RACCONTO TITOLO: Parte 31 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 31 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 31 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Visto: 255 volte Commenti 6 Date: 09-11-2021 Lingua: Language

Onestamente ero talmente soddisfatto di tutto che me ne sarei andato ma lo spettacolo era interessante visto che le tre donne si divertivano con i cazzi di Filippo e Giovanni. Era un gioco misto tra leccate reciproche delle donne e pompini fatti ai due uomini. Io mi ero messo disteso orizzontalmente all’inizio del letto e appoggiato su un braccio guardavo il gioco tra loro. Non so cosa mi prese ma venni assalito da una stanchezza incredibile e visto che la situazione era abbastanza silenziosa con nessuno scossone per i rumori delle scopate che non incominciavano, mi assopì e chiusi gli occhi. Credo di essermi addormentato quasi subito. Venni risvegliato da risatine e rumori e quando aprii gli occhi avevo Silvia che stava succhiando i due cazzi sopra alla mia faccia. Loro erano in piedi e Silvia a fianco a me. Quando aprii gli occhi ricevetti due sbattocchiate da Giovanni mentre Silvia aveva il cazzo di Filippo in bocca. Il mio cazzo non dava segnali. Non sapevo che fare ma non volevo sembrare infastidito.
Giovanni: il risveglio del campione. Goditi lo spettacolo da visuale privilegiata
Mi fecero spostare al centro del letto così che anche l altra donne potessero mettersi vicino e succhiare i due cazzi. Vedevo le palle e la loro asta e vedevo le bocche che ci si muovevano sopra e che li inghiottivano. Era particolare ed eccitante.
Giovanni: Katia facci schizzare
Notai che Katia scese dal letto e si mise dietro ai due uomini e capii che avrebbe regalato loro, lo stesso trattamento che aveva avuto il mio culo. Intanto Silvia si dedicava a Filippo ed Anna a Giovanni. Vedevo entrambi gli stili e onestamente apprezzavo molto di più la foga e la capacità di Silvia. Intuì che Katia stesse lavorando da come si muovevano le gambe dei due uomini. Le avevano divaricate e credo che Katia avesse entrambe le mani impegnata, una per uomo. Giovanni prese la testa di Silvia e inizio a scoparsela e si mise esattamente sopra di me spostando Filippo ed Anna in posizione più laterale. Mi sembrò che Katia si stesse dedicando solo a lui. Dopo poco vidi le guance di Silvia ingrandirsi e sentii dei rumori provenire dalla sua bocca. Giovanni, ripetendo “brave così” la tirò per i capelli e le tolse il cazzo. Dalla bocca di Silvia uscii un misto di sborra e saliva che cercò di trattenere il più possibile. Alcune gocce mi finirono sul mento e poi sul corpo ma il cazzo di Giovanni, così come il mio in precedena, continuava con un liquido trasparente. Lui appoggiò le mani al letto, di fianco al mio viso e venni investito da quel liquido con il cazzo a 3 centimetri dalla mia bocca. Vidi il suo cazzo ritrarsi e diventare piccolo.
Giovanni: bravo e servile il cornuto
Filippo: non dice mai di no
Durante questo discorso Giovanni spostò Filippo ed Anna su di me e si mise da un lato a guardare e ad incitare Katia.
Giovanni: dai finiscigli in bocca
Filippo: no dai poraccio
Ero inerme e ascoltavo le loro parole mentre guardavo la bocca di Anna sul cazzo di Filippo. L’unica, altra sensazione era quella della mia pelle del viso che sentivo incrostarsi.
Giovanni: Silvia ti spiace se ne ingoia un po’ anche lui?
