ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Un sogno diventa realtà. Seconda parte. 
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Un sogno diventa realtà. Seconda parte.


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Un sogno diventa realtà. Seconda parte.

by pennabianca
Посмотрели: 380 раз Комментарии 4 Date: 21-02-2022 Язык:Language

Lei torna vicino ai tavoli e si mette a raccogliere le nostre cose, essendo quasi ora di tornare, mentre io e lui, a turno, entriamo in macchina e ci liberiamo del costume bagnato, indossando di nuovo i nostri bermuda e maglietta. Mentre io e Bruno siamo soli, gli chiedo di raccontarmi la sua esperienza vissuta con sua moglie.
«È avvenuto casualmente. Come ricorderai, lei mi aiutava nella gestione della macelleria ed io, da tempo, avevo notato che mi piaceva molto quando vedevo qualche cliente ammirare le sue splendide forme, o fare qualche complimento o qualche velata proposta, quando sembrava che io non potessi sentire. Lei, in genere, li bloccava sul nascere e, in maniera sempre seria, lasciava intendere che non amava quelle avances. Poi, tre anni prima della sua morte, una sera che eravamo usciti a cena, siamo entrati in quel piccolo ristorante che c’è su in centro, quello che sta immediatamente dietro il Duomo. Quella sera Lucia era meravigliosa. Indossava un abito leggero che le modellava il corpo in maniera davvero sexy e provocante. Il suo seno era praticamente in bella mostra e le sue cosce, velate da calze sottili, erano quanto di più bello si potesse ammirare. Le sue labbra, ricoperte di rosso, erano un invito al bacio da parte di chiunque le stesse osservando. Appena entrati, ci siamo diretti al nostro tavolo e, per fare questo, abbiamo attraversato la piccola sala, dove vi erano solo una decina di tavoli. Il suo passaggio, il suo incedere sinuoso ed elegante, ha suscitato l’ammirazione dei presenti ed io, in quel momento, mi son sentito più che orgoglioso e veramente eccitato, per il fatto che tante persone stavano ammirando mia moglie. In quel momento, ho avuto una forte erezione che ho potuto mascherare solo sedendomi al tavolo. Appena seduti, si è avvicinato a noi il proprietario. Un uomo alto, sulla sessantina, completamente calvo, dallo sguardo carico di desiderio, che ha indugiato, per alcuni istanti, sul corpo di Lucia e poi, quasi ignorando la mia presenza, le si è rivolto, chiedendo cosa poteva servire a quella splendida signora. Dopo aver fatto le ordinazioni, è stato lui stesso a portare al tavolo le nostre pietanze e, per tutta la durata della cena, è stato sempre vicino a noi, continuando ad ammirare Lucia, che si sentiva notevolmente lusingata da tante attenzioni. Ero in uno stato confusionale incredibile, perché la cosa mi stava eccitando in maniera così forte che, ad un certo punto, ho deciso di alzarmi e di andare in bagno, perché dovevo masturbarmi: mi faceva male il cazzo, da quanto era in tiro. Appena giunto in bagno, mi sono toccato l’uccello e, immediatamente, un'abbondante sborrata è schizzata in ogni dove. Sono rimasto per un istante senza fiato per la forte eccitazione provata, ma, soprattutto, avevo ancora il cazzo in tiro, al pensiero che avevo lasciato mia moglie da sola, esposta alle attenzioni di quel porco, che per tutta la serata non aveva fatto altro che mangiarsela con gli occhi. Solo l’idea di loro due soli, mi faceva sentire l’uccello ancora in tiro e, dopo essermi dato una rinfrescata, sono uscito e, dal mio punto di vista, ho potuto ammirare che lui era seduto al mio posto e parlava e rideva con lei. Quando sono giunto di nuovo al tavolo, lui, alzatosi in piedi, si è rivolto a me per la prima volta, avendomi ignorato per tutto il resto della serata.
