L'educazione sentimentale Cap. 4: Le Signore sposate
by EnricoBVisto: 633 volte Commenti 5 Date: 22-05-2024 Lingua:
Mi è capitato di frequentare alcune Signore, in genere colleghe di lavoro, un poco più grandi di me.
Ricordo con grande piacere queste frequentazioni.
Tutto iniziava, in genere, perché gradivano la mia galanteria ed il fatto che notassi quando indossavano qualcosa di particolare o se avevano cambiato pettinatura.
Poi capitava, parlando dell’abbigliamento, che facessi loro i complimenti per le scarpe e soprattutto per i tacchi che indossavano, per i quali da sempre ho una grande passione e che il discorso iniziasse a scivolare verso considerazioni un poco “erotiche”.
Entravamo così sempre più in confidenza ed essendo io già allora amante anche delle calze e della lingerie, succedeva anche commentassi le calze che indossavano, collant o autoreggenti, fin anche a parlare degli slip o dei reggi seni preferiti ed indossati.
Si arrivava così ad una certa complicità ed a discorsi sempre più intimi e diventava normale avvicinarsi e toccarsi finché, quasi senza volerlo, scattava reciprocamente la voglia di baciarsi.
Far sesso insieme poi, era inevitabile!.
In realtà credo che io rappresentassi in quel momento quello che i loro mariti non facevano più! Annoiati dalla frequentazione costante, tropo presi dal lavoro o per altri motivi.
Quando arrivavamo a far sesso poi, capivo che tornavano a godere con me momenti che forse non erano più frequenti nel loro rapporto di coppia.
Se baciavo loro i seni ed i capezzoli succhiandoli o le baciavo tra le cosce e leccavo e succhiavo la fica bagnata sentendole un poco gemere o davo loro il mio cazzo in tiro da baciare, leccare, succhiare, ingoiare, non era raro mi confidassero che con il marito questo non lo facevano più da tanto tempo!
Nell’approccio al sesso anale poi scoprivo sempre che l’avevano provato in gioventù con più o meno piacere, ma che con l’uomo che avevano sposato non l’avevano mai praticato non avendolo lui mai cercato, né loro proposto per timore di esser mal giudicate.
La Signora con la quale ho avuto la relazione più lunga e complice, madre di due figli, mi confidò che con il marito non aveva mai praticato sesso orale né tanto meno anale, che pur aveva goduto moltissimo da ragazza, in quanto lui non solo non gliel’aveva mai chiesto, ma già da fidanzati le aveva esternato come ritenesse queste pratiche indegne di una sposa, madre dei suoi figli! Che non avrebbe potuto più baciarli, né baciar lui dopo aver praticato certe “sozzerie”!
Poiché però per tutto il resto suo marito le andava bene, l’aveva sposato e ci teneva molto che la loro unione durasse.
Anche se c’era stata la liberazione sessuale, negli anni ’80 ancora tanti erano i tabù che bloccavano le coppie.
Con questa Signora iniziammo ad andare, a fine lavoro, in un parco che aveva zone appartate frequentate da coppie, soprattutto in inverno, quando si faceva buio prima.
Aveva pochissimo tempo, perché a casa aveva poi da fare tantissimo, dovendo gestire il marito ed i due figli.
Non poteva venire a casa mia perché troppo distante e talvolta siamo andati in un albergo vicino all’Ufficio, col timore di essere visti da qualche collega, dove prenotavo una stanza nella quale poi io restavo anche a dormire, la notte! Non era un albergo a ore, ma un bell’albergo, in quanto ci tenevo a poterle dare solo belle emozioni.
Adoravo sborrarla dentro, in bocca ed anche in fica, oramai c’era la pillola anticoncezionale ed una volta che le raccontai che frequentavo anche alcune coppie, mi confessò che aveva fatto sesso anche Lei con due uomini insieme per un lungo periodo, durante gli anni dell’Università.