Sapevo che non avrebbe detto di no
Silvia: io oggi ho ricevuto di peggio
Anna tolse il cazzo dalla sua bocca e lo infilò nella mia. Mi lasciai scopare la bocca finchè non sentii
Giovanni: oraaaa
Fui innondato da sborra, non riuscivo a respirare e dovetti ingoiare e anche sputare da quanta ce ne era. Non avevo mai fatto una cosa del genere ma la situazione imponeva di accettare tutto. Venne in soccorso la bocca di Anna che ripulì il cazzo di Filippo e poi venni raggiunto da Silvia che mi salì sopra e limonammo. Da parte degli altri scattò un applauso quasi che fossimo il re e la regina della serata. Giovanni, poi, invitò tutti a berci una cosa di sotto per poi andare a nanna. Solo in quel momento ci accorgemmo che il capodanno era bello che passato e ci facemmo gli auguri. Arrivammo giù e tutti ci rimettemmo le vestaglie. Anche dalle vestaglie si vedeva che noi eravamo i “nuovi intrusi”. Guardai velocemente gli sguardi di tutti e notai con piacere la soddisfazione negli occhi. Non c’erano state incomprensioni e tutto era filato normalmente in piena tranquillità e in pieno gioco. Brindammo al nuovo anno con un bacio da parte di ogni uomo a tutte le donne. Bacio a cui Giovanni aggiunse una strizzatina di tette alle ragazze. Io per non essere da meno decisi di baciarle tutte con l’aggiunta della lingua. Poi venni raggiunto da Giovanni con la giacca che mi proponeva una sigaretta. Uscimmo con il bicchiere in mano e ci sedemmo su delle sedioline messe nel giardino. Nonostante la bassa temperatura non percepivo un grande freddo e mi lasciai andare sulla sedia.
Giovanni: il riposo del campione
Io: eh eh, serata impegnativa
Giovanni: avete grandi potenzialità e se il gusto, come mi sembra, è reciproco vi potete divertire alla grande
Io: abbiamo iniziato da poco ma ci piace anche se non vogliamo esagerare. Diciamo una trasgressione ogni tanto
Giovanni: fate bene. Una ma buona. Io mi mangio le mani ad aver incominciato tardi. Katia era una bella figa da giovane e potevamo divertirci per bene
Fummo interrotti da Filippo che ci aveva raggiunto portando la bottiglia con sè.
Filippo: è una bella figa anche adesso
Giovanni: ci mancherebbe ma ti assicuro che faceva girare la testa ai tempi d’oro.
Iniziammo a parlare tra noi e le sigarette aumentavano all’interno del posacenere.
Giovanni: ragazzi, io non so voi ma ho chiuso per stasera e mi sa anche per domani.
Filippo: non dirlo a me
Io: a me è da prima che non va più su
Giovanni: il cialis da effetti diversi ad ogni persona. Io domani sarò come adesso, magari tu ti svegli col cazzo duro
Filippo: gli effetti sono tutti da scoprire, io domani non voglio saperne di figa ahahah
Ridemmo tutti e continuammo nelle chiacchiere poi Filippo intervenne di nuovo
Filippo: ci state a fare un patto? Noi sei dobbiamo sempre giocare insieme. Mi darebbe fastidio se sapessi che tu e Katia vi vedete con loro alle nostre spalle
Giovanni: perché no. Ci vediamo sempre in sei che ci si diverte ma ho ancora qualche ideuccia da proporre
Filippo: il mio cazzo è esausto
Giovanni: una per stasera e l’altra per la prossima volta
Mi piaceva godermi i giochetti di quei due, ogni parola aveva sotto qualcosa di non detto e di stuzzicante.
Filippo mi guardò cercando di capire se fossi disponibile a sentire le proposte. Io non mi tirai indietro e lascia parlare Giovanni.
Giovanni: adesso per andare a nanna lasciamo decidere il destino. Facciamo tre bigliettini con i nomi delle donne e poi peschiamo. Sarà il fato a decidere con chi dormiamo stanotte.
Filippo: divertente, anche se con i cazzi in questo stato rischiamo di dover parlare con le donne ahahhaha. E l’altra?
Giovanni: organizziamo il prossimo incontro e mi lasciate carta bianca
Iniziarono mille domande da parte soprattutto di Filippo che voleva capire cosa si intendesse per carta bianca e cosa avesse in mente Giovanni. Il nostro amico però disse che ce ne avrebbe parlato domani, quando avremmo fissato insieme alle donne il prossimo incontro. Tornammo al calduccio ed esponemmo il giochino alle donne che accettarono senza battere ciglio. Ma Anna propose una cosa ancora più eccitante.