«La sua splendida signora mi ha detto che voi avete una rinomata macelleria e, poiché necessito, per il mio locale, di carne fresca tutti i giorni, vorrei passare da voi per verificare se la qualità della vostra carne rientra nei miei standard e, quindi, divenire vostro cliente.»
Inutile che stia a raccontarti il seguito della serata. Non ci ha fatto nemmeno pagare il conto e, una volta giunti a casa, ho scopato Lucia con una furia tale che lei stessa è rimasta stupita dalla passione esternata. Dopo averla fatta godere tantissimo ed esser venuto dentro di lei, siamo rimasti a lungo abbracciati. Nel silenzio della nostra camera, lei mi ha chiesto se la mia eccitazione era stata provocata dai complimenti che Pietro, il proprietario del ristorante, le aveva fatto. Dopo un lungo istante ed una profonda riflessione, le ho confidato tutte le mie impressioni, le mie sensazioni, insomma tutto ciò che avevo provato nel vederla corteggiata da un altro. Anche lei mi ha confessato di essersi, per la prima volta, sentita lusingata dalle attenzioni di quell’uomo, che l’aveva colpita per il suo carisma, la forte personalità e determinazione, al punto da riuscire ad intrigarla. Entrambi abbiamo convenuto che, sicuramente, lui non si sarebbe fermato ai soli complimenti e, infatti, il giorno dopo la fatidica cena, Pietro si è presentato nel negozio ed ha voluto vedere quali erano i migliori tagli di carne che avevo in laboratorio. Io ero impegnato con una cliente e, dopo aver dato un’occhiata d’intesa a Lucia, l’ho pregata di accompagnarlo nel retrobottega, dove vi era sia la cella frigorifera, che il mio laboratorio. Ero eccitato al massimo al solo pensiero di loro due da soli dentro quel locale, fuori dalla mia vista. Appena uscita la cliente, ho chiuso la porta del negozio e sono entrato nel laboratorio; lo spettacolo che mi sono trovato davanti, era esattamente quello che stavo immaginando: lui in piedi, con il cazzo di fuori e lei, inginocchiata davanti a lui, che glielo succhiava con ingordigia. Il mio sopraggiungere non ha per niente interrotto quello che lei gli stava facendo, anzi, lui, con un gesto della mano, mi ha invitato ad avvicinarmi.
«Fantastica! Questa donna è veramente strabiliante! Ho desiderato il suo corpo dal primo istante che l'ho vista ed ora me lo sta succhiando in maniera divina.»
Ho aperto il mio grembiule e, tirato fuori il mio cazzo durissimo, ho iniziato a segarmi lentamente, mentre osservavo quella scena sconvolgente: non avrei mai potuto immaginare che fosse possibile quanto ora si svolgeva sotto i miei occhi; eppure, a vederla realizzata nei fatti, mi stava veramente facendo impazzire di piacere. Lui le teneva una mano sulla testa e, con un movimento lento, le dettava il ritmo della pompa. Spingeva il suo cazzo tutto dentro la bocca di Lucia, che lo ingoiava e restava, per qualche istante, con quel membro ben piantato nella gola. Pietro non aveva una super dotazione, anzi direi che, quanto a dimensioni, il suo era, forse, più spesso del mio, ma, sicuramente, meno lungo e, ciononostante, sembrava far impazzire mia moglie, che se lo gustava in bocca con grande impegno. Poi, ad un tratto, l'ha fatta sollevare, si è abbassato e, con un semplice gesto, le ha sfilato le mutandine, poi, con una mano, le ha accarezzato le cosce e, una volta giunto alla fica, ha iniziato a masturbarla. Lei si contorceva dal piacere che stava provando.
«Meraviglioso! Questa troia è già bagnata fradicia!»