Mi confidò anche di aver goduto della doppia penetrazione prendendo i loro cazzi contemporaneamente in fica ed in bocca ma non aveva preso mai un cazzo in fica ed uno in culo contemporaneamente, come aveva visto fare in alcuni film porno che ogni tanto guardava insieme ai suoi amici mentre facevano sesso.
Riprendendo con me a praticare il sesso anale, mi confidò pure che in questa pratica i suoi amici non erano così bravi a farla godere senza farle sentir male, come faceva invece l’amico maturo che da ragazza l’aveva iniziata al sesso anale per non rischiare che rimanesse incinta!
Quando mi offriva il “bocciolo”, come amavamo dire, le preparavo il buchetto di culo leccandolo, insalivandolo ed aprendolo bene con le dita, le prime volte usando anche un lubrificante e poi Lei amava “impalarsi“ sul mio cazzo duro dandomi le spalle ed aiutandosi da davanti con le mani.
Faceva entrare piano la cappella nell’ano, aprendolo tutto e poi allargando le chiappe il più possibile, la sentivo spingere forte e di seguito per far entrare il mio cazzo nel suo buco di culo, tutto dentro.
In questa posizione le insegnai a masturbarsi con le dita dentro alla fica mentre la inculavo pompando piano ed il piacere che ne ricevevamo, io a sentirmi toccare il cazzo attraverso la fica e Lei sfregando la clitoride con le dita, era enorme!
Recuperando anche questa dimensione del piacere, iniziò ogni tanto a chiedermi di farlo, forse anche perché aveva capito quanto mi piacesse ed anche Lei poi ne godeva moltissimo.
Mi diceva che ero bravo si, ma avevo anche il cazzo adatto, con la cappella larga ma affusolata!
Non so perché, ma far sesso anale ci metteva di buon umore, ridevamo divertendoci mentre la preparavo per l’inculata succhiando ed aprendo il suo bel buco di culo tornato elastico, il suo “bocciolo”!
Quando una volta le chiesi come mai non aveva tradito prima il marito, mi rispose che con due figli avuti in tre anni non era facile gestire anche un amante e tutto era andato avanti così, per inerzia.
Decidemmo di troncare per qualche tempo la nostra relazione quando ci rendemmo conto che forse in Ufficio avevano notato tra noi una certa intesa!
Lei teneva molto alla sua famiglia ed io la capivo.
Negli ani successivi spesso, quando ha potuto liberarsi del marito e dei figli, ci siamo nuovamente incontrati ed ogni volta era una grande emozione.
Mi aveva raccontato che la cosa che ricordava con maggior piacere di del periodo in cui faceva sesso insieme ai suoi due amici, era il poter contemporaneamente stringere due cazzi e segarli, uno per mano, scappellandoli fino in fondo.
Oppure quando succhiava i loro cazzi, avvicinare alla sua bocca le cappelle unite cercando di leccarle ed anche di imboccarle insieme.
Poi succhiare i due cazzi alternativamente, imboccandolo uno per volta, vicini.
Ne aveva un ricordo bello ma un poco sfocato, lontano, mi diceva, anche se ogni tanto ci ripensava.
Poi una di quelle volte che era rimasta sola in quanto il marito ed i figli erano andati ad una manifestazione sportiva, mi disse che aveva curiosità e voglia di andare in un Privè, in quanto aveva visto una trasmissione televisiva che ne parlava e le aveva fatto un poco ricordare le sue esperienze giovanili.
Andammo in un piccolo locale al centro di Roma dove mi conoscevano e riuscii a non farla registrare, togliendole questo timore iniziale.
Le chiesi di vestire in modo sexy e provocante, seppur molto elegante e Lei indossò calze nere autoreggenti velate con la riga dietro ed una balza alta stupenda con un fiocchetto rosso dietro, reggiseno e perizoma trasparenti di pizzo pure nero con qualche punto di rosso, scarpe chiuse con tacchi alti a spillo, tailleur con gonna ben sopra al ginocchio e camicetta molto sbottonata.
