Pomeriggio a casa di Marta
by Angel_FaceПосмотрели: 517 раз Комментарии 5 Date: 10-03-2022 Язык:
I miei sono racconti che partono da situazioni realmente accadute a cui, a volte, vengono aggiunti o modificati alcuni partilari.
Questo è così come è successo
Immerso nel traffico Francesco cercava di muoversi velocemente nella fila di auto mentre ripensava all’ultima telefonata di Marta, la sua amica ed excollega; tra di loro si era instaurato un rapporto di confidenza profonda e lui non aveva mai fatto mistero di essere attratto da quel suo corpo esile e ben fatto; da quelle gambe lunghe e magre che terminavano in un culo tondo e ben tornito. Molto spesso fra di loro scherzavano su questo argomento e sulle fantasie di Francesco che avevano Marta come protagonista.
Si erano visti nella pausa pranzo e lui le aveva fatto i complimenti per il suo abbigliamento, che vista la calda primavera era piuttosto leggero. Poi una volta rientrato in ufficio ricevette un sms “Ma sei io ti invitassi a casa mia, ad esempio oggi pomeriggio,e ti aspettassi vestita come mi hai visto oggi cosa mi faresti?”.
Francesco sorrise e rispose a tono ed in modo dettagliato. Non era la prima volta che si scambiavano quel genere di messaggi ma la risposta che lui ricevette quel giorno lo sconvolse:“Ti aspetto a casa mia alle 16. NON STO SCHERZANDO”.
Rimase interdetto; Marta non era mai stata così esplicita e per contro era una donna che quando diceva una cosa non se la rimangiava. Fu così che decise di chiamarla
“Dici sul serio o mi stai prendendo per il culo?”
“Mai stata più seria in vita mia. Io sto uscendo, ci vediamo a casa mia”
Francesco bofonchiò un semplice “Ok!”
Inventando una scusa con i colleghi uscì dall’ufficio, prese la macchina e si diresse verso casa di Marta.
Era sicuro che lei lo avrebbe accolto con una sonora risata per come lui era caduto nello scherzo. Ma una parte di lui pensava che, forse, stava per realizzarsi un sogno; quella donna che lo eccitava con la sua andatura, quella donna che aveva sognato tante volte in situazioni altamente erotiche, gli aveva chiesto di andare a casa sua per “leccarti la fica fino a farti godere!”, così lui aveva risposto alla sua domanda.
Suonò il campanello, salì la corta rampa di scale che portava all’ascensore ed incontrò una coppia di anziani ed il loro parlare del tempo, del primo caldo improvviso, lo aiutò a non pensare a quanto sarebbe successo di li a poco e a smorzare l’ansia.
Arrivò al piano e trovò la porta dell’appartamento di Marta socchiusa, bussò ed entrò. Chiuse la porta dietro di lui e girandosi alla sua destra la vide. “Era così che mi volevi?”. Era esattamente come lui le aveva detto nell’sms: il vestito nero aderente che indossava al pranzo, gli stivali con il tacco a spillo, appoggiata con mani e faccia al muro al fondo del corridoio in modo che il culo sporgesse all’infuori. Francesco deglutì a fatica come se avesse dovuto inghiottire un grosso boccone di pane. Si incamminò in silenzio verso di lei; era l’ennesimo sogno? No tutto era troppo preciso e dettagliato per essere una scena onirica, eppure Marta era lì come lui la desiderava. Arrivò vicino a lei; le accarezzò le braccia salendo dalle mani verso le spalle; “Cazzo non è un sogno è vera!” pensò Francesco.
Si appoggiò, e lei sentendo la marcata erezione premere contro i sui glutei, lo accolse con un leggero movimento dei fianchi. Tante volte Francesco aveva provato a fare tabula rasa dei suoi pensieri ed avere la testa vuota ma non ci era mai riuscito; in quel momento non un pensiero transitava fra i suoi neuroni celebrali, era come se il tempo fosse sospeso; le scostò i capelli e la baciò sul collo mentre lei continuava il lento movimento di bacino.
