HISTOIRE TITRE: L'invito a cena in villa 
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L'invito a cena in villa


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L'invito a cena in villa

by perversoMI
Vu: 649 fois Commentaires 1 Date: 30-04-2024 Langue : Language

Il cancello automatico si apre, la nostra auto si avvia lungo il viale alberato nella penombra della sera. Le ruote stridono sotto il ghiaietto fino ad arrivare davanti all’ingresso della vitta settecentesca, spengo l’auto e scendo per venirti ad aprire la porta, ti guardo scendere, fai qualche passo nel ghiaietto con quel tacco vertigginoso, le luci segna passo ti illuminano il vestito in controluce e il pizzo non lascia nulla all’immaginazione, adoro questo vestito perché ti fascia alla perfezione il tuo corpo sinuoso e il pizzo nero lascia intravvedere la tua pelle abbronzata, corto appena sopra le ginocchia ma con un spacco laterale e poi quella cerniera dietro che percorre tutta la tua spina dorsale. Quando lo abbiamo comprato la commessa ci aveva suggerito di indossare insieme una sottoveste nera ma io lo preferisco così, non è eccessivamente trasparente da risultare volgare ma quel poco che basta per renderlo audace, lo indossi sempre senza reggiseno proprio perché il pizzo copre alla perfezione i capezzoli ma lascia in vista l’incavo tra i due seni, ed è quello che hai fatto anche stasera.
La cena è d’affari e riservata solo per noi e il proprietario di questa villa con la sua famiglia, c’è un contratto da chiudere e sono certo che la tua presenza aiuterà ad indirizzare la serata nel verso giusto. Il proprietario è un uomo di mezza età, brizzolato e ben tenuto, sicuramente è una persona che ama tenersi in forma e sono certo saprà apprezzare un corpo femminile come il tuo, te l’ho detto, lo sai e sono certo saprai essere all’altezza.
Con un cenno ti indico di aspettarmi, prima di chiudere la porta mi abbasso nell’abitacolo, quasi mi stavo dimenticando, estraggo dalla tasca dei miei pantaloni il tuo perizoma e lo ripongo nel bracciolo, prendo la bottiglia di rosso e chiudo la porta alle mie spalle. Ho detto che è una cena di lavoro, ma ti ho promesso che dopo ti porterò nel nostro posto speciale e li passeremo la notte scopando fino a che non saremo esamini e per rendere la serata più piccante, ti ho chiesto un piccolo sacrificio mentre arrivavamo alla villa, tu hai accettato senza farti troppo pregare, sarà un nostro segreto, fantasticando su sguardi indiscreti che più tardi trasformeremo in sesso vorace.
Suono al campanello e vengono ad aprirci due inservienti che ci accompagnano in quello che deve essere il soggiorno. Ad accoglierci il proprietario e la sua famiglia, la moglie e i due figli.
La cena si svolge molto formale, si parla di lavoro ma anche di vita privata, il vino ha fatto il suo effetto e tutti ci siamo un po' più sciolti, l’imbarazzo iniziale ormai è solo un ricordo. I ragazzi tendono a parlare tra di loro, dal padre invece non sono riuscito a carpire neppure uno sguardo sulla tua scollatura e di questo me ne dispiaccio, forse ho sbagliato nel giudizio o forse la sua bella e affabile moglie riesce a compiacere i suoi desideri. La cena ormai sta volgendo al termine, tra poco io e lui ci porteremo nel suo studio per gli ultimi accorgimenti e la firma del contratto ma prima lui ci propone di visitare le varie stanze della villa, durante la cena abbiamo decantato la bellezza della sua dimora e quindi non mi stupisce che voglia mostrarcela ed ostentare, in qualche modo, la sua ricchezza.
