RACCONTO TITOLO: Un altro mondo ... forse la fine ... forse l'inizio ... 
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Un altro mondo ... forse la fine ... forse l'inizio ...


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Un altro mondo ... forse la fine ... forse l'inizio ...

by nuoveluci
Visto: 1105 volte Commenti 0 Date: 02-11-2019 Lingua: Language

Sono la lei di Maschenoire … ecco la mia avventura con Max …

Era un lungo periodo in cui i messaggi sul telefonino comparivano di continuo, quasi esageratamente. Non mi era mai capitato di sentir squillare il mio telefono così spesso. Invece lui si è intrufolato nella mia vita, nella nostra vita con una costanza e una pazienza incredibile, quasi invadente considerando che era un estraneo e forse poteva volere solo una scopata in fondo.

Invece ci ha seguiti passo dopo passo, verso un appuntamento che col passare del tempo ci appariva sempre più diverso dai soliti che avevamo avuto con altri uomini, un invito ad un gioco misterioso, che ci impauriva ma anche eccitava. I suoi messaggi, mirati e provocatori, ma anche dolci e comprensivi, sembravano voler scavare nel nostro inconscio, nei nostri desideri più intimi e mai espressi neanche a noi stessi.

Messaggi perfidi, ma anche spiritosi, sempre presenti a martellare il nostro telefonino e la nostra mente, pronti a ricordarci che lui era lì che ci aspettava, non ci mollava. Non potevamo scappare da qualcosa che temevamo ma al tempo stesso desideravamo.

Lui voleva me, io dovevo essere la sua schiava e il mio compagno schiavo di entrambi. Il ruolo disegnato per noi ci fu proposto con decisione, determinazione, forza, ma anche con dolcezza e rispetto, ripetendo più volte lo volete o no?

I discorsi diventavano via via più approfonditi considerando anche l’aspetto psicologico della cosa, tanto che io, incuriosita chiesi al mio compagno se potevo chattare direttamente con lui. Lui disse che con quel gesto mi ero consegnata a lui. Forse aveva ragione. Da quel momento crebbe nel mio compagno una gelosia viscerale, esasperante ed io in bilico tra la tensione dell’incontro e la tensione nel nostro rapporto mi dichiarai pronta a rinunciare a tutto per il nostro bene.

No! Mi disse, non rinunciamo e andammo avanti ma ormai vedeva in lui, colui che ormai chiamavo “padrone”, un rivale. I messaggi tra loro diventarono da una parte comprensivi, dall’altra sprezzanti fin quasi al litigio.
Il padrone era quasi arrivato al punto di rinunciare, e diede l’ultimatum proponendo una chat di gruppo forse per riunirci di nuovo in uno scopo comune, il gioco.

Allora abbandonai per un momento il ruolo di schiava e cercai di mettere pace tra i due, di rassicurare il mio lui che niente sarebbe cambiato tra noi con quell’incontro a lungo programmato, non mi avrebbe persa, io ero ancora io ed ero sempre sua con tutto il mio amore, il vero amore. E così mano nella mano andammo.

Il traffico autostradale ci fece tardare, e chiedemmo un posticipo di mezzora all’incontro. Il padrone, che più volte aveva ordinato di essere puntuali, si irrigidì e propose uno scambio: se avessimo tardato avrei trascorso un minuto di orologio in camera sua al buio per un bacio appassionato. Ovviamente la cosa turbava molto il mio compagno che con riluttanza accettò.

Il gioco iniziò.

Le camere erano comunicanti, buie, erano accesi solo i nostri animi. Entrai nella sua camera, mi prese per mano, mi accarezzò il corpo e mi accompagnò sul letto dove sdraiati, mi bacio appassionatamente. Il mio lui contava i secondi e dopo un minuto esatto mi richiamò. Lui aveva lo stomaco in subbuglio, ma lo rassicurai anche se a me questo “fuori programma” era piaciuto molto e gli confessai che baciare e toccare un uomo sconosciuto al buio era una sensazione fantastica, molto esaltante ed eccitante.

Quindi mi preparai con cura per il vero incontro programmato. Un completino sexy, calzini a rete con sandali col tacco alto, una maschera sugli occhi, un mantello, eccomi pronta appoggiata al muro col sedere in fuori, pronta per essere visitata, il mio compagno a terra in ginocchio a baciarmi i piedi. Così voleva il nostro padrone.

Lui entrò e cominciò a toccarmi, mi accarezzo a lungo il clitoride con le dita bagnate e la mia eccitazione cominciava a salire ed a sciogliere la tensione, mi sentivo nelle sue mani, cosa mi avrebbe fatto non lo sapevo ma inspiegabilmente mi fidavo.

Poi mi accompagnò sempre bendata sul suo letto e la visita proseguì più in profondità.

Le sue dita arrivarono in un punto appena all’interno della mia vagina che mi procurerò un certo fastidio per la sensazione di urinare, ma misto ad un forte piacere ed in breve tempo persi il mio liquido, forse un orgasmo, non capii bene. Mentre mi visitava mi parlava con dolcezza, con sapienza e conoscenza del corpo femminile e dei suoi punti erogeni. Spostò le sue dita su un punto laterale un po’ più in profondità, ma in realtà non ricordo nemmeno dove esattamente tanto ero stordita dal piacere che salì in poco tempo fino a sfociare in un forte orgasmo sordo, profondo, incontrollabile, che mi fece contorcere e mi fece desiderare il suo perdurare.

Ero sfinita, mi venne concessa una pausa e un bicchiere di spumante ed a quel punto mi tolsi la maschera…

Vidi per la prima volta il mio padrone….

La visita proseguì con la preparazione del mio ano che col piacere e l’eccitazione si rilassò per accogliere il membro del mio padrone che mi scopo a lungo e con decisione provocandomi altro piacere ed i brividi lungo la schiena e sulla testa.

Un lungo periodo di sollecitazioni che infine mi lasciarono stanca ed appagata. Il mio padrone avrebbe desiderato regalarmi altro piacere ma la sua schiava era stanca ed appagata e non voleva proseguire.

La serata si concluse con tre attori che abbandonati i rispettivi ruoli, si trasformarono in tre amici. Mi rimane il ricordo di un incontro intensamente stimolante e di una persona che col suo gioco ci ha portati in un altro mondo.

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