RACCONTO TITOLO: CHI TROVA UN’AMICA TROVA UN TESORO (2 parte) 
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CHI TROVA UN’AMICA TROVA UN TESORO (2 parte)


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CHI TROVA UN’AMICA TROVA UN TESORO (2 parte)

by Aureliano
Visto: 378 volte Commenti 0 Date: 22-04-2020 Lingua: Language

La situazione sembrava tornata normale ma la tranquillità non durò per molto.
Lucia, infatti, presto dovette ripartire per un viaggio di lavoro mentre Irina oramai stava stabilmente a Brescia.
Matteo sarebbe tornato di li a pochi giorni dal Canada, per cui avrebbe ricominciato il tran tran quotidiano, e la noia sessuale che ormai pervadeva le nottate con il suo compagno.
Pensavo di essermela cavata nella dura scopata che avevo inferto alle due amiche quando erano completamente ubriache, ma non era così.
Un giorno mentre ero impegnato in ufficio mi arrivò un messaggio di Lucia. Lo trovai abbastanza insolito dato che dalla altra parte del mondo era notte fonda, ma non ci feci caso dato che Lucia, oltre al lavoro, spesso non tralasciava la vita notturna e serate mondane.
Riassumendo Lucia mi inviava il contatto di Irina dicendomi che doveva chiedermi un favore.
Pur avendola scopata non avevo il suo numero e non lo avevo neppure chiesto a lei, per una sorta di pudicizia sulla situazione e per rispetto a Lucia che seppur unicamente nei periodi in cui era in Italia, era la mia compagna fissa.
Le risposi che non c’era alcun problema e,quindi, telefonai ad Irina.
Praticamente dovevo accollarmi una seccatura e trasportare alcuni oggetti nel suo appartamento.
La “seccatura” era relativa dato che da quella notte avevo voglia di rivederla per poterla guardare in viso e studiare le sue reazioni, quindi, presi la macchina e scesi a Brescia per incontrarla.
Arrivai al suo appartamento e lei scese per andare a prendere le suppellettili che aveva acquistato e portarle da lei.
Non potei fare a meno di notare che Irina si era messa in ghingheri. Portava una camicetta decisamente sbottonata ed una gonna stretta che appena salita in auto si era velocemente alzata lasciando a nudo le cosce di Irina.
Quello spettacolo, preparato sicuramente ad arte, aveva raggiunto il suo scopo e, pur cercando di darmi un certo contegno, spesso il mio sguardo cadeva lungo le cosce di Irina che imperlate di sudore rilucevano contro il riflesso del finestrino.
Anche arrivati a destinazione, mentre provvedevamo a ritirare gli acquisti di Irina, mi sembrava che lei assumesse pose sempre più azzardate al solo fine di contribuire ad aumentare la mia eccitazione.
Irina non perdeva occasione di spingere in fuori il suo sedere rotondo, incastrato sofferente nella gonna attillata in modo da porgermi quelle natiche che già avevo stretto fra le mie mani durante la dura scopata nel bagno di casa mia.
Irina sapeva bene come mettere in mostra le sue forme e ben presto mi distolsi dalla realtà trovandomi a pensare ai suoi seni, ed alla mia bocca che succhiava avidamente i capezzoli tondi e prominenti.
Il suo richiamo mi risvegliò da quel torpore univoco, caricammo la macchina e tornammo verso il suo appartamento.
Entrai in casa carico come un mulo e parimenti eccitato, ed appoggiai i vari oggetti in un angolo del salotto.
Irina, per ringraziarmi dell’aiuto, mi fece sedere sul divano e andò a prepararmi il caffè.
Ero deciso a non rispondere alle sue provocazioni, non sapevo quanto vi fosse l’opera Lucia in questa situazione e non volevo giocarmi la mia relazione per una scopata.
I miei propositi però caddero ben presto.
Irina ritornò dalla cucina unicamente con addosso la camicetta. Aveva abbandonato la gonna stretta ed avanzava sui tacchi alti verso di me portando il vassoio del caffè.
Si sedette vicino e mi disse “credo che così il caffè lo gradisci anche di più”.
La sua lingua iniziò a sfiorarmi il collo ed il mio grosso cazzo non tardò a manifestare l’eccitazione con una dura erezione.
Irina se ne accorse subito e si tolse la camicetta iniziando a sfregarmi la patta dei pantaloni con i suoi grossi seni.
La mia mano le accarezzava la schiena godendo di quel massaggio, e ben presto scesi fino ad arrivare alla sua figa che trovai pronta e fradicia.
Sentii i suoi mugolii di eccitazione mentre le mie dita iniziarono a penetrarla con delicatezza, mentre Irina mi slacciava la patta facendo fuoriuscire il mio grosso e duro cazzo.
La sua bocca prese il mio glande succhiando avidamente l’asta spronata dalle mie tre dita che le frugavano nella figa riempiendola e ricavandone il succo del suo piacere.
Iniziai a spronarla..”forza troia prendilo di più” ..e con la mano la feci scendere fino a riempirle la bocca.
La saliva di Irina mi bagnava completamente il pube e con il mio cazzo spingevo accompagnando il movimento con le anche per scopare quella bocca morbida.
Mentre Irina si soffocava con il mio uccello la sua figa era un continuo spruzzare di voglie e di eccitazione tanto da avermi oramai inondato di piacere l’intera mano.
Salii allora con le mie dita fino al suo poderoso culo, che le avevo risparmiato nella precedente scopata, ed iniziai ad aprirle lo sfintere con un dito.
