RACCONTO TITOLO: La mia prima volta con la gabbietta 
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La mia prima volta con la gabbietta


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La mia prima volta con la gabbietta

by StagvixenItaly
Visto: 332 volte Commenti 1 Date: 18-10-2024 Lingua: Language

Si, la prima volta con la gabbietta

Come ho scritto nell’altro racconto “le regole di mia moglie”, posso farmi le seghe ma devo chiederlo a mia moglie e lei quasi sempre mi autorizza a farle, ma se mi nega il suo consenso non la devo fare. Poi mi aveva fatto una concessione per farmi godere, aveva stabilito la regola che quando usciva (ed incontra il suo bull) una volta tornata a casa, dopo avermi fatto pulire con la lingua la sbobba ormai secca da tutte le parti (tranne che sulla fica ma anche sulle sue mutandine) mi faceva una sega con solo 2 dita raccontandomi ciò che aveva appena fatto col suo bull. Ultimamente si è accorta che io sborravo poco e ci impiegavo poco più dei soliti 10/20 secondi….le è venuto il dubbio che io mi facessi una sega mentre lei era fuori e la facessi senza il suo permesso. Me lo ha semplicemente chiesto: “amore, ma come mai vieni così poco? Dimmi la verità, ti sei fatto una sega nel pomeriggio?”
Mi ha guardato dolcemente, massaggiandomi, rallentando il suo moto, intensificando….insomma non ho saputo dirle una bugia…e lei mi dice: “ma non abbiamo stabilito, per il nostro benessere, che devi chiedermi quando ti devi fare una sega? È un gesto di rispetto, così sembra che non ti faccio godere, non ti piaccio più….mi offendi…così mi umili…”
Insomma si è arrabbiata moltissimo, faccio notare che la regola che devo chiedere il permesso per farmi la seghe l’ha messa lei, non noi; che sia per il benessere nostro lo ha stabilito lei, non noi; io ho semplicemente accettato le sue regole perché la amo e sono conscio della mia incapacità a farla godere.
Comunque, ieri pomeriggio mi dice che la sera sarebbe uscita, poco male era qualche giorno che non lo faceva.
Ci vediamo a casa e la vedo preparare, si aggira per la camera con i stivali alti (sotto al ginocchio e tacco alto) ed un completo intimo nero in pizzo… prende un vestito viola allacciato con i bottoni davanti, longuette sotto il ginocchio e con ampi spacchi, lo prova si guarda e via si cambia: “non mi piace, meglio quell’altro, che dici?”, non ascolta neanche la mia risposta, che già si infila l’altro vestito leggermente sopra il ginocchio, morbido poggiato sui fianchi, scollo profondo che lascia esposte il suo splendido seno, spacchi profondi su una forma ad A che lascia vedere tutto ogni qual volta si muove: “meglio vado così”.
Termina di prepararsi, un ultimo colpo di spazzola, una spruzzata ulteriore di profumo, prende la borsa e si avvicina a me, mi guarda in modo provocante e si struscia con la gamba sul mio cazzo, lo sente duro (già lo era da tempo) e mi dice: “ciao, ci vediamo dopo” le labbra si sfiorano, io con il solito mix di eccitazione ed umiliazione la saluto toccandole i fianchi e sperando in qualcosa di più…. ed allora lei dice: “però le ultime volte sei stato un po’ stronzo, mi hai umiliato, mi hai mancato di rispetto, hai infranto almeno una delle regole base del nostro accordo. Come se io raccontassi a tutti che non riesci a farmi godere, che duri 2 o 3 secondi….,” ed allora si mette a frugare nella borsa: “siamo sicuri che che sarai carico al mio ritorno?” Non faccio neanche in tempo a rispondere che tira fuori una gabbietta metallica nera ed un piccolo lucchettino….mi si stringe il cuore, mi trema la voce….”mettila, così siamo sicuri che non fai cazzate”. Me la metto, ha detto che non vuole toccarmi altrimenti potrei venire e potrei sporcarla ma nella migliore delle ipotesi si sciatterebbe i vestiti. Ho difficoltà a capire come si mette, è fastidiosa, piccola, con una forma che non si adegua al mio cazzo già duro…ma mi impone di riuscirci, tac riuscito e lei mette il lucchetto, clic chiude il lucchetto, sfila la chiave, mi da un bacio, un occhiolino rapido e mi dice: “a dopo, ti amo” e se ne va con le chiavi.
Rimango lì, fermo, attonito e umiliato….provo ad abituarmi ma è davvero fastidiosa….
Durante la sera mi manda un messaggio: “come va? Ci vediamo tra un po’, legge nemmeno la mia risposta (ti amo divertiti) e reagisce con un cuore. Lei torna poco prima della mezzanotte, sono state 3 ore infernali, fastidiose e lunghissime.
Appena arrivata la accolgo con un sorriso come se nulla fosse. Si avvicina, mi da un bacio, mi abbraccia e come al solito mi spoglio, rimango solo con la camicia e la gabbietta. Andiamo in camera da letto, si siede sul letto ed attende che io mi avvicino a lei, comincia a spogliarsi e mi dice: “levati, dai…” poi mi indica il suo seno e dice “qui, e poi qui è qui” per indicarmi dove devo ripulirla e comincio a leccarle la sua tetta sinistra Nel mentre sento il sapore di sbobba secca, poi sull’inguine vicino alla fica, prima di iniziare a leccare anche dove era colata la sbobba del suo bull lungo la gamba le chiedo se potesse togliermi la gabbietta: “amore è scomoda me la levi” e “come al solito rompi, non servi più a nulla e stai sempre a chiedere qualcosa, dopo prima finisci”, ed allora seguito a leccare sulla gamba per pulire quel po di sbobba che era colata e poi si alza e mi dice anche qui sul culo e mi metto in ginocchio a leccarlo. sempre lo stesso sapore e la stessa sensazione, eccitazione ed umiliazione. Nel mentre che le Lecco il culo, in ginocchio, lei volontariamente fa in modo di strusciare i suoi polpacci al mio cazzo duro ingabbiato, non c’è la faccio più…sofferenza.
Al termine dell’approfondita pulizia, ci sediamo vicini sul letto ed aspetto la mia ricompensa, e lei tira fuori la chiave dalla borsa, la infila, apre il lucchetto e lentamente leva la gabbietta. Il cazzo finalmente può espandersi in tutta la sua dimensione (sfioro i 20 cm) e lei mi comincia a raccontare come è andata la serata, dove hanno mangiato, cosa hanno fatto, e poi finalmente mi prende il pisello con le sue 2 magiche dita. “Vedi come è duro, grosso, così mi piace” fa appena 4/5 pompate con le solite due dita ed esplodo, sono già venuto, esce tanta sborra ed i primi 2 sono bei schizzi…”vedi che bravo, così mi piaci, vedi quanto hai goduto, fa bene così” e comincio a ripulirle la mano dove è andata un po’ di sborra.
“Non so se hai sofferto tanto con la gabbietta, ma so che sei venuto tanto dopo la gabbietta, eri eccitatissimo, ti ha fatto davvero bene”, ed io “però non la useremo di nuovo”, lei prima non replica poi “non ho sentito il tono interrogativo, perché era una domanda, e comunque non lo so se non la useremo, sicuramente la riuseremo se mi mancherai di rispetto” (leggi se ti farai una sega senza permesso).
Ami mia moglie!

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