RACCONTO TITOLO: IL PIACERE DELL'ATTESA 
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IL PIACERE DELL'ATTESA


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IL PIACERE DELL'ATTESA

by Maraia_Kerri
Visto: 103 volte Commenti 3 Date: 28-10-2016 Lingua: Language

La città era un brulichio di persone, provenienti da ogni parte del mondo, rientro a casa dopo una mattina piena di impegni, e finalmente ho il tempo di rileggere attentamente i tuoi sms, lasciandomi così coccolare, dalle tue attenzioni virtuali. Ero eccitata al pensiero che da lì a poche ore ci saremmo rivisti, dopo molte settimane dall’ultima volta.

Per l’occasione ho scelto la lingerie più elegante e sensuale , indosso un abitino giallo molto leggero, che Ale adora, ed elegantemente vestita mi reco nel luogo dell’appuntamento, nel tragitto osservo i visi delle persone che incontro, mentre corrono via veloci distratti dai loro pensieri e sempre alla ricerca affannosa di qualcosa. Io mi godo questa passeggiata di inizio autunno, osservando i colori di questa magnifica città che nel tardo pomeriggio –sera diviene ancora più affascinante ancora più romantica e sempre più sensuale e accattivante.

Finalmente arrivo, nel luogo esatto dell’appuntamento e vedo Ale dall’altro lato della strada appoggiato alla sua auto, bello come il sole, con la barba un po’ incolta i capelli un po’ arruffati, questo look gli conferisce un’aria tremendamente sexy e semplicemente affascinante.

Ci scorgiamo a distanza, un sorriso appena accennato, ed io attraverso per andargli incontro, appena siamo l’uno di fronte all’altra ci scambiamo un semplice saluto ed un leggero bacio, come se ci fossimo lasciati pochi minuti prima.

Per il nostro aperitivo, ha scelto un lounge bar dotato di una particolare eleganza, con dei piccoli salottini, ed una musica rilassante come sottofondo. Con un cenno chiami la cameriera per le ordinazioni aspettando che fossi io ad ordinare per prima. Notavo dal tuo sguardo che stavi tentando di immaginare cosa avessi scelto , affidando a quel dettaglio una conferma della nostra intesa.

Dal canto mio io osservavo i tuoi bellissimi occhi chiari, cercando di scorgere in essi , i dettagli dei tuoi pensieri più nascosti.

Seduti comodamente uno accanto all’altra, ridevamo intrecciando, amabilmente gesti e sguardi forse a volte un po’ maliziosi. E, intanto, il desiderio cresceva sfociando in una occhiata più prolungata, in uno sfiorarsi affettuosamente e delicatamente le mani e poi la tua mano che si poggia sulla mia lasciandosi andare ad una carezza un po’ più prolungata, incurante della gente che ci stava accanto.

La conversazione procedeva lieve, come una dolce e fresca brezza primaverile. Gli sguardi si intrecciavo come una leggera danza e le parole non tradivano affatto i desideri dei nostri corpi, sempre più vicini sempre più attratti vicendevolmente.

Poi, ecco concretizzarsi il momento che stavo attendendo, un leggero cenno del tuo sguardo e ci siamo alzati dirigendoci verso casa tua nel breve percorso continuavi a guardarmi e senza soffermarti troppo hai delicatamente accarezzato le mie labbra con le tue, ho sentito il tuo profumo la morbidezza delle tue labbra e il gesto dolce di sfiorare la mia mano, mi hanno fatto desiderare di essere già a casa tua.

Sfiorandoci appena siamo arrivati da te, hai aperto la porta mi hai fatta entrare e chiudendola con il piede mi hai sussurrato “ adesso sei tutta mia, ci penserò io a viziarti ”.

I brividi di eccitazione correvano veloci lungo la mia schiena , mentre mi spogliavi e le tue dita accompagnavano la stoffa di quel vestito leggero che speravi avessi indossato per te.

“Sai come si chiama il gioco di oggi?”. “L’ATTESA”

Ho sorriso, chinando indietro la testa. I miei cappelli ricci e biondi si sono sparsi sulle spalle. Ed ecco che mi porgi un pacchetto ed esclamo: “Un regalo!”.

Apro il pacchetto con gli occhi stupiti di una bambina.

“È molto buono; è olio di mandorle”, mi spieghi mentre avvicino la bottiglietta di vetro e al naso. E hai aggiunto: “Lo vuoi provare?».

Il mio sì, è stato solo un cenno.

