E’venerdì. Sono appena uscito da lavoro e guido verso casa. Come ogni fine settimana, soprattutto in quelli di luglio e agosto questi momenti sono davvero sublimi e rilassanti. Non sai cosa farai nel week end. Il mare, forse, il riposo in casa, qualche uscita serale: qualsiasi cosa non può cambiare quel bellissimo stato di rilassatezza tipico di quegli istanti.E invece no. Qualcosa lo può cambiare e addirittura lo può rendere ancora più bello ed eccitante. Sono circa le 18,00 di venerdì scorso (27 luglio 2018, per ben collocare in uno spazio e tempo definito l’accaduto), d’istinto prendo il cell e sbircio le notifiche di whats app. Di solito, mentre guido, guardo solo le anteprime e rimando a quando ho le mani libere l’apertura degli stessi . E invece no, questa volta nenche la guida può farmi desistere dall’esigenza immediata di leggere quel messaggio: è la mia meravigliosa Dea del desiderio. Il contenuto del messaggio è solitamente un saluto veloce, simpatico e con solo qualche piccola sfumatura maliziosa, che difficilmente qualcuno potrebbe notarla se non fosse a conoscenza del grande rapporto di complicità che esiste tra me e questa bellissima donna, nonché del suo simpaticissimo compagno, marito.La prima parte del messaggio è il solito saluto, seguito dalla domanda: “ non ti sarai scordato di me?”. Domanda che ha una sua logica, in quanto, per la discrezione e il rispetto della privacy che caratterizza la nostra conoscenza, sono sempre abbastanza restio a scriverle, perché essi non sono una coppia come tante altre che gravitano intorno a questo mondo: essi sono speciali, diversi e, immagino, unici nel loro modo di vivere questi momenti “particolari” e trasgressivi. Anzi, diciamolo, forse per quanto sia io che A. abbiamo caratterizzato e incanalato la nostra conoscenza su un canale di grande complicità, rispetto e sincerità, la differenza la fa sicuramente la stupenda protagonista di questa bellissima storia. Con la sua bellezza e sensualità prima, ma soprattutto con la sua grande ironia e intelligenza, riesce a rendere, anche i momenti più intimi e trasgressivi, che potrebbero in altri casi e con altri protagonisti sfociare in un becero e volgare sesso animalesco, in attimi di grande eros, puro e raffinato.Tornando all’accaduto, questa volta, subito dopo la domanda, il contenuto del messaggio aveva un seguito diverso: “ce la fai a stare a G. entro un’ora?”. Sono stato preso alla sprovvista, in un attimo ho cominciato a metabolizzare la richiesta. Sì, è stata la prima cosa che s è materializzata nella mia mente. Non avevo impegni immediati, il tempo era tiranno, ma il desiderio e la voglia di rivedere, anche solo per un saluto, l’incantevole L. hanno guidato le dita sul touch screen a scrivere: “ ok, ci vediamo alle 19,00 al solito posto”.Una corsa verso casa, il tempo d salire, inventare una scusa per uscire subito e via verso quel posto, oramai magico e così famigliare per me, dove sapevo che ad aspettarmi c’erano i miei “amici” speciali.La scena al mio arrivo è racchiusa in parte nella foto allegata a questo racconto. Io che arrivo, Lui che mi viene incontro verso la mia macchina e Lei, che così come immortalata in questa immagina scende dalla macchina appena arrivo. E già in quei momenti l amagia dell’incontro ha inizio. Sbirciare tra le sue splendide gambe, toniche e lisce come la seta, con quella sua classe innata nel movimento di scendere dalla macchina, innescano in me un turbillion d sensazioni ed emozoni che sono quasi paragonabili a quelle di un adolescente che sbircia tra le cosce di una donna. Bellissimo.I saluti sono i soliti, sentiti, veri. Oramai il gioco della trasgressione ci ha regalato anche un rapporto di profonda stima e rispetto. Ci sentiamo persone, che al di la della condivisione di un gioco trasgressivo, nutrono sentimenti di affetto e stima, riconoscendo gli uni nell’altro dei valori umani e intellettivi che al giorno d’oggi è forse difficile riscontrare in tante persone e situazioni. E questo è forse una delle cose più belle della nostra conoscenza.L. scende dalla macchina e mi saluta con un caloroso abbraccio e con il suo solito sorriso, nel quale si racchiude tutta la sua malizia e femminilità. Io la stringo e, come spesso mi accade nei primi attimi, le sfioro la schiena con le mani, piano, delicatamente quasi che le mie mani potessero recare un danno a quella sua figura così bella ed elegante.Come sempre, il tempo non è mai dalla nostra parte e, dopo qualche minuto, eravamo in macchina. C’era un caldo soffocante e immagino fosse desiderio di tutti, giungere quanto prima in un qualche posto ben isolato, della campagna limitrofe, per poter beneficiare della temperatura più fresca, ma soprattutto per immortalare e fotografare le bellissime forme di R.Ci siamo fermati nei pressi di una stradina internata, vicino un uliveto, dopo che per tutto il breve viaggio i pensieri non potevano essere che dedicati al bellissimo momento in cui avrei rivisto la nudità di R.. A come si sarebbe liberata, con la sua solita disinvoltura, dei suoi vestiti e di come con il suo immancabile e ironico sorriso avrebbe reso quei momenti, così trasgressivi, di una bellezza unica e impareggiabile e di come ci avrebbe resi spettatori protagonisti di uno spettacolo di rara