Accettiamo ed insieme ci avviamo, troviamo i figli nella stanza accanto intenti a giocare sul divano con i loro telefonini, la moglie invece sta dando una mano a riordinare in cucina ai due domestici, la salutiamo e ci congediamo subito per proseguire il nostro tour. Torniamo all’ingresso e ci invita a salire al primo piano attraverso la lussuosa scala, per galanteria ci facciamo precedere da te, noi uomini ti seguiamo pochi gradini più indietro. Non faccio a meno di guardare il tuo culo salire quella scala e compiaciuto finalmente noto che anche il padrone di casa lo sta guardando. Il mio lato voyeur non può fare a meno di pensare per un attimo che possa aver capito che sei senza intimo. Al piano primo ci attende un ampio atrio con varie porte, il padrone di casa ci conduce nella prima stanza a sinistra, una camera degli ospiti con degli splendidi affreschi sul soffitto, il padrone di casa con la scusa di indicarteli uno ad uno ti si affianca ed ora siete spalla a spalla e i vostri sguardi spesso si incrociano, io sono rimasto qualche passo più indietro e guardo anche io gli affreschi ma allo stesso tempo guardo voi due, vedo un’intesa crescere e me ne compiaccio.
Al momento di uscire dalla stanza io sono il primo a farlo ma con la coda dell’occhio vedo che lui nell’invitarti ad uscire per passare all’altra stanza ti ha cinto i fianchi, forse il primo contatto di tutta la sera, mi passi accanto e il tuo sguardo mi dice che sei stupita di questo contatto ma anche in qualche modo orgogliosa di aver fatto colpo. Entriamo nella seconda porta e ci ritroviamo in un grade salone, è molto spoglio, un grande camino infondo alla stanza con di fronte due grandi poltrone in stile liberty e un grande tappeto che divide le due poltrone singole. Il camino è acceso ed illumina in penombra la stanza, il fatto che sia acceso stona visto che ci troviamo in piena estate ma ci consente di addentrarci nella stanza senza di fatto accendere la luce. Arrivati al centro, io sempre qualche passo più indietro, il padrone di casa che di fatto non ti ha mai tolto le mani dai fianchi, ce la presenta come la sua stanza dei giochi, nel dirlo non mi sfugge la sua mano scivolare un po' più in basso sul tuo sedere, d’istinto ti guardo e tu fai altrettanto, sei sorpresa ma non osi dire qualcosa, non vuoi rovinare la serata.
Io per uscire dall’imbarazzo chiedo il significato del nome della stanza e il padrone di casa mi spiega che in questo grande salone non è consentito a nessuno di entrare se non a lui e ai suoi ospiti speciali, nel dirlo toglie finalmente la mano dal tuo sedere e per un attimo ne sono sollevato, si porta dietro di te, lo vedo alzare le mani e scostarti i tuoi lungi capelli, mi ci vuole qualche secondo per capire cosa sta succedendo ma quando lo faccio la zip del tuo vestito è già scesa e con lei anche il vestito in pizzo nero. Tu immobile davanti a me e al padrone di casa, il tuo corpo nudo illuminato dalla luce del fuoco del camino, ti restano indosso solo i tacchi 12. Il padrone ti casa non ti da il tempo di coprirti le intimità, ti prende la mano, te la solleva come fossi una ballerina e ti fa ruotare su te stessa, ti ammira e ti brama con un evidente eccitazione, tu ti lasci manovrare come una bambola nelle sue mani ed io come un ebete non alzo un dito per fermare tutto questo.
Non so veramente cosa fare, tutto è avvenuto troppo rapidamente e non avevo previsto un epilogo di questo tipo. Lui invece pare sapere il fatto suo, si è tolto la giacca e riprendendoti la mano di accompagna davanti al camino, sul tappeto tra le due poltrone, il tuo vestito rimane per terra in mezzo alla stanza. Ti vedo allontanare da me, mano nella mano con lui, dandomi entrambi le spalle. Il tuo corpo sinuoso nudo mano nella mano con lui. Non posso che apprezzare l’immagine altamente erotica e l’eccitazione prende involontariamente il sopravvento e sento spingere nei pantaloni un’erezione inaspettata.
Siete davanti uno all’altro illuminati dal camino, non so quanto tempo sia passato, finalmente lui si ricorda di me che sono rimasto nella penombra in mezzo alla stanza e mi indica di sedermi sