RACCONTO TITOLO: Sofia - il campeggio 
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Sofia - il campeggio


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Sofia - il campeggio

by RickBlaine
Visto: 475 volte Commenti 3 Date: 31-07-2024 Lingua: Language

Quell’anno avevo deciso per una vacanza alternativa: un campeggio naturista in Croazia. Mi aveva certo spinto la curiosità, e la prospettiva di qualche avventura piacevole, ma per i primi due giorni non era successo granché. Qualche bella ragazza sulla spiaggia, certo, sempre un bel vedere, ma nulla che mi accendesse la libidine. Comunque era un posto piacevole e mi stavo proprio rilassando dopo un periodo di lavoro particolarmente intenso senza darmi più di tanto pena della mancanza di occasioni. Quella sera me ne stavo a godere il fresco con una birra ghiacciata quando vidi arrivare un camper che si mise a fare manovra vicino al mio. La targa italiana, il fatto che ci fosse una coppia a bordo, che intravedevo dalle luci nell’abitacolo, nonché la preoccupazione che mi entrasse nel camper posteggiando, mi fece alzare e andare verso di loro.
Li aiutai a parcheggiare il mezzo e poi li invitai a bere qualcosa. Erano una coppia sulla cinquantina, o qualche anno in più, ma ben portati, soprattutto Lei. Seppi che erano soliti trascorrere le vacanze lì, e quindi conoscevano bene il posto, e che come me sarebbero rimasti ancora per una settimana. Si offrirono di darmi dei consigli sulle cose da fare ed i posti da vedere e poi, stanchi per il viaggio, si congedarono.
Andai a dormire con buoni presentimenti, e la mattina mi svegliai presto, pieno di energia. Mi preparai un caffè e mi accomodai ancora una volta di fuori a gustarmelo. Dopo qualche minuto, Lei aprì la porta del loro camper e mi si offrì in tutto il suo splendore: il corpo pieno, di donna fatta, ma tonico, i capelli biondi, un po’ spettinati, ma per questo ancor più sbarazzini, e quegli occhi azzurri che brillavano al sole.
“Ciao!” – le dissi – “dormito bene? Un caffè per svegliarti? L’ho appena fatto.”
“Mmhhh sì, grazie, ne ho proprio bisogno” – fece lei di rimando – “ieri sera ho proprio dormito tardi.”
“Non era poi così tardi quando siete tornati al camper” – risposi e poi aggiunsi con un sogghigno “…certo non è detto che abbiate dormito subito, però!”
Di rimando lasciò cadere un “Ahah… sì, magari!”, accompagnato da un sorrisetto un po’ imbarazzato. Inutile dire che la cosa mi stuzzicò ancor di più. Indossava una camicia di seta leggera a motivi floreali, e niente altro; d’altronde il luogo consentiva, anzi incoraggiava, una certa libertà. Le versai una tazza di caffè e Lei venne a sedersi vicino a me. Si accucciò su una sedia raccogliendo le gambe e mentre parlavamo se le accarezzava. Non so se fosse conscia del potere di seduzione che emanava, sicuramente le veniva naturale e io faticavo a levarle gli occhi di dosso.
Dopo poco, troppo poco per me che me la stavo lavorando, usci dal camper anche Lui e lo invitai a raggiungerci. Dopo un po’ di convenevoli spostai il tema della conversazione su cosa avevano in programma di fare quel giorno e dissi che avevo affittato un gommone perché mi avevano consigliato una caletta nascosta in una delle isolette di fronte alla costa. Mi sarebbe piaciuto – dissi – condividere la gita con loro.
“Uh sì dai Luciano” – rispose Lei rivolgendosi al marito – “Andiamo con lui così oggi posso prendere il sole nuda come piace a me!!”
“Tsé…” – fece Lui rivolgendosi a me con un sorriso – “Sono anni che veniamo qui e non ha problemi a mostrare le tette, ma ancora crede che per levarsi tutto ci sia bisogno di privacy!”. E poi, da bravo marito che sa di dover accontentare la moglie, concluse “Va bene, andiamo sull’isola”.
“Oh che bello, vado a prendere le cose per la spiaggia!”