Ad un tratto, ho visto sul volto di Lucia una smorfia di piacere: stava godendo! Un orgasmo improvviso la stava facendo tremare tutta. Lui ha continuato ancora un po’ a masturbarla, poi, ad un tratto, l'ha fatta girare e appoggiare al tavolo posto dietro di lei; le ha sollevato la gonna sulla schiena e, con una mano, le ha avvicinato la punta del cazzo fra le labbra fradice della fica; poi, dopo averle fatto divaricare le gambe, con un affondo deciso, le è entrato tutto dentro, fin in fondo. Ho visto Lucia inarcare la schiena, voltarsi verso di me e spalancare la bocca senza emettere alcun grido, ma anzi un sospiro di soddisfazione; poi ebbe ad abbassare la testa in avanti e, con lui che la teneva stretta per i fianchi, la vidi aggrapparsi con le mani ai lati del tavolo, per reggere l’impeto della monta cui era sottoposta. Ad ogni affondo, vedevo il suo corpo letteralmente sollevato da terra; lui la pompava con forza, ma con una cadenza non troppo veloce, dandole modo di assaporare sia il piacere di sentirsi riempita, che quello di sentire un membro diverso dal mio entrare dentro di lei. Ero immobile, come inebetito a quella scena altamente erotica che, in maniera così repentina, aveva stravolto il nostro rapporto; mi sentivo travolto da un misto di dolore/piacere, gelosia/orgoglio, nel vedere la mia donna montata come una vacca. Lui la scopava con un vigore inaudito e le assestava delle sonore sculacciate sulle candide chiappe. Dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi ha guardato e, con tono deciso, mi ha intimato un ordine preciso.
«Avvicinati! Sdraiati in mezzo alle nostre gambe, così potrai assistere in posizione privilegiata, come monto questa splendida vacca. È meravigliosa! La sua fica stretta mi sta facendo impazzire; il piacere che sento scorrere lungo il suo corpo, mi eccita ancor di più. Sdraiati sotto e apri bene la bocca, perché le voglio inondare l’utero con il mio sperma, per poi vederlo colare dalla sua fica nella tua bocca.»
Credimi, amico mio, a sentire quelle parole, sono rimasto letteralmente sconvolto. Ero stordito, inerme, incapace anche di visualizzare mentalmente ciò che mi stava chiedendo. Come un automa, mi sono disteso sotto di loro ed ho infilato la testa fra le loro cosce. Effettivamente aveva ragione lui; vedere quel membro che entrava e usciva, slabbrando la fica di mia moglie, era uno spettacolo da infarto! Mi faceva impazzire vederla posseduta con forza e sentirla gemere di piacere, nel sentirsi posseduta da quel maschio taurino; il tutto era qualcosa che sconvolgeva la mia mente. Ad un tratto, lui ha iniziato a pomparla più velocemente, per poi rimanere immobile con metà membro piantato dentro di lei. Ho visto delle contrazioni percorrere tutta l’asta, indice che le stava inoculando in fica tutta la sua sborra. Ammetto che, in quel momento, dentro di me, ho provato un forte brivido di paura: me la stava ingravidando?! Non ricordavo se Lucia aveva ricominciato a far uso di anticoncezionali, dopo che, una volta l’anno, per un mese, sospendeva la pillola. Questo brivido di paura, che avrebbe dovuto far inorridire la mia mente, in realtà mi ebbe a procurare un piacere simile a un orgasmo molto forte, intenso, al punto tale da realizzare che, anche se fosse stata ingravidata, non me ne sarei preoccupato più di tanto. Per un lungo istante, lui è rimasto immobile dentro di lei, poi si è abbassato e le ha sussurrato qualcosa che non ho capito, ma, appena si è sfilato, è stato ben chiaro ciò che le aveva ordinato: si doveva girare e far combaciare la fica con la mia bocca, in modo che il suo seme sarebbe sgorgato dal suo ventre per finire direttamente nella mia bocca. Lei ha puntualmente eseguito e, dentro di me, ero quasi inorridito all’idea di dover leccare la sborra di un altro uomo, però, nello stesso tempo, quando ha sentito quella crema bianca riempire la mia bocca ed assaggiare quel sapore dolciastro, ogni dubbio è scomparso ed ho iniziato a leccare e succhiare il sesso di mia moglie per raccogliere ogni singola goccia. Lei, intanto, si prendeva cura di quel cazzo che l’aveva fatta godere moltissimo, e lo stava leccando e ripulendo, mentre lui, compiaciuto, le esternava tutto il suo piacere.
