RACCONTO TITOLO: Come ho scoperto di essere puttana 
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Come ho scoperto di essere puttana


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Come ho scoperto di essere puttana

by tittitopo1
Visto: 2358 volte Commenti 15 Date: 17-06-2020 Lingua: Language

Preciso col dire che non sono una scrittrice e tutto ciò che scrivo lo faccio di getto ricordando emozioni vissute realmente, quindi chiedo scusa fin da ora per i miei sicuri errori

Iniziamo con lo spiegare il titolo, diciamo che mi sono sempre vergognata del mio passato e di certo l’aver vissuto in un paesino del sud Italia non è che abbia aiutato ma la nature è natura e, grazie a mio marito, mi sono finalmente sbloccata vedendo da un’altro punto di vista le mie molteplici esperienze.
Puttana, ebbene sì, non può esserci altro termine visto che ho iniziato a far divertire i maschi in cambio di qualcosa, ovviamente poi l’ho fatto solo per piacere, ma l’inizio è stato così, e non perché me la sono cercata.

Ma veniamo al primo episodio, avevo 14 anni appena e vivendo a due passi dal mare ( facciamo 15, dal cancello alla spiaggia ci separava solo una strada) ogni anno c’è sempre l’ambulante con il furgone che allestisce il banco di vestiti, costumi, giochi, ecc.... e a chi non è capitato di fermarsi a comprare qualcosa?
Bene, essendo attaccata al mare io ci andavo da sola e poi incontravo i miei amici direttamente in spiaggia ma un giorno mi sono fermata a guardare un costume di questa bancarella sempre fissa sotto casa mia.
Chiamerò il proprietario Luca (unica cosa inventata del mio racconto), un uomo sui 45 anni, sposato con figli, distinto e ben vestito, mentre mi vedeva interessata a dei costumi mi disse che se volevo potevo tranquillamente provarli dentro al furgone dove c’era uno specchio e una luce proprio a mo’ di camerino.
Così feci, non ci trovavo nulla di male, anzi, è un servizio usuale dalle mie parti.
Mentre provavo i due tre costumi che avevo scelto mi sono accorta che dalla parte posteriore, dove c’era una tenda per stare in privacy, qualcuno sbirciava da un angolino, e si, era proprio Luca.
Lì per lì mi sono sentita in enorme imbarazzo e sinceramente non sapevo che fare, gridare, fare una scenata oppure finta di nulla, diciamo che mentre ci stavo pensando, forse perché si era accorto che avevo capito, senti la sua voce chiedermi se avessi bisogno di aiuto e senza che nemmeno rispondessi già era salito sul furgone.
Non chiedetemi perché o per come ma ho risposto se mi aiutava a stringere il lacciò del sopra del costume, ed è così che me lo ritrovai dietro di me mentre vedevo benissimo dallo specchio che i suoi occhi erano fissi sul mio seno.
Tralasciamo i mille complimenti sul come mi stava bene, è pur sempre un venditore e quindi il suo lavoro è quello di adulare le persone, ma a 14 anni non ti rendi conto di tutte queste dinamiche e lo presi come un vero interesse nei miei confronti, il che mi atteggiavo in mille pose davanti allo specchio come qualsiasi adolescente fa.
Ad un tratto senti la sua mano accarezzarmi il braccio, con movimenti molto lenti e delicati, in quel momento io mi sono immobilizzata, non riuscivo a capire quei brividi che mi attraversavano il corpo, quell’emozione che mi stava facendo tremare le gambe, ma soprattutto lo stupore nel sentire che non mi dispiaceva........
Penso che vedendomi, si sbigottita ma allo stesso tempo calma, mi disse che se mi faceva piacere avrei potuto provare anche altro nel suo negozio, che qui portava solo una minima parte del campionario e mentre mi diceva questo ho sentito la sua mano scendere giù per la mia pancia per poi darmi due colpetti da sopra il costume proprio sulla mia patatina.
Dopo questo è sceso dal furgone con un sorriso malizioso e con un occhiolino mi disse che, se mi piacevano, questi costumi che avevo appena provato me li avrebbe regalati lui.
Non so spiegare che sensazione ho provato, se era umiliazione, paura, eccitazione, vergogna, forse un mix di tutto ma di una cosa sono certa, da quel giorno ho capito che il mio silenzio è l’aver permesso di lasciarmi toccare mi ha fruttato 3 costumi, così appena scesi pure io dal furgone gli dissi:
Ok Luca, grazie. Che ne dici se mi passi a prendere domani alle 15 io non ho alcun mezzo per venire in negozio.
Ovviamente l’occhiolino era d’obbligo

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