RACCONTO TITOLO: Parte 9 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 9 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 9 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Visto: 821 volte Commenti 16 Date: 01-10-2021 Lingua: Language

Verso le 2 del pomeriggio scrissi a Silvia con due intenti, cercare un msn per non resistere e svuotarmi e quindi rifiutare di andare da lei (una parte di me non voleva andare) ma anche per sapere l’orario in cui ci saremmo visti (l’altra parte di me voleva andare):
Io: msn per i dettagli di questa sera?
Lei: va bene
Copio e incollo msn
14:11Samu
Quindi cm ci organizziamo x stasera
14:13Silvia
Alle 9 vado in mansarda e mi metto nuda sul letto
14:13Samu
Mmm mi si indurisce già
14:13Silvia
Fai il bravo. T lascio il cancello aperto e poi Sali dalle scale dietro ke lascio la porta aperta così puoi entrare
14:14Samu
Mi scoppia il cazzo
14:14Silvia
Pensi sia facile x me. Appena entri spogliati tutto e vieni a masturbart su di me. Tu in piedi e io sdraiata
14:15Samu
Ma nn è ke staimo facendo una stronzata???
14:15Silvia
Xkè?
14:15Samu
T sembrano robe normali???
14:18Silvia
Ci divertiamo e non facciamo nulla di male. È cm se ci masturbassimo da soli o guardando qualke cosa di eccitante. Non fare il bigotto
14:19Samu
Non faccio il bigotto ma magari stiamo facendo una cazzata…se stessimo lontani sarebbe + facile
14:22Silvia
1 nn facciamo nulla 2 dopo 4 giorni di stinenza se mi dici così ti ammazzo 3 la tua troia ha voglia di essere insultata mentre t racconta ciò ke vuoi
14:23Samu
Tt qlo ke voglio?
14:23Silvia
Tuttooooo
14:24Samu
Ce lhai ancora il vibratore ke t avevo regalato
14:25Silvia
Certo
14:25Samu
Portalo
14:25Silvia
No. Voglio venire solo cn le dita e nient altro
14:27Samu
A stasera troia

Aveva vinto la mia voglia e il mio essere porco ma non solo quello. Da sempre, sin da quando ho conosciuto Silvia, mi aveva raccontato tutto delle sue esperienze sessuali che nonostante la giovane età erano comunque numerose ma una era sempre stata evitata. Mi spiego: prima di conoscerci, Silvia ha lavorato in estate in un negozio che affittava videocassette (non le grandi catene ma negozietti che affittavano film ed in quei tempi pullulavano) ed il proprietario (sulla cinquantina) la metteva a sistemare anche le videocassette porno facendole a volte domande imbarazzanti. Le domande e le risposte me le aveva sempre raccontate ma alla domanda se fosse successo altro si irrigidiva e poi dicendomi che ero pazzo a pensare queste cose, sviava sempre l’argomento. Questa volta avrei approfondito visto che lei mi aveva assicurato che mi avrebbe detto tutto.
La mia giornata continuò tra un indurimento e l’altro. Mangiai senza quasi proferire parole con i miei genitori e poi uscì verso le 20e30. Mi fermai vicino a casa di Silvia e telefonai a Veronica dandole appuntamento al giorno dopo per poi passare i giorni di capodanno insieme. Sì, ero davvero una merda e lo pensavo ma poi pensavo che l’idea di innaffiare Silvia mi elettrizzava e di sentirla dire porcate e confessioni mi mandava in estasi. Le 9 sembravano non arrivare mai. Poi finalmente scoccarono. Mi imposi di attendere ancora qualche minuto proprio per non dargliele tutte vinte e verso le 9e10 mi diressi sotto casa sua. Entrai dal cancello lasciatomi aperto (esattamente come aveva fatto più volte con il direttore) e andai sul retro dove c’erano delle scale sul genere antincendio che portavano alla porticina della mansarda. Aprì la porta e mi ritrovai dentro: infondo c’era una camera da cui proveniva la luce e sapevo che lei era lì, nuda. Mi spogliai e il mio cazzo si rizzo in un attimo. Entrai nella camera e la vidi distesa, nuda, liscia, senza nemmeno un pelo. Sorridemmo a vicenda ma non feci in tempo a dire nulla che lei disse:
Lei: non ce la facevo più ed ho voglia di toccarmi
Io: voglio schizzarti tutta
Lei: vai piano che voglio sentire i tuoi schizzi mentre sto godendo anche io
Io: non è facile ma mi trattengo anche perché voglio un sacco di tuoi racconti
Lei: ah si? Vorresti sapere cosa dicevo ai tipi in bagno mentre li succhiavo?