«Magnifica! Mi stai leccando in una maniera sublime! Sei una meravigliosa succhiacazzi! Una vacca straordinaria!»
Poi, quando lei ha lucidato perfettamente quel membro che ora stava perdendo consistenza, mentre io continuavo imperterrito a dissetarmi a quella fonte, lui, dalla tasca ha estratto un piccolo foglietto e, appoggiatolo sul tavolo, ha dettato le sue condizioni.
«Qui c’è l’ordinativo della carne che voglio per il mio ristorante da cucinare questa sera: l'aspetto per le 18:00; manda lei.»
Poi, senza aggiungere altro, se n’è andò e lei, lentamente, si è sollevata dalla mia faccia e, appoggiatasi al tavolo, teneva la testa bassa, con l’aria un po’ mesta. Io mi sono alzato e l’ho guardata dritta in faccia, mentre lei cercava di sfuggire al mio sguardo inquisitorio.
«Perdonami! Non riesco a capire cosa mi sia successo! Non sono riuscita a resistere alla sua forte personalità e, quando mi ha baciato e messo le mani fra le cosce, non ho capito più niente. Mi sono abbassata ed il resto lo hai visto. Sono dispiaciuta perché ti ho, indegnamente, tradito e, se per questo non mi vuoi più, posso anche andarmene via.»
L’ho guardata dritta negli occhi e lei, in silenzio, aspettava la mia risposta, che è arrivata in maniera del tutto inattesa. Senza dir niente, l’ho sollevata di peso e l'ho messa seduta sul tavolo; le ho allargato le cosce ed ho appoggiato il mio cazzo su quella fica ancora fradicia dei suoi umori e della sborra che continuava a colare e, con un affondo deciso, le sono entrato tutto dentro ed ho cominciato a scoparla come un pazzo, mentre lei mi guardava con occhi carichi di lacrime di gioia, mentre io la scopavo sempre più forte.
«Ti amo! Non mi hai tradito! Non so come spiegartelo, ma era una cosa che, dentro di me, desideravo da tempo. Lo so che sono un pazzo, ma ti amo, e vederti godere fra le sue braccia, mi ha reso ancor più schiavo del mio amore per te; sono certamente impazzito di gioia, quando ti ho visto godere. Ho solo titubato quando lui ti è venuto dentro, pensando che poteva ingravidarti.»
Ero così eccitato, che mi sono bastati pochi colpi per riversare nel suo ventre tutto il mio piacere, intanto che lei, stringendomi con le gambe annodate dietro la schiena, mi ha impedito di uscir da lei.
«Amore mio, pazzo, non sono incinta; hai dimenticato che già da una settimana ho ricominciato a prendere la pillola! In ogni caso, non avevo, in quel momento, pensato a questa eventualità ed ora che mi ci fai pensare, avverto un brivido lungo la schiena che non so spiegare se di piacere o di paura, ma sicuramente sconvolge tutta me stessa.»
