RACCONTO TITOLO: Inconsapevolmente cornuti. Tante strade portano alle corna. 
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Inconsapevolmente cornuti. Tante strade portano alle corna.


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Inconsapevolmente cornuti. Tante strade portano alle corna.

by pennabianca
Visto: 188 volte Commenti 0 Date: 02-05-2021 Lingua: Language

La giovane coppia utilizzò i quattro giorni restanti al matrimonio per passare molto tempo insieme, per chiarire finalmente ogni aspetto di quello che era stata la loro vita sessuale fino a quel momento.
Silvia raccontò a Luca tutto quello che c’era da sapere, ogni minimo dettaglio, compreso quello che era successo ad Amsterdam. Lui ne rimase molto colpito. Aveva notato la sua velata tristezza dopo il rientro dal viaggio, ora comprendeva appieno quale era lo stato d’animo che aveva reso la sua ragazza molto diversa. Inoltre aveva scoperto che lei aveva una relazione con Dario ed i suoi amici. Raccontò a Silvia, come era venuto a scoprire la relazione con il suo datore di lavoro. La sera che lei aveva appuntamento con lui, Luca nel recarsi al campo sportivo per giocare la partita in notturna di calcetto, aveva trovato l’impianto completamente al buio per un guasto all’impianto elettrico e, quindi, si era recato a casa sua per farle una sorpresa.
Giunto nei pressi della sua abitazione, l’aveva vista salire e sfrecciare velocemente con la sua auto senza nemmeno accorgersi della sua presenza. L’aveva seguita, convinto che lei si sarebbe rifugiata in qualche pub insieme ad amiche, così da passare la serata con loro. Grande era stato il suo stupore, quando l’aveva vista entrare in un parcheggio, lasciare l’auto e salire in quella di Dario, che l’aveva baciata in bocca. Per lui quel gesto era stato un pugno nello stomaco. Non riusciva a capire, perché la sua donna aveva bisogno di tradirlo, perché quel gesto rappresentava davvero un tradimento.
Lui le aveva sempre lasciato la massima libertà, ponendo come unica condizione di esser sempre informato di tutto quello che lei faceva. Ora invece la stava seguendo, fin quando i due non avevano raggiunto un piccolo villino sulle rive del lago, dove erano entrati. Aveva seguito la recinzione, passando dal lato dello specchio d’acqua, ed era entrato in quella proprietà; l’aveva vista ridere e scherzare insieme a Dario ed altri tre suoi amici. Sentiva un forte dolore al petto, non riusciva a provare eccitazione mentre la guardava scopare con loro che le riempivano in ogni buco, mentre lui fuori non riusciva a trovare una valida ragione per quel comportamento. Quando il gruppo era andato via, lui era rimasto seduto in riva al lago a riflettere su quello che aveva visto, ma, soprattutto, su come comportarsi con lei. Dopo aver smaltito l'iniziale rabbia, era subentrata la disperazione per il timore di perderla per sempre. Pur con il cuore a pezzi, continuava ad amare quella ragazza, ad inventarsi dei motivi per giustificare quel comportamento, tutto, insomma, purché lei restasse al suo fianco.
Prese la sua decisione: mantenere quel segreto a qualunque costo, accettare tutto questo perché, nel suo cuore, faceva capolino il fondato timore che la sua donna potesse trovare la relazione con Dario, migliore di quella che aveva con lui.
Silvia, allora, lo abbraccia, lo stringe forte e gli giura che quello che si son detti in riva al lago deve esser messo in pratica; devono trovare la forza di cambiare il corso di quel gioco che li sta lentamente distruggendo. Il rapporto con Dario è qualcosa di insolito: con lui si sente tranquilla, serena, ma soprattutto, quando lei si trova a scopare con i suoi amici, in sua presenza, vede brillare nei suoi occhi una luce di ammirazione tale che rendono quell’uomo molto felice. È consapevole del fatto che egli nutre per lei qualcosa che va oltre il desiderio di fare sesso con lei. Mentre, con Andrea, la cosa è completamente diversa, perché, nel loro gioco, egli la domina, le impone il comportamento che lei deve avere con lui e questo è finalizzato al piacere, che poi, alla fine, appaga tutti e tre. Lei, fondamentalmente, desidera solo provare il piacere del sesso trasgressivo, ma vuole vivere quelle sensazioni solo ed esclusivamente