sottomissione
by arcornutoVisto: 763 volte Commenti 8 Date: 23-02-2024 Lingua:
inutile negare quanto sia ineludibile il senso di gelosia che permane alla sola idea della rispettiva compagna divenire l’oggetto delle attenzioni altrui, cosa del resto alquanto inevitabile nella consapevolezza di quanto la sofisticata avvenenza, che ne caratterizza l’esteriorità, non la renda affatto inosservata dagli sguardi anche palesemente lubrichi che le vengono rivolti in più di una occasione.
del resto neppure la morbosità delle fantasie più distorte, che ne alimentano le eccitanti emozioni, durante i momenti di intimità a condividerle, può scacciare totalmente il pensiero che se ne realizzino in maniera incontrovertibile le audaci esperienze di una così estrema trasgressività.
cosa sia meglio sopportabile, in questo limbo sensoriale, in cui è d’obbligo il doversi calare unicamente da spettatore passivo, accettando che avvenga l’inevitabile confronto adulterino con il fortunato avventore che potrà gratificarsene interamente, senza alcuna preclusione di sorta che possa mitigare il sortilegio malefico imposto dal frangente sostiitutivo nel mio ruolo maschile di frantumata virilità.
dubbio amletico prevalente, che ad essere amante, possa divenire un prestante individuo, il cui vigore atletico devestarà il mio essere, oppure una persona talmente comune che persino la gelosia dovrà cedere il posto all’amplesso consumato senza influire in misura irreversibile su quanto neppure una compiuta penetrazione potrà assurgere ad orgasmo celebrativo dell’atto medesimo.
ed allora ben venga, che nel confuso turbinio di emozioni, così talmente eccessive, ad assurgere ad un simile ruolo, sia stato quello che per me, sebbene resti un altrui elemento dentro al corpo di lei, abbia una configurazione esteriore talmente comune dal rendere la mia succube posizione almeno più accettabile.
come poter vedere in lui un vero rivale. in quel composto di masse adiposamente obsolete dal suggerirne la sola attrattività affettiva, sebbene l’avrebbe comunque sovrastata mio malgrado in amplesso, godendosene impunemente della integrale perfezione epidermica, sino a colmarla di inseminanti eiaculazioni tra erotici orgasmi.
in quei frangenti di assenza avrei dovuto impedirmi l’udito di una eco lontana, in cui l’ascolto di gementi ovazioni sarebbero giunte a me come il canto di una sirena posseduta da mostruose sembianze fattesi umane facendomi ancor più impazzire di incongruente gelosia a dissolversi nell’eccitazione della mente, sino ad esaurimento carnale di quella loro congiunzione corporea.
dissolutamente a me solo poi riservabile lo sfogo manuale, nel dettagliato resoconto che, implacabile, le mia stessa compagna non si esime mai dal rendermi edottamente partecipe, osservadomi compiaciuta mentre mi libero ai suoi piedi in segno eloquente di succube devozione.