“Mi sta’ scoppiando”
“Lo sento, è durissimo”
Le mani di lui erano passate sul seno e poi erano scese a sollevare il vestito e ad accarezzare le morbide cosce; le mordicchiò il lobo dell’orecchio, scese sulle spalle “ora ti faccio quello che ti ho promesso” le disse. Si abbassò dietro di lei, sollevò il vestito fino alla vita e per un attimo rimase ad ammirare quel culo. Un perizoma nero con un fiorellino rosso in centro lo rendeva ancora più perfetto.
“Stupendo!!” esclamò Francesco; e subito dopo avvicinò la sua bocca ai glutei ed iniziò a baciarli con delicatezza. Muovendosi su tutto il culo baciava, leccava, succhiava ogni centimetro di pelle di quell’oggetto del suo desiderio mentre con le mani accarezza le cosce. Leccò e baciò la parte alta delle cosce mentre Marta continuava a muovere i fianchi come a cercare di indicare dove voleva sentire i suoi baci.
Scostò la bocca ed appoggiò la mani sui glutei; li accarezzò, poi con i polpastrelli sollevò la stringa del perizoma ed infilò la punta della lingua nel solco divisorio dei due pomi; percepì chiaramente un brivido sulla pelle di Marta che lentamente inarcò ancora di più la schiena. La lingua raggiunse il piccolo orifizio posteriore saettò intorno al bordo e la punta si insinuò delicatamente e brevemente al suo interno; con le mani intanto muoveva il leggero lembo di tessuto in modo che questo solleticasse le labbra della vagina ed il clitoride.
Era metà pomeriggio, i vicini dovevano essere al lavoro e nella casa regnava un assoluto silenzio interrotto solo dai loro sospiri; quello che emise Marta quando Francesco avvicinò la punta della lingua alle grandi labbra fu particolarmente forte ed intenso. Francesco capì che tutto ciò che fece da quel momento in avanti era di particolare gradimento per la sua amica perché Marta aveva cominciato ad ansimare e a mugolare senza soluzione di continuità. Francesco si girò in modo da avere la figa di Marta esattamente sopra la propria bocca, infilò la lingua dentro e la mosse in un giro vorticoso, poi la leccò per tutta la lunghezza per poi alternare dei piccoli colpetti con la punta.
Sentì, dal peso su di se, che le gambe di Marta cominciavano a cedere; lentamente la attirò verso di se mentre andava a distendersi per terra, fino a che non fu con la schiena completamente sul pavimento e Marta a cavalcioni sopra la sua faccia. Da quella posizione Francesco aveva modo di leccarla in profondità e di vedere le smorfie di piacere che si dipingevano sul viso della donna. Ora era lei che dettava i tempi; era lei che si muoveva sulla lingua del suo amico in modo da farsi toccare in ogni punto sensibile. Spesso Francesco le aveva confidato quanto gli piacesse dare piacere ad una donna con l’uso della lingua e di come le donne gli confermavano quanto lui fosse bravo in quella particolare abilità; Marta aveva sempre pensato che lui “gonfiasse” un po’ il risultato del sondaggio, ma in quel momento si stava ricredendo: il suo amico Francesco sapeva usare la lingua davvero molto bene; riusciva ad alternare i movimenti e la velocità, e questo le stava regalando dei momenti di godimento incredibile.
Francesco rimase piacevolmente sorpreso quando lei si sollevò da lui ed iniziò a slacciargli la cintura dei pantaloni; fino a quel momento si era verificato, con qualche variante, quanto lui aveva “promesso” nel suo sms, ora invece era lei a prendere l’iniziativa. Marta slacciò i jeans e vide l’eccitazione di Francesco attraverso il rigonfio che i boxer faticavano a contenere;quando fece scendere l’elastico Marta ebbe la seconda piacevole sorpresa e la conferma che il suo amico non era un contapalle. Si ricordò di quando alle pause caffè i loro colleghi scherzavano, in modo velato e con doppi sensi, sulle dimensioni del cazzo di Francesco; qualche dubbio in lei era rimasto anche se non era lui a vantarsi delle dimensioni. Ora quello che vedeva davanti ai suoi occhi era uno dei più grossi che lei avesse mai visto; lungo oltre la media sicuramente ma la peculiarità era la circonferenza.