con lui e solo quando entrambi ne sentono realmente il bisogno, senza che lui sia umiliato, ma, al contrario, lo vuole accanto, complice partecipe di quel gioco che deve esser riservato solo a loro. Luca le assicura tutto il suo appoggio, lascia a lei decidere come e quando queste due relazioni, che ormai sono diventate pesanti da gestire e metabolizzare, debbano in qualche modo concludersi. Finalmente arriva il sabato pomeriggio, il giorno delle nozze. Quando Luca passa a prendere Silvia, rimane stupefatto dalla bellezza della sua donna. Indossa un tubino di colore rosa perla, di pizzo, che le arriva appena sopra il ginocchio, con splendidi ricami. La parte superiore è costituita da ricami e preziosi merletti, che si intrecciano tra loro, coprendo il seno, ma costituendo comunque un gioco di intrigante vedo non vedo, che rendono la sua avvenenza ancora più conturbante.
I lunghi capelli neri, lasciati liberi, scivolano sulle sue spalle fino a quasi metà schiena, lasciata parzialmente e appositamente nuda da quel particolare modello di vestito. Le gambe sono coperte da autoreggenti color carne ed i piedi sono contenuti in sandali molto eleganti, dello stesso colore del vestito, con un tacco a spillo di dieci cm.
Mentre raggiungono il luogo della cerimonia, Silvia chiede a Luca due cose:
la prima è che oggi vuole esser solo la sua donna, quindi lo prega di non lasciarla mai da sola e di restarle sempre affianco.
La seconda è ancora più importante, perché gli chiede di non far uso di alcun tipo di alcol, in quanto, a sera, quando dovranno accompagnare la coppia di sposi che partono per la luna di miele, sarà lui a guidare la potente Maserati Ghibli di Alberto, quindi dovrà esser perfettamente lucido e sobrio.
Luca tiene fede all’impegno preso e, per tutta la giornata, le rimane sempre al fianco, ad eccezione del solo momento in cui sono in chiesa, in quanto lui, come testimone, sta insieme ad Alberto sul lato destro dove si trova lo sposo, mentre lei è posizionata, insieme a Stefania, sul lato sinistro, come testimone della sposa. Al matrimonio sono presenti molte persone, molta gente facoltosa e autorevole della città, fra cui anche tutti gli amici di Dario, che, però, pur osservando con occhi carichi di desiderio la bellezza di Silvia, fedeli al patto siglato con lei, nessuno di essi compie un solo gesto, o pronuncia una sola parola, che possa, in qualche modo, alludere ai contatti avuti con la ragazza.
Anche Andrea è fra gli invitati. Anch'egli, fedele al patto di riservatezza, cerca in tutti i modi di evitare di mettere in imbarazzo i suoi due amanti segreti, anche se durante l'intera giornata non ha occhi che per quella splendida ragazza, che sente di desiderare molto. In questi ultimi tempi, ha notato qualcosa di strano in quella coppia. Soprattutto lei, dopo esser tornati dal viaggio in Olanda, sembra cambiata: il suo sorriso meno smagliante, i suoi occhi velatamente più tristi. Anche il sesso che hanno fatto insieme, pur abbastanza appagante, gli è sembrato meno spontaneo, più meccanico, privo di quell’enfasi, quel trasporto che c’era nelle prime volte.
Nonostante la giornata molto impegnativa, anche a Lucia non è sfuggito il comportamento insolito dei suoi due amici. È stata insieme a Silvia, fino a quattro giorni prima, e fino a quel momento aveva notato la sua amica cambiata. Aveva attribuito quel cambiamento, alla sgradevole esperienza che avevano vissuto in Olanda, eppure, ora che la vede calma e serena al fianco del suo uomo, ne è stupita. Non vede più la velata malinconia che c’era nei suoi occhi; il suo sorriso è limpido e solare, veramente un’altra donna. In un momento di vicinanza con Stefania, ne parla con lei, che comunque ha avuto modo di notare come la coppia sia stata, per l'intero giorno, una accanto all’altro, mano nella mano.
Solo verso sera, quando, dopo il rituale taglio della torta, la festa ha man mano volto al termine, lei riesce a prendere la sua amica sottobraccio e insieme a Stefania, si appartano in un angolo dello splendido giardino di quel casale che ha ospitato la cerimonia. Un'occhiata intorno, giusto per esser certa che nessuno possa ascoltare quello che hanno da dirsi loro tre, poi fissa l’amica negli occhi e le chiede:

