RACCONTO TITOLO: Una sera 
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Una sera


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Una sera

by vermeer
Visto: 726 volte Commenti 7 Date: 17-02-2024 Lingua: Language

Realmente vissuta. Ho una moglie, una donna, una femmina, con la quale dire che esiste sintonia di intenti è un eufemismo. Ci troviamo in tutto e a volte pensiamo nello stesso istante le medesime cose. Ambedue alle soglie dei 50 anni, lei 48 ed io 52, viviamo una sorta di simbiosi nell’intimità che ci porta a godere dei piaceri del sesso senza remore e limiti. Negli ultimi anni ci siamo regalati incontri con guardoni, guardare ma non toccare, o incontri soft, in un paio di occasioni, con coppie. Ma ognuno con il suo partner. Ciò che andiamo a raccontarvi accadde nel mese di novembre dello scorso anno quando decidemmo di passare un fine settimana in Francia, a Lione. L’idea ci parve ottima ed io paventai la possibilità di visionare un club prive’ che avevo visto sul web ubicato nei pressi di Chambery. Il suo nome è Le Cleo. Era venerdì e passammo le prime ore della giornata e del pomeriggio a passeggiare nelle vie del centro e a gustarci del Pastis seduti al tavolo di un caffè. Intanto parlavamo della serata, di come poteva essere un club, visto che mai ci eravamo stati, e di come ci si comportasse o come gli altri presenti si rapportassero con noi. Volenti o meno la fantasia correva e lei mi chiedeva cosa doveva fare se l’avessero toccata o accarezzata o addirittura fermata all’interno del locale. Io, da parte mia, gli rispondevo di non preoccuparsi che al momento avremmo di certo scelto il modo migliore di reagire. Rientrammo in albergo verso le 18 visto che Serena, avevo dimenticato di dirvi il nome di mia moglie, desiderava prepararsi per la cena a cui l’avevo invitata ben conscio della cucina locale. In camera mi sdraiai sul letto e la guardai mentre si spogliava per la doccia. Che donna stupenda sei, pensavo tra me. Ormai era nuda e si diresse in bagno dove sentii scorrere l’acqua della doccia. Dopo una ventina di minuti la vidi rientrare in camera con i capelli avvolti in un asciugamano con ancora piccole gocce d’acqua a imperlarle la schiena. Prese una delle sue creme e comincio’ a spalmarsela sulla pelle umida. La guardavo e non potevo non desiderarla. Sentivo il mio membro che diventava duro dal desiderio. Lo accarezzavo da sopra il pantalone sino a che lei se ne accorse. Mi chiese cosa stessi facendo e perché mi era diventato duro. Le risposi che la causa era lei che appariva ogni giorno più bella e desiderata ai miei occhi. Fu così che abbandono’ la crema e lentamente guardandomi negli occhi si avvicinò e mi slaccio’ il pantalone facendo fare capolino al mio cazzo ormai duro e pronto. Ma guardalo, mi disse, prendendolo in mano e facendo scorrere la mano su e giù lungo l’asta. Si fermo’ e sempre guardandomi negli occhi abbasso’ il capo e lo prese in bocca. Lo succhio’ e passo’ la lingua lungo l’asta e poi mi diede un buffetto sul membro dicendomi che era sufficiente e di fare il bravo. Tornò in bagno e chiuse la porta. Sentivo il rumore del phone mentre si asciugava i capelli e la immaginavo nuda. La porta si aprì e si affacciò in camera dicendomi di fare in fretta a fare la doccia perché a suo parere eravamo in ritardo. Così feci e mentre ero in doccia la vidi passarsi il rasoio tra le cosce per rifinire il pelo del suo meraviglioso sesso. Abbandonato il bagno nel disordine più totale passammo a vestirci. Per me jeans e giacca e camicia ma Serena si soffermò su una guêpière nera, calze nere, un sottile string e completo’ il tutto con un tailleur blu indossando la giacca senza nulla sotto. Mentre la guardavo, seduto in poltrona, vestirsi, mi tornò duro e la sfidai guardandola negli occhi. Lei mi guardava in silenzio ed io mi aprii i pantaloni e lo tirai fuori. Duro, lo presi in mano e accennai ad una sega. Serena alzo’ la gonna e scostò lo string mostrandomi quanto era già bagnata. “Vieni a sentire