Marta lo fissò negli occhi, si chinò e prima di allungare la lingua su quella cappella invitante disse “E’ proprio grosso! Non né ho mai visti così!”. La frase inorgoglì Francesco; quella strana reazione che prende i maschi quando ricevono degli apprezzamenti sulla loro sessualità, si tradusse in ulteriore vigore sul suo organo sessuale che quasi pulsò nella stretta della mano di Marta. Fece fatica ad accoglierlo tutto in bocca così iniziò a leccarlo per tutta la lunghezza, a giocare con la punta della lingua sul glande strappandogli dei mugolii di godimento; quando poi fu ben lubrificato lo infilò in bocca e riuscì ad accoglierlo per una buona metà; ed iniziò un lento su e giù che produsse un effetto notevole sul suo amico. Francesco cominciò a sospirare alternando frasi sconnesse, incitazioni a continuare, parole forse irripetibili che però eccitarono ulteriormente Marta.
La invitava ad ingoiarlo tutto a dimostrargli quanto fosse una “gran succhiacazzi” e poi prese lui stesso a muoversi quasi come se la stesse scopando in bocca; quel trattamento la eccitò ulteriormente e Marta decise di stare al gioco verbale che il suo amico aveva iniziato, rispondendo a tono con frasi volgari che la eccitavano e che, da come reagiva, avevano il medesimo effetto su Francesco. Sentiva che il suo cazzo si ingrossava ancora nella sua bocca e diventava ancora più duro. Si staccò da lui e alzandosi lo portò nella camera di fronte ad uno specchio che occupava una parte di parete; si appoggiò con le mani alla cornice e riprese la posizione che aveva quando Francesco era entrato nella sua casa.
Guardando il suo amico attraverso il riflesso dello specchio gli disse “Scopami!”. La voce, intensa e sensuale, con sui pronunciò quell’ordine giunse alle orecchie del suo amico come il suadente canto delle sirene; Francesco si avvicinò a lei tenendo il suo cazzo per la base ed iniziò a strofinare la punta all’ingresso della fica; un gesto che provocò in Marta un brivido; anche lei si spinse lentamente verso di lui come ad offrirsi “gestualmente” oltre che verbalmente all’atto che si stava andando a consumare. Francesco entrò in lei lentamente, ma centimetro dopo centimetro arrivò fino al fondo; lo lasciò li fermo e prese a muoversi in tondo come a descrivere un cerchio; lo stesso fece lei e la camera fu colma dei loro sospiri di piacere.
Quando Francesco lo tolse Marta si sentì vuota; ma subito riprese a godere perché il suo amico iniziò un trattamento che ebbe su di lei un effetto particolare. Francesco impugnò nuovamente il fallo alla base e, approfittando della lubrificazione dovuta alla precedente penetrazione, lo infilò tutto fino in fondo, lo tolse e lo rinfilo; e così via per diverse volte. Questa azione sconvolse i sensi di Marta; si sentiva “aperta” come non mai e dopo l’ennesima intrusione venne travolta dall’orgasmo. Allo specchio Francesco vide il volto di Marta attraversato dagli spasmi del godimento; sentì il suo mugolio; ascoltò le sue parole che lo incitavano a continuare, “sbattimi ancora….dai… ti prego; si dai….vienimi dentro!!”. A quell’invito Francesco non riuscì più a reggere; rimase dentro di lei, la prese per i fianchi ed inizio un movimento continuo e progressivo fino a quando anche lui non scoppiò nel suo orgasmo.
Quando uscì da casa di Marta, salì in auto e chiamò al telefono un suo amico “Ciao Claudio dimmi per favore che giorno è oggi e che ore sono?” e finalmente ebbe la conferma di non aver vissuto in un sogno!