«Sono curiosa di sapere cosa ti rende, oggi, così felice radiosa, mentre, fino a qualche giorno fa, avevi un'aria stanca, quasi triste e, direi, anche apatica».

Silvia, presa un po' alla sprovvista, cerca di sviare il discorso.

«Non ho fatto nulla di particolare, mi sono solo riposata, perché, da quando siamo tornati dal viaggio in Olanda, abbiamo avuto un momento di stanca che avrebbe potuto farla da padrona».

«Lo credo bene! Dopo l’esperienza in Olanda, hai ripreso a darti in maniera così intensa, che ti ha portato, non solo a godere con mio padre ed i suoi amici, ma anche con Andrea e, se ci aggiungiamo anche il povero Luca, lo credo bene che eri stanca. Certe mattine, quando venivi al lavoro, dopo aver passato la serata con Andrea, avevi certe borse sotto gli occhi da far paura, eppure oggi appari serena, tranquilla, ma soprattutto sei stata sempre al fianco di Luca, quasi avessi paura di perderlo. Non hai degnato della minima attenzione nessun altro maschio, anche se, sia gli amici di mio padre che Andrea, non hanno avuto occhi che per te durante l'intero giorno; li hai volutamente snobbare e questo, mia cara, non è da te. Quindi, non girare intorno alla questione, e dimmi cosa è cambiato».

Stefania osserva le due amiche sbalordita, mentre Silvia, chinato il capo allorché si rende conto che Lucia è al corrente della relazione con suo padre, cerca le parole adatte per spiegare questo suo comportamento e, alla fine, decide che la verità è la risposta migliore da offrire.

«La spiegazione è molto semplice. Dopo quello che abbiamo passato in Olanda, mi sono resa conto che stavo sbagliando tutto, soprattutto il mio rapporto con Luca era pesantemente compromesso. Egli, segretamente, era già venuto a conoscenza della mia relazione con tuo padre, ma, nonostante tutto e per non rischiare di perdermi, ha mantenuto il segreto ed ha accettato il gioco con Andrea, pur di vedermi felice, convinto che questo fosse il mio più grande desiderio. Quando abbiamo avuto modo di parlarne, circa quattro giorni fa, io mi sono sentita in debito di dovere di raccontargli tutto, anche quello che è successo in quel viaggio e, soprattutto, gli ho spiegato che, per me, la cosa più importante era e restava solo lui. Abbiamo chiarito a noi stessi molti aspetti di questa strana vicenda e siamo giunti alla conclusione che, adesso, vogliamo esser solo una coppia. Ma... come hai fatto a sapere della mia relazione con tuo padre»?

Stefania, ancora più sbalordita, non riesce a capire di cosa stiano parlando le due amiche, ma è consapevole che la storia deve essere più grande di quello che lei possa immaginare.
Lucia, invece, guarda l’amica molto seriamente e le sue parole suonano quasi come un monito.

