RACCONTO TITOLO: NAPOLI PECCAMINOSA: EP.2 DANIELA (seconda parte) 
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NAPOLI PECCAMINOSA: EP.2 DANIELA (seconda parte)


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NAPOLI PECCAMINOSA: EP.2 DANIELA (seconda parte)

by Syb190
Visto: 336 volte Commenti 1 Date: 31-03-2024 Lingua: Language

Daniela tornó a sedersi al mio fianco e senza lasciare le mie mani, accomodò le gambe accavallandole sensualmente di lato, quanto bastava a mostrare molto più di quanto avessi mai potuto vedere negli anni passati a spiarla. Poi prese a parlare nuovamente, con voce soffusa: “Non scherzavo Matteo quando ti ho detto che avevo perso le speranze di tornare a provare una sana attrazione per qualcuno. E non esageravo, quando ti ho detto che il sesso mi è mancato da morire. Mi sono sentita morta dentro. Annullata come donna proprio. Ed avrei pagato credimi.. pur di tornare a sentire quel brivido di attrazione e di eccitazione.
Poi, carezzandomi la mano col pollice sensualmente smaltato, tirò fuori una piccola busta di carta: “…lo sai Matteo, la zia ogni volta che ti vede ti lascia un pensiero. E poco importa che adesso lavori ed hai la tua indipendenza. Tieni, prendi gioia. Oggi più che mai, non è soltanto un pensiero; ma un grazie, pieno della gioia di essere tornata a provare un brivido.
Era vero. Ogni volta che passavo a trovarla, Daniela mi lasciava un regalo: di solito, si trattava di una quantità di denaro che valeva per tutte le ricorrenze mancate a causa della distanza.Peraltro, non erano mai cifre di poco conto, segno che ci teneva davvero a quel gesto; non lo erano quando studiavo e non lo erano nemmeno in quel momento in cui, pur percependo il mio stipendio, quella somma era niente affatto simbolica. Sapevo che poteva permetterselo e sapevo quanto ci tenesse a farlo, per cui non avevo mai rifiutato vista anche la dolcezza con cui ogni volta preparava e porgeva quella bustina. Ma il pollice dolcemente accarezzato, la voce suadente e quella intensa allusione al bacio precedente ed alle cose che ci eravamo detti,rendevano tutto un po'diverso questa volta: quel bacio, non era stato insignificante. Aveva provato qualcosa!E quel regalo, non era il solito prezioso pensiero affettuoso ma qualcosa di più. Qualcosa di diverso.
La guardai stupito, come ogni volta che mi metteva tra le mani quella bustina e rimasi per un attimo assorto a guardare la carta viola decorata chiusa in cima da un cuoricino. Daniela mi vide forse un po'imbarazzato: “Cosa c'è Matteo? Sarai mica a disagio! Guarda che ci conosciamo da tutta la vita! Non preoccuparti. Sai quanto mi fa piacere farlo. Oggi più che mai.”
Risposi, sollevando lo sguardo dalla bustina: “No Dani, ma figurati! Non lo pensare nemmeno. So quanto ci tieni. È che davvero non c'è bisogno e in questo momento complicato con la separazione,le spese e le tue figlie e..


Daniela:e..e..e...já Matté..
Mi stoppò dandomi un altro bacio, stavolta più intenso, più caldo e più lungo del primo.E fu al termine di quel lungo bacio, che rese tutto palese, con una forza ed una convinzione che mai avrei immaginato di vedere:

Non stiamo tradendo nessuno Matteo. Non stiamo tradendo Camilla, né le mie figlie né nessun altro. Ci stiamo solo prendendo ciò che la vita ci ha messo davanti ed io, sono felice che per la mia prima volta dopo mio marito, il prescelto dalla vita sia tu

.
Mi stringeva forte le mani, quasi a comunicare quanto volesse che fossi io la sua vendetta. E per nulla turbata dal fatto che potesse in qualche modo tradire la fiducia dell’amica portandosi a letto il figlio, continuò:

..e poi Matteo, bhe poi..se lo fai gratis tradisci ma se lo fai per soldi, pur sembrando un tradimento, non lo è! È un accordo tra me e te. È come se la zia ti stesse offrendo un lavoretto. Fidati dell' avvocato! mi sussurrò dolcemente.
Poi smise di parlare e lentamente si avvicinò di nuovo: la sua mano sulla mia coscia tendeva verso l’inguine mentre la mia le risaliva lungo la coscia scoperta. Mi baciò profondamente e allontanandosi di nuovo tolse la mano dal mio viso , mi chiese di chiudere gli occhi e visibilmente eccitata mi sussurrò:

..Sei una persona speciale e io sarei fiera di darmi a te ..Perchè so di aiutarti, in qualche modo. Così come tu stai aiutando me..prendi i miei baci e dopo..prendi me

