RACCONTO TITOLO: IL FIGLIO DEI NOSTRI AMICI 
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IL FIGLIO DEI NOSTRI AMICI


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IL FIGLIO DEI NOSTRI AMICI

by cp58mi
Visto: 345 volte Commenti 6 Date: 12-06-2022 Lingua: Language

IL FIGLIO DEI NOSTRI AMICI


N.B. questo racconto l’avevamo pubblicato su un’altra piattaforma, l’abbiamo ripreso, corretto e fatto pubblicare grazie agli amministratori su questo magnifico sito.


L’avevamo conosciuto che aveva sedici anni, ora ne ha 19 e si è fatto uomo. Marco è il figlio di una coppia nostra amica con la quale da tre anni pratichiamo lo scambio di coppia.
Un giorno i genitori, Stefano e Marta ci confidarono di avere un problema col loro ragazzo che da circa un mese si era chiuso in sé stesso, non usciva e non frequentava più la palestra che tanto amava e neanche gli amici, anche quelli a lui più cari.
Dopo svariati tentativi per farsi dire il motivo di quell’atteggiamento, non avendo risposta il padre si rivolse all’amico più caro di suo figlio trovandolo reticente a dirgli il motivo del perché il figlio si comportasse in quel modo.
Dopo aver insistito e pregato di parlargliene per il bene di Marco, finalmente l’amico cedette e gli disse che la causa erano le prese in giro di quando finito di allenarsi si andava sotto la doccia, qui alcuni ragazzi lo prendevano in giro per la sua dotazione facendogli il verso dell’asino e lui questo non lo sopporta. L’amico gli disse anche aveva iniziato a stare insieme a una ragazza della compagnia e quella quando si è accorta che il suo pene era così si era spaventata e l’aveva lasciato dicendogli che non era normale.
La madre ci disse che addirittura quando tornava a casa si chiudeva in camera sua e non rispondeva più neanche alle chiamate e ai messaggi dei suoi amici.
Claudia ed io restammo sorpresi, non ci aspettavamo certo di sentirci raccontare una storia del genere e non sapemmo che dire. Fu mia moglie che appresa la reazione del ragazzo gli suggerì di portarlo da uno psicologo e aggiunse che le misure doveva averle prese dal padre che aveva un cazzo di tutto rispetto “qualità questa che lei apprezza moltissimo in lui” e comunque di parlargli e spiegargli che anche lui era così e che non era affatto un problema e che l’atteggiamento dei suoi amici era sbagliato forse dovuto anche alla loro giovane età o forse solo per invidia.
Risposero che sarebbe stato inutile affrontare un discorso simile col figlio, primo perché non era il tipo con cui si potesse parlare di certi argomenti e secondo perché avevano paura di peggiorare la situazione.
Così mi venne un’idea. Visto che di li a poco ci sarebbe stata un ponte lavorativo di quattro giorni dissi che avremmo potuto approfittarne e passarli assieme, figlio compreso e vedere se Claudia riusciva lei a parlargliene e fargli capire che quello che lui pensava fosse un problema non lo era affatto.
L’idea piacque subito a Marta che disse: «Sarebbe bello se gli dessi pure una dimostrazione pratica: che dici?»
Mia moglie la guardò per capire se dicesse sul serio e accortasi che non stava affatto scherzando sembrò pensarci e poi disse: «se siete tutti d’accordo posso anche provarci, chissà se una “vecchiettina” come me riuscirà a sovvertire un giovane ragazzone come Marco.»
Sentirla pronunciare quelle parole e conoscendo di cosa fosse capace il cazzo iniziò subito a pulsarmi nelle mutande e ci mettemmo d’accordo che una volta al lago loro due avrebbero dovuto trovare una scusa e tornarsene a casa per un paio di giorni facendo in modo che il figlio restasse da solo con noi in modo che Claudia potesse manipolarlo.
Era da metà mattina che eravamo al lago e la sera mentre ci apprestavamo a bere il caffè dopo cena il cellulare di Stefano iniziò a squillare.