Anna: scusate ma perché usiamo i bigliettini? Noi tre andiamo su e ci infiliamo in una camera. Voi salite e ognuno entra in quella che crede. Così nessuno saprà con chi sono finiti gli altri. Per ovvi motivi la camera vicino al finestrone (quella con il letto sporco per colpa anche mia) non è agibile.
L’idea era interessante, anche perché sarebbe stato bello sapere solo al mattino con chi erano finiti gli altri due. Accettammo volentieri e lasciammo che le donne si dirigessero di sopra. Attendemmo ancora qualche minuto e poi salimmo.
Arrivati davanti alle porte, Giovanni mi diede l’onore di scegliere per primo. Non pensai ad eventuali giochetti psicologici ma solo al fatto che mi stuzzicava l’idea di dormire nella camera di Filippo ed Anna e quindi scelsi quella. Giovanni scelse la camera vicino e Filippo prese la rimanente. Ci vedevamo tutti davanti alla porta. Giovanni con il gesto delle dita davanti alla bocca ci indicò di non proferire parola finchè non si fosse richiusa la porta.
Giovanni: gli uomini stanno per entrare, spegnate le luci e non parlate.
Vidi spegnersi la luce della stanza in cui stavo per entrare e poi aprì la porta. Il buio non mi permetteva di capire chi ci fosse. Andai a tentoni e arrivai al letto, mi misi sotto le coperte e venni preso dalla bocca di una donna, la accarezzai e capii che era Katia.
Katia: sai che speravo fossi tu
Io: perché?
Katia: perché voglio conoscerti
Io: be ci siamo conosciuti direi
Katia mi parlò di lei e volle anche spiegarmi perché e come mai fossero arrivati a quei giochi. Erano un po’ di anni che si divertivano e che quei giochi avevano ravvivato il rapporto di coppia che stava scemando prima che incominciassero. Poi mi spiegò di non essere troppo attratta dalle donne ma che Giovanni aveva imposto il fatto che durante i giochi ci fosse scambio completo. In risposta alle mie domande mi spiegò che, seppur anche lui non fosse attratto dagli uomini, aveva giocato con altri. Mi spiegò inoltre che solo con la pillolina aveva quei risultati mentre a casa la loro vita sessuale era quasi pari a zero. Per questo le serate come quella appena passata diventavano uno sfogo vero e proprio. Era bello sentire le sue confidenze e sentirle abbracciandola, senza alcuna intenzione strana da parte mia, avendo il cazzo moscio e inerme. Le facevo domande anche per comprendere la psiche di una donna che da anni faceva questi giochi e che poi si trasformava in madre quando tornava a casa. Decisi di sapere qualcosa di più sui punti che mi interessavano. Le dissi che mi aveva fatto venire in maniera incredibile e lei mi spiegò che era infermiera e che aveva fatto un corso dove avevano spiegato il massaggio prostatico. Tornata a casa e parlatone con Giovanni iniziarono a provare e nel giro di qualche giorno, anche grazie alla lettura di alcune riviste specifiche, era riuscita a farlo venire così. Da quel giorno, Giovanni ogni volta che si gioca con altri, vuole vederla farli venire in quel modo. Nessuno ha mai rifiutato e tutti ne sono stati felici. Addirittura mi disse che se me lo avesse fatto anche in quel momento sarei venuto nonostante il mio cazzo non fosse duro. non andai oltre perché conoscendomi le avrei potuto chiedere di farlo. Spostai la questione sul suo orgasmo e mi disse che, sin da giovane, per lei l’orgasmo era più una cosa mentale che fisica e che veniva solo con il clitoride stimolato. Dopo la menopausa l’orgasmo era diventato più lungo da raggiungere ma anche più potente. Mi spiegò che anche senza venire provava un certo piacere ma che le rimaneva sempre qualcosa di inespresso e tornava a casa non del tutto soddisfatta. Giovanni, dopo una lunga chiacchierata, le promise che ogni volta che ci sarebbe stata una serata, lei avrebbe raggiunto l’orgasmo. A volte le