Mi guardi negli occhi e mi dici dolcemente : “Da questo momento non parlerò. Da questo momento parleranno solo le mie mani!”

Ti chini su di me inizi a baciarmi le gambe, poi risalendo piano piano ti soffermi sul mio ventre e alzi lo sguardo e contempli il mio volto rilassato che riaffiora dietro la curva dei seni.



La mia pelle è lucida, le tue dita disegnano su di essa sentieri che la imporporano delicatamente. Sei inginocchio accanto a me, mi osservi, nuda, in controluce , tu sei ancora in boxer , non hai voluto che ti spogliassi completamente e intravedo con gli occhi socchiusi i tuoi boxer un po’ gonfi, sfioro la tua erezione insinuo la mia mano dentro e ti accarezzo, mi lasci fare per un po’ e poi mi baci e con lo sguardo mi fai capire che non è ancora il momento e ricominci con le tue carezze.

Non riesco più a capire da quanto tempo siamo qui, da quanto tempo stiamo in silenzio. Sento solo il fruscio delle tue mani e le vibrazioni del mio corpo. E’ come se il tempo si fosse fermato, siamo sospesi nel nulla nella tua camera da letto , bagnata dagli ultimi raggi di un autunno benevolo.

I miei occhi verdi si muovono appena dietro le palpebre abbassate inseguendo pensieri e sensazioni, ma le tue mani restano immobili ad ascoltare ogni mio movimento. È così che comunichiamo, oggi. Le parole passano attraverso le tue dita. Il desiderio si trasmette attraverso gli sguardi e la pelle.


Di colpo il silenzio della stanza viene rotto dai gemiti che sfuggono appena dalle mie labbra e dalla mia voce che ti supplica “Il clitoride, adesso. Ti prego”.


E invece no. Non ancora. Le tue dita scivolano lentamente lungo il torace, il ventre, il bacino. Le mani si separano per accompagnare il profilo delle cosce, aumentando lievemente la pressione nel lambire, delicatamente, il pube.
La mia reazione è quasi impercettibile. La avverti attraverso i polpastrelli.

Io , nuda, tu semi vestito afferri nuovamente la bottiglietta di olio che ogni tanto prendi per ungerti le mani, stavolta ne versi qualche goccia sul mio ventre e osservi il mio corpo, divenuto estremamente sensibile, contrarsi leggermente, ne versi qualche goccia anche nell’ombelico formando in esso una piccola pozza.

Da lì, un dito inizia il suo viaggio verso il mio piacere. Compie giravolte sul Monte di Venere, scende lungo le labbra, rasenta l’ingresso della vagina, che ancora non ha dischiuso il suo segreto.

E poi riparte dalle dita dei piedi, risalendo le gambe, le cosce, chiedendomi con la spinta delle mani di aprirle solo per te . Le tue mani convergono nuovamente verso il pube.

Dietro le mie labbra, sono nascoste le parole che vorrei dirti. Dietro le pieghe della mia figa, il piacere che vorrei regalarti.

Sei eccitato dalla mia eccitazione che mi colora delicatamente la pelle. Godi del mio godere, ancora così contenuto e trattenuto. Senti l’impeto dell’erezione che potresti soddisfare . Ma lasci tutto così anzi la utilizzi come guida in questo viaggio sul mio corpo.

Ancora una volta ti sussurro : “il clitoride, ti prego!”

Adesso sì, ora è il momento. Mi sfiori con il polpastrello e subito inarco il bacino, stringo le cosce. Mentre le tue mani continuano a muoversi sicure , esperte, decise e dolci.

Il ritmo delle tue carezze cresce sempre di più mentre un dito si fa strada dentro di me e accompagna dall’interno il movimento esterno.

I miei gemiti sono sempre più forti, il mio respiro sempre più accelerato. Potresti penetrarmi
Ma non vuoi perdere il contatto con il mio corpo,mentre mi sto rivelando a te. Ascolti con le mani le parole che non hai mai sentito con le orecchie. E forse mai ascolterai.

Adesso ti chini su di me e affondi la faccia tra le mie gambe.

Assapori la mia inondazione , aggiungi saliva al mio umore. La danza dei nostri corpi riprende con un nuovo ritmo con nuovi ballerini.

Metto una mano sulla tua testa e ti stringo i capelli muovendo il bacino al ritmo della tua bocca. Finalmente Godo!!!

Sento il tuo sguardo contemplare il mio volto trasfigurato, ma non apro gli occhi nemmeno per un istante mentre tu mi sussurri “Sai che, se adesso mi guardassi, io non potrei più fare a meno di te”!

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