quanta voglia ho e come profuma di piacere la mia figa” mi disse. Mi avvicinai e nel sentirne il profumo le passai la lingua sul clitoride. “Porco! Sei un porco! Ti ho detto di aspettare” mi redarguì Serena. Recuperato il controllo prendemmo il necessario per avviarci al ristorante. Il nome era Les deux freres, i due fratelli. Un ottimo ristorante stellato in pieno centro città. Piccoli tavolini ci accolsero e ci trovammo a cenare accanto ad un’altra coppia. Il cibo era veramente squisito e la lei di coppia mi stava mostrando la balza dell’autoreggente. Credo fosse volontaria la cosa in quanto più volte mi trovo’ colpevole mentre l’ammiravo. Ne parlai a bassa voce con Serena dicendole che forse anche per loro era una serata speciale. Mi rispose che vedevo sesso ovunque. Ad un certo punto della serata la lei di coppia si alzò e si diresse ai servizi. Ormai attendevamo solo il conto che giunse proprio in quel momento. “Vado in bagno a sistemarmi, scusami” mi disse Serena. Si alzò e si diresse anche lei verso la zona dei servizi. Nel contempo pagai il dovuto e il lui della coppia si allontanò dal tavolo e si diresse verso l’uscita dove di li a poco lo raggiunse la sua lei non prima di avermi rivolto un sorriso. Strano, pensai, a cosa devo tutto ciò? Intanto Serena era tornata al tavolo e notai che il suo sguardo era cambiato. Lo conosco, quello sguardo. Le chiesi cosa era successo e lei mi rispose dicendomi che in bagno si era baciata con la nostra vicina di tavolo e si erano accarezzate le rispettive fighe per qualche secondo. “Accidenti, amore mio, mi fai impazzire”. “ Calmati e preparati perché stanotte sarà la nostra notte” mi rispondesti. Erano ormai le 23 ed usciti dal ristorante mi chiedesti se ero ancora dell’idea di andare al club. Ti risposi di si e che era l’occasione giusta non solo per il fatto che ormai eravamo a pochi chilometri ma per l’atmosfera che si era creata quella sera. Ne avevamo parlato spesso di visitare un club prive’ e sapevamo cosa accadeva all’interno dello stesso. “Dunque vuoi portarmi a fare la troia al club?” Mi chiese Serena. “No amore, desidero farti godere e sentire quanto sei donna e coltivare il tuo esibizionismo. So che ti piace mostrarti. Non faremo nulla che non sia voluto da entrambi” risposi. Pochi chilometri e giungemmo al club. Molte auto già occupavano il parcheggio. Scesi ci avviammo all’entrata. Nel mentre ti fermasti ad abbracciarmi e mi dicesti “Amore, sono un lago, stammi vicino o stasera se ci sarà occasione conoscerai una donna che non avevi mai immaginato fossi”. Era venerdì ed io ero consapevole che la serata non era dedicata esclusivamente alle coppie ma l’accesso era consentito anche a uomini singoli selezionati ed in numero ragionevole. Suonammo e ci apri una splendida donna che dall’accento pareva provenire da qualche parte est Europa. Si prese cura dei soprabiti e della borsa di Serena e ci invito’ ad entrare indicandoci il bar e il salone. “Stammi vicino, amore” mi dicesti come impaurita. “Tranquilla, non mi staccherò mai da te e, soprattutto, vedrai che nessuno ti importunerà”. Un po’ spaesati ci sedemmo al bancone del bar e ordinammo da bere. Nel frattempo ne approfittammo per guardarci intorno e scoprire il locale. Il bar era molto bello e molte persone, soprattutto uomini, ne affollavano gli spazi mentre più avanti si apriva una vasta sala con poltrone e divani ed al centro una spazio per ballare. Ad una più attenta osservazione notammo che erano presenti alcune coppie e uomini soli in numero ragionevole. Decidemmo di prendere i nostri bicchieri e di avviarci verso la sala dove trovammo posto su un divano fronte pista. Alcune coppie stavano ballando e le lei erano circondate da uomini che favoriti dal ritmo della musica le guidavano tenendole ai fianchi. Mi facesti cenno di guardare una coppia dove il marito ballava stringendo la moglie mentre un uomo la abbracciava da dietro e tutti e tre seguivano la musica mentre chi stava dietro accarezzava i seni ed i fianchi