In realtà avevo in mente mille altre domande ma questa mi prese l’interesse
Io: certo che lo voglio sapere
Lei: loro mi chiedevano se mi stesse piacendo succhiarglielo e io rispondevo di si
Io: che troia
Lei: poi uno mi ha chiesto se lo succhiassi con così tanta voglia anche a te
Io: e tu cosa gli hai detto?
Lei: io ho risposto: a chi? Al cornuto? Oh si che mi impegno ma con voi mi diverto di più visto che siete in due
Non muovevo praticamente la mia mano, la tenevo ferma sul cazzo guardando lei che si masturbava ad occhi chiusi e che mi raccontava queste porcate
Io: e loro?
Lei: loro ridevano e dicevano che eri proprio un cornuto
Non era facile trattenersi perché la voglia era tanta e le sue parole erano eccitantissime ma volevo divertirmi ancora
Io: adesso però faccio domande io
Lei: certo ma solo se sono eccitanti
Io: raccontami di Giovanni e di quando mettevi a posto le cassette porno
Lei: sai già tutto
Io: una troia in erba come te che non ha fatto nulla con uno che ti diceva che quei film erano da imparare a memoria? Non ci credo
Lei: mi pensi così troia?
Io: tu sei troia
Lei: non è una cosa che mi eccita questa
Io: meglio, così prolunghiamo
Fermò la sua mano sulle sue labbra e sempre ad occhi chiusi iniziò il racconto che, se a lei non eccitava, a me quasi fece esplodere.
Lei: dopo però devi accettare di fare una cosa per me
Io: cosa?
Lei: nulla di assurdo ma devi dirmi ora di si
Io: ok
Lei: sai già che praticamente dopo un mese mi faceva continuamente mettere a posto i film porno e che poi veniva lì e mi faceva le battutine
Io: e questo lo so già
Lei: una sera, prima di andare a casa mi ha detto che erano arrivati altri film e visto che erano pochi se potevo sistemarli prima di uscire. Mentre ero lì mi si avvicinò e ne prese uno e lesse il titolo. Era del tipo la collegiale viene con lo zio. E in copertina c’era una ragazza giovane vestita con una gonnellina stile scozzese corta, i calzettoni e una camicetta bianca, era a novanta con la gonnellina tirata su e dietro c’era il presunto zio che la prendeva. Me lo diede e mi disse di guardarlo. All’inizio rifiutai ma poi lui mi disse che voleva sapere da me che reazioni avevo. Non lo so per quale astruso motivo ma lo guardai davvero e mi eccitai pure. Il giorno dopo vedevo che lui era in attesa di sapere e così glielo ridiedi dicendo che la trama era inconsistente ma che il resto era parecchio consistente. Lui rise e non disse nulla. Il giorno dopo, arrivata alla solita ora per incominciare, andai nello stanzino che fungeva da spogliatoio e appoggiato ad uno scaffale trovai una gonnellina scozzese quasi identica a quella del film, dei calzettoni e una camicetta bianca. C’era una busta da lettere contenente un bigliettino che diceva: regalo dello zio e 500 euro.
Io: e tu troia non hai aspettato altro
Lei: sono troia ma non quel genere. Sono uscita dallo stanzino e gli ho detto che quei soldi poteva metterseli nel culo e me ne sono andata. Mi ha telefonato e scusandosi mi ha spiegato che non voleva mancarmi di rispetto e che si era fatto fuorviare dal film e da me che avevo accettato di vederlo. Mi chiese di tornare. Comunque avevo bisogno di un lavoro e quindi sono tornata. La mattina andò via liscia, poi all’ora di chiusura tornai nello stanzino e c’erano la gonnellina, la camicia e le calze riposte per bene ed una nuova busta. Dentro c’erano 1000 euro ma non feci in tempo nemmeno a contarli che lui entrò con il cazzo che usciva dai pantaloni. Si stava masturbando e mi chiese solo di indossare quei vestiti, che voleva solo guardarmi.