«Io credo che tu sia pazza! Sai bene che siamo state costrette a rispettare un patto di totale riservatezza; mi pare siano stati molto chiari, in proposito. E tu vai a raccontare al tuo fidanzato tutto quello che abbiamo fatto in quella dannata cena? Spero che lui ti ami alla follia, perché se solo dovesse trapelare mezza parola, sai benissimo quali rischi potremmo correre. E, in ultimo, voglio aggiungere una cosa che mi sta particolarmente a cuore: vuoi sapere come ho scoperto la vostra relazione? Dopo la morte di mia madre, mio padre era diventato triste, chiuso, malinconico, direi piuttosto spento. Poi, tutto d'un tratto, è tornato a sorridere, ad aver voglia di vivere, allegro, sereno e soprattutto ho visto i suoi occhi brillare, quando la mattina entri in ufficio e ti vede. Lo amo da impazzire, quindi ti chiedo di fare molta attenzione e non mandare in pezzi il suo cuore, già provato da tanto dolore. Son convinta che, oltre il sesso, provi per te qualcosa di molto più profondo».

Per un lungo istante tutte e tre restano in silenzio. Le parole di Lucia risuonano nella mente di Silvia, come autentiche esplosioni. Stefania vorrebbe avere altri chiarimenti, ma, accortasi che verso di loro stanno arrivando Marco e Luca, velocemente confida alle amiche un suo progetto.

«Statemi bene a sentire: adesso tu Lucia, prendi tuo bel marito e vai a goderti la tua splendida luna di miele, poi, quando torni, voi due, troiette, verrete con me, per un intero pomeriggio, nella SPA dove abbiamo fatto il tuo addio al celibato, ci troviamo un angolino tranquillo e voi due, puttanelle, mi racconterete per filo e per segno in quali casini vi siete cacciate».

Le ragazze hanno solo il tempo di fare un cenno d’assenso, perché subito sono raggiunte dai due uomini, che le abbracciano e, dopo averle baciate sul collo, Marco, sottovoce, parla con loro.

«Ragazzi, credo sia giunto il momento di mettere in atto il nostro piano segreto».

Tutti concordano con lui e il gruppo si scioglie; con molta discrezione, ognuno raggiunge la camera, messa a disposizione degli sposi da parte della struttura, per offrir loro un posto dove cambiare i loro abiti da cerimonia e indossare qualcosa di più comodo e pratico per partire in luna di miele.
I primi ad entrare nella stanza, sono Stefania, Luigi ed Alberto. La coppia lo ha letteralmente rapito, senza precisare per quale motivo lo abbiano condotto dentro quella camera. Dopo pochi minuti, fanno il loro ingresso anche Silvia e Luca. Poi sentono bussare alla porta; allora Stefania e Luigi si mettono di lato e davanti a loro, voltato di spalle, fanno posizionare Alberto, che guarda l’altra coppia che ha davanti, senza capire ciò che sta succedendo. Una volta posizionati, Stefania invita chi ha bussato ad entrare.
Sulla soglia fanno la loro comparsa Marco e Lucia. Appena chiusi dentro la camera, Marco prende Lucia sottobraccio e, con un passo quasi da cerimonia, si avvicina al gruppo. Giunto al loro cospetto, posiziona Lucia davanti ad Alberto, che cerca di capire cosa stia succedendo. Poi Marco si sposta di fronte alla coppia e, ricevuta in mano la fede nunziale che Lucia si è tolta dal dito, in cui appena qualche ora prima, egli l'aveva infilata, assieme ad un sacchetto di velluto nero che, magicamente, ha fatto la sua comparsa dalla tasca di Luigi, con un tono solenne, dopo aver dato un’occhiata d’intesa a tutti quanti, prende ad officiare uno strano rito.

«Io Marco, in qualità di marito della qui presente Lucia, chiedo a te, Alberto, se sei disposto a prendere mia moglie, come tua legittima sposa; se sei disposto a promettere di amarla e onorarla, e di lasciare che lei sia libera di renderti cornuto, in eguale misura come ha promesso di fare con me, accettando i frutti del suo grembo, senza mai chiedere con chi, o in che modo, siano stati generati, finché morte non vi separi»?

Finito di parlare, consegna la fede che lui deve mettere al dito di Lucia.
Alberto con gli occhi che brillano di gioia, prende la piccola fede e inizia ad infilarla al dito anulare della mano sinistra di Lucia, mentre, con voce rotta dall’emozione, pronuncia la sua promessa:

«Io, Alberto, prendo te Lucia, moglie di Marco, come mia legittima sposa. Prometto che ti amerò per tutta la vita, che lascerò che tu mi cornifichi, in modo e tempi da te decisi. Accetterò i frutti del tuo grembo, senza mai chiedermi come e con chi siano stati concepiti. Questo io prometto, fin quando la vita scorrerà nelle mie vene».