della donna baciandola sul collo. “Caspita! Guarda lui come le spinge il bacino contro il sedere. Glielo fa proprio sentire e lei sembra gradire” mi dicesti. Anche io guardai rapito quella scena. Ti presi per mano e ti portai a fare un giro per il locale. In fondo per noi era una novità e non lo conoscevamo. Scoprimmo così stanze con divani illuminate da luci soffuse. Una stanza grande con un letto rotondo al centro e vari angoli nascosti dove erano posizionate comode poltrone che potevano essere occultate grazie a delle tende. C’era anche una stanza buia dove si entrava e praticamente non ci si poteva vedere e si era alla mercé di mani sconosciute, bocche e quanto altro. Ti chiedo se volessi provare ad entrare ma mi dicesti di no, che avevi voglia di ballare. Tornati alla pista cominciammo a ballare e subito due uomini soli si avvicinarono a noi e chiesero se potevano farci compagnia in pista. Avuto l’assenso cominciarono anche loro a ballare e non persero tempo nell’avvicinare Serena, nell’accarezzarla con la scusa del ballo e appoggiarsi ad essa. La musica era sensuale ed uno dei due la abbracciò davanti e comincio a ballare con una gamba tra quelle di Serena. Si muovevano ondeggiando e scendevano e salivano sempre a ritmo. Vidi Serena gradire l’approccio anche se non dava modo all’uomo di andare oltre. Io la guardavo e notavo la gonna ormai sollevata che mostrava le gambe e la fine delle calze. La giacca era slacciata e il seno faceva capolino coperto solo dalla leggera guêpière. La musica cambio’ e Serena decise di tornare a sedere. “Ti è piaciuto ballare con lui? Mi pareva apprezzavi le sue capacità?” Chiesi a Serena. “Si, amore, era molto bravo a guidarmi e poi mi ha fatto sentire qualcosa di molto grande e duro. Stammi vicino perché stasera potrei farti contento”. “Perché contento?” chiesi a Serena. “Perché potrei farmi montare e tu staresti a guardare. D’altronde non ne abbiamo parlato molte volte tu ed io? Mi dicevi che ti sarebbe piaciuto vedermi con un maschio che non sia tu. E poi, onestamente detto tra noi, non mi hai portata qui apposta? Per vedermi mentre mi montano? Mentre montano tua moglie?”. Non avevo parole e per essere più esplicita Serena mi prese la mano e se la portò con fare sicuro tra le gambe e mi disse “Sentila, sentila come è fradicia!”. Mi prese la mano e la spinse sulla figa dove trovai un lago! Poche volte l’avevo trovata così bagnata. Intanto il singolo, l’uomo che ballava con Serena, si era accomodato sul divano e si era presentato come Jules, aveva 35 anni, era un ingegnere nella vita e non era sposato. Ci chiese se disturbava e se gradissimo la sua presenza. Purtroppo per me parlava solo francese e inglese che mia moglie però capiva benissimo al contrario di me. Fu così che mia moglie comincio ad intavolare discorsi con lui e a ridere di gusto a battute che non capivo. “Sai che mi ha riempito di complimenti, mi ha detto che mi trova stupenda e che ti invidia. Gli ho detto che sei mio marito e che non siamo mai stati in un club e quindi per noi è la prima volta”. Sorrisi a mia moglie sentendo ciò. Poi ti girasti verso me chiedendomi se potevi andare a ballare con lui. Ti dissi che non c’erano problemi e di andare. In pista vi raggiunse un altro uomo e tu ballavi schiacciata da loro due che ti tenevano in mezzo a loro ed io immaginavo che ti facessero sentire i loro cazzi duri. Jules ti teneva i fianchi e ballava con una gamba tra le tue mentre ti baciava sul collo. L’altro, quello dietro, ti aveva tirato fuori il seno e ti tormentava i capezzoli. Intanto vidi Jules che ti baciava e tu rispondevi al bacio. Mi si strinse lo stomaco nel guardarti baciarlo. Gli hai preso la mano e sei tornata a sedere accanto a me. Facendo finta di nulla hai appoggiato la mano sul mio inguine. “Oh, caro, ma è duro! Ti è venuto duro mentre mi guardavi? Ti piaceva guardarmi mentre me lo facevano sentire? O mentre mi baciava? Porco!! Baciami tu ora, bacia tua moglie!”