La penetrazione inaspettata fece trasalire Irina la quale non aveva ma provato il piacere anale, ma la mia mano ferma la teneva sul mio cazzo e la via voce la incitava a continuare a succhiare.
“Forza troia spingi con il culo che te lo apro per bene”.. le mie frasi di incitamento contribuivano all’infoiamento di Irina la quale iniziò a spingere per farsi penetrare ancora più a fondo.
Misi allora un secondo dito in modo di allargare ancor di più il culo.
Quel trattamento proseguì per qualche minuto fino a quando feci alzare Irina e la feci piegare iniziando a leccarle figa e culo insieme.
Mi godevo il sapore del suo godimento, abbondate e pieno mentre dalla sua bocca provenivano parole di piacere.
“Forza porco fammi godere scopami bastardo”..
Non me lo feci ripetere due volte...leccavo e bevevo dalla sua figa quando mi alzai tenedola per gli avambracci e con un colpo secco le sbattei tutto il cazzo nella vulva fradicia.
Iniziai a sbatterla con colpi precisi e secchi ed ad ogni mia penetrazione lei rispondeva con piccoli urletti di piacere.
“Spingi maiale sfondami cazzo sfondami”... le sue parole non facevano altro che aumentare il mio piacere e la riempii con veemenza. Si sentiva il tonfo sordo dei coglioni sbattere contro le pareti della sua figa mentre il cazzo spariva fino in fondo per poi riapparire e sprofondare nuovamente nella sua vulva.
Lasciai gli avambracci e presi fra le mie mani i suoi seni gonfi e duri continuando a sbatterla come la più lurida delle troie, quando Irina venne bagnandomi completamente il cazzo.
Il suo respiro divenne affannoso e mi chiedeva tregua ma non era quella la mia intenzione, volevo infatti completare l’operazione di apertura a cui avevo iniziato a sottoporla.
Mi sedetti quindi sul divano e le ordinai “Forza cagna ora siediti con il culo girato verso di me”.
Irina, stanca dell’orgasmo appena consumato si sedette sulle mie cosce cercando con la figa il mio cazzo ancora duro.
La spostai in avanti e puntai la cappella sul buco del culo.
Lei si girò un poco irrigidita e timorosa che il mio uccello, di misura abbastanza interessante, le sprofondasse nel culo, ma le dissi “La tua amica Lucia si fa inculare tranquillamente e vedessi come gode…”.
Sempre sfidare una puttana dicendo che un’amica supera i suoi limiti e quindi Irina si sedette con le natiche sul culo iniziando a spingere con il sedere.
Il piacere bagnato e la saliva fecero ben presto sparire metà della mia cappella nel suo sedere, ma sicuramente non bastava a sfondarla.
Le presi quindi le mani e le feci aprire le natiche mentre spingevo più a fondo con il cazzo.
Oramai la cappella era sparita tra le chiappe di Irina ma non ero ancora contento.
Le presi gli avambracci e diedi una spinta secca fino a riempire completamente il culo.
Irina emise un piccolo grido di dolore, ma si sa ogni sverginamento non è mai privo da reazioni.
La tenni ferma in modo da farla abituare a la mazza che le apriva il retto e intanto con le dita le sfregavo il clitoride per compensare con quel piacere al cazzo infilato nel suo culo.
Dopo qualche minuto iniziai a spingere avanti ed indietro il mio cazzo e piano Irina iniziò a rispondere con dei gemiti di piacere a tale trattamento.
Le spinte si fecero via via più intense e profonde tanto che oramai il cazzo entrava tranquillamente fino ai coglioni nello sfintere di Irina.
Il piacere si manifestava anche nella sua figa, fradicia come non mai che liberava sul pavimento le gocce del suo godimento.
Il piacere diventava sempre più intenso tanto che Irina mi incitava “Dai porco sbattimi di più, sfondami come una cagna”!!
Non che avessi bisogno di quelle parole ma la riempii con furia e foga fino in fondo al culo sbattendola con sempre più intensità.
Sentivo salire lo sperma dal mio cazzo e spingevo come un forsennato tra le natiche di Irina che oramai godeva di quel nuovo piacere.
Ad un tratto venne pisciando l’orgasmo a circa un metro e ansimando tanto fortemente da quasi farmi pensare ad uno svenimento.
A quello spettacolo non riuscii più a trattenermi e le riempii il culo con lunghi fotti di sperma caldo.
Rimasi ancora un paio di minuti con il cazzo infilalo tra le natiche di Irina e quando la feci rialzare il suo culo si libero del mio sperma sulla mia pancia.
A quello spettacolo compresi la porcaggine di Irina che si avventò sulla sborra rilasciata dal suo sfintere leccandola e ripulendomi completamente il ventre.
La presi per i capelli e la baciai nella trance erotica di quello spettacolo, la mia bocca si riempì di un coacervo di umori e di piacere che mi ringalluzzirono nuovamente.
Chiedi ad Irina di fare una doccia e mi riassestai. Le diedi un bacio caldo e umido e ritornai alla mia macchina..
Mentre guidavo verso il mio ufficio ricevetti un messaggio di Lucia che mi recitava.. “Spero ti sia divertito con quella troia della mia amica…sei un porco…non sai quanto mi sono masturbata solo al pensiero”.
Feci una pazza e solitaria risata e risposi “Ti voglio..”
(fine seconda parte)

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