Parte 3 - Tutto iniziò così (racconto vero)
by Andreacp32Visto: 1129 volte Commenti 21 Date: 23-09-2021 Lingua:
Visti i riscontri positivi continuerò con il racconto specificando ancora una volta che non vi è nulla di modificato da quanto avvenuto nella realtà (eccitante, umiliante o meno)
Volevo vendetta si. La volevo a tutti i costi ma non sapevo fin dove spingermi. Silvia era (lo è ancora) la mia donna e anche se aveva fatto una enorme cazzata non volevo e non potevo umiliarla e rischiare di perderla perché infondo non volevo allontanarmi da lei. Ogni ipotesi che mi circolava nella mente finiva con un delirio, con dei rischi enormi e con la possibilità e grande probabilità di chiudere per sempre con lei. Nel frattempo continuavo a tenerla a distanza e a farmi le seghe pensando un po’ alla vendetta e un po’ a lei con il direttore e mi interrogavo su cosa mi eccitasse e perché. Fino a quel punto ritenevo le fantasie a letto (lei con più uomini) delle semplici fantasie che finivano con l’orgasmo ma ora la situazione era differente e cercavo di nascondere quel piccolo tarlo che mi balenava nella mente: ero incazzato perché mi aveva tradito oppure ero incazzato perché non me lo aveva detto e non aveva condiviso tutta la vicenda con me? Ero comunque pronto e deciso alla vendetta anche per capire se lei fosse davvero stata decisa a fare tutto per riavermi. E l’occasione si presentò quasi per caso senza che mai l’avessi presa in considerazione come ipotesi. Arrivava il week end ed erano 3 giorni che non ci vedevamo, ci eravamo scritti, avevo fatto il sostenuto ma attendevo l’idea per la vendetta prima di espormi e vederla. Nella mia testa volevo chiamarla, farla venire da me e proporle qualcosa che avrebbe dovuto fare per me, ma ovviamente la realtà è sempre differente. Sabato mattina il mio coinquilino, Marco esce per fare un po’ di spesa: abbiamo un buon rapporto, definirci amici è forse eccessivo ma ci conosciamo da quasi un anno e spesso facciamo serate insieme, anche a quattro con Silvia e con la sua fidanzata Chiara. Mentre sono tranquillo che guardo la televisione sento rientrare Marco che entra in sala e mi dice: non prendertela con me ma mi stava pressando e non sapevo che fare. Mi ritrovo Silvia di fronte a me con alcune cose prese in rosticceria che propone di mangiare tutti insieme. Il clima è comunque teso (a Marco anche per indole maschile non avevo specificato le motivazioni del nostro litigio) ma almeno il cibo è buono. Dopo il caffè il mio coinquilino ci saluta dicendo che aveva appuntamento al bar con amici. Rimaniamo soli e prima che io dica qualcosa sul suo comportamento e sul suo essersi autoinvitata, Silvia si alza il vestito e mi mostra il nulla cosmico sotto, non aveva le mutandine e non aveva neanche un pelo.
Lei: l’ho fatto per te perché so che ti avrebbe sempre eccitato e perché così è pulita e nessuno l’ha mai avuta come è adesso.
Non so che dire, il cazzo mi si indurisce e vedo quelle labbra perfettamente visibili, il pube liscio e non capisco più nulla, mi ci tuffo a leccare appongiando lei al muro che alza una gamba e la appoggia alla mia spalla e lecco…lecco…lecco. Sento piano piano la sua gamba tremare e i suoi sospiri aumentare fino al dolce caldo e umido della sue labbra e alla scossa dell’orgasmo. Esco con la testa dal vestitino e dalle sue gambe, la guardo, lei è in un misto tra eccitato e compiaciuto, la prendo e la porto in camera, mi spoglio e la inizio a scopare io sopra e lei sotto. Non penso a nulla, sono troppo eccitato, era da non so quanto tempo che le chiedevo di depilarsi completamente ma avevo sempre ricevuto rifiuti per mille motivi e adesso mi scopavo la sua figa liscia e perfetta. Ad un certo punto lei si mette sopra ed inizia a saltellare senza darsi pace, sento il suo culo affondare sulle mie gambe con il cazzo che si immerge nella sua figa umida ed accogliente. Sento l’orgasmo salire ma è passato davvero poco tempo da quando abbiamo iniziato a scopare così cerco di farla rallentare ma non ci riesco. Allora provo ad infilarle un dito nel culo ma ottengo l’effetto opposto perché Silvia si eccita ancora di più e non si ferma e vengo