Ricordo benissimo questi particolari del suo abbigliamento perché alcune cose gliele avevo regalate io all’inizio della nostra relazione ed altre le aveva acquistate Lei per me, per piacermi!
Temeva inizialmente, indossandole quando ci incontravamo, che il marito notasse il cambiamento, ma lui non si accorse mai di nulla, neppure quella volta che – mi aveva raccontato – indossò le autoreggenti velate con la balza alta ed il fiocchetto rosso dietro di quella sera in quanto aveva smagliato quelle che prevedeva di indossare e davvero temeva lo notasse!
Ma lui non se ne accorse neppure in quell’occasione.
Mentre andavamo al locale n taxi, seduti dietro, le feci scoprire le gambe ed aprirle, in modo che l’autista, un uomo più o meno della sua età, dallo specchietto retrovisivo centrale potesse vedere le sue cosce fino allo slip.
All’inizio era piuttosto paurosa e riluttante per il timore – mi sussurrava agitata all’orecchio che un giorno la potesse riconoscere, magari mentre era insieme al marito.
Poi però si eccitò lasciandosi andare, facendosi esibire come sapeva piacermi e quando arrivammo al locale, che il tassista conosceva essere un Club Privè, i suoi complimenti forti ma espressi con galanteria, la eccitarono ancor di più e lo ringraziò più volte felice sentendosi dire:
Signò cià delle cosce che resusciterebbero un morto!
Spero proprio de ritrovavve!
Ve lascio il mio telefono.
M’ha fatto ingrifà pe tutta la corsa, so eccitato come nun me capitava da chissà quanno!
Così quando le chiesi di sentire se eravamo tutti e due eccitati, dapprima si schernì, ma poi quando presi la sua mano portandola tra le mie gambe e le feci sentire il mio cazzo già duro e grosso chiedendole di sentire se anche il tassista era eccitato come me, lo fece, masturbandoci insieme da sopra alla stoffa dei pantaloni.
Fu molto eccitante per tutti e tre.
Poi quando ci sentì davvero eccitati disse:
Dai entriamo, altrimenti finiamo qui! Ah ah …
Entrando nel locale mi disse ridendo che il tassista aveva il cazzo grosso, più del mio! E che forse era anche un poco venuto.
La presentai alla coppia che gestiva il locale ed appena ci avvicinammo al bar fu subito ammiratissima ed iniziò il corteggiamento più o meno elegante da parte di tutti i maschi presenti.
Restammo al bar per una mezzoretta e più, Lei oramai molto eccitata, esibendosi orgogliosa, aveva completamente superato ogni timore.
Era tornata ragazza!
Ci baciammo a lungo al bar e lasciò che le accarezzassi le cosce scoprendogliele completamente in pubblico.
Le chiesi di togliersi lo slip lì al bar e lo fece, davanti a tutti!
Poi la masturbai un poco mostrando la sua fica, pelosetta ma molto curata, come piaceva a me.
Prima che ci frequentassimo era pelosa al naturale!
Il marito non notò mai neppure questo cambiamento, come Lei temeva, nemmeno quando tempo dopo si lasciò solo un ciuffetto di peli sopra alla fica, come le chiesi di fare.
Quella sera andammo poi in un salottino, oramai circondati da molti maschi che continuavano a corteggiarla cercando di palpale le cosce ed i seni.
Per questo restammo là poco tempo là, forse un paio di minuti.
Le sussurrai all’orecchio se voleva andar via o scegliere con chi appartarci e Lei mi indicò due uomini più grandi di Lei che erano stati sempre molto galanti senza esagerare nel voler allungare le mani.
Dal salottino si accedeva alle stanze riservate.
Spesso nei Privè alcune stanze avevano una porta normale, altre con uno spioncino, qualcuna si chiudeva con una grata, in modo che sebbene dall’esterno tutti potessero vedere e magari masturbarsi, si potevano far entrare solo le persone gradite.