.
Un brivido lungo il mio corpo accompagnava le sue parole e quello stesso brivido guidò la mia mano. Presi allora quei soldi,li riposi in tasca velocemente e la baciai con tutta la forza che avevo. Poi ci alzammo e continuando a baciarci andammo in camera sua, dove mai ero stato se non per riporre il cappotto durante qualche cena coi miei. Era il sogno di un adolescente, il tormento di tante notti e tanti giorni che si presentava ai miei occhi. Ed era maestosamente bello, meastosamente intenso.
In men che non si dica eravamo avvinghiati sul letto. Le sbottonai i primi pendagli del vestito, era senza reggiseno sotto e lasciai il vestito sbottonato per godermi quelle tette sode e grosse. Baciarle era incredibile! Sentirne il profumo, toccarle massaggiandole dolcemente e vederla chiudere gli occhi mentre piano arrivavo ai suoi fianchi. Poi lei, perfettamente a suo agio, sfilò dolcemente i miei pantaloni e si diresse verso il “piccolo”, regalandomi un pompino stratosferico, lento e intenso:“Mhhh…aahhh … Bello della zia chi l’avrebbe mai detto..che bello che è!”.
Trattenevo a fatica la mia eccitazione; e più spingeva per affondarlo in gola, più il mio pene pulsava. Sentivo il rumore dei suoi affondi e i suoi mugolii di piacere mentre con gli occhi mi gustavo quella scena incredibile.
Avrei voluto riempirle subito la bocca di caldissimo piacere ma il mio “compito” non me lo consentiva e cosi presi l’iniziativa e la misi sopra di me. Le tolsi tutto,tranne le mutandine. E dopo averle fatte scivolare via, le leccai il buco della vagina , e sebbene fossi concentrato sul suo clitoride, la sentivo gemere:“Matteo ohh si .. Matteeeeeoooo..ohh ahhh ohhhhh”. E più gemeva più il mio cazzo si faceva di marmo e pulsava voglioso di prenderla.
La spostai allora e in ginocchio di fianco a lei, lo avvicinai al suo corpo per metterlo stretto fra le sue tette; Daniela iniziò a masturbarmi fino a farmi venire copiosamente sui suoi capezzoli, ancora turgidi e bagnati dalla mia saliva. Dopodiché, lo riprese in bocca per ripulirlo e tornato duro, iniziai a penetrarla con tutta la forza che avevo:“Si Daniela, Si Daniela..ohh.. fammi vedere quanta fame hai…Godii daii godiii”.
Daniela era come posseduta: completamente libera, godeva ed annuiva e diceva in continuazione di non farla venire perché non aveva ancora finito col suo “giochino”. E io vedendo le sue tette rimbalzare sotto l’effetto dei miei colpi godevo come mai in vita mia.
La scopai da sopra e poi da sotto,colpo dopo colpo, gemito dopo gemito e pienamente mia mi chiese di penetrarla lì, dove neanche l’ex marito era mai arrivato:“Prendilo Matteo, ti prego! Facciamo vedere a quel cornuto che si è perso ja! Neanche lui è mai arrivato lì e non mi interessa il dolore, non mi interessa niente! Se anche mi farai male, non sarà mai quanto ne faremo noi a lui!”
Ebbi un colpo! Mi stava dando il suo culo da ventenne ed io, che mai avevo avuto un rapporto anale, non sapevo esattamente come comportami. Istintivamente, mi feci guidare dalle sue mani e la lasciai fare mentre usava il mio cazzo duro per massaggiarsi l’ano. Poi, presi coraggio e cominciai a massaggiarlo io con le mie mani, dopo averlo bagnato un po' con la saliva.
E dopo un po’ , sentendo che era a suo agio, presi della crema corpo che aveva sul comodino sperando di agevolare l’ingresso. Non ero certo fosse ma cosa giusta, fino a che ad un certo punto non sentii quel buchetto aprirsi ed accogliermi in paradiso. Il mio cazzo era sempre più stretto e stava pian piano facendosi strada tra i gemiti di Daniela: “Matteo si … cosi ..fai vedeeereee aaallla tuuua ziiietta un po di steeeelle..Si tesoro mio siii .. siii”.
Il suo culo era splendido e lo penetrai da dietro, godendomi ad ogni colpo la vista del suo piacere. Colpo dopo colpo, riuscii a farmi entrare tutto dentro di lei.Piangeva quasi, povera Daniela e forse sanguinava un po’ ma godeva come mai avevo visto fare, nemmeno nei porno del tirocinio adolescenziale. Io spingevo e senza il filtro del preservativo sentivo benissimo l’anello anale che mi portava a venire ancora. E cosi fù: spinsi più che potevo, fino in fondo, e venni nel suo culo inondandola completamente: “MATTEOOOHH AMORE .. BRAVO PICCINO BRAVO AMORE! QUANTO TI ADORO..Ahh siii siii... RIEMPIMI..CHE LAVORO SPECIALE HAI FATTO..DIO CHE PIACERE”.
Ma Daniela, pur soddisfatta, non era affatto stanca. Mi fece sdraiare, chiudere gli occhi e riprese a stuzzicarmi: scese dal letto, si mise nuovamente i tacchi e restando nuda si inginocchiò poi ai piedi del letto e preoccupandosi che guardassi bene, prese a farmi un altro pompino guardandomi dritto negli occhi così da farmi eccitare ancora di più.In pochissimo tempo, aveva capito (da donna navigata quale era) che cosa mi faceva impazzire nonostante non glielo avessi esplicitamente detto.
E mentre andava su e giù con la testa ed io la tenevo per i capelli, si girò verso di me e mi disse ansimando:“Ora mi tocca mangiarti .. Sei venuto sulle mie tette e nel mio culo.. adesso ti prego.. fammi sentire il tuo piacere in gola”.
Ebbi un fremito ma con la poca lucidità che mi restava, pensai che devo resistere un po'. Volevo godermelo quel momento,assaporare colpo dopo colpo quella pompa succulenta ed arrivare poi alla fine spingendolo dritto nella sua gola.
Daniela spingeva e al contempo si aiutava di tanto in tanto con le mani, in una danza armoniosa mai monotona di movimenti. E quando iniziai ad ansimare perché vicino all’orgasmo ,con la sua lingua leccò così forte che in un lampo lo fece esplodere.
E dopo avere ingoiato e ripulito l'asta disse: “Mhhh.. caldo, dolce e abbondante come l’uomo che mi ha scopata..ohh si .. hai esaudito ogni mio desiderio..mi hai inondata di piacere e fatto sentire nuovamente donna. Sono fiera di te…Mai bevuto con così tanto piacere..così tanto che quasi quasi..”.
Sperai non volesse ricominciare perché davvero mi aveva sfinito e prosciugato in ogni modo.
Finimmo allora per abbracciarci, accoccolati e stremati su quei cuscini pieni dei nostri odori. La camera ed il letto erano un campo di battaglia, i vestiti buttati ovunque raccontavano della frenesia con cui ci eravamo presi. E lei, mentre eravamo stretti e nudi riprese a parlare:“Sai...non avrei mai pensato di farlo con un uomo più giovane e men che meno con il figlio di una delle mie migliori amiche. Ma per quanto voglia bene a tua madre però, lo rifarei altre cento volte..anzi..

