo pulsa chiede, vuole, dita…per ora.
Le senti, senti le mani percorre le tue natiche rotonde e sode, sono tante, siamo tanti ad affollarci su di te, in una calca erotica, senti i nostri fiati ansimanti di desiderio, si nostri, anche io mi sono unito al branco, ne faccio parte, lo guido, nella caccia sfrenata del tuo piacere, del nostro osceno desiderio di possederti selvaggiamente, “contro natura” dicono quelli che non capiscono un cazzo! Ma tu sei natura, meravigliosa espressione, devastante provocatrice di folli desideri, di abbandoni indicibili, il tuo corpo, la tua mente, i tuoi occhi ci provocano, ci vuoi….ci avrai…oh si ci avrai!!
Ti massaggiamo, ti tocchiamo, sei corpo e provocazione, i cazzi si ergono contro la tua pelle, ed ecco….
Il sottile ti mette a pancia sotto, il grosso e il lungo tengono i tuoi fianchi alzando il culo, glielo porgono io sono accanto al tuo viso, ti bacio la nuca, senti le mani del sottile che ti ungono ancora il culo, è una crema fresca, profumata, abbondante, le dita la portano sulle tenere creste del buco del culo, poi piano dentro, le senti entrare mentre ti tengono in quella posizione, ti piace essere curata e preparata, anche se lo fanno con relativa violenza.
È in ginocchio fra le tue gambe aperte, sei offerta a lui, la tua schiena forma un arco meraviglioso verso il basso, il tuo viso è fra le mie cosce, il mio cazzo sfiora le tue guance, i due ti alzano il culo.
La sua cappella, stai guardando di traverso dallo specchio, si posa per un attimo sul buco del culo, la senti la vedi, spingi con il culo come ti ho insegnato, si apre, come un fiore che si apre alla rugiada del mattino, petali rosei che vogliono la vita, ed ecco….affonda senza incertezza, senza pietà, urli, non per dolore, ma per sorpresa e piacere, perché è entrato d’un colpo fino alle palle, lo senti nel ventre, nelle reni, ora è fermo
Ti dico – fai come ti ho insegnato –
Vedo il tuo corpo contrarsi e vedo il viso del sottile contrarsi in una smorfia di bestiale piacere, ti apri….ti chiudi, lo spingi e lo risucchi, e sul suo viso, rosso, devastato dal bestiale desiderio, i tuoi movimenti si riflettono, il tuo corpo è quanto di più eccitante un uomo possa vedere.
Il lungo freme, ti molla, ma tu resti con il culo in alto, e si infila sotto di te, il suo cazzo spaventosamente teso e gonfio è fra le cosce sotto le palle del sottile che ti accarezzano la figa mentre inizia a muoversi dentro di te.
Son li vicino, ancora una volta lo guido con la mano dentro la tua figa spalancata grondante umori lucenti, un colpo impaziente, mentre ti morde la spalla e affonda…. Tremi, urli, ti muovi scatenata e loro anche, guardarti è pazzia che gronda nell’anima, ti metto il cazzo in bocca, affondo nella tua gola, poi esco voglio vedere la tua lingua che lo pulisce, lo lecca, lo assapora, mentre il tuo corpo e il tuo cervello sono sconquassati dai due bestiali mostri che si nutrono della tua femminilità selvaggiamente, sei piena di loro, piacere che esplode ad ogni colpo, orgasmo continuo, ti mancano le forze, le ritrovi, convulsioni di piacere, brividi, mentre non li senti…li vivi, li fai tuoi, li assorbi nel tuo corpo e nella tua mente, non c’è che una meravigliosa fusione ed ogni movimento ogni affondo sono piacere, luce, oscurità, lampi, vento e calore, bosco odoroso e deserto infuocato, pazzia e dolcezza .
Svieni godendo…. Ti guardiamo, custode del tuo piacere ti tengo fra le braccia, ti amo…e penso, non è ancora finita, piccina mia.