Puntuale, all’ora stabilita, lei è andata a consegnare la carne ordinata e lui l’ha scopata di nuovo, sulla scrivania del suo ufficio. Quando è tornata, dopo un’ora, stavo servendo dei clienti e, quando l’ha vista ritornare in negozio, aveva un aspetto radioso e quella sera, a letto, abbiamo di nuovo scopato. Da quel giorno, per tre anni, lui è diventato l'amante fisso di mia moglie. Era una persona molto educata, gentile, che la riempiva di mille attenzioni e, anche se la scopava ripetutamente, non mi ha mai estromesso dal piacere di godere con mia moglie. Anzi, spesso e volentieri, chiedeva la mia partecipazione, per aumentare ancor di più il suo piacere. Ripetutamente l'abbiamo posseduta anche in doppia e lei sembrava diventata ancor più bella e radiosa. Abbiamo anche fatto delle vacanze insieme e, in quelle occasioni, erano loro la coppia, mentre io assumevo il ruolo di singolo. In certe particolari occasioni, lui era libero di gestire Lucia a suo piacimento e, credimi, le ha fatto vivere delle esperienze meravigliose. Le ha insegnato a star nuda su delle spiagge, dove era permesso farlo, ad esibirsi, ad indossare indumenti molto succinti che nulla lasciavano all’immaginazione e io, che li osservavo a debita distanza, era fiero ed orgoglioso che quella splendida femmina era mia moglie e poi, la sera, organizzavano di andare in locali, dove lui la faceva scopare da altri uomini. In ogni caso, lei era felice e anch’io ero contento nel vederla così soddisfatta in questa nuova condizione. Poi, al ritorno dalle vacanze, lei ritornava ad essere la moglie tranquilla che tutti conoscevate e, solo una volta, proprio tua moglie, è stata lì per scoprire che, fra lei e Pietro, vi era una tresca. Infatti, una delle tante volte in cui Pietro veniva al mattino ad ordinare la carne, per poi ritirarsi con lei nel laboratorio per scoparla, è entrata tua moglie e, mentre la servivo, cercavo di far quanto più rumore possibile, per coprire i gemiti di piacere che provenivano da oltre la porta, dietro di me. Quando è uscita, ho notato che ha indugiato ancora un po’, prima di allontanarsi dal negozio, e non son sicuro che non abbia visto Pietro uscire dal negozio subito dopo. In ogni caso, non ne ha mai fatto menzione con Lucia e nemmeno con me. Sono stati tre anni meravigliosi e, quando lei è morta, anche lui ne ha sofferto tantissimo e credo che tu te lo ricordi bene, perché al funerale era al mio fianco ed era straziato dal dolore, come me. Dopo la sua morte, Pietro veniva ogni giorno in negozio e, mentre parlavamo di lei, ebbe a confessarmi che si era veramente innamorato di Lucia, ma, conoscendo la sua spontaneità, non avrebbe mai fatto nulla per portarla via da me, in quanto era fortemente convinto che l’amore che lei nutriva per me, era qualcosa di diverso dal piacere del sesso che provava con lui. Anche con lui il destino è stato cattivo. Ricorderai quella rapina andata male all’ufficio postale, dove lui fu ucciso, con un colpo al cuore, proprio mentre stava entrando ed i banditi uscivano.»
Guardo il mio amico ed i suoi occhi sono carichi di lacrime, ma la voce di mia moglie che ci chiama per raccogliere le nostre cose, ci fa interrompere il discorso ed insieme la raggiungiamo. Anche gli altri stanno raccogliendo ciascuno le proprie cose, perché era ora di tornare in paese. Non tanto perché fosse tardi, ma per il semplice fatto che, questa sera, in paese, ci sarà festa grande, con musica e balli, e si concluderà con uno spettacolo pirotecnico, che si annuncia da non perdere. Raccogliamo in fretta tutte le nostre cose e salutiamo gli altri che, alla spicciolata, se ne vanno. Alla fine restiamo solo noi tre e, mentre io e mia moglie portiamo le nostre due ceste in macchina, Bruno si occupa di controllare che la cenere sia spenta e che tutto sia lasciato pulito, come lo avevamo trovato. Mentre raggiungiamo la macchina, mia moglie mi guarda e mi chiede cosa avevo da chiacchierare tanto con Bruno. Le spiego a grandi linee che stavamo parlando di Lucia, di quanto fossero innamorati e di che splendida coppia erano, insieme. Lei mi guarda e scuote un po’ il capo, poi, con un tono di rammarico, pronuncia delle parole che mi lasciano un po’ stupito.