. Ci baciammo come due innamorati e mentre lo facevamo tu sei riuscita non so come ad aprirmi i pantaloni ed ora avevi il cazzo in mano e mi stavi segando. “Ti piace fartelo segare, amore? A me piace sentirlo che lo hai così duro! Hai voglia vero? Stasera tua moglie ti farà morire, porco!”. Ero ad occhi chiusi godendo di te mentre sento la tua bocca avvolgermi il cazzo. Sollevo la testa e vedo che Jules ti ha aperto le gambe ed ora ti sta leccando la figa. Ti ha sollevato la gonna e te la sta leccando. “Serena ma ti sta leccando la figa?” “Si, amore, me la sta leccando e gli ho già sborrato in bocca una volta. La lecca così bene! Ti piace guardarmi?” “Sei una troia!!!” “Siiii, sono una troia, stasera sarò la tua troia, volevi che tua moglie facesse la troia, vero? Allora guardala e godi del piacere di guardarmi fare la puttana! Cazzo, sto sborrando ancora, baciami!!!”. Ero lì con il cazzo duro fuori dai pantaloni mentre mia moglie godeva sulla bocca di un 35enne. Fu come risvegliarmi mentre sentii mia moglie chiedermi di andare al bar a prendere da bere. Mi avviai e mentre attendevo guardavo Serena parlare fitto con Jules. Tornai al divano e Serena mi disse se mi era piaciuto guardarla e sentirla godere. O se avevo avuto dei ripensamenti in merito e se così fosse lei sarebbe venuta via con me immediatamente. Gli risposi che mi era piaciuto e che non avevo nessun ripensamento, che giocavamo in due. Al che presi Serena per mano e insieme facemmo ancora un giro del locale. Passammo ancora davanti alla camera tutta buia e mi prese per mano e mi portò all’interno. Dentro non si vedeva nulla. Ad un certo punto sentii Serena stringersi a me e baciarmi. Mi lasciò ed inizio a sospirare. “Amore, se non sei tu qualcuno mi sta toccando la figa. Se continua così sborro!!!! Dio, gli sto colando sulla mano!”. In un impeto di gelosia la portai rapidamente fuori da lì. Aveva gli occhi con quello sguardo che conosco bene. Aveva voglia. La spingo contro il muro e le faccio sentire la mia erezione. Mi sfrego contro di lei, contro il suo inguine. La sua mano va giù e si stringe sul cazzo, duro. “Tiralo fuori, porco, fammelo sentire! Fallo sentire alla tua troia”. In un attimo è fuori e la sua mano lo sega. Scopre il glande e lo stuzzica. “Marito mio, stasera mi stai facendo impazzire! Credo potrei fare di tutto. Veramente vorresti vedermi con un altro? Ti piacerebbe vedere tua moglie mentre si fa montare? Non saresti geloso?”. Nel frattempo si era avvicinato a noi Jules che intanto accarezzava mia moglie sulle braccia e sul seno. Quando lo vedo che si slaccia il pantalone e ne fa uscire un cazzo di ottime dimensioni, duro. Mia moglie lo guarda e sorride. Lo prende in mano e lo stringe. Si gira e mi fissa negli occhi e mi dice:”Guarda, guardalo come lo stringo nella mano. Non è il tuo cazzo! Vuoi che glielo prenda in bocca, porco? Lo vuoi, dimmelo?”. “Lo voglio!!!” Gli dissi. Togliesti le tue braccia da me e scivolasti verso il basso, quasi ad inginocchiarti. Avevi il suo cazzo davanti al viso quando tenendolo in mano ti girasti verso me e dicesti: “Dimmelo!! Dimmelo che vuoi che glielo prenda in bocca! Dillo alla tua troia!”. “Prendilo in bocca, fammi impazzire, ti prego prendigli il cazzo in bocca!”. Un sorriso comparve sul tuo volto, sornione. Nel mentre vedevo la tua lingua saettare sul glande e poi la tua bocca avvolgerlo per intero sino alla base. Lui spingeva la tua testa per fartelo ingoiare tutto. Poi ti staccasti da lui è così potei ammirare la bellezza di quel cazzo, così duro, nodoso. “Prima, quando ci hai lasciati soli per andare al bar, Jules mi ha chiesto se volevo farmi montare da lui, perché a lui sarebbe piaciuto. Ha detto che mi desiderava e che aveva voglia di me. Noi due ne abbiamo parlato molto nella nostra intimità e abbiamo fantasticato di un momento così. Ora ne abbiamo l’opportunità e la possibilità. Tu davvero lo vuoi? Tu davvero vuoi che mi faccia montare e che goda sul cazzo di un altro? Vuoi vedere tua moglie a gambe larghe con in figa un altro cazzo? Vuoi vedermi mentre