STORY TITLE: La bionda in pelliccia 
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La bionda in pelliccia


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La bionda in pelliccia

by alchimista
Viewed: 893 times Comments 1 Date: 01-06-2020 Language: Language

Quella sera faceva freddo. Maledettamente freddo dopo un inizio di inverno tiepido e indeciso. Quella sera Milano mostrava il suo volto degli anni Ottanta, quelli della nebbia che ormai raramente si affaccia a lambire la città e solo nelle sue periferie umide. Una serata qualsiasi, infrasettimanale; una di quelle serate che invogliano solamente a stare in casa, sul divano. Molti avrebbero trascorso il loro tempo. Molti ma non tutti. Non la coppia che mi aveva dato un insolito appuntamento. Non io; per nulla al mondo avrei rinunciato alla nuova ed emozionante avventura che stavo per vivere. Uscii di casa quando era già tardi. Le strade deserte. Non incrociai nessuno mentre il marciapiede risuonava sotto i miei passi. L’aria era gelida, piccole volute di fumo bianco sottolineavano ogni mio respiro. Quale contrasto! Fuori di me c’era un deserto freddo, ma dentro la mia pancia e dentro il mio cuore c’era tumulto. Avevo paradossalmente caldo. La fornace delle mie emozioni bruciava forte. Il sangue scorreva rapido nelle mie vene. Era il momento che precede tutto. In cui tutto è possibile.
Chiacchieravo già da settimane con Ted, il compagno di Rose. Era prima di tutto la sua fantasia; per la loro coppia e per la sua donna. Avevamo costruito assieme la fantasia che desiderava fare vivere alla sua compagna pezzo a pezzo. Le piacevano gli uomini eleganti, mi disse. Così ero vestito di tutto punto. Completo scuro, camicia bianca. Una cravatta blu, le scarpe classiche nere. Volevo essere impeccabile e soprattutto volevo essere all'altezza delle aspettative e della fiducia che avevano riposto in me. Giocare con una coppia, come altre volte ho scritto, è bellissimo ma difficile. Difficile trovare l’equilibrio corretto rispetto a entrambi. Quanti uomini considerano il lui di coppia come un fastidioso, ma necessario impiccio? Quanti in realtà desiderano sono rivolgere le proprie attenzioni solo alla donna che viene loro offerta? Eppure, sono convinto che in questo modo si perda l’essenza stessa del gioco a tre. Se desidero giocare a due con una donna invito una singola, un’amica. O meglio ancora la mia compagna. Ma amo anche giocare con una coppia perché è un’esperienza del tutto differente. Regala emozioni differenti. L’alleanza maschile che si crea con l’uomo crea subito amicizia e rispetto reciproci. Complottammo, Ted e io, in cerca della situazione che potesse prima di tutto piacere a LEI. Eccitare LEI. Appagare LEI. La coppia ha meccanismi collaudati e preziosi. Adoro inserirmi in punta di piedi in questi meccanismi.

Lo stavo aggiornando in tempo reale sul mio rapido avvicinarmi al luogo concordato. Quanto arrivai, il ristorante era chiuso. Ebbi solo il tempo di guardarmi attorno quando una automobile si accostò come un fantasma. Silenziosa e rapida. Ero lì per me, per invitarmi a iniziare quella serata di depravazione. Ted mi aveva ulteriormente acceso, un paio di ore prima, scrivendomi prima “si sta già masturbando la troietta”; poi aggiunse “sta finendo di godere, poi usciamo”. Benzina sul fuoco. Il piacere mentale di immaginare questa donna masturbarsi all'idea di incontrare uno sconosciuto scelto dal compagno era così intenso da diventare quasi fisico. Io avevo avuto modo di ammirare la bellezza della donna. Lei invece era totalmente nelle mani di lui. Si fidava. Sarei stato all'altezza dei loro desideri? Intravvidi due ombre all'interno del veicolo. L’uomo, lo sapevo, era alla guida. Dietro c’era lei. Pronta. Salii sul sedile posteriore e salutai con calore l’uomo. Il nostro sguardo fu pura intesa al maschile. Eravamo perfettamente allineati. Avevamo il nostro ruolo da giocare. Con la donna invece non potei scambiare alcuno sguardo. Una benda le copriva infatti gli occhi. Lanciai in compenso un lungo sguardo compiaciuto a tutto ciò che mi mostrava. I capelli erano biondi, il viso delicato e raffinato. Le cosce lunghe e affusolate. Indossava una pelliccia; indumento singolarmente adatto alla situazione. Una signora in pelliccia. O una puttanella in pelliccia?

Non era il momento di fare i timidi. La signora non voleva convenevoli e smancerie. Era lì per soddisfare le voglie perverse sue e del suo uomo. Mi avvicinai alla sua bocca e rispose subito con entusiasmo al mio bacio, come se non aspettasse altro che rompere la patina invisibile del primo contatto per arrivare subito al contatto con me. Sentivo subito le sue mani sul mio corpo quando notò compiaciuta il mio abbigliamento “la cravatta... mi piace!”. Ted conosceva bene i gusti della sua compagna. Bastò aprire un gancetto e la sua pelliccia si aprì, rivelando un vestito corto da cui feci immediatamente sgusciare fuori i capezzoli. Le stavo addosso senza darle tregua. L’automobile era ripartita ma intorno a me non vedevo nulla. Né semafori, né strade né le altre auto. Ero fuori dal tempo e dallo spazio, perso nel profumo della morbidezza del corpo di donna che si offriva a me senza ritegno. I due iniziarono un dialogo eccitante fra loro. Ted era visibilmente compiaciuto per ciò che intravvedeva dallo specchietto. La dinamica mentale mostrava quanto fossero complici e uniti. Lui la voleva sempre più troia e la incoraggiava. Lei, ne sono certo, godeva tanto del mio tocco quando dalla consapevolezza dello spettacolo che stava offrendo. Accostammo in un via deserta. Il freddo aveva appannato i vetri rendendoci invisibili.