Mentre gli tremano le mani dall’emozione, infila l’anello al dito di Lucia, che poi riceve da Marco il contenuto del piccolo sacchetto di velluto nero, che altro non è che un’ennesima fede nunziale, identica a quella che lui porta al dito dalla mattina.

«Tu, Lucia, mia adorata moglie, nonché impareggiabile

puttana

, vuoi prendere Alberto come tuo legittimo sposo? Prometti di amare lui come ami me, di cornificarlo, come o più di me, ogni qualvolta ne avvertirai il desiderio e gli affiderai il frutto del tuo grembo, perché lui, insieme a me, lo allevi senza nessuna distinzione, fin quando morte non vi separi»?

Lucia, guardando dritta negli occhi Alberto, che già sente sgorgare le lacrime di gioia, gli infila la fede nunziale al dito, mentre anche lei fa la sua promessa.

«Io, Lucia, moglie di Marco, mio adorato cornuto, prendo te Alberto come mio marito. Ti prometto solennemente che, anche con te mi comporterò da impareggiabile puttana, affinché tu, come lui, abbia ogni giorno sborra sufficiente per lucidare le vostre meravigliose corna. Prometto di affidarti il frutto del mio grembo, affinché tu, da bravo cornuto come lui, possa allevarlo, senza nessuna distinzione, fin quando la vita mi permetterà di restare al vostro fianco».

Infila l’anello al dito di Alberto che, con il viso rigato dalle lacrime, l’abbraccia con forza e la bacia con estrema passione, fra gli applausi di tutti i presenti.
Il tempo di scattare con i cellulari qualche foto ricordo e subito viene messa in atto la seconda parte di quel piano che prevede che ora Alberto, insieme a Stefania e Luigi, lascino il casale, per aspettare la coppia di sposi a casa di Stefania, per partire assieme per la loro insolita luna di miele.
Appena giunti nel parcheggio, Stefania sussurra qualcosa all’orecchio di Luigi, che ride divertito, e si mette alla guida del suo potente SUV, mentre Stefania apre lo sportello posteriore e, con un profondo inchino, invita Alberto a salire dietro insieme a lei. Appena usciti dal parcheggio, senza nessun segno premonitore, Stefania apre la patta dei pantaloni di Alberto, ne estrae il sesso e senza indugio lo prende in bocca. Alberto rimane colpito dal gesto, guarda Luigi nello specchietto cercando di capire cosa stia succedendo, ma non ricevendo alcuna spiegazione, costringe Stefania a staccare le labbra dal suo membro, che già si sta indurendo e pretende di sapere cosa succede.
Stefania lo guarda negli occhi e, sorridendo, procede a spiegare.

«Non c’è molto da chiarire, se non il fatto che la sera della mia prima notte di nozze, tu hai reso Luigi un cornuto, quindi io ora, per pareggiare il suo conto, mi faccio scopare da te, per rendere tua moglie Lucia, una cornuta. Questo mette in pari ogni cosa».