«Lucia era una mia amica, era una persona che amavo moltissimo, anche se, ho avuto l’impressione che tradisse Bruno.»
Intuisco che il suo riferimento è basato su quanto accennato da Bruno e, quindi, decido di passare al contrattacco.
«Sei sicura che lo tradiva? Che cosa significa tradire? Forse fare una cosa all’insaputa dell’altro? Chi ti dice che, invece, lui non ne fosse al corrente? O, meglio ancora, sei sicura che lui non fosse complice di lei, in quello che tu ritieni sia stato un tradimento?»
Lei mi guarda, il suo viso si illumina come se tutto d'un tratto, le fosse stata chiara una cosa che probabilmente sospettava o immaginava e, quando sta per ribattere qualcosa, l’arrivo di Bruno le tappa la bocca. Saliti in auto, lei si siede immediatamente dietro di me, mentre Bruno è al mio fianco e mentre stiamo tornando, ricordiamo quante belle feste abbiamo trascorso assieme lì, sulle sponde del lago e, dopo un primo momento, noto che lei si sposta al centro del sedile posteriore e, quando Bruno si gira per parlare con lei, ho come l’impressione che le sue cosce si aprano e, non avendo nessun tipo di intimo, è chiaro che a lui si rivela una splendida visione: quel meraviglioso triangolino di peli che c’è sulla fica di mia moglie. I nostri sguardi si incrociano più volte nello specchietto e i suoi occhi sembrano maliziosi, quasi a volermi far intendere qualcosa, senza parlare e, anch’io, qualche volta mi giro verso di lei e, in quel momento, lei stringe le cosce, quasi ad impedirmi di vedere ciò che mostra a lui. La cosa però che, per noi due davanti, è evidente, è il fatto che entrambi abbiamo il pacco gonfio, che preme sotto la stoffa dei nostri pantaloni. Giunti a casa, sono molto eccitato e vorrei scoparla, ma la presenza dei nostri figli, nuore ed altro, ce lo impediscono, quindi, una volta fatta una rapida doccia e cambiati gli indumenti, ci avviamo tutti alla festa. Giuliana indossa una gonna che le arriva al ginocchio e, sopra, una camicetta un po’ trasparente, da cui si indovina il bianco del reggiseno che fascia le sue splendide mammelle; un paio di sandali con il tacco abbastanza alto, che servono ad inarcarle lo splendido culo, rendono il suo incedere molto sensuale. Raggiunta la piazza del paese, ci ricongiungiamo a lui, che ci aspetta seduto ad un piccolo tavolo e, mentre i figli e mia moglie, partecipano ad uno dei tanti balli di gruppo, noi due ce ne stiamo seduti a sorseggiare del buon vino. Vedo con piacere che anche lui, come me, non ama i balli di gruppo, ma il suo sguardo continua a seguire mia moglie in tutte le sue evoluzioni e, quando tornano al tavolo per sorseggiare un po’ di vino, l’orchestra sul palco intona un valzer e mia moglie mi prende per mano ed insieme andiamo a ballare. La stringo a me e la faccio volteggiare, mentre mi inebrio dei suoi occhi allegri e della sua felicità, stampata sul volto. Finito il ballo, ce ne torniamo al tavolo e, dopo qualche minuto, l’orchestra inizia a suonare un tango e, poiché Bruno e sua moglie erano veramente molto bravi in quel ballo, quando mia moglie mi chiede di ballare di nuovo, io mi volto e le propongo di farlo con l'amico, che prontamente si alza in piedi, la prende per mano ed insieme vanno in pista. Nell’alzarsi in piedi, ho notato che anche lui era, come me, eccitato ed ora, l’idea che il corpo di Giuliana si struscia contro il membro di lui, mi fa eccitare ancor di più. Li osservo ballare e noto, con estremo piacere, che non si sprecano continui contatti, più o meno voluti, durante i quali, sicuramente, lui ha avuto modo di far sentire la sua vigoria premere fra le cosce di lei. Dopo quel ballo, riprendono i soliti balli di gruppo e, per un po’, ce ne stiamo seduti, a