Scusandosi prese il cellulare e si allontanò, quando chiuse la comunicazione disse che era il custode della palazzina uffici dove lui aveva lo studio, l’aveva chiamato per avvisarlo che dei ladri si erano introdotti all’interno e ora c’erano i carabinieri che stavano facendo un sopralluogo suggerendogli di dirmi che sarebbe stato meglio se fossi andato a vedere se mancava qualcosa per poter fare la denuncia.
Marta disse che sarebbe andata con lui, mentre al figlio gli disse di restare da noi perché loro sarebbero tornati il mattino successivo.
Marco fece un po’ di resistenza ma poi si convinse a restare.
Il mattino dopo dissi a mia moglie e a Marco che sarei andato a pescare e se volevano potevano venire con me.
Rispose lei per tutti e due dicendo che vista la bellissima giornata avrebbero passato la mattinata sul terrazzo a prendere il sole e a leggere.
Tornai a casa poco prima di pranzo, erano tutti e due in cucina di fronte ai fornelli, Claudia si teneva vicino Marco tenendolo con un braccio intorno alla vita, mmmm… la cosa prometteva bene.
Al mio saluto si voltarono e lei mi lanciò un’occhiata furbesca e dal sorrisino sulle labbra capii che qualcosa di nuovo era accaduto, ma per saperlo avrei dovuto aspettare di restare solo con lei.
Il pomeriggio per lasciarli ancora soli presi di nuovo la scusa della pesca e rimasi fuori tutto il giorno, poi alla sera dopo aver cenato e passata la serata a giocare a scala quaranta ce ne andammo a letto e una volta in camera le chiesi se ci fossero stati degli sviluppi e di ragguagliarmi.
Con lo sguardo di chi la sa lunga cominciò dicendomi che il compito a lei prescritto si era mostrato più facile del previsto, disse che al mattino appena fui uscito di casa loro andarono sul terrazzo, lei si sdraiò al sole e chiese a Marco di metterle un po’ di crema solare sulle spalle.
Lui intimidito le rispose che non l’aveva mai fatto, ma lei lo incoraggiò dicendogli che era l’occasione giusta per imparare.
Marco stava accingendosi a metterle la crema quando Claudia portò le mani dietro la schiena e si slacciò il reggiseno poggiandolo in terra.
Inizialmente percepì il momento di defaillance del ragazzo e temette di aver accelerato i tempi, poi però sentì il fresco della crema sulle spalle e le mani incerte di lui che la spalmava.
Quando ebbe finito Claudia gli disse di mettergliene anche sulle gambe, e senza dargli tregua slacciò i laccetti laterali dello slip dicendogli che non voleva che si sporcasse quando le avrebbe messo la crema.
Sentire le sue mani timide sul corpo le procurò dei brividi, poi man mano lui prese coraggio e iniziò a scorrerle con più sicurezza.
A Claudia quella sensazione di proibito le faceva salire l’adrenalina e il cuore batteva furioso, ora avrebbe voluto accanto un uomo che percepisse la sua voglia e le desse piacere facendola godere.
Poi con piacere sentì che Marco si era fatto più intraprendente e le dita ora risalivano fin sopra l’attaccatura dell’inguine sfiorandole la figa già umida di umori.
Il gioco doveva piacere molto anche a lui perché continuava a massaggiarla tra le cosce palpandole il culo eccitandola sempre più.
Non sapeva come avesse fatto a resistere dal prenderglielo in bocca da tanto era eccitata disse, ma sapeva che se l’avesse fatto avrebbe potuto spaventato rischiando di rovinare tutto.
Quando Marco finì, lei si accorse del gonfiore tra le gambe di lui, era eccitato da far paura e nonostante facesse di tutto per nasconderlo era talmente tanta la cosa da nascondere che gli era impossibile riuscirci.
Claudia però non resistette, presa la confezione di crema e si sedette sulla sdraio dicendo a Marco di sdraiarsi che glie ne avrebbe messo un po’ anche a lui per non rischiare di arrossasse la pelle.
Mentre l’ascoltavo mi teneva il cazzo tra le mani e la mia voglia di sborrare era diventata incontenibile “e la stronza sapendolo mi faceva morire” e continuò dicendomi che quando finì di spalmargli la schiena gli disse di voltarsi, ma lui impacciato le rispose che se la sarebbe messa lui.