Alberto rimane stupito, ma nello stesso tempo, sente il suo sesso crescere e diventare immediatamente duro, quindi non oppone più nessuna resistenza. Stefania, dopo averlo gustato a lungo in bocca, rendendo di marmo quello splendido membro, sale su di lui e se lo pianta tutto dentro, fino in fondo.
Alberto non resta passivo, le afferra i seni e li palpeggia facendo gemere di goduria la sua amica.
Stefania ben sollecitata dal gioco di mani e, soprattutto, da quel cazzo che le sfonda la figa, gode ed urla il suo piacere, mentre Luigi, attraverso lo specchietto retrovisore, si gusta quel focoso amplesso in atto sul divano dietro di sé.
Poi, giunto quasi alla tangenziale, decide di non voler rischiare e imbocca una piccola strada di campagna, che lo porta in mezzo a degli olivi, dove lui ferma la vettura e scende dall'auto per potersi gustare al meglio la scopata che Alberto sta facendo con sua moglie. Alberto, dopo che ha sentito Stefania godere abbondantemente su di lui, la gira di lato e la stende sul sedile. Luigi si trova inginocchiato, con il cazzo sopra la faccia di sua moglie, che ora viene pompata con forza dal suo amico. La donna, allora, solleva la mano e porta il cazzo del marito direttamente in bocca, mentre un secondo orgasmo la scuote e la fa fremere di piacere. Geme ed uggiola a bocca piena, mentre Alberto ora la sbatte con forza. Stefania solleva le gambe, le attanaglia dietro la schiena dell’uomo per assecondare meglio la monta e per spingere il suo corpo in alto, per meglio andare incontro a quel cazzo che le sta sfondando la fica.
La scena è estremamente erotica e, ben presto, tutti i componenti sono di nuovo pronti ad esprimere ognuno i propri piacere. Il primo ad inondare la bocca di Stefania è Luigi, che eccitato dall’impeto con cui Alberto sta chiavando sua moglie, le riversa in bocca tutto il suo piacere, che lei ingoia e succhia fino all’ultima stilla, mentre il suo corpo viene scosso da un ennesimo orgasmo. Si toglie il cazzo di bocca e incita l’amico a scoparla con più forza e, soprattutto, ad inondare il suo ventre con il suo godimento.

«Siiiii... dai! Più forte! Dai... Alberto, sfondami la figa! Guarda, Luigi, guarda come mi sta pompando questo meraviglioso toro. Vieni, ti prego, Alberto, vieni... fammi sentire il tuo seme dentro il mio ventre».

Alberto ora la sbatte con un ritmo forsennato e, quando sente il suo orgasmo pronto ad esplodere, cerca di sfilarsi da quel ventre bollente, ma lei tiene ben serrate le gambe dietro di lui e lo costringe a scaricare dentro di lei tutto il suo piacere. Lui gode, mentre le inonda la fica con caldi getti che la riempiono, la fanno tremare, mentre urla in preda al delirio erotico. Per un lungo interminabile momento, tutti e tre restano in silenzio, immobili. Poi Luigi riprende velocemente posto davanti e, rapidamente, raggiungono la sua abitazione, mentre dietro, Alberto, risistemato guarda Stefania che, con aria soddisfatta, lo abbraccia e lo ringrazia.

«Sei stato un portento! Oggi, hai avuto il merito di coronare un sogno, vagheggiato da tempo. Grazie per aver inondato il mio ventre con il tuo seme, che, spero, fecondi i miei ovuli, poiché Luigi ha qualche difficoltà a farlo. Abbiamo pensato di utilizzare questo piccolo espediente per avere un figlio, che lui alleverà da bravo cornuto. Spero che questo non ti frustri, per esser stato usato con l'inganno, ma temevamo che, visto l’amore che provi per Lucia, non avresti accettato di donarmi il tuo seme».

Alberto la stringe forte al petto; i suoi occhi brillano di felicità, poi, dopo averla baciata, la tiene ancora stretta a sé e, guardando Luigi attraverso lo specchietto, fuga ogni loro dubbio.

«Non mi sento frustrato, né usato; al contrario son felice che, in qualche modo, possa contribuire alla vostra felicità. Ammetto che, se non aveste usato questo stratagemma, forse non avrei accettato di fare quello che abbiamo appena fatto; comunque non sono pentito e, a questo punto, nel caso fosse ancora necessario, ritenetemi pronto a riversare tutto il mio piacere dentro di te per contribuire a realizzare ciò che desiderate».