Riemergi lentamente dal baratro di questo piacere devastante, hai gli occhi chiusi, sul grande letto siamo tutti e cinque, nudi, sudati, immersi in una fioca luce, senti di essere avvolta da corpi, sfiorata da mani, mentre il tuo corpo riaffiora la tua mente è ancora sconvolta da quanto è successo, sconvolgimento piacevole, intenso, eccitante, senti una bocca che ti sfiora il monte, una lingua che lo lambisce, non sono io, è il grosso che ti vuole ancora che ti vuol riportare all’estasi però prima ti vuole sveglia, presente, urlante!
La sua lingua sfiora il monte, liscio, meraviglioso, altre bocche, loro e mia ti baciano dolcemente, lingue sulla tua lingua, sei in un bozzolo di carne pulsante, il tuo corpo ritrova la tua mente, brividi lo risvegliano piano, allunghi le mani, ci tocchi, ci percorri, senti i muscoli, la pelle, senti i cazzi che si tendono al tuo tocco, le palle gonfie di desiderio, pensi a quando sborreranno per te, come? Dove? Quanto?
Ci baci, sei attraversata da dolci sensazioni, ogni parte del tuo corpo è nostra, ogni carezza, ogni bacio lo rendono vivo e pulsante di nuovo.
Devo fare pipi – dici – vado in bagno –
Ti alzi strisciando sui nostri corpi, ma ci alziamo anche noi, il tuo corpo è calamita, e noi il ferro attratto da te, sei arrossata, porti i segni dell’amore fatto, entriamo in bagno, il grande bagno di marmo nero, un grande specchio sovrasta il piano con i due lavandini, di fronte una grande doccia, alla parete uno di quei termosifoni fatti apposta per mettere gli asciugamani ad asciugare e scaldarsi poco più in là i servizi dove cerchi di arrivare, ma te lo impediamo, ti facciamo entrare nella doccia, il grosso si stende a terra
Voglio essere io il tuo cesso – dice – vieni a gambe larghe su di me e pisciami addosso, ti prego –
Il sottile e il lungo ti si affiancano e ti tengono come se fossi su una seggiolina, una mano sotto la coscia una sotto l’ascella, e ti mettono sopra di lui, sul torace e il viso, sei imbarazzata, ma eccitata, mi guardi, sorrido, in fondo l’hai già fatto con me.
È urgente la tua necessità e quindi non ti trattieni, circondata dai “tuoi” uomini dai libero sfogo e gli pisci addosso, il caldo e dorato liquido lo colpisce sul petto e poi ti spostano in modo che tu gli inondi il viso….quasi quasi lo invidio, da sotto ti vede a gambe aperte senza pudore onorarlo dei tuoi liquidi caldi.
Apre la bocca, e lascia che tutto gli scorra addosso…in adorazione.
Stai diventando padrona da schiava?
Io apro la doccia e faccio scorrere l’acqua calda, il getto scorre sui nostri corpi, rigenerante e sensuale, sei in piedi fra di noi, quattro corpi che non sanno starti lontani, sotto il caldo getto della doccia, fra i vapori che fanno pensare ad una brughiera fatata il tuo corpo e la tua mente si abbandonano, baci che si fanno dolci, carezze senza pudore che spargono sul tuo corpo il profumo di un sapone esotico, contatto totale mentre senti i tuoi seni contro di noi, le tue mani sul torace, sui fianchi, trovano l’eccitazione e la scorrono, viva e vitale, siamo quattro ma per te ora siamo uno solo, un uomo che ti ama e ti desidera ancora, godi di questi minuti, e la grande doccia, ad occhi chiusi, ti fa pensare ad una cascatella tropicale, la dove quattro selvaggi ti hanno sorpresa e ti proteggono con la loro vita, il loro destino è tuo, i tuoi attimi sono il regalo più prezioso che un uomo possa ricevere.
Sei ancora bagnata, esci dalla doccia, ci guardi, la schiava è sparita, emerge la tigre, o meglio, la mia lupa che tanto ho inseguito, prendi un grande accappatoio bianco di spugna e vai sul grande letto, lo stendi e su di lui posi il tuo corpo cosparso di calde gocce di acqua, perle esotiche che brillano sulla tua pelle, guardi in alto, ti vedi riflessa nel grande specchio, stesa a gambe schiuse, le braccia spalancate, i riflessi dell’acqua su di te, sul tuo ventre, sui tuoi seni.
