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by arnia2Посмотрели: 839 раз Комментарии 2 Date: 29-08-2022 Язык:
……spiandola spesso dalla propria finestra, distesa sul bordo della piscina presso la casa di quel grasso vicino di casa, aveva subito pensato non potesse trattarsi che di una professionsita di altissimo livello.
davvero sofisticata e molto attraente, con quel minuscolo lembo di perizoma, che ben poco d’altro lasciava all’immaginazione, due capezzoli che parevano ciliegine poggiate su una torta perfetta a forma di seno, rendevano l’idea che si trattasse di una rarità e di un sogno proibito.
se così non fosse stato una donna simile non avrebbe mai potuto accompagnarsi ad un individuo afflitto da una obesità così pronunciata dal potergli consentire una simile conquista se non in cambio di una tangibile contropartita.
del resto neppure lui stesso aveva mai immaginato di poter condividere con altrettanta facilità del tempo assieme ad una donna simile, recluso come la natura matriglia lo aveva obbligato nel goffo corpicino da nano in cui si ritrovava.
così rimase realmente stupito, apprendendo dalla viva voce di quel vicino, che si trattava di una amica d’infanzia, incontrata a distanza di moltissimo tempo, e che lui stesso era rimasto meravigliato scoprendo quanto, oltre ad essere estremamente disininibita, non fosse per nulla pregiudizievole nei confronti di chi, per sua stessa ammissione, non era certo da potersi considerare un atleta.
nonostante lei avesse già un compagno, ciò non le era stato di impedimento per riprendere quella frequentazione, rammentandosi divertita del tempo che fu, e nel quale avevano condiviso le prime esperienze adolescenziali, esplorandosi reciprocamente senza alcun freno inibitorio.
il ricordo di quei primari convegni amorosi, generati più che altro dalla curiosità che da una integrale passione erotica, avevano tuttavia consentito la riscoperta di molteplici affinità elettive, sino a sfociare in rivelazioni insospettabilmente audaci su quanto segretamente lei andava ora condividendo nell’intimità dell’alcova assieme al rispettivo compagno.
Tutto ciò aveva intensificato nell’ometto ancor più la voglia di spiare le palesi effusioni che il grasso vicino le rivolgeva, osservando come lei sorprendentemente ne corrispondesse i voluttuosi baci con altrettanto trasporto, tanto dal fargli aumentare il volume di ciò in cui la natura non aveva, almeno in quello, lesinato per dimensione rispetto a tutto il resto del suo misero corpicino, unico elemento che forse molti altri uomini gli avrebbero di sicuro invidiato ben oltre quell’aspetto assai goffo.
non fu la casualità a concedergli una formula per dare l’abbrivio ad un contatto ravvicinato con quella che per lui era da considerarsi come l’inarrivabile fantasia erotica che ne tormentava i pensieri, rendedoglieli torbidamente molto estremi e sfogabili unicamente attraverso la frenesia di solitarie manipolazioni.
ed allora non si ritrasse di certo quando venne sorprendentemente sollecitato dal proprio vicino ad unirsi a lui nel prendere parte all’incontro che aveva rivolto all’amica, senza ovviamente che gli fosse rivelato in anticipo quanto fossero le situazioni molto inusuali a stimolarne le passioni più recondite, ed alle quali difficilmente avrebbe saputo resistere, lasciandosi coinvolgere, come lei stessa gli aveva più volte confidato.
pur se da tempo ormai avvezza alle mire dell’amico, che sapeva essere un vero maiale, cosa che non dispiacendogli affatto, aveva anche permesso all’uomo di supplire abbondantemente alle ulteriori carenze fisiche del suo aspetto, tuttavia di sicuro non si sarebbe mai aspettata di trovare la presenza anche di un nanerottolo in quel giardino durante uno dei loro pruriginosi convegni amorosi.
solo nella mente contorta di un grandissimo porco poteva ricrearsi una fantasia così allucinante come quella di verificare se quel suo particolare vicino di casa potesse in qualche misura divenire l’ulteriore strumento per ampliare simili perversioni erotiche.
in ogni caso ora che si trovava li assieme a loro, e dopo i convenevoli delle presentazioni di rito, G. entrò in casa per tornare poco dopo indossando un costume da bagno che, nonostante fosse intero, non ne mortificava affatto le forme, amplificate dall’andatura, resa più flessuosa dai sandali con il vertiginoso tacco appuntito.
prendendo posto sulla sdraio a bordo piscina, quasi fosse del tutto incurante della nuova presenza, si srotolò il costume sino sui fianchi abbandonandosi alle carezze epidermiche del sole, ed offrendosi agli sguardi estasiati dell’ospite mentre si cospargeva i seni di oleosa crema protettiva.
a stento l’ometto riusciva a distogliere lo sguardo da quella sublimi protuberanze cercando di mantenere un decoroso contegno dialogando con il padrone di casa, che non perse l’occasione per far rilevare come l’amica avrebbe potuto essere ancor più disinibita se non avesse temuto di poter disturbare, con la propria integrale nudità, proprio colui che occupava la casa adiacente, con chiaro quanto subdolo riferimento a chi gli stava seduto di fronte.
interpretata l’affermazione come messaggio palesemente subliminale, il nanetto, con un sollecito diniego, ne trasse immediato profitto, osservando il padrone di casa raggiungere l’amica, nel frattempo distesa sul lettino abbronzante, e con immediatezza riferirle che la preoccupazione di infastidire il vicino si era rivelata del tutto inesistente, e con fare altrettanto repentino abbassarle il costume sino alle caviglie, sfilandoglielo completamente.
colta di sorpresa, da quella manovra così veloce, la donna si pose su un fianco, esponendosi ancor più con le terga ai libidinosi sguardi del nano, consentendogli di poter beneficiare visivamente della integrale forma che stimolava i commenti di moltissimi uomini anche quando era del tutto vestita.
ripresasi dal primario attimo di smarrimento si rigirò nuovamente esibendo un vellutato monte di venere accuratamente rasato sino a dove l’intimità si dischiude ad offrire quell’ambita fessura che conduce la dove tanti avrebbero desiderato apporre anche solo un fugace suggello.
quel frangente permise all’ometto di potersi gustare la paradisiaca rarità da lui sino ad allora solo immaginata, facendolo agonizzare al ricorrente pensiero di come avrebbe potuto essere disporne realmente, obbligandolo a masturbarsi, e spiandone dalla propria finestra le forme.
Superato l’attimo di ineludibile turbamento, e non senza aver redarguito l’amico, per averla posta in quella inusuale situazione di fronte ad un ospite incontrato per la prima volta, e ben consapevole che quell’azione scabrosa altro non era se non un occulto pretesto per verificare sino a che punto potersi spingere nel coinvolgimento del particolarissimo individuo, G. si voltò nuovamente su un fianco offrendosi ancor meglio alla visione palesemente lubrica che le veniva rivolta, non certo inconsapevole delle possibili evoluzioni che un simile atteggiamento avrebbero potuto generare.
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to be continued