lo faccio sborrare? Dove ci porterà tutto questo? Guardami ora, sono qui mezza nuda con un cazzo che non è il tuo in mano. Jules mi ha tolto la gonna e sono nuda davanti a tanti come una troia. E come una troia potrei farmi montare da uno sconosciuto e godergli sul cazzo! Lo vuoi, vuoi vedere come so fare la troia?” “Amore mio, Serena mia, lo voglio, lo desidero, voglio che questa notte tutto il piacere sia tuo! Godi, non pensare a me, non pensare a tuo marito. Sborra senza ritegno e prenditi tutto il piacere che puoi”. Sentii la tua mano prendere la mia e ti guardai raccogliere la gonna. Andammo in un angolo e li ti ascoltai dirmi che Jules ti voleva ma che ti voleva da sola. Ti aveva detto che c’erano camere private dove appartarsi ma che voleva solo te e non me, senza la mia presenza. “Amore, io lo voglio, voglio quel cazzo, lo voglio dentro di me, lo voglio sentire pulsare mentre ce l’ho dentro! Mi lasci andare?” Annuii e ti vidi prendere per mano Jules. Lui mi guardò e sorrise. Ti prese e vi dirigeste verso un corridoio poco illuminato che era in fondo alla sala. Ti guardavo. Guardavo le tue gambe nude, il tuo sedere. Ti guardavo ancheggiare mentre sapevo che stavi andando alla monta!! Poi spariste dalla mia vista. Mi diressi al bar, dovevo bere qualcosa di forte. Il tempo passava quando mi sentii toccare sul braccio. Era uno dei singoli che ballavano con te. Un amico di Jules, immagino. Mi fece capire che dovevo seguirlo. Andai con lui che con passo svelto mi porto davanti ad una porta e mi fece cenno di non fare rumore. Apri la porta e ci trovammo in una stanza buia dove però una parete di vetro vetro mi permetteva di vedere ciò che accadeva nella camera accanto. Fu allora che riconobbi Serena. E Jules. Serena era sotto di lui a gambe divaricate. I suoi talloni poggiavano sulla schiena di Jules. Le unghie piantate nelle spalle. Il viso stravolto dal piacere. Gli occhi rovesciati e le dita dei piedi arcuate dal piacere. Non si sentiva nulla. La stanza era insonorizzata però colui che era con me mi fece segno se volessi sentire. Gli risposi affermativamente e lui schiaccio’ un pulsante sulla parete. Fu così che sentii Serena urlare il suo piacere. “Chiavami, sfondami, fammi godere. Non smettere, ti prego, non smettere”. L’uomo spense l’audio e mi chiese di uscire perché questo era stato l’ordine di Jules. Guardare ma solo per poco quanto troia fosse questa sera mia moglie. Uscimmo ed io tornai al bar. Attesi per oltre un ora e mezza il suo ritorno. Ti vidi arrivare. Indossavi la giacca del tailleur ma la gonna era tra le tue mani. Eri nuda dalla cintola in giù. Solo calze e scarpe. Avevi i capelli arruffati ed il rossetto era sbavato. Due macchie bianche facevano capolino sul body e altre sulla giacca. Appoggiasti la gonna sullo sgabello del bar e mi chiedesti da bere. Eri come in trance. “Come e’ andata, amore? Ti è piaciuto?” “Ho goduto come una pazza, scusami, avrei voluto tu fossi lì con me. Mi ha fatta godere senza ritegno e senza ritegno mi credevo una troia in mia situazione del genere. Mi ha presa in ogni modo. Ha voluto, perdonami amore, anche il culo!!!! Mi ha montata nel culo come fosse una figa! Dio se mi ha fatta godere!!! E tu, amore mio, mi hai aspettata, ti è piaciuto? So che ti è costato molto. Non so cosa mi sia accaduto, so soltanto che lo volevo, lo volevo dentro di me. Ora cosa penserai di me? Non vorrei che tutto questo incrinasse il rapporto tra noi due”. “Non accadrà, amore mio, ti amo. Stasera è accaduto qualcosa che desideravamo entrambi”. Nel frattempo è comparso accanto a noi Jules con dei drinks che ci ha offerto. Si è scusato di turbare la nostra intimità ed ha cominciato a raccontare di te, di che splendida e meravigliosa donna sei quando fai l’amore. Nel contempo io guardavo la sua mano che non smetteva di accarezzare le tue gambe. Si spinse anche più su sino alla figa. Mi accorsi che avevi chiuso gli occhi e leggermente aperto le gambe per favorirlo. Ti sentii appoggiare il capo sulla mia spalla e sussurrare al mio orecchio “Dio, ma come può farmi godere così!! Sono proprio una troia!”