Il ragazzo era al quanto imbarazzato e Claudia lo capiva, ma era troppo infoiata per mollare e così gli disse che non doveva vergognarsi per il fatto che si fosse eccitato, che avrebbe invece dovuto preoccuparsi nel caso non fosse accaduto e che comunque a lei faceva piacere vedere che nonostante la sua età facesse ancora quell’effetto a un ragazzo bello e giovane com’era lui, e ancora di più l’aver constatato quanto fosse ben dotato.
Disse che il ragazzo quasi balbettando le rispose che forse era fin troppo ben fornito e per colpa di questo la sua ragazza l’aveva lasciato perché gli aveva detto che secondo lei non era normale.
Claudia sorridendogli gli rispose che la sua ragazza era troppo giovane per poter capire e giudicare certe cose, che più avanti e con più esperienza avrebbe sicuramente cambiato idea e che avrebbe ricordato con rammarico il fatto di averlo respinto in quanto la maggior parte delle donne desidererebbero avere un uomo con una dotazione come la sua.
Mentre Marco assimilava quanto Claudia gli aveva appena detto, lei gli spalmava il petto di crema e facendolo col braccio gli strusciava il cazzo da sopra i bermuda.
Il piacere del ragazzo era palese, a occhi chiusi forse a causa del sole ma non solo, se ne stava lì e si godeva il momento.
Solo che lei non ce la faceva più, avere quel ben di Dio a portata di mano e non poterlo neanche toccare la faceva impazzire, così decise di provare.
Disse al ragazzo di togliersi i pantaloncini in modo che non si sporcasse, e mentre lui rosso di vergogna e imbambolato lei prese il bordo dei bermuda e gli disse di sollevare il culo, cosa che lui fece tentennando e lei in un lampo glieli abbassò e li sfilò.
Il ragazzo ebbe un gesto di reazione naturale e con le mani tentò di coprirsi senza riuscire nell’intento perché c’era troppo da coprire.
Claudia non appena lo vide dovette farsi violenza per non cedere alla tentazione di afferrarlo tra le mani e trattenendosi a stento iniziò a passargli intorno spalmandolo di crema.
«Smettila di vergognarti» gli disse rimproverandolo perché lui tentava ancora di coprirsi, «non sei mica il primo che vedo nudo, guarda che non sono mica una ragazzina come quella stupidina della tua amica, e a proposito di quella, dev’essere proprio una bimbetta che si crede adulta per dire che il tuo pisello non è normale.»
Lo liberò dalle sue mani e se ne impossessò stringendolo tra le sue dicendogli che doveva essere fiero di come madre natura lo aveva dotato e da lì a qualche anno avrebbe avuto modo di vedere lui stesso quante donne avrebbe fatto felici.
Non seppe dirmi se furono le parole appena pronunciate o il fatto che glielo tenesse in mano, fatto sta che il ragazzo sembrò rilassarsi e lei contenta prese a spalmargli il cazzo di crema salendo e scendendo con entrambe le mani come a fargli una sega.
Il ragazzo col viso paonazzo sembrava apprezzare e se ne stava a occhi chiusi godendosi ciò che lei gli stava facendo. Claudia presa dalla voglia gli tirò giù lo scroto e gli scoprì il glande che apparve largo e palpitante e lei con le dita lo accarezzò facendolo sobbalzare fino a che sentendolo irrigidirsi capì che stava per venire ma non ebbe il tempo di far nulla che quello cominciò a schizzare sborra come fosse una fontana.
Claudia fu così felice nel sentirsi le mani bagnate del suo sperma che ebbe a sua volta un orgasmo e continuò dicendomi che non solo l’aveva più grosso di quello del padre, ma la sua durezza non aveva eguali, sembrava essere un bastone di legno tanto era duro.
Mentre sborrava Marco con lo sguardo smorto dovuto all’intenso piacere guardava con voglia il seno di lei e Claudia vedendolo gli prese la mano e se la mise sulla mammella.
La sborra era copiosa sia sulle sue mani di lei che sul ventre di lui e curiosa Claudia volle sentirne che sapore avesse quella di ragazzo così giovane, cercò di prenderne un po’ con la lingua ma era talmente densa che non riuscì, allora la risucchiò e facendolo però ne prese in bocca un bel po’.