Le cosce di Rose si aprirono immediatamente sotto le mie carezze e gli incoraggiamenti del suo uomo. Pur nello spazio angusto di cui disponevamo lo spettacolo era sublime. La tua figa era già umida. Come dubitarne. La signora si stava comportando come una puttana di strada raccolta sul momento. Il contrasto con la sua apparenza delicata e altera non avrebbe potuto essere più violento. Una signora milanese, una di quelle che, come dicono qui, sembra voler “rimbalzare” qualsiasi fastidioso corteggiatore. Tuttavia, in quel momento a rimbalzarmi non pensava proprio. Questa era la sua serata, quelle in cui avrebbe potuto abbandonarsi liberamente alla sua lussuria, alle sue voglie segrete. Quella sera voleva essere puttana. E lo sarebbe stata. Presi il controllo della situazione e mi accucciai fra le sue gambe. Ted si era voltato e non perdeva una singola mossa. Il mio desiderio di assaggiarla era intenso. Il suo gusto era delizioso nettare per me. Gusto di femmina. Gusto di puttana. Lei parlava eccitandomi ancor di più. Fra i gemiti diceva “mmmm, me la stai leccando” quasi volesse avvertire in modo ancor più intenso il mio contatto intimo. Uno sconosciuto era salito in macchina con lei e dopo pochi minuti aveva la sua testa fra le gambe. Ted la incoraggiò ancora “dai, digli cosa ti piace fare?”. Lei non rispose, e lui proseguì “ti piace succhiare i cazzi!”. Non negò. Mi sedetti comodamente; ora toccava a lei.

A tentoni, ma con sicurezza, slacciò i bottoni della mia camicia bianca e subito la tua bocca inizio a baciarmi il petto e la pancia. Riuscì infine ad aprirmi la patta e subito il suo calore umido mi avvolse. Le piaceva davvero! Succhiava con decisione e delicatezza. Succhiava come succhia una troia in calore, per gustare la durezza calda di un cazzo che di lì a poco l’avrebbe penetrata. La sua testa oscillava ritmicamente e la mia mano sulla nuca accompagnava il suo movimento. Anche l’uomo aveva sfoderato il suo cazzo, catturato dallo spettacolo sublime che gli stava offrendo la bionda. Lei si alternava fra noi due. Mani e bocca. Allungavo le mani sul suo culo. Era compatto e invitante; non esitai a stuzzicarle il buchino con le dita, dopo averle immerse nella bocca di lei. Era cedevole e morbido. Quando ho desiderato incularla in quel momento!

Mentre la puttanella succhiava golosamente il compagno indossai il preservativo e abbassai completamente i pantaloni. Era giunto il momento di impalarsi su di me. Ted non aspettava altro; io non aspettavo altro. Lei stessa non aspettava altro. Mi scavalcò agilmente e in un attimo fui dentro di lei. Le baciavo i capezzoli e la bocca, con le mani ben salde ad afferrarle le natiche e darle un ritmo sempre più intenso mentre anche lui ci raggiunse sui sedili posteriori. Per sculacciarla e minacciarla di essere punita a causa del suo essere troia in un magnifico gioco di ruolo fra loro. Le mie dita si infilavano nel suo culo nuovamente fino alle nocche. “Digli dove sono le mie dita, diglielo!”. “Sono nel mio culo”. Rose si contorse e riuscì a riprendere in bocca il suo uomo. La voltai a pecorina per godere questa magnifica visuale. Nonostante il poco spazio riuscii a penetrarla nuovamente. Spinsi con forza e passione, ma lei non faceva una piega. Padrona del gioco godeva intensamente per quella monta così brutale. Sempre bendata, sempre inconsapevole dell’uomo che si trovava in quel momento dentro di lei, ma completamente abbandonata alla fantasia che il suo compagno aveva elaborato per lei.

Domandai se volesse proseguire la serata a casa oppure che lui volesse vedermi venire. La situazione era così perfetta che era giusto concluderla così. In macchina. In quell'istante. Quando iniziai a masturbarmi davanti a lei abbassò le spalline del vestito e mi incoraggiò a venirle sulle tette. Ma Ted e io avevamo altri programmi. E lei cedette al nostro desiderio. Non poteva non cedere. Non poteva non offrirsi completamente al mio godimento. Non si ribellò quando avvicinai la cappella ormai gonfia al suo magnifico viso. Non mi bastava. “Aprì la bocca, su, niente capricci!” Lui rincarava la dose dicendole “poi glielo riprendi in bocca”. Cosa poteva fare la troietta se non obbedire a questa alleanza fra maschi? Obbedì. Quando tirò fuori la lingua esplosi. Fra le sue labbra, sul suo collo…. prese tutto. Ormai eccitatissima non era in condizione di negare la lussuria e la depravazione che la invadevano nel momento supremo. Ingoiò? Di certo assaggiò il gusto del mio sperma, dello sperma di uno sconosciuto perché vidi chiaramente la crema sulla sua lingua protesa.
Fu lei a scegliere se togliersi la benda e infine posare gli occhi sul regalo che il suo compagno aveva preparato per lei. Ma la curiosità e femmina. Il suo sguardo si posò infine sul mio viso sorridente, ansante e soddisfatto. “Carino con quella barbetta!” disse con calore e spontaneità sorridendomi a sua volta. La donna algida e troia aveva lasciato posto a una bellissima ragazza intelligente, che mi colpì per la semplicità e la gentilezza che mostrava. Era l’inizio di una bella amicizia con belle persone.

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