Notte prima delle gare
by sabsatta38Visto: 166 volte Commenti 2 Date: 22-08-2022 Lingua:
Per ogni atleta la notte prima delle gare è importante quanto la gara stessa. E’ importante riposare muscoli e mente per arrivare al momento dello start riposati e concentrati.
Sorrido al ricordo delle gare per me più importanti di sempre, preparate con un sacrificio durato più di due anni di impegno costante, combattendo contro tutti quei malanni fisici da sovra allenamento con cui gli atleti devono fare i conti, soprattutto quelli non più giovanissimi come me.
Io e tutta la mia squadra siamo arrivati all’appuntamento delle nazionali master di nuoto con un giorno di anticipo, proprio per prendere confidenza con le vasche delle gare che sono molto diverse le une dalle altre (proprio come le donne), tanto da vanificare molto spesso infinite sessioni di allenamento se non se ne imparano i segreti.
La location delle gare era magnifica, atleti e atlete da tutta Italia ognuno con un obiettivo o un risultato da portare a casa, oppure semplicemente per ritrovarsi e respirare quel clima di sano agonismo e gioia di stare insieme lontano dalla routine di tutti i giorni.
Il primo giorno di allenamento leggero (scarico) vola via veloce, tutti ancora con la testa a casa o a lavoro richiamata dai cellulari che si illuminavano in continuazione per chiamate o messaggi. Cena in hotel e tutti a letto presto.
Il secondo giorno inizia presto con l’allenamento della mattina, streching e nervi a fior di pelle tanto che l’allenatrice Simona prova a calmare il gruppo con quei giochi d’acqua che a noi “pesciolini” mettono buonumore e amalgamano il gruppo.
Un aspetto che non è spesso preso in considerazione è quello che noi atleti nuotatori ci alleniamo praticamente nudi con un piccolo costumino che oltretutto è così aderente che nulla può essere celato. Ma soprattutto durante le centinaia di ore di allenamento con la testa sott’acqua, l’unica distrazione è quella di guardare tutti gli infiniti dettagli dei corpi di quelle meravigliose sirene che nuotano insieme a te.
Potrei tenere un diario con le mappe dei nei, delle piccole cicatrici giovanili di ragazzine irrequiete e infine di tutti quei piccoli segni e piccoli ematomi di qualche marito, fidanzato o randagio occasionale che ha allietato le serate delle nuotatrici.
Giochi d’acqua dicevo, per stimolare il buonumore quindi, che hanno come effetto collaterale piccoli contatti, piede con piede, braccia che si intrecciano, mani basse involontarie (forse si forse no vallo a sapere). Mai come quel giorno mi sono sentito strusciare e palpare e tutti noi eravamo così allegri e vicini che non sono riuscito a capire di chi fossero quelle mani.
La sera tutti a cena pregara, leggera per tenere lo stomachino bello vuoto, piccola passeggiata per il centro e verso le undici tutti nella propria stanza.
Di prendere sonno nemmeno a parlarne. Verso mezzanotte e mezza decido di andare a prendere un po’ di fresco nella veranda giardino dell’hotel e mi porto dietro la bottiglia di birra artigianale destinata al festeggiamento per la fine della stagione agonistica.
“Guarda chi si vede, ero sicura che non saresti riuscito a dormire, ho visto quanto sei eccitato in questi giorni, siamo tutti troppo tesi e abbiamo troppe aspettative”. Riconosco la voce, è quella di Giulia un’atleta ex agonista che quando in vasca ti passa a fianco respiri dalla sua parte per regalarti quei pochi decimi di secondo per godere delle sue forme. L’Unesco dovrebbe inserire quelle forme all’interno del patrimonio mondiale dell’umanità.
La mia testa è già andata in avaria e per aiutarmi a riprendermi mi ricorda una battuta popolare un po’ volgare ma attinente….”che Dio me la mandi Bona…. e di facili costumi”. Sorrido al pensiero perché nonostante Giulia si dichiarasse single il suo corpo in acqua molto spesso mostra quei segni da serata turbolente.