dentro di lei….questa volta senza parole di fantasia, senza insulti ed ho goduto tantissimo. Lei si accascia su di me con il mio cazzo dentro ma dopo qualche minuto in cui i nostri respiri si acquietavano mi risale in mente che poco più di un mese fa la mia donna si faceva scopare e sborrare da un altro e l’effetto di questo pensiero si trasforma in un doppio effetto: la rabbia mi sale tanto che la manderei fuori di casa così da puttana come è, ma sale anche il mio cazzo che si sta indurendo ancora. Lei sente solo il cazzo e non può percepire il mio pensiero e quindi si rianima e riprende la posizione eretta per cavalcarmi. Questa volta però sono diverso e parto con le parole:
Io: non ne hai mai abbastanza
Lei: no ti prego scopami, stavo per venire di nuovo
Io: sei tu che fai quello che voglio io ricordatelo
Lei: si certo ma fammi venire
Io: devi umiliarti
Lei: si umiliami
In questo momento mi viene un’idea malsana per la mia vendetta, ma per realizzarla devo avere il potere di lei e del suo orgasmo e niente è meglio che leccarla per avere lei in mio potere. La sollevo dal mio cazzo e lei sfocia in un NOOOO che mi fa capire come la mia idea sia perfetta. Non le do tempo e la giro e mi metto la sua figa sopra di me in un 69 a cui lei subito non rinuncia. Ho la sua figa liscia davanti alla faccia e inizio a leccarla e piano piano sento una cosa che non avevo considerato….il mio sperma che cola dalla sua figa ma non ci penso e proseguo. Poi mi stacco quando sento che lei è quasi pronta e sento un suo sbuffo perché stava predisponendosi all’orgasmo. Parlo alla sua figa ma so che mi sente anche lei
Io: puttana mi sto leccando lo sperma
Lei: fammi venire
Io: hai capito cosa ho detto? Stai colando sborra e io per farti venire la sto leccando
Lei: si ho capito
Io: sei una puttana?
Lei: si lo sono e sono piena di sborra
Io: e me la fai leccare perché sei troia
Lei: si leccala
Io: tanto l’ho già fatto quest’estate
Lei: si e ti piace
Io: la mia o quella del direttore?
Lei: dai smetti
Io: se vuoi venire rispondi
Silvia a quel punto inizia a segarmi il cazzo più veloce mentre io do solo dei piccoli colpetti di lingua e con la sua mano a mille mi dice
Lei: quella del direttore perché sono una troia
Il mio cazzo esplode e lei ci si fionda con la bocca per bermi tutto. Mentre lei me lo sta pulendo io lecco a lingua larga prendendo bene tutta la sua figa ma mi fermo…sono tornato in me e il mio raziocinio mi dice che la vendetta deve avvenire
Io: sei una puttana e me lo devi dimostrare, se vuoi venire devi accettare di fare una cosa dopo e se non la fai puoi prendere tutto e andartene
Lei: voglio venire. Ok. Però mi fai dormire con te stasera
Io: se fai quello che voglio si
Lei: cosa devo fare
Io: oggi ti devi mostrare a Marco
Lei: no dai ti prego
In quel momento la mia lingua aumenta i colpi sul clitoride e sento il suo respiro affannarsi e la sua schiena inarcarsi. Mi fermo, lei sbuffa
Io: Silvia la puttana si mostra con la sua figa depilata a Marco
Lei: non posso
Io: sei una troia e puoi, oppure scendi e ciao
Lei: come vuoi
Io: come vuoi cosa? Che sei una puttana e ti mostri a Marco?
Lei: si
Io: no no, devi dirmelo mentre vieni
Inizio a roteare la lingua sul clitoride, penetro e lecco ed aggiungo due dita dentro la figa, lei è all’apice, tolgo la bocca dalla figa ma penetro con le dita e le dico
Io: dillooo
Lei: sono una puttana e mi mostro a Marco
Lo dice con un acuto perché mi sono riattaccato con la bocca alla sua figa e l’orgasmo la fa fremere e io vengo innondato da un misto di umori e sperma che mi riempie la lingua.
È accasciata su di me che respira forte, ha il mio cazzzo di fianco alla sua guancia ed io ho il primo piano della sua figa davanti a me. La sposto e le dico
Io: adesso ti dico quello che devi fare
Lei mi guarda con aria delusa, quasi triste, al che mi incazzo e le dico
Io: devi farlo da troia e devi essere felice ed eccitata
Silvia guarda verso il basso e risponde con un flebile si ma sono certo abbia capito. Le prendo il viso, la bacio e le dico:
Io: fallo e poi scopiamo tutta la sera
Lei si riprende, gli occhi le si illuminano e mi risponde
Lei: ok ma poi resto a dormire?