Lui rosso di vergogna farfugliando cercò di scusarsi.
«No» disse lei, «non devi scusarti, è stato bello per tutti e due, sono stata io a volerlo, spero che ti sia piaciuto perché in questo caso potremmo anche rifarlo.»
Lui con la testa ancora tra le nuvole accennò un sì col capo.
Mentre lo ripuliva gli chiese se fosse la prima volta che una donna lo massaggiava come aveva fatto lei, e la risposta affermativa la rese euforica, gli disse che se avesse tenuto per se la cosa avrebbe potuto fargli provare altre cose ancora più belle, ma solo se fosse riuscito a tenere segreta la cosa e ovviamente lui accettò.
Ero talmente assorto dal racconto che le sborrai in mano quasi senza nemmeno accorgermene.
Lei rise e mi disse che il bello doveva ancora venire, così mentre mi ripulivo la incitai a proseguire.
Disse che quando finì di ripulire entrambi dalla copiosa sborrata gli si sedette accanto e gli prese nuovamente in mano il cazzo e sentendolo ancora grosso e gonfio gli sorrise e si abbassò, poi glielo prese in bocca e lo ripulì con la lingua.
Aveva appena cominciato che il cazzo divenne di marmo e lei lo sentì pulsare tra le dita e lui non riuscì a trattenere i gemiti di piacere che per la prima volta provava sentendo una lingua leccarlo.
Per Claudia fu un piacere ancora più grande sapere che per lui era la prima volta che una donna glielo prendeva in bocca e lei era felice di essere la prima a farlo, sverginare un ragazzo alle prime armi era una cosa che le dava un piacere infinito.
Si fermò per guardarlo ma lui la guardò con occhi imploranti facendole capire di continuare e Claudia che è regina dei pompini non si fece certo pregare e riprese a succhiarlo con rinnovato vigore.
Da lì a poco lo sentì ansimare sempre più, le parve che la cappella s’ingrossasse nella bocca e capendo che stava per godere lo tenne in bocca fino a che sentì lo sperma riempirgliela e lei ebbe un altro orgasmo tanto era arrapata per quella situazione. Beata gioventù pensò ma quanta sborra aveva nei coglioni.
Trattenne tutto fino a che non ne sentì uscire più, allora si staccò per poter ingerire il tutto, poi disse che gli strizzò il cazzo e raccogliere fino all’ultima goccia uscita di quello che per lei era il nettare degli dei. poi facendo attenzione a non perderne dalla bocca si staccò da lui e ingoiò tutto, lei lo chiama “latte intimo”.
E pensare che poco prima di conoscere i genitori di Marco s’incazzava come una belva se le venivo in bocca perché diceva che le faceva schifo, era stato con Stefano che aveva iniziato a farlo e ora le piaceva un sacco anche mandarla giù: ma torniamo a noi.
Disse che nonostante fosse stata la seconda volta che Marco veniva nel giro di pochi minuti, la quantità di sperma era notevole, come era notevole il cazzo che non accennava ad ammosciarsi. Quel ragazzo era un portento.
Non resistetti oltre, l’afferrai per la testa e le ficcai il cazzo in bocca, anch’io volevo rivivere la stessa scena.
Le dissi che il mattino successivo avrei chiamato i genitori per dirgli che potevano tornare, ma lei disse di non farlo perché non aveva ancora finito con lui e voleva la certezza di essere riuscita nell’intento di convincerlo che quello che aveva tra le gambe era un dono e non un difetto.
Mmmm, per me era solo una scusa, era ovvio dove voleva andare a parare, e fino a che non vi fosse riuscita non l’avrebbe fermata nessuno, il suo obbiettivo ora era solo quello di scoparselo.
Come il giorno addietro, prima di uscire dissi a tutti e due che sarei andato a pescare e che sarei tornato per cena.
A pesca ci ero andato per davvero, ma mentre guardavo il galleggiante dondolare sull’acqua non potevo non pensare a loro e a cosa stessero facendo, e il solo pensarli mi faceva venire duro il cazzo, con quel pensiero costante e la curiosità che mi divorava non vedevo l’ora di rientrare.
Quando arrivai feci un po’ di baccano giusto per dargli il tempo di sistemarsi nel caso ne avessero avuto bisogno.