sensualità. Caratterizzato da una malizia che solo una donna così bella e intelligente può interpretare.Scesi dalla macchina A. si è armato della sua Nikon, mentre R., allontanandosi di qualche metro ci sorrideva maliziosa e provocante, pronta a mostrarsi davanti all’obiettivo, ma soprattutto davanti ai nostri occhi avidi della sua bellezza. Di colpo, quasi senza darci il tempo di renderci conto, si sfila la gonna, con dei movimenti così naturali e accattivanti che ti lasciano subito senza parole e fanno immediatamente scomparire tutto ciò che le sta intorno. Ti cattura gli occhi e la mente lasciando partire l’immaginazione e il desiderio di accarezzare quel corpo, così bello e desiderabile, che difficilmente, una donna vicina ai cinquanta anni, può permettersi di avere. Non indossava l’intimo. “Mi dispiace, ma questa volta non potrai avere il tuo souvenir”. Così A. ha commentato il fatto che R. non indossasse il perizoma, sorridendo e rimandando tutti e tre al bellissimo ricordo dell’ultimo incontro e di quando R., su mia richiesta, mi fece dono del suo delizioso intimo di pizzo. Dopo qualche scatto da sola, A. mi ha invitato ad avvicinarmi e finalmente, posando insieme a lei ho riassaporato il piacere di sentire con le mie mani le forme di quel corpo, da tanti anni ormai, oggetto dei miei desideri più intimi e, spesso, protagonista del mio immaginario erotico. Posso garantire che è una emozione unica.Finiti gli scatti ci siamo avvicinati nuovamente alla macchina e seduti sui sedili posteriori. E’ stato tutto improvviso, forse per vincere subito la celata timidezza e l‘imbarazzo che, nonostante la nostra consolidata conoscenza, invade sempre l’atmosfera del momento, ci siamo trovati nudi e con le nostre mani che frugavano i nostri punti più intimi. Il desiderio è salito improvviso e mentre io cercavo con avidità l’interno delle sue cosce, R. si piegava su di me come se volesse con la sua bocca placare tutta la mia voglia. Per un attimo ho pensato che quel desiderio di sentire il calore della sua bocca sul mio cazzo si stesse finalmente realizzando. Invece, mentre con le mani mi toccava, avvicinandosi con il viso diceva: “voglio leccarti le palle…”. E’ stato bellissimo. Sentire e guardare la sua lingua che mi sfiorava e contemporaneamente le sue mani che lo stringevano e mi segavano mi ha fatto davvero entrare in una dimensione sublime. E così le mie mani hanno trovato finalmente il posto più intimo del suo corpo e scoprendo, con grande entusiasmo, che era già umido dei piaceri della sua eccitazione. In quel momento ci siamo guardati, mi ha guardato, e ha sfoderato un sorriso malizioso, a conferma di quella mia scoperta, quasi a dire: “ hai visto l’effetto che mi fai?”. E’ stato importante per me, perché in queste situazioni, il coinvolgimento mentale deve essere condiviso da tutti e sapere che la persona con la quale stai interagendo è anche essa presa dal momento in maniera forte, ti da quella consapevolezza che il momento è davvero speciale.Io credo che nei rapporti intimi, tutto debba succedere in maniera naturale, che non ci debbano essere imposizioni o richieste che uno o l’altro partner devono accettare solo per compiacere e che devono nascere da un desiderio condiviso da entrambi.Io in quel momento quella forza non l’ho avuta e, mentre in preda all’eccitazione con le mie dita frugavo la sua figa che nel frattempo era umida e voluttuosa, le chiedevo, quasi implorandola, dolcemente di prenderlo in bocca e mandarmi in paradiso. Tutto ciò non è avvenuto ma il piacere è stato immenso lo stesso perché la sensualità e il coinvolgimento che mi da R. è davvero fuori da ogni immaginazione. E poi, sentire i suoi gemiti di piacere, provocati dalle mie mani che la penetravano a volte in fondo prima e sul clitoride poi hanno fatto in modo che il mio piacere esplodesse forte, intenso sulle mani.E mentre continuava a toccarmi e fare uscire tutta la mia voglia, che ricopriva le sue mani, come sempre, con grande malizia, se ne spalmava parte di esso sui suoi seni. Meravigliosa. In tutti questi momenti, non so dove fosse A. e se ci riprendeva, o ci guardava solamente, ricordo che abbiamo incrociato gli sguardi solo dopo che avevo raggiunto l’apice del piacere e con grande complicità ci siamo guardati quasi a dire: “è davvero una dea del piacere”.Ci siamo ricomposti e avviati verso il luogo dove avevo lasciato la mia macchina e durante il tragitto, come sempre, i nostri discorsi sono stati aperti, sinceri. Abbiamo ribadito come questa conoscenza, nata su questo portale in maniera così spontanea e naturale, sia caratterizzata, nonostante la particolarità erotica che l’accomuna e che ne è stata la causa, da una grande stima e rispetto reciproco. Rafforzata da una consapevolezza comune di trovarsi tra persone, forse e senza presunzione, di un livello intellettivo fuori dal normale e che, grazie a ciò, rende anche questi momenti così delicati di una bellezza rara che mi dà consapevolezza di essere stato davvero un uomo fortunato per poterli provare.Ci siamo salutati, arrivati vicino la mia macchina, con la promessa di rivederci quanto prima, di mantenere vivi i contatti e con degli abbracci affettuosi che rimarcano, sebbene ce ne fosse bisogno, di quanto valore e stima ci sia nella nostra conoscenza.