Le suggerii quest’ultima, essendo quella che io preferivo: esser guardato mentre faccio sesso m’intriga ed eccita moltissimo ancora come allora!
Piacque anche a Lei ed entrammo facendo entrare i due signori e chiudendo la grata a chiave.
Facemmo sesso a lungo, chiusi per più di un’ora e Lei poté godere i nostri cazzi sia in bocca che in fica più volte.
Prese spesso due o tre cazzi contemporaneamente in bocca, in fica o in mano, ma non volle la inculassi per provare la doppia fica – buco di culo.
I due uomini oltre che molto galanti, si rivelarono anche molto attivi e fantasiosi, nonostante l’obbligo che imponemmo loro di indossare fin dall’inizio il preservativo.
Lei poté bere solo la mia sborra, ma i due riuscirono sempre a sborrarla sui seni, sui capezzoli e sul collo, come a Lei piaceva, tirando fuori il cazzo dalla fica e togliendo il preservativo poco prima di venire.
Il profumo della sborra era diffuso nella stanza e baciarla con la mia sborra sulla lingua, mentre si spalmava lo sprema degli altri sulle mammelle e sul corpo fu bellissimo, con quelli fuori ci guardavano segandosi.
Mentre andavamo via ancora in taxi, mi ringraziò per averle fatto provare questa esperienza.
Eravamo sfiniti e non provocammo il tassista, tornando!
Tornando in taxi pensavo al marito ed alle sue idee moralistiche le dissi all’orecchio:
Pensa con le idee di tuo marito, se ti vedesse o tu gli proponessi una cosa del genere!
Che peccato, con una donna viva come te!
Mi rispose, avvicinandosi al mio orecchio:
Si lo so, ho sposato un coglione.
Ma va bene così, lo sapevo dall’inizio e per tutto il resto è davvero un bravo marito.
Quando ricordavamo quella serata ci eccitavamo molto.
Più volte abbiamo detto di tornarci ma non l’abbiamo più fatto. Chissà mai se è poi tornata in un Privè con qualcun altro!
Un’estate che pure era rimasta sola, volevamo andare a Capocotta, spiaggia nudista vicino Roma, ma temevamo di incontrare persone che la conoscessero e non l’abbiamo fatto.
Con saltuarietà ci siamo rivisti per molto tempo, poi però ci siamo persi di vista.
L’ho ritrovata di recente, dopo tanto tempo e casualmente alla convention dell’Azienda per la quale lavorava ed alla quale anch’io ero invitato essendone stato per alcuni anni un dirigente!
I suoi figli oramai sono grandi, e ne ha avuto anche un atro dopo!
Il suo matrimonio durava ancora.
A quasi settant’anni l’ho trovata essere ancora una gran bella e provocante Signora! Forse anche per quello che mi ricordava!
Quella sera indossava una gonna al ginocchio, scollatura moderata, tacchi alti il giusto e mi ha confidato, collant e brasiliana di pizzo.
Le ho chiesto se depila ancora la fica come faceva per me e mi ha risposto ridendo che era tornata alla “foresta primitiva”!
Si depilava oramai solo in estate per il mare.
Ho avuto voglia di tornare in taxi con Lei, ma non gliel’ho proposto.
Uno dei suoi figli stava per laurearsi e mi ha chiesto se potevo indirizzarlo. Mi sono fatto inviare il suo curriculum e gli ho procurato dei colloqui presso Società dove ho ancora degli amici. Credo uno di questi abbia anche avuto un esito positivo, ma eravamo rimasti d’accordo di non risentirci.
Queste esperienze, un poco furtive con Signore sposate più grandi di me, hanno avuto tutte caratteristiche simili alla storia che ho ricordato, che le compendia, poiché è quella che ho vissuto più a lungo e più intensamente.
Innegabilmente anche questi momenti hanno contribuito intensamente alla mia educazione sentimentale!