Io: se lo fai bene si
Lei: per favore dimmi di si
Io: dipende da te
Piccola premessa, la casa era sviluppata con un ingresso da cui si poteva andare a sinistra solo in un piccolo sgabuzzino mentre a destra iniziava un corridoio, non larghissimo, con in ordine la mia camera, il bagno, la camera di Marco e dell’altro coinquilino e in fondo la sala da pranzo/salotto. Per arrivare alla porta di ingresso bisognava entrare dal portone di casa e fare due rampe di scale. Lo stabile non era certamente dei più nuovi e lo scatto del portone si sentiva perfettamente come si sentiva perfettamente se qualcuno saliva le scale e parlava.
L’idea era semplice: Marco era uscito per vedere amici al bar e solitamente stava fuori al massimo 2/3 ore, Silvia avrebbe aspettato in casa con indosso solo il vestitino, nuda sotto così come era arrivata. Una volta che avessimo sentito il portone giù, aprirsi, sarebbe corsa in bagno spogliandosi, avrebbe atteso che si aprisse la porta di ingresso e sarebbe uscita completamente nuda fingendo di rientrare nella mia camera. L’incontro, scontro era inevitabile. Specificai a Silvia che doveva uscire con le mani ben distese senza coprire nulla e che anzi doveva uscire e dire queste specifiche parole “mi hai scopato come una vera troia e mi piace”. Le resistenze di Silvia furono flebili e furono subito superate dalla mia cattiveria e convinzione. L’unica questione era che io volevo godermi la scena e cercavo di capire dove mettermi e lì mentre pensavo a questo capì quanto porca e troia fosse la mia donna che mi disse:
Lei: vuoi guardare o poi devo raccontarti tutto?
Io: voglio guardare e godermi lo spettacolo
Lei: prendi lo specchio della sala e mettilo di fianco allo sgabuzzino
Avevamo uno specchio, in eredità dagli inquilini prima di noi, di quelli che ci si vede per intero e che si possono spostare perché stanno in piedi da soli. Era di tutti e tutti lo utilizzavamo spostandolo di volta in volta (si ok anche per scopare e guardarsi scopare) ma diciamo che tra coinqulini si prendeva e si metteva dove si aveva più comodità. Anche altre volte era stato messo lì vicino allo sgabuzzino utilizzato per l’ultimo tocco ai capelli o la scelta della giacca giusta per uscire. La posizione pertanto non avrebbe destato sospetto. Facemmo mille prove in modo tale che io dalla mia camera vedessi perfettamente lei nuda e lui davanti a lei e mettemmo lo specchio a puntino.
Come ho già detto e ribadito, questa è una storia vera e quindi le cose non vanno mai del tutto come si vuole, infatti per ben 3 volte ci preparammo e per ben 3 volte altri condomini entrarono dal portone ma non Marco. La cosa però fece sì che Silvia si rilassasse e quasi si divertisse, certo magari aiutata da qualche mia toccatina ogni volta che la vedevo nuda uscire dal bagno e rientrare nella mia camera.
Finalmente la volta buona. Sentiamo il portone di ingresso. Lei si toglie il vestitino e me lo lancia e corre in bagno. Io mi predispongo per essere in posizione perfetta per vedere lo specchio. Sento i passi, sento la chiave entrare nella serratura. Sento il cazzo indurirsi. Vedo lui entrare ma…non è solo, è con un suo compagno di università….non posso e forse non voglio intervenire. Silvia apre la porta del bagno spiccica una frase del tipo, “che scopata da troia” ed esce, la vedo nuda davanti a loro che restano impietriti e lei dice “ommioDio scusate” loro imbarazzati, che comunque guardano perché lei da brava non si è coperta, dicono “no no scusaci tu”, vanno verso il salotto e lei rientra nella mia camera e chiude. Mi guarda e dice:
Lei: che imbarazzo c’era pure il suo amico
Io: meglio, così anche lui sa che sei troia, ma la frase non l’hai detta
Lei: mi è uscita male
Io: ho il cazzo duro quindi per adesso questa cosa passi
Sono sdraiato sul letto e le mostro il cazzo e lei si avvicina mettendosi ai bordi, me lo faccio succhiare per bene, con la giusta foga, rallentandola quando esagera e spingendo sulla sua testa quando il ritmo sta calando. Poi la tiro su per i capelli e le giro la testa verso di me mentre lei continua a segarmi
Io: dillo che ti è piaciuto fare la troia
Lei: ho fatto quello che volevi
Io: voglio che tu faccia la troia e questo è solo l’inizio
Lei: vuoi anche farmi scopare?
Io: l’hai già fatto troia
Lei: si la tua troia s’è fatta scopare
La mano volava sul mio cazzo e il mio orgasmo non si è fatto attendere sborrando, in tutta onestà, poco sulle mie gambe
Devo proseguire o il racconto inizia a diventare noioso? Ditemelo voi nei commenti