La traversata non prese che una mezz’ora, io guidavo il gommone e Lui mi dava una mano, mentre Sofia si era messa a prua a prendere il sole in topless. Aveva delle tette stupende, piene senza essere esagerate, e ancora toniche. Nessun tatuaggio a rovinare l’armonia di quel corpo, ma un gradevole piercing all’ombelico a dare quel pizzico di trasgressione.
Arrivati sul posto Sofia. si liberò subito dello slip e si distese sulla sabbia finissima a prendere il sole, mentre io e Luciano assicuravamo il gommone agli scogli, dopo di che la raggiungemmo e facemmo altrettanto. Come sotto la doccia nello spogliatoio della palestra soppesammo mentalmente l’equipaggiamento l’uno dell’altro. Avrei detto che anche Lei, protetta dagli occhiali da sole scuri, avesse dato un’occhiata e per un attimo mi sembrò che i due si fossero scambiati un cenno di approvazione.
Passammo la giornata alternando bagni rinfrescanti all’ozio al sole. L’acqua era piacevolmente fresca e leniva l’arsura del sole, ma purtroppo aveva un effetto indesiderato, perché mentre faceva rizzare turgidi i capezzoli di Lei, non faceva altrettanto sugli attributi di noi maschietti.
“Ahahah l’acqua è freddina, eh!? Mi sa che vi fa male” ci scherniva, lanciandoci degli schizzi d’acqua addosso, e facendo nascere quel senso di cameratismo maschile che ci faceva risponderle “Attenta neh, che poi vedi” e scoppiare in una fragorosa risata. Notai che Luciano non si scomponeva troppo quando facevo qualche apprezzamento su Sofia (certo essendo ben attento, almeno inizialmente, a non esagerare), ma ancora con avevo deciso come interpretare questo suo atteggiamento. Mi ripromisi di indagare meglio alla prima occasione.
Quella sera, però, eravamo tutti stanchi della gita e decidemmo di andare a dormire presto. O almeno così credevo, perché seppi, tempo dopo da Luciano, che Sofia si era infilata nuda sotto le coperte, avevano parlato della giornata e di come si fosse divertita con me. Mentre parlava gli aveva infilato la mano nei boxer e aveva iniziato a masturbarlo. Gliel’aveva fatto diventare duro, sempre continuando a parlare, come se Lei e la sua mano che gli stringeva forte il cazzo fossero due entità distinte. Poi gliel’aveva preso in bocca e gli aveva regalato un magistrale pompino, finché, quando fu sicura di averlo portato al massimo dell’eccitazione, gli aveva intimato “Adesso scopami, scopami forte che ho voglia di cazzo stasera!”. Non erano frequenti questi scatti di lussuria per Sofia, o meglio, e Luciano lo sapeva, indicavano il suo interesse per il maschio di turno. Capì che ero io l’interesse di Sofia e decise che me l’avrebbe fatto capire. Anche se non lo sapevo ancora gli ingranaggi stavano girando…
Il giorno dopo avevo fissato un’escursione, mentre loro sarebbero rimasti in spiaggia. Un po’ mi dispiaceva, ma avevo deciso di non affrettare le cose. Ci vedemmo comunque la mattina, due parole con Luciano, una battuta con Sofia. Era radiosa (si vede che il cazzo fa bene!). Ci accordammo di rivederci la sera.
Rientrammo nel pomeriggio, loro dalla spiaggia, io dall’escursione. Lei era sempre più bella, indossava un pareo annodato in vita, il seno in vista. Il sole che aveva preso in quei due giorni aveva donato alla sua pelle un colore dorato, valorizzato dal biondo dei capelli e dall’azzurro degli occhi.
“Ciao! Com’è andata la giornata in spiaggia?”
“Bene! Mi sono crogiolata al sole tutto il giorno!”
“Vedo…vedo” – sorrisi guardandola così intensamente che non poté che distogliere lo sguardo con malcelato imbarazzo.
Quando ci raggiunse Luciano gli proposi di cenare insieme. “Mi hanno suggerito un ristorantino sulla spiaggia, poco fuori dal paese… lo conoscerete senz’altro. Mi farebbe piacere cenare con voi”.
“Sì, sì lo conosciamo… buonissimo! Sì dai volentieri” rispose subito Lei, senza lasciare a Luciano nemmeno il tempo di obiettare, se mai ne avesse avuto intenzione.