Io: dimmi che hai fatto la troia come facevi quando stavi con me
Lei: mi fece quasi pena e gli dissi di uscire che l’avrei accontentato e lui mi disse che i soldi li dovevo considerare un regalo e che anche se ci avessi ripensato potevo tenermeli. Mi spoglia e mi misi quei vestiti ma poi, lo sai come sono fatta, ho pensato che nel film la protagonista non portava intimo e così mi sono tolta il reggiseno e il perizoma e l’ho chiamato. Lui è entrato e guardandomi vestita così si masturbava riempiendomi di complimenti. Non resistetti a provocarlo e così mi appoggiai allo scaffale e gli mostrai il mio culo senza mutandine.
Io: brava troia
Lei: lui in un battibaleno mi prese da dietro ed i miei no, non furono ascoltati. Iniziò a scoparmi e smisi di dire no perché mi stava piacendo. Era però viscido ed anche irruento e senza dirmi nulla me lo mise dietro
Io: dietro dove
Lei: nel culo e iniziò a muoversi come una furia fino a venirmi dentro. Uscì e mi salutò, io mi misi i vestiti e tornai a casa e quando mi sono spogliata mi sono accorta che perdevo sangue dal culo, mi aveva scopata a freddo e senza fermarsi.
Io: tu sei troia da sempre
Lei: a me non eccita
Io: e allora cosa ti eccita
Lei: mi eccita quando sono io a volere le cose, come quando mi sono mostrata ai tuoi coinquilini. Chissà quante seghe.
Io: puttana
Lei: cornuto. Dillo che mi metteresti in mostra per le loro seghe
Io: tu mi ecciti in ogni modo ma non reggo più
Sempre con gli occhi chiusi mi disse di aspettare che anche lei stava per venire e qui vi riporto le parole praticamente testuali perché anche a distanza di tempo restano indimenticabili
Lei: inizia a muovere la mano piano piano
Io: se la muovo schizzo
Lei: allora aspetta e quando te lo dico esplodi. Mi devi lavare. Stasera voglio andare a letto e sentire l’odore del tuo sperma che sale.
Io: puttana, sei solo una puttana
Lei: si, perché voglio godere e godo solo da puttana
Silvia aprì gli occhi mentre la sua mano veniva inghiottita dalle sue gambe che si stringevano e mi guardò fisso e mi disse:
Lei: sborrami cornuto perché lo so che godi solo da cornuto
Non feci in tempo a fare due volte su e giù col cazzo che fiotti di sperma finirono sulla sua pancia, nel suo ombelico, sulla sua mano e sulla coscia destra. Venimmo insieme. Ci tranquillizzammo e lei si guardò tutta imbrattata e mi disse:
Lei: bravo mi hai riempita. È proprio così che volevo essere e non voglio né toglierla né lavarmi, la voglio addosso
Io: mamma mia quanto sei troia ma sei fantastica
Non so perché ma avvicinai la mia bocca alla sua ma lei mi fermò dicendomi:
Lei: direi che è il caso che tu vada via perché se no finisce male. Fino a quando posso scriverti senza il rischio che la tua fidanzatina si arrabbi?
Io: domani siamo insieme
Lei: allora quando mi si asciuga, ti scrivo
Io: per cosa?
Lei: mi hai promesso una cosa
Me ne ero dimenticato preso dalla sega
Io: ok, ma puoi dirmelo ora
Lei: dopo
Uscì da casa sua e per fortuna l’arietta fresca mi fece riprendere. Era stata una sega eccitantissima. Avevo saputo finalmente cosa fosse mai successo con Giovanni (il videonolo) e avevo giocato sul farmi chiamare cornuto. Ero però curioso di sapere cosa avrei dovuto fare per lei. Ma non volevo darle la soddisfazione di farglielo capire, così me ne tornai a casa e mi buttai sotto la doccia. Era quasi mezzanotte e Silvia non si era fatta sentire.

Continuo?

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