Erano sul terrazzo fronte lago, Marco appoggiato al parapetto a contemplare il panorama e lei stesa con le tette al vento a godersi gli ultimi sprazzi di sole.
Col suo fare da troia, che la diceva tutta, si passò la lingua sulle labbra facendomi presagire chissà quali cose fossero accadute, poi mi disse di chiamare i genitori di Marco per sentire quando sarebbero tornati.
Da questo immaginai che i giochi fossero andati a buon fine e che il ragazzo fosse ormai diventato un uomo a tutti gli effetti e non stavo nella pelle per conoscerne tutti i particolari.
Chiamai Stefano, e come d’accordo mi disse che era andato tutto bene e che il mattino appresso sarebbero tornati.
Giunta l’ora di ritirarci ci spogliammo e ci mettemmo a letto e senza preamboli le chiesi di raccontarmi tutto, non stavo nella pelle.
Mi guardò con lo sguardo di una che aveva appena fatto una marachella, mi si fece vicina e mi agguantò il cazzo già duro e voglioso, lo strinse e mi disse che adesso mi sarebbe scoppiato nel sentire quello che stava per dirmi e che era accaduto.
Ci mettemmo a letto e prima ancora che iniziasse a parlare le infilai due dita in figa, apprezzò e iniziò a parlare.
Disse che appena fui uscito, Marco le si avvicinò da dietro e le appoggiò il cazzo già turgido sul culo, cosa che la fece felice nel sentirlo sicuro di sè e eccitato, la fece voltare e gli cacciò la lingua in bocca e intanto lei gli infilò le mani nei bermuda impossessandosi del suo cazzo già turgido, si scostò e tirandolo per l’uccello lo condusse in camera da letto.
Disse che dovette faticare per non farsi buttare sul letto e rimasero in piedi a limonare e a palparsi per un po’, poi lei cedette alla sua giovane voglia e si sedette a bordo letto, gli sfilò il costume rimanendo ancora una volta incantata davanti a quel ben di Dio che dopo aver contemplato e ammirato si portò alle labbra iniziando a succhiarlo e leccarlo dovunque mandandolo in estasi.
Disse che per Marco doveva essere irresistibile perché poco dopo le disse che stava per venire, ma lei invece che fermarsi prese a succhiarlo con più avidità finché sentì il lo sperma riversarsi in bocca e lei lo accolse come fosse un regalo e tenendolo in bocca lo strizzò fino a che non ne rimase più una goccia. Disse che aveva voluto farlo venire per farlo durare di più per la monta che si apprestava a fare con voglia crescente, mi disse che non vedeva l’ora di sverginarlo e sentirselo dentro.
Non era più una sorpresa vederlo duro nonostante fosse appena venuto, lui al contrario di me e di suo padre non aveva bisogno di tempo per riprendersi e lei ne era felice.
Le piaceva un sacco farlo godere perché sapeva di essere la prima a farlo e ne era felice, ma quelli erano solo preamboli, adesso era giunto il momento di goderselo lei, e da brava nave scuola lo fece distendere e gli disse che ora gli avrebbe dimostrato quanto la sua amica avesse sbagliato nel giudicarlo: si mise sopra a cavalcioni e una volta preso il cazzo se lo posizionò sotto e sentendolo posizionato si lasciò andare.
Con la figa inzuppata di umori e abituata già al cazzo del padre non fece nessuna fatica e in attimo se lo fece scivolare a fondo tanto che disse gli sembrò che lui svenisse dal piacere intenso che provò, le si era letteralmente seduta sopra imprigionandolo in lei godendo di quella sensazione di pienezza che provò nel sentirlo farsi strada in lei con le pareti della vagina che si dilatavano per fargli spazio e infine sentire la cappella premere sull’utero le fecero venire un orgasmo inaspettato che la fece vibrare come una corda di violino e felice prese a muoversi dando e ricevendo piacere.
Impazziva al pensiero che fosse stata lei a sverginarlo e guardargli il viso stravolto dal piacere era una cosa impagabile e questo la eccitò talmente che l’orgasmo fu continuo e si sentì travolta da un mare in tempesta che le scosse il corpo.