Appena giunti a casa di Stefania, lui si fa una veloce doccia e, nel frattempo, vengono raggiunti da Marco e Lucia, che hanno provveduto a cambiarsi di abito.
Anche Silvia si è cambiata d'abito e, tolto l’elegante modello, ha optato per qualcosa di più semplice e fresco, considerando che la notte è alquanto calda e afosa. Ora Indossa una semplice minigonna elasticizzata nera, con sopra una camicetta bianca, senza reggiseno; ai piedi ha dei semplici sandali a zeppa, che le rendono più evidente il culo e trasformando il suo incedere ancor più sensuale. Salutati gli amici, Luca con al fianco Silvia, si siede alla guida del potente bolide, mentre dietro di loro ci sono Marco/Lucia e Alberto e impiegano circa un’oretta per raggiungere il terminal, dove si imbarcheranno in un volo che li porterà direttamente in Florida, dove resteranno per due settimane in luna di miele. Giunti a destinazione, i due amici aspettano che gli sposi abbiano espletato le formalità del check in, poi, senza fretta, si rimettono sulla via di casa.
Tornato in autostrada, Luca guida con calma e, inserito il Cruise Control del potente bolide, imposta una velocità non superiore a 110 km/ora e, con un braccio intorno alle spalle di Silvia, riprendono il loro discorsi. Silvia lo mette al corrente del fatto che Lucia è a conoscenza, sia della sua relazione con Dario che quella con Andrea. Luca la guarda e chiede come intende atteggiarsi in ordine alla situazione con queste due persone. Silvia fa un lungo sospiro e, dopo aver ben riflettuto, lo mette al corrente di quelle che sono le sue paure e le sue incertezze.

«In questo momento, l’unica cosa che veramente mi preoccupa non è tanto il fatto di chiudere la storia con loro, anche se, son sicura, non sarà molto facile, ma la mia paura è quella di non essere all’altezza di donare a te il piacere che desidero che tu possa ricavare dal mio comportamento trasgressivo. Quello che cerco di farti capire è che, quando sono con Dario, mi sento tranquilla, sono consapevole delle mie capacità e di come posso tranquillamente esprimere il mio esser

troia

. Questo non mi crea nessun problema, anzi mi spinge a godere liberamente con lui e con i suoi amici. Con Andrea, la cosa è ancora più semplice, trovandomi sottomessa ai suoi voleri; l’unica cosa che veramente mi rende felice è quando vedo i tuoi occhi brillare di piacere, nel vedermi trasformata in una puttana fra le mani Andrea. La mia incertezza è dovuta al fatto che quando saremo soli noi due, io sarò in grado di avere un comportamento da vera puttana che soddisfi il tuo piacere? Avrò il coraggio di osare, di mettermi in gioco, di donarmi a un altro maschio per il tuo piacere? Sono queste le mie ansie, le mie incertezze.
Non voglio deluderti, voglio solo che tu sia felice quando mi vedrai fare la troia con un altro, perché quel gioco lo avremmo deciso noi e il piacere che ne ricaveremo sarà solo nostro».

Luca la bacia sulla guancia, poi la rassicura e promette che avrà tutta la pazienza a lei necessaria, fin quando non si sentirà pronta per portare avanti il loro gioco. Mentre parlano, vedono approssimarsi un autogrill e Luca propone una sosta per un caffè. Nell’aria di servizio, percorrono lentamente il lungo parcheggio, completamente pieno di enormi camion, e vanno a fermare la vettura proprio davanti all’ingresso del bar. Parcheggiata di lato, c’è la vettura di una pattuglia della stradale, i cui due agenti, saliti i tre scalini che portano all’ingresso del bar, vedendo arrivare il potente bolide si fermano e restano colpiti dalla bellezza della ragazza che, aprendo lo sportello, mette in mostra due cosce da sballo. I due uomini aspettano che lei raggiunga la porta vetro, poi entrambi aprono tutte e due le ante e, con un profondo inchino, la invitano ad entrare.
Luca osserva la scena divertito e, quando anche lui raggiunge la soglia della porta, il più anziano dei due lo guarda e, con tono simpatico, esprime il seguente commento:

«Giovanotto, lei ha due cose che io nella vita ho sempre sognato: un bolide meraviglioso, e una ragazza infinitamente bella».