ridere e scherzare con qualche amico che passa, poi, ad un tratto, dopo aver consultato l’orologio, Bruno ci prende per mano e ci invita a seguirlo. Percorriamo metà della via principale e poi, raggiunto un piccolo vicolo, entriamo dentro un portone e saliamo al terzo piano, dove è posta l’abitazione del nostro amico. Una volta entrati, da una scala a chiocciola, raggiungiamo la mansarda e da lì, affacciati ad un finestrone, ci troviamo su un piccolo terrazzo ricavato nel tetto, da cui si vede tutta la città e, poco dopo, cominciano i fuochi d’artificio che possiamo ammirare da questa posizione senz'altro privilegiata. Restiamo tutti e tre appoggiati al piccolo moretto, con lei in mezzo a noi due, mentre io sono eccitato da morire e, ad un tratto, mi sposto leggermente dietro di lei, le stringo le braccia, i fianchi e, con la punta delle labbra, le bacio il collo, dietro la nuca. Lei emette un profondo respiro, spinge indietro il bacino ed il suo culo aderisce perfettamente al mio cazzo, che si insinua fra le sue chiappe. Conosco mia moglie e so che baciarla sul collo la fa letteralmente illanguidire ed io voglio che proprio questo si verifichi. Sollevo leggermente le mani ed afferro i suoi splendidi seni, inizio a massaggiarli, a strizzare i capezzoli. Da sopra la stoffa, li sento duri e gonfi, mentre il cielo viene rischiarato dai fuochi d’artificio. In quello stesso momento, dentro di noi, stanno esplodendo altri fuochi, ancor più esplosivi. Faccio scivolare una mano in basso e le accarezzo la fica da sopra la stoffa della gonna, poi volto lo sguardo e vedo Bruno che si accarezza il pacco, vicino a noi, mentre ci osserva estasiato. Con un gesto del capo e con un dito, gli indico i bottoni della camicetta e lui, intuito il mio desiderio, si avvicina, allunga una mano ed inizia a slacciare, uno dopo l’altro, lentamente, i quattro bottoni che la tengono chiusa. Giuliana manda la testa all’indietro e l’appoggia alla mia spalla, mentre tiene gli occhi chiusi; il suo respiro è sempre più affannato. Quando lui ha aperto l’ultimo bottone, immediatamente le mie mani si insinuano sotto il reggiseno e, con un gesto naturale, lo sollevo verso l’altro, liberando quelle splendide mammelle. Lui mi guarda e io, con un cenno d’assenso, lo invito ad accarezzare quella meraviglia della natura. Quando le sue mani toccano i capezzoli di mia moglie, sento che il suo corpo viene percorso da un brivido e, nel contempo, dentro di me, una forte eccitazione mi fa fremere dalla testa ai piedi. Bruno, dopo aver strizzato, accarezzato e torturato i capezzoli con i pollici, si abbassa e, con la bocca, si impossessa di uno di essi, succhiandolo con forza, mentre lei ora geme e, in uno sprazzo di pudore, cerca di fermarci.
«No, ragazzi, fermi! Che cosa mi state facendo? Vi prego, fermatevi, altrimenti non so dove tutto questo possa condurci.»
Il tono della sua voce è però rotto dall’emozione e nessuno dei due si ferma, anzi, lui si inginocchia davanti a lei e allunga le mani lungo le sue cosce e, con un gesto rapido. le sfila le mutandine, poi, con una mano, risale e le accarezza la fica, mentre io, dopo aver aperto la patta dei pantaloni e tirato fuori il cazzo, così duro da farmi male, la faccio piegare verso di me e glielo infilo in bocca. Mi appoggia al muretto e inizia a infilarsi il mio cazzo giù per la gola, mentre lui, dopo averle fatto divaricare le gambe, infila la testa da dietro e comincia a leccarle la fica. Deve fare un buon lavoro, perché, ad un certo punto, lei si blocca e il suo corpo comincia a tremare, scosso da brividi di piacere. Si sfila il cazzo dalla bocca e, con un lungo gemito, cerca ancora disperatamente, ma con minor convinzione, di fermarci.