serate erano finite con Giovanni che la leccava sino all’orgasmo oppure con altri che incitati da Giovanni la facevano venire. Mi resi conto che mentre mi raccontava queste cose, ed eravamo in posizione a cucchiaio, la mia mano le accarezzava dolcemente la peluria, fu così che scendendo un pochino di più la sentii calda e bagnata. La girai verso di me ed iniziai a masturbarla baciandola. Decisi di scendere e di testare le mie doti “linguistiche” per le quali mi ero sempre vantato. Lei mi bloccò dicendomi che era stata già soddisfatta da me e che le era piaciuto così. Non ascoltai le sue parole e arrivai con la bocca tra le sue gambe iniziando a leccarla. Cercavo di leccare in ogni modo per capire, dai suoi sospiri e dal suo corpo, quale tipo di leccata le potesse piacere di più. Intanto le mie dita le penetravano dolcemente la figa ma mi resi conto che non disdegnava nemmeno il culetto. Mi ritrovai così con la mano destra che aveva l’indice in figa e il medio nel suo culo che si muovevano insieme. La mia lingua alternava leccate secche e titillanti al clitoride con leccate a lingua larga su tutto il clitoride. Mi ritrovai anche a fare l’alfabeto con il suo clitoride, finchè non mi resi conto che vorticando la lingua, la signora si muoveva di più. Mi afferrò la mano sinistra e me la allungò verso il seno che iniziai a stimolare. Qualcosa stava salendo in lei. Ormai la mia lingua vorticava e basta. La sua mano destra teneva la mia mano sinistra sul suo seno e l’altra sua mano si accarezzava il seno sinistro. Aumentavo il ritmo della mia mano nella sua figa e nel suo culo e provai a spostare il medio nella figa
Katia: il contrario ti prego
Le mie dita uscirono dalla figa e si infilarono, questa volte tutte e due, nel suo culo. Vidi la sua schiena inarcarsi e mi dedicai a qualche leccata della figa intera penetrandola con la lingua. Katia mi prese la testa con la sua mano sinistra, spingendomi forte sulla sua figa. i movimenti della mia lingua non erano più così fluidi ma la sentivo ansimare più forte. Mi sembrava ogni volta di esserci vicino ma poi la situazione tornava all’inizio. Era come un treno che partiva ma che poco dopo, invece di prendere velocità, rallentava. Non volevo arrendermi ma ero là sotto da parecchio e comunque mi sembrava di aver fatto una bella figura, certo mi dispiaceva non farla venire ma iniziavo a perdere le speranze. Non mi arresi sentendo la sua mano tenermi la testa con foga. La mia mano sinistra si era fermata a fianco alla sua coscia perché non riuscivo più a giocare con la sua tetta. Sentì la sua mano stringere la mia e proprio in quel frangente pensai alle sue parole di poco prima. Provai ad alzare due dita e sentii la sua mano che iniziò a segarmela come se fosse un cazzo vero. Iniziai a percepire il suo piacere che saliva esattamente come lei aumentava la velocità della sega alle mie dita. Mi giocai il tutto per tutto: abbandonai il suo culo e misi la mano destra a fianco della sua coscia, tenendo alzate due dita. Anche quelle vennero prese in stile sega. Ecco il giochino psicologico ed ecco che arrivò l’orgasmo con le sue mani che volavano sulle mie dita. Se lì ci fosse stato un cazzo, avrebbe sborrato in pochi secondi. L’orgasmo finì con lei che stringeva le sue gambe con in mezzo la mia testa, la mia lingua che leccava dolcemente dal culo alla figa e le sue mani che, come fosse una sega vera, rallentavano sulle mie dita. Risalì e la baciai.
Katia: sei incredibile. Ora tocca me
Io: non sono in grado
Katia: non vuoi riprovare come prima? Anche se non sei eccitato funziona
Rimasi un attimo titubante e solo in quel momento pensai cosa stessero facendo gli altri e soprattutto cosa, e con chi, stesse facendo Silvia

Continuo?

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