Anche Silvia ode il commento e, dentro di sé, ne resta gratificata. I quattro vengono accolti da un assonnato cameriere e, quando Luca si presenta alla cassa per pagare la consumazione di un caffè e un cappuccino, sempre l’anziano agente, intima alla cassiera di non accettare i soldi, perché vuole offrire lui la consumazione a quella splendida coppia che, con la loro presenza, hanno spezzato la monotonia del loro turno di lavoro. Silvia sente lo sguardo di quei due uomini su di sé e nota anche che Luca la guarda con occhi carichi di desiderio, quindi decide che forse questa è l’occasione per fare un piccolo esperimento: vedere fino a che punto riesce a reggere il gioco. Per fare questo, le vengono in mente gli insegnamenti ricevuti alla scuola delle puttane; l’unica cosa positiva che ha ottenuto da quel viaggio.
Mentre tre uomini si avvicinò al bancone, dove la cameriera con movimenti svelti e precisi confeziona le bevande, lei decide di spostarsi due passi più indietro e, raggiunta una piccola penisola con due sgabelli, sale lentamente su di uno di essi e, immediatamente, la sua minigonna sale, lasciando ancora scoperta una abbondante porzione delle sue splendide cosce. Con malcelata indifferenza, osserva che i due agenti la guardano con occhi carichi di desiderio e Luca, in disparte, annuisce con un leggero cenno del capo, approvando il suo comportamento.
Quando solleva la gamba destra per appoggiarla al piccolo cerchio alla base dello sgabello, si rende conto che, con quel gesto, i due uomini riusciranno a vedere anche il colore della stoffa del suo string, quindi ruota leggermente verso destra le gambe, per aumentare ancora di più il panorama offerto.
Appena la barista appoggia le consumazioni sul bancone, si ritira sul retro del locale per attendere ad altre faccende, lasciando sole le quattro persone e il più giovane dei due agenti prende la tazza con il cappuccino, e la deposita delicatamente sulla piccola penisola davanti a Silvia. Versa la bustina dello zucchero e, con occhi carichi di desiderio, osserva lentamente la ragazza diluire lo zucchero, ruotando lentamente il cucchiaino, e poi, dopo averlo ricoperto della schiuma bianca della bevanda, se lo porta alle labbra e, con fare lento e ben studiato, lo mette in bocca, ripulendolo. L’uomo, che non ha perso neanche un gesto, deglutisce a fatica poi torna indietro sui suoi passi, prende la tazzina del caffè e, anche egli, assieme agli altri due, la osservano con cupidigia. Silvia solleva con entrambe le mani la tazza, ne beve un discreto sorso e, quando la toglie dalle labbra, una sottile linea bianca le resta sul labbro superiore. Osserva i tre uomini che la fissano senza alcun ritegno e, con studiata malizia, lascia passare la lingua sul labbro superiore, per poi tornare di nuovo a sorseggiare. Nota che la stoffa dei pantaloni attillati dei due agenti, appena sotto la cintura, sono gonfi, evidenziando due pacchi di non trascurabili dimensioni. Ripete il gioco della lingua e, quando la bevanda è quasi finita, con il cucchiaino raccoglie la crema sul fondo e la porta alla bocca, con un movimento lento e lascivo. Finito di bere, decide che ora deve completare il gioco e, con movimento lento e ben studiato, fa ruotare lo sgabello e, prima di scendere, lascia che chi la sta osservando abbia una completa visione delle sue cosce e del colore bianco del suo string. Scende, si avvicina al suo uomo, sotto lo sguardo estasiato dei due agenti, che sono rimasti a bocca aperta, con la tazzina del caffè ancora in mano. Abbraccia Luca e si avviano per riprendere il viaggio. Prima che questo avvenga, l’agente più anziano, pone una mano sulla spalla di Luca e, sempre continuando a guardare il corpo di Silvia, le rinnova ancora un ennesimo complimento:

«Giovanotto! Lei ha un proiettile come auto, e una bomba come donna! La prego, le maneggi entrambe con estrema cura»!

Luca garantisce che ne avrà estremamente cura, mentre Silvia regala ad entrambi un sorriso e, con il suo uomo sotto braccio, escono dal locale.

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