Venite – dici – miei cuccioli, venite con le vostre bocche ad asciugare il mio corpo, voglio sentirvi leccare , succhiare ogni goccia, dovunque sia, lentamente
Ci stendiamo attorno a te, ci guardi nello specchio, e senti la tenerezza e il desiderio che baciando, leccando, succhiando, proviamo e ti facciamo provare, vedi nel riflesso le nostre schiene che formano i raggi di un sole del quale tu sei il centro, e le bocche sui tuoi seni, sui tuoi capezzoli, sul tuo ventre, nel delizioso incavo fra coscia e labbra schiuse provocano il calore che lento esplode in te e da te irradia in noi.
Ti abbandoni sospesa tra il guardare il riflesso del tuo piacere e il provare ad occhi chiusi le sensazioni che ti percorrono con piccole onde che increspano la tua pelle.
Sono piaceri sottili che , pur diversi dai precedenti, ti portano al desiderio, vuoi ricevere altro piacere, ma in modo diverso….
Ti abbiamo , con i nostri fiati, le nostre bocche, le nostre lingue e con la nostra dedizione, asciugata, sei calda ,pura, e questa purezza vuoi che sia il dono che farai a noi.
Inizi a toccarci, le tue mani trovano i nostri “sogni” , trovano in ognuno di noi il piacere, scorri , carezzi, ora anche la tua bocca si fa audace, si posa e possiede, guardo le tue mani far scorrere la pelle dei nostri cazzi tesi, guardo la tua bocca e la tua lingua impossessarsi lentamente di noi, assapori, bevi il cristallino sgorgare che annuncia il piacere , stringi la tensione, il tuo corpo e i tuoi occhi, soprattutto gli occhi, ci chiedono l’estremo omaggio.
Guadandoci ci dai l’esempio, piano lentamente inizi a masturbarti, stesa, schiudi le gambe, le tue dita cercano quei punti che le mie dita “sanno” di te, sei eccitante e guardandoci :
Voglio che lo facciate per me – dici – mostratemi quanto mi desiderate!
Inizio a masturbarmi per te, ti piace e l’esempio è contagioso, siamo attorno a te, che ti contorci e ti apri, esaltandoci , ogni tuo movimento trova eco nelle nostre mani che ora lente ora frenetiche scappellano o coprono la cappella lucida , la schiena si incurva, il tuo sedere scatena, i tuoi seni chiedono, è sempre più intenso il brivido che ci scuote, percorre, sempre più frenetica la sega che ci stiamo facendo per te, ci avviciniamo a te, ci solleciti, ci inciti.
Il grosso si avvicina al tuo seno, gli prendi i coglioni in mano senti fremere in lui il desiderio mentre inizia a spruzzare su di te la sua calda sborra, urli, la vuoi, lo aiuti e poi con la bocca succhi le ultime gocce facendolo tremare in dolcissime convulsioni.
Il lungo e il sottile stanno freneticamente masturbandosi sul tuo viso, si apre la tua bocca, sei oscena e meravigliosa mentre sborrano sul tuo viso ansimando in un ghigno di estremo piacere, pensano di violarti…sei tu che li possiedi.
Ti rifugi nuda e lorda di sborra tra le mie braccia, sento il tuo calore e il tuo desiderio, ti bacio , il nostro bacio senza pudore , mentre stringi il mio cazzo, mentre sento che lo vuoi dentro di te. Sali sul mio corpo sono sotto di te, le nostre gambe si incrociano, ti apri al mio desiderio , ti penetro lentamente, e così oltre alle nostre menti ora sono uniti i nostri corpi, è lento il nostro muoversi, non altro che la fusione più completa, è così, quasi senza muoverci, che in lente contrazioni del tuo corpo e pulsazioni del mio cazzo ci abbandoniamo al piacere, sei incollata a me , la calda sborra che ti copre ti rende legata a me, per sempre.





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