Era così felice di averlo fatto che diede tutta se stessa per farlo felice cominciando a salire e scendere sopra il grosso palo che sembrava la scavasse e l’impressione di pienezza la sconvolgeva, si sentiva piena di lui e lo prendeva a fondo senza risparmiarsi fino sentire la cappella premerle sul collo dell’utero fino a provare come una scarica elettrica che le partì da dentro e la percorse per tutta la spina dorsale facendola godere nuovamente lasciandosi andare all’ennesimo orgasmo che la lasciò senza fiato.
Quando si riprese si sollevò fino quasi a farlo uscire e con dentro la sola cappella prese a strusciargli la cappella con le labbra della figa come se stesse facendo un pompino con la figa. Lui pareva impazzito da quanto gli piaceva, ma l’istinto e la gioventù non gli permettevano di starsene fermo e lasciarla divertire, il suo desiderio era quello di spingerglielo dentro e godere appieno della sua figa ma lei non glielo permetteva continuando a torturarlo facendolo impazzire. Quando infine lo sentì irrigidirsi e il cazzo farsi duro come il marmo capì che era al limite e che stava per venire, solo allora lo accontentò e scese sopra imprigionandogli il cazzo a fondo.
Lui con l’istinto innaturale del maschio le prese i fianchi e la tenne sopra fin che lo sentì liberarsi del caldo sperma che a spruzzi le colpivano l’utero facendola inorgoglire per come erano andate le cose e con amore gli permise di venirle dentro.
Claudia era al settimo cielo, un po’ perché il ragazzo sembrava aver superato il problema che lo assillava e un po’ perché era stata lei la sua prima donna e lui non avrebbe mai potuto scordarselo.
Durante il racconto entrambi ci toccavamo eccitati, la feci mettere a pancia in giù per trombarla da dietro ma lei lo prese e mi disse che lo voleva nel culo.
Il giorno dopo arrivarono i genitori di Marco, si accorsero subito del cambiamento del ragazzo, ora sorrideva loquace, cosa che era un po’ che non accadeva.
E così la vacanza finì, prima di lasciarci mia moglie ricordò a Marco che l’aspettava in settimana a casa nostra per aiutarlo per una ricerca che il ragazzo doveva svolgere per la scuola.
Capimmo tutti di che ricerca si trattava ma stemmo al gioco e sornioni ammiccammo.
Il mercoledì successivo al mio ritorno a casa, Claudia disse che si era sentita con Marco e si erano accordati per vedersi a casa nostra il pomeriggio del giorno dopo per la ricerca per la scuola: RICERCA?????
Da allora sono passati cinque mesi, le visite di Marco hanno una cadenza regolare di due volte alla settimana e in questo periodo non ho mai visto mia moglie tanto felice, diceva che accontentava tutte le sue richieste e che per lei quel ragazzo era diventata la sua droga.
Seppur consapevole che la cosa doveva finire, continuava a rimandare quel momento, gli aveva fatto da nave scuola e ora le spiaceva perderlo, pensate che pur di accontentarlo accondiscese anche a farselo mettere nel culo perché gli disse che lo faceva con me e lui insistente volle provare col risultato che per qualche giorno rimase col culo indolenzito.
Qualche settimana fa si è decisa finalmente a troncare quella che ormai sia per me che per i suoi genitori era diventata una situazione insostenibile, e visto che Marco le aveva detto che si vedeva con una nuova ragazza, e lei, “forse anche per gelosia” ha preso spunto da questo dicendogli che era contenta che avesse trovato una ragazza perché era giunto il momento di dare un taglio alla loro storia in quanto quello che stavano facendo era durato anche troppo e che d’ora in poi avrebbe dovuto pensare a un futuro senza di lei.
Quella decisione fece male a tutti e due, però Marco pur accettando riuscì a strapparle la promessa che se un giorno avesse avuto bisogno di confidarsi o per avere un consiglio lei ci sarebbe stata per lui.
Ovviamente questa decisione fu ben accettata sia da me che dai suoi genitori con i quali abbiamo ripreso le nostre vecchie abitudini e ogni tanto ci si ritrova per passare insieme delle serate di sana trasgressione.

Saremmo lieti di sapere se il racconto è stato di Vs. gradimento.
cp58mi@gmail.com

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