RACCONTO TITOLO: Silvia di Roma, la moglie del medico 
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Silvia di Roma, la moglie del medico


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Silvia di Roma, la moglie del medico

by Leodavincileo1989
Visto: 1300 volte Commenti 5 Date: 01-09-2021 Lingua: Language

Tutto ebbe inizio con la solitudine dei primi giorni di lockdown. Ero solo a casa e tra un porno ed una sega in cam decisi di aprire il radar sperando di poter finalmente beccare un last di quella gran porca della milf che abita al piano di sotto sperando fosse colpita da una voglia a causa della solitudine di quei giorni: ovviamente nessun risultato. Tuttavia, fu un altro last di una coppia a 1,5km ad attirare la mia attenzione:

mio marito medico lavora h24 e dobbiamo per precauzione evitare i contatti, chi mi fa compagnia virtuale?

. Aspettai qualche ora, non mi pareva vero, e poi chiesi l'amicizia scrivendo un messaggio. Dopo il consueto scambio di foto seguì subito qualche telefonata con una sintonia che mai avrei pensato di trovare partendo arrapato da un tale last. Approfondimmo la conoscenza e seguirono altre telefonate, ci conoscemmo molto profondamente pur nel rispetto della privacy. I giorni passarono e ci sentivamo sempre piu spesso tenendoci compagnia e rallegrandoci nei momenti tristi; ci scambiavamo foto e complimenti senza farci richieste più esplicite, in altri termini non ci siamo mai masturbati a vicenda. Una sera salendo le scale di casa, dopo essere andato a fare la spesa, vidi la mia vicina: alta, bionda, in leggins e maglietta da jogging (senza reggiseno); dopo la solita chiaccherata a distanza ci salutammo e una volta salito a casa: fu subito sega! Avevo cosi tanta voglia che una sola non mi bastava, cosi preso dalla voglia contattai la mia amica virtuale. Mi disse che era appena tornato il marito e che aveva una voglia matta, ma il protocollo non permetteva loro di far nulla, cosi allora le proposi di incontrarci. All'inizio fu titubante, ma la voglia era cosi forte per entrambi che lo desideravamo gia da tempo. Lei chiese il permesso al marito, il quale si eccitò quasi a venire nelle mutande: era pura trasgressione per loro.

Dopo tutti quei giorni di astinenza stavo esplodendo così le proposi di andare nel garage che avevo a 300m da casa con la scusa di andare a gettare la spazzatura. Io l’aspettavo già da un pezzo, e il mio anticipo ed il suo ritardo aumentavano la mia voglia. Ad un certo punto vidi dalla serranda una sua metà figura, dalle ginocchia in giù: un paio di leggins grigi attillati che mettevano in bella vista le sue forme generose, e delle caviglie strette che culminavano dentro delle scarpe da ginnastica bianche. Alzai lentamente cercando di non far rumore la serranda e nel buio con uno sguardo dritto negli occhi verdi perdendomici le feci cenno di entrare. Abbassai la serranda e mi scordai di accendere la luce. Sapevo a memoria il locale, e dunque per poter vedere la signora nuda, e la sua carne dal vivo, mi accinsi a spingere l’interruttore che sapevo a memoria dove si trovasse. Ma avendo per errore urtato contro una coscia della signora la luce passò in secondo piano, così mentre cercavo con una mano l’interruttore con l’altra approfondivo il suo corpo. Nel silenzio di entrambi sfiorai i suoi seni mentre il mio volto affondava nei ricci dei suoi capelli le nostre bocche si cercavano.

Non riuscivo più a trattenermi. Cercavo nel buio la sua bocca con le mie labbra, la mangiai: collo, orecchie ero pieno di suoi capelli finalmente le labbra, ma con un po’ di capelli in mezzo. Le infilai una mano in mezzo alle gambe: FINALMENTE, era un mese che non sentivo una fica tra le mani. Caldissima , bollente come se fosse stata al sole; mi stritolava la mano con le gambe, la baciavo e la sditalinavo con veemenza come se fosse un interruttore rotto! Poi sentii una fiamma, un ardore accompagnato da una sensazione di strano rilassamento: da lì a poco mi sarei sborrato addosso. A quel punto, al buio, mentre

vedevo

le sue forme

con il tatto

, e mentre il suo cellulare vibrava ininterrotamente, decisi di penetrarla. In quell'atto, senza volerlo le strappai i leggins: non me ne fregava più nulla, ero inebriato dallo sfogo sessuale dopo l'astinenza. Il povero marito attendeva eccitato la videochiamata, ma io ero troppo eccitato e lei era da me immobilizzata, e monopolizzata. Il buco strappato nei leggings c'era, ed io allargandolo, mirando alla sua fica: la impalai. Sapevo ormai di non riuscire a fare una scopata lunga, per cui decisi di sbatterla al muro così forte come se fosse colpa sua che non scopavo da un mese. Lei gemeva, io spingevo. Io affondavo e lei godeva. Le mie palle sbattevano sul suo culo mentre assaporavo con la bocca la sua schiena ed il suo collo salato dal sudore che evaporava: quasi come un vampiro scopa una vergine. Caldo, tanto caldo, all'improvviso: stavo per sborrare. Ero talmente soddisfatto di aver abusato di quel momento che non riuscivo a trattenermi più. Le dissi che stavo per venire e lei, esperta, nel silenzio dei suoi gemiti, cercando con una mano di tiramelo fuori cominciò ad afferrarlo, mentre con il collo in torsione mi baciava. Si girò, ma la sbattei al muro nuovamente. Lei iniziò a segarmi il cazzo a mano inversa, mentre si toccava la fica con l'altra e si godeva la mia bocca con le labbra umide. Io le strappai la maglietta per assaporare i suoi seni grossi e lei abilmente strusciava il mio cazzo sulla sua nuda coscia.

Sborro, segami forte

dissi io. Lei lo aveva gia capito. Sborrai dappertutto e lei cercò di raccoglierlo nelle sue mani. Nonostante lei a quel punto pensava fosse finita, io continuai a spingere scopandomi la sua mano e ricominciando a baciarla. Avevo il cazzo pieno zeppo di sborra altrimenti l'avrei trombata ancora. Continuammo cosi per altre 3 volte, fin quando non decidemmo di fermarci per fare finalmente la videochiamata al marito che ci attendeva (non da molto, perché devo ammettere che fu una cosa molto veloce). Amichevolmente e con il sorriso di chi era soddisfatto raccontammo il tutto enfatizzando a vicenda le prestazioni per la gioia del maritino cornuto. Ci salutammo e io mi svegliai: era solo un sogno!

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