«No! Così no, ti prego! Così mi fai venire! Vengo!»
Le rimetto il cazzo in bocca e, con una mano, le tengo ferma la testa, mentre comincio a muovere il bacino avanti/indietro, scopandole la bocca. Bruno solleva lo sguardo dopo averla sentita godere e, incrociato il mio, riceve, a mezzo di un cenno del capo, la mia intenzione a vederla scopata. Lui allora si solleva e, tirata su la gonna, appoggia la sua cappella fra le labbra della fica di mia moglie e, dopo averla afferrata per i fianchi, glielo spinge tutto dentro. L'affondo è così deciso da spingerla ad ingoiare tutto il mio cazzo, fino a sbattere, con la testa, contro il mio inguine, poi solleva le mani e, appoggiatasi a me, cerca in qualche modo di resistere all’impeto di quella monta. È un toro scatenato quello che la sta scopando, mentre lei inizia a vibrare, vicina a godere di un secondo orgasmo, mentre lui le urla tutto il suo piacere.
«Finalmente! È una vita che desideravo questo momento! Non sai quante volte, insieme a Lucia, abbiamo desiderato avervi nel nostro letto, ma lei diceva che tu non avresti mai ha accettato. Ma ora, finalmente, posso godermi questa tua fica, che è cosi bollente da invogliarmi scoparti fino allo sfinimento.»
Le assesta dei colpi tremendi che la fanno tremare tutta e poi, dopo che lei esterna il sopraggiungere di un ennesimo orgasmo, lui mi guarda, si sfila e mi invita a fare a cambio, perché vuole gustare anche il piacere della sua bocca. Mi posiziono dietro mia moglie e la penetro anch’io con un solo affondo. La trovo calda, bagnata, ben aperta e, soprattutto, desiderosa di godere. La scopo con forza, le sbatto il mio cazzo dentro come un toro scatenato, mentre lui le tiene la testa ferma e la scopa in bocca. La cosa è talmente eccitante che, ben presto, siamo prossimi all’orgasmo; intanto lei freme per l’ennesima volta mentre si abbandona ad un orgasmo tanto devastante da farle venir meno le gambe, al punto da doverla sorreggere. Nell’istante in cui in cielo esplodono i fuochi d’artificio per il gran finale, io, con un urlo che non ha niente di umano, mi svuoto dentro di lei. Dopo averla riempita di una colossale sborrata, invito l'amico a prendere il mio posto. Ci scambiamo di nuovo la posizione e, mentre Giuliana mi lecca e ripulisce il cazzo, lui si pianta di nuovo dentro di lei e la scopa con forza e ritmo tale finché anche lui non lui le riversa dentro tutto il suo piacere. Restiamo tutti e tre appoggiati al muro della terrazza, sfiniti, ma appagati. La prima a reagire è proprio mia moglie che raccolte le sue mutandine, si gira e ci guarda con occhi carichi di rimprovero, poi rientra in casa e, in qualche modo, si pulisce, cosa che facciamo anche noi, poi salutiamo Bruno e ce ne andiamo. Appena in strada, lei si gira verso di me e, con tono serio, mi parla piuttosto determinata.
«Spero che sarai soddisfatto: hai avuto quello che volevi; quindi accontentati e non tirare troppo la corda.»
La guardo, la bacio, la stringo a me, e sento che anche lei è rimasta soddisfatta. Sono contento che abbia partecipato volontariamente al gioco e, anche se ora, da appagata, si mostra restia ad approfondire il discorso, in realtà ha solo detto di non tirare troppo la corda, facendomi sperare che, in futuro, ci sarà ancora tanto da scrivere.

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