. Si girò verso di te e si mise in mezzo a noi e ti bacio’ in bocca. Vederti baciarlo mentre eri mezza nuda, al bar, in mezzo alla gente fu terribilmente eccitante. Lui prese la tua testa tra le mani e la spinse giù, dove chissà come, aveva fatto spuntare il cazzo duro dal pantalone. Tu glielo prendesti in bocca senza battere ciglio, incurante della mia presenza e della gente intorno. Si sedette sullo sgabello mentre mia moglie non lo mollò un solo istante. Avevi il tuo culo rivolto verso di me ed io allungai la mano per toccarti la figa. Sentii il tuo piacere che colava lungo le cosce! Mai ti avevo trovata così bagnata! A quel punto mi slacciai il pantalone e preso in mano il mio cazzo durissimo e provato da tutte queste nuove sensazioni lo guidai in un colpo dentro di te. Eri bollente!!! La figa era bollente, un lago bollente. La tua fu una reazione immediata. Immediatamente mi facesti uscire da te. “Ora no, amore, devi solo immaginare. Devi essere paziente ed aspettare. Su, rimetti dentro quel cazzo così duro. E, mi raccomando, non sborrare da solo. Ti è proibito”. Intanto si era avvicinato a noi il singolo che mi aveva accompagnato a vedere Serena durante la monta. Lo vidi parlare con Jules e mia moglie la quale poi si rivolse verso di me: “Caro, volevi una moglie troia stasera e stasera la avrai se lo vorrai. Mi hanno chiesto se voglio fare l’amore con loro due, insieme, ed io ho detto che devo chiedere a te. Mi vuoi troia, amore? Allora lascia che tua moglie vada e si faccia montare da due bei maschi che la faranno godere. Poi ti racconterò tutto”. Non aspettasti la mia risposta ma presi per mano i due ti avviasti verso quella camera che già ti vide protagonista. Restai al bar non so per quanto tempo quando ebbi l’idea di seguire ciò che avevamo fatto con il singolo ed andare nella camera adiacente. Entrai e ti vidi. Eri nuda!!! Indossavi solo le calze e le décolleté. Eri girata di schiena ed eri sopra Jules che ti stava montando. Muovevi i fianchi per sentirlo meglio, il cazzo, quando apparve l’altro maschio. Anche lui nudo. La sua verga era dura e nodosa. Lo vidi avvicinarsi a te da dietro e appoggiare il cazzo al tuo buchino. Tu lo aiutasti aprendo con le mani le natiche. In un attimo fu dentro di te. Forse i tuoi umori avevano lubrificato per bene il culo o forse il passaggio precedente del cazzo di Jules lo aveva lasciato aperto. Non ti sentivo ma potevo vedere quanto e come godevi. Poi mi ricordai del bottone e lo premetti. Fu allora che giunsero le tue grida di piacere. Ti sentivo implorare loro di spingerlo più dentro, di non fermarsi, di sfondarti figa e culo e che eri una puttana, una troia che vuole il cazzo!!! Li guardavo, ti guardavo mentre ti facevi strizzare le tette, mentre ti sculacciavano ed avevi le natiche rosse a furia di sberle. Vedevo i loro cazzi entrare ed uscire dal tuo corpo, dalla figa, dal buco del culo. Li vedevo uscire per tutta la loro lunghezza e poi rientrare ed ogni volta era un tuo sospiro. Decisi di spegnere e di andare ad aspettarti al bar come giusto fosse non prima di averti sentirà gridare “sborroooo, fatemi sborrare, vi prego, fate sborrare la troia, mandatela a casa sfondata!”. Così tornai al bar incurante delle coppie che stavano chiavando sulle poltrone della sala e dei loro sospiri e urla. Attesi, molto questa volta. Poi ti vidi. Camminavi nuda per la sala. Non parlavi. Ti aiutai a vestirti e ti presi un braccio per sostenerti. Sul tuo corpo c’era la sborra dei due. Insieme ci avviammo alla automobile dove ti feci salire con un piccolo aiuto. In quel momento pensai ai due che erano spariti senza un saluto. Ti aiutai con il soprabito e posai la mano su una gamba. “No, amore, ti prego, sono distrutta. Stasera ho fatto la troia per me, per il mio piacere, domani lo farò per te, per il tuo piacere”. Così iniziai a farti fare la troia!

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