RACCONTO TITOLO: La prima devota 
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La prima devota


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La prima devota

by thebigwillis
Visto: 147 volte Commenti 1 Date: 23-07-2016 Lingua: Language

Mi ero appena lasciato con la mia fidanzata storica, una bellissima ragazza inglese che mi aveva mollato per tornarsene oltremanica dopo due anni di convivenza.
La casa grande che abitavo appariva vuota e piena di ricordi.
Un giorno un mio amico mi chiese se potevo ospitare una sua "amica" irlandese, visto che disponevo di una comoda camera da letto con annesso bagno; insomma, uno spazio indipendente per poterla ospitare per il periodo in cui faceva uno stage in una università italiana durante la stagione estiva.

Ebbi qualche remora ad accettare una persona sconosciuta, ma il mio amico disse che lui non aveva possibilità e che era troppo controllato dalla sua ragazza di allora, molto gelosa.

La sistemazione da me sarebbe stata decisamente insospettabile e "non mi avrebbero dato fastidio".

Alla fine accettai e conobbi Jessica: una ragazza dagli occhi verdi, sorriso simpatico, un bel fisico, soprattutto un pronunciato e seducente fondoschiena.
Ma ero ancora scosso e anche molto irritato per la mia separazione e la ragazza era "amica" del mio amico.
Fra l'altro lei aveva circa vent'anni, mentre io quasi trenta.

Il primo giorno le mostrai la casa, le spiegai poche regole di convivenza, soprattutto che la mia camera da letto era "off limits" e che, se voleva vedere il mio amico a casa, doveva approfittare di quando non c'ero.

Jessica si comportò sempre nelle regole, usciva per seguire il suo stage e ogni tanto si vedeva col mio amico, ma sempre senza la mia presenza.

Passó qualche tempo, l'estate era calda e qualche uscita serale con gli amici leniva il mio malumore ma, soprattutto, affogavo nel lavoro la mia inquietudine, tornando a casa tardi.

Talvolta capitava che cenavamo insieme e veniva a galla qualche particolare della mia storia appena conclusa.

Un giorno, derogando dai miei soliti orari di lavoro, tornai a casa nel pomeriggio.
Entrai e mi diressi verso la mia camera da letto.

Aprii la porta e trovai Jessica seduta sul letto che stava guardando un album di mie foto con la mia ex.
Appena entrai lei sobbalzó, un po di paura e molto di imbarazzo; rimase muta, attonita, cercando le parole per giustificare il suo comportamento.
Le lanciai uno sguardo di fuoco, ero adirato, le chiesi retoricamente cosa stesse facendo e se si ricordava delle regole.
Parlai con voce bassa..

Solo allora presi coscienza di come era abbigliata, con una canotta che lasciava bene intendere le forme di un seno piccolo ma sodo e una minigonna di jeans che, da seduta, metteva in mostra le sue splendide gambe.

L'ira si stava trasformando.
La presi per le spalle, le imposi di scendere dal letto.
Che fosse una mia induzione, o lei voleva mostrare pentimento, non si alzò per andarsene, ma si mise in ginocchio per terra, come a chiedere perdono. E infatti cominció ad articolare una difesa, ma io cominciai a mescolare la mia rabbia con la voglia di averla.
Ancora con le mani sulle spalle la piegai in avanti.
Era rimasta a quattro zampe, il seno ormai quasi completamente scoperto dalla sottile canottiera, le natiche esposte.
Le dissi, infantilmente, che era stata cattiva, "a naughty girl".
Lei si girò a guardarmi e mi si accese una luce..non era più impaurita o imbarazzata, era eccitata.
Aprii la mano e le diedi uno schiaffo sulle natiche.
Ebbe un sobbalzo e le uscì un piccolo lamento, ma non si mosse da quella posizione.
Allora la sculacciai ancora, e poi una terza volta.
Ogni volta si lamentava ma rimaneva ferma ad attendere la sculacciata successiva.
Le guardai il seno, i capezzoli erano turgidi, era chiaramente eccitata.
Con la sinistra la presi per i capelli e con la destra la colpivo sul bellissimo culo che si stava arrossando, contrastato dal bianco delle mutandine.
La cosa andò avanti per qualche minuto, senza una parola.
Ma ora non era più la sola ad essere eccitata, il mio membro stava esplodendo nei miei pantaloni.
Lo estrassi, senza neppure spogliarmi, e lo mostrai a Jessica.
Ancora una volta, in completo silenzio, dischiuse le labbra, io mi spostai davanti a lei, sempre con la sinistra che le afferrava i capelli, e le imposi la mia asta in bocca. La succhió avidamente, io ero eccitatissimo ma volevo mantenere la rabbia del primo momento.
La scopavo in bocca determinando il ritmo afferrandole la testa e i capelli.
Poi mi piegai in avanti e la sculacciai di nuovo, dal colpo quasi mi morse il cazzo.
Allora lo estrassi, mi girai di dietro: lei non si mosse, era soggiogata e visibilmente eccitata..
Quando le abbassai con forza le mutandine, la sua fica era già grondante: il mio membro entró come nel burro, mi piegai in avanti, le afferrai le tette con le mani mordendole il collo in maniera animale mentre la scopavo con forza, pensando solo al mio piacere...ma fu lei a godere, ripetutamente, diverse volte in successione prima che la inondassi col mio sperma.
Cominció così la mia prima estate di padrone di Jessica, la mia femmina devotamente eccitata.
Il mio amico non lo seppe mai.

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