“Facciamo così, voi state qui a parlare fra uomini, intanto, che io vado a farmi bella, non posso certo venire a cena conciata così, ancora tutta coperta di sale e coi capelli spettinati!”
“Beh così sei comunque bellissima Sofia.!” esclamai, senza badare troppo al fatto che Luciano era lì. Lei fece una smorfia.
“Eh sì, è davvero bella la tua Sofia.” – dissi, dopo che lei si era allontanata – “Spero non ti dispiaccia se l’ho rimarcato.”
“Non mi dispiace affatto… anzi… mi fa molto piacere se gli altri uomini notano quanto è bella e sexy”
“Non sei geloso?” – avevo deciso che era l’occasione giusta per indagare e confermare o smentire le supposizioni che avevo iniziato a fare.
“Affatto! Come ti dicevo anzi mi fa piacere… e anche a lei… se riceve attenzioni”.
Non volevo saltare subito alle conclusioni, ma la mia esperienza mi diceva che Luciano mi stava offrendo la sua complicità per portarmi a letto sua moglie. Decisi di rischiare.
“Quindi non ti dispiace se le faccio qualche complimento…”
“No! Te l’ho detto… ci fa piacere. Anche se all’inizio ti potrà che Sofia non ti dia corda. Sai, anche se non sembra è timida, ma tu non ci badare, come ti ho detto le fa piacere… e anche a me.”
Insomma, mi stava dando carta bianca per provarci con sua moglie! Stava andando meglio delle mie più rosee aspettative: avevo incrociato una coppia cuckold… e che coppia, ovvero che donna!
Andai a prepararmi, e anche Luciano. Seppi poi, sempre da lui, tempo dopo, che la trovò che si stava provando i vestiti più sexy che aveva.
“Come sto amore? Questo, o quest’altro? Quale mi sta più bene?”
“Stai benissimo con entrambi amore, lo sai… e comunque a lui non interessa che vestito metti, perché ha tutta l’intenzione di levarteli, i vestiti!”
“Uh, sì?!” – sorrise – “Ti ha detto qualcosa?! Di me?! Dimmi! Dimmi!!”
“Sì mi ha detto che gli piaci… ed io gli ho fatto capire che non mi dispiace se ci prova… se è uno furbo come sembra avrà capito tutto”
“Uh… dici?! Ma allora, stasera?... no dai, mi vergogno… così… però… anche se è un bel tipo, però…“
“Deciditi” sospirò Luciano. “Te lo vuoi fare?... perché quello non aspetta altro che portarti a letto”
“Dai su Luciano, però… tu stai con noi eh!? Non è che ti inventi qualcosa per lasciarci soli…o… almeno… non subito” – e mentre lo diceva si stampava sul volto il suo sorriso più disarmante. “Quale metto allora? Questo?”
Arrivarono tenendosi per mano. Lei faceva un figurone con un vestitino sexy, molto corto, sandali a tacco alto, un trucco leggero che ne valorizzava l’incarnato ed una collana che attirava lo sguardo sul suo splendido decolté. Il ristorante era a qualche minuto di strada, ma non potendo muovere i camper avevo chiamato un taxi, li feci accomodare dietro, mentre io mi sedevo di fianco all’autista. Durante il breve tragitto il tipo la scrutava dallo specchietto retrovisore ed ero certo avesse fatto qualche salace commento, nella sua lingua per me incomprensibile. Una volta arrivati – visto che lei sedeva dalla mia parte – le aprii la porta porgendole la mano per aiutarla a scendere. Un gesto di cavalleria che la sorprese, ma che io avevo studiato più che altro per darle uno sguardo alle gambe mentre scavallava la portiera. Non che non l’avessi già vista nuda, ovviamente, ma un conto era vederla su una spiaggia, ed un altro scoprirla nuda sotto il vestito. Ero certo che lo fosse e sentii una fitta nei pantaloni.
Il ristorante era poco più che un capanno, i tavoli direttamente sulla spiaggia, e la brezza piacevole con la luce del tramonto contribuiva a creare una situazione eccitante. Non avevo occhi che per Lei, ma sapevo che Luciano poteva essere un prezioso alleato; quindi, non trascurai di inserirlo nella conversazione. Anzi, con un certo disappunto vidi che Sofia era piuttosto parca di parole quella sera, come se una timidezza improvvisa la stesse trattenendo, mentre era Luciano a sollecitarla.