“Ehiiiii cos’è quel sorriso così luminoso? ma soprattutto che ci fai con una bottiglia in mano? Domani ci sono le gare. Mettila via ti prego, non è così che riusciremo a rilassarci”.
“Hai ragione Giulia, ma mi conosco fin troppo bene e non ho altro modo per far scivolare via quel poco di tensione che mi permetta di chiudere gli occhietti per qualche ora”
“Come vedi anch’io non riesco a prendere sonno e se apri quella bottiglia mi eccito ancora di più e poi solo con una scopata selvaggia riuscirei ad addormentarmi ”.
Lascio la stanza nel silenzio qualche secondo, guardo negli occhi quel viso angelico e mi avvicino con la bottiglia in mano, la appoggio sul tavolino di fianco a lei, le prendo una gamba da terra e lentamente gliela appoggio sul tavolino, mi abbasso e inizio a leccarle il sesso da sopra i pantaloncini bianchi da ragazzina di buona famiglia..
Giulia stappa la bottiglia dicendomi “selvaggia o niente”. La prendo per un braccio e la spingo fino all’ascensore dell’hotel, pigio a caso tutti i tasti (e chi se lo ricordava il piano della camera), lei se ne accorge e mi regala un sorriso splendido, mi fruga nei pantaloni alla ricerca delle chiavi della stanza “vediamo hai la 407 quindi quarto piano giusto?”…..si giusto….. 407, 403, 458373 ma che cazzo, datemi una camera libera che scoppio.
Le salto adosso come se non avessi scopato da mesi, la bacio, la tocco, la lecco, vado in trance…. Il mio nirvana sessuale. Lei se ne accorge e si lascia fare gustandosi le mie coccole, la mia lingua fuori e dentro il suo sesso fino a quando afferra con decisione il mio cazzo e mi tira così forte tra le sue gambe che credevo che me lo staccasse. “Adesso è il mio turno, ti insegno io come si tratta una cattiva ragazza per bene”.
Mi sbatte a schiena sotto sul materasso, mi monta sopra e mi cavalca con così tanta foga e forza che per ben due volte l’ho dovuta fermare con decisione per non venire subito.
La sorpresa più bella è stato il suo primo orgasmo, muto senza nemmeno un piccolo lamento, con tutti quei piccoli dettagli che nutrono la mia perversione da feticista quale sono. Il viso le si fa serio, aggrotta la fronte e inizia quello spendido rossore nel volto da sforzo. Allungo una mano a prenderle il culo per spingerlo con tutta la forza contro di me, facilitandole così la penetrazione massima (quello che stava cercando) e sento che sta iniziando a sudare. Non ci vedo più, allora se quello che cerchi è la penetrazione pesante ti accontento subito, inizio a sbatterglielo dentro con tutta la forza che ho e mi fermo solo per non capitolare.
Utilizzo quei pochi attimi di riposo per dirle la prima cosa imbecille che mi è venuta in mente tipo “adesso sta a me” oppure “girati che te lo faccio sentire meglio” e la metto a pecorina.
Beh con un culo scolpito come quello chiunque non approfittasse almeno della “vista” andrebbe messo in galera per sempre.
Ma quanti “Nirvana” esistono? Cazzo dovrei essere messo in galera io perché giuro che di quella notte non ricordo quasi più nulla. Però ricordo benissimo il risveglio, rilassato e riposato abbracciato a quella splendida sirena che aprendo gli occhi sonnolenti mi ha detto :”Adesso sono pronta per la gara e tu?”
Per noi atleti conta solo il tempo di gara… due gare una la mattina alle 11 una il pomeriggio alle 15.30. I mie migliori tempi di sempre ancora imbattuti. La sera del primo giorno di gara, dopo il briefing e il discorsino di incoraggiamento dell’allenatrice per le gare del giorno dopo, mi si avvicina Giulia e mi dice sottovoce….” Domani ho i 100 rana, la mia specialità, ho proprio necessità di rilassare i muscoli del culo, pensi di esserne capace?”…….ma questa è un’altra storia.
certamente.forse@libero.it
Marco