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Si alzò e da un cassetto del comò prese qualcosa:

..tieni gioia.. prend. Diciamo pure che è un bonus extracontrattuale per avermi tenuta su questo letto 3 ore

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Si rimise poi vicino a me e guardandomi:

..poi, se vuoi.. le ragazze sono entrambe fuori domani e se non hai altri piani bhe.. potresti tornare qui

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E ridendo con una battuta, aggiunse:

Magari la zia ti rinnova il contratto”.
Mi voltai e mi avvicinai alle sue labbra: “Daniela, ma dopo tutto quello che hai fatto per me? Non serve, davvero. Sono io che dovrei dare qualcosa a te per quanto mi hai fatto impazzire

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E continuai:

anzi.. facciamo una cosa..facciamo un patto. Io li prendo, ma ad una sola condizione. E se accetti, solo se accetti, allora mi vedrai anche domani!”.
Daniela: “Ah si? E che fa il mio giochino mi detta le condizioni? E sentiamo ja.. qual’è sta condizione?!”
rispose ammiccando.
Matteo: “Domani non sarà compito. Domani sarà sesso. Tanto lo hai capito che mi fai impazzire, da sempre! Oggi mi hai dato fin troppo e non serve darmi altro. Accetta! O non verrò!!”.
Sorrise, e sospirando disse: “Vabene gioia..vabene.. ma io lo so che provi attrazione, te lo si legge in quegli occhioni verdi dolcissimi! Ma così facendo tradirai Camilla. Te la senti?”.
Guardai il soffitto e dopo poco ritornai con gli occhi sul suo corpo meraviglioso e dissi: “Pazienza. L’avrò fatto per amore di zia. Per il suo cuore ferito. Per amore del mio sogno erotico e della donna alla quale spiavo nella camicetta”.

Lei sorrise e mi baciò, tornando la dolce Daniela che al mattino mi aveva accolto sull’uscio della porta.
Ed io, mi godevo il momento. Col corpo nel suo letto e con la mente un po’ indietro al selvaggio pomeriggio passato insieme. Ed allo stesso tempo proteso in avanti al giorno successivo. Ancora lei, magari quel letto. Ancora noi.


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