“Tieni tesoro, un altro calice di vino?” – Il bianco frizzante ci stava bene con i frutti di mare, e contribuiva a renderci tutti più loquaci. “Ihihih, sì… mi vuoi far ubriacare?!... cosa dici tu? mi vuol fare ubriacare?”
Tra una chiacchera e uno scherzo l’atmosfera tra noi si era rilassata e Sofia, complice anche il vino che Luciano le aveva versato, si era fatta molto più disinvolta. Proposi di camminare fino al campeggio anziché chiamare il taxi. “Sarà un po’ più di un chilometro se camminiamo lungo la battigia, il campeggio è poco oltre quel promontorio”. La notte era calda, ma una brezza leggera soffiava dal mare, ed invogliava a godersi ogni momento.
Sofia si levò le scarpe per essere più comoda e si accostò a me cingendomi alla vita. “Aiutami tu, non vorrei inciampare” – la spiaggia era illuminata solo dalla luce della luna.
“Ma certo, con piacere!” – risposi, stringendola ancor più a me. Luciano camminava alle nostre spalle e dopo poco mi accorsi che si stava lasciando volutamente distanziare. Dopo aver superato il promontorio lo avevamo perso alla vista, ma immaginavo fosse appartato da qualche parte, a spiare quella situazione che si stava chiaramente evolvendo come tutti avevamo immaginato.
Sofia si accorse che Luciano non era più dietro di noi, si fermò guardandosi intorno e la sentii irrigidirsi.
“Cosa c’è Sofia?” – le dissi con la voce più rassicurante, ma insieme ferma, che potei. “Qualcosa ti ha spaventata?”
“No…è che non vedo più Luciano… ecco”
“Avrà voluto lasciarci soli” – sussurrai – “Ti dispiace?”
“Ehm… no” – rispose sciogliendosi in un sorriso – “In effetti non mi dispiace affatto” concluse lanciandomi uno sguardo finalmente malizioso. “Che ne dici di farci un bagno di mezzanotte?” e così dicendo si liberò con un gesto del leggero vestitino. La fioca luce della luna illuminava il suo corpo stupendo, conferendo alla scena un’atmosfera romantica, ma i miei sensi erano accesi, e poco inclini ad accontentarsi della poesia. Mi avvicinai a lei e la strinsi a me, baciandola con foga. Le nostre lingue si intrecciarono, i nostri respiri interrotti, la sentii cedere al languore.
Luciano mi raccontò in seguito di essersi appartato ad una decina di metri da noi, nascosto alla vista dalla vegetazione. Da lì aveva una piena vista di noi e di cosa stava accadendo.
“Spogliati!” mi disse con un filo di voce, ed intanto iniziò ad armeggiare coi bottoni della mia camicia cercando di affrettare l’operazione. Mi levai la camicia ed intanto lei impaziente si era inginocchiata di fronte a me slacciandomi la cintura ed aprendomi la patta. Il mio cazzo, quasi dolorante dalla tanta eccitazione compressa dai pantaloni, sbucò fuori impertinente e Sofia fu lesta a prenderlo in bocca, donandomi quasi istantaneamente vigore. Rotolammo sulla sabbia, godendo dei nostri corpi, poi Sofia corse fino al mare, immergendovisi. La raggiunsi e continuammo i nostri giochi nell’acqua finché la condussi sulla battigia e lì la presi, con decisione, donandole numerosi orgasmi, prima di venire a mia volta con un urlo liberatorio.
Luciano aveva assistito a tutta la scena, eccitato e resistendo a stento alla tentazione di abbandonarsi ad un piacere solitario. Quando ci vide riversi esausti dopo l’amplesso, decise di precederci, ritirandosi nel loro camper in attesa di Sofia. Quando dopo una mezz’ora, finalmente ripresici, tornammo al camping, la accolse nudo, col cazzo in mano, in evidente stato di eccitazione.
“Ciao porco!” lo salutò Sofia.
“Dove sei stata?” le chiese con un filo di voce.
“Sulla spiaggia… con lui.”
“E…?”
“E mi è piaciuto…” – rispose lei toccandolo. Al che Luciano, senza poter più resistere, le venne copiosamente in mano. “…Ma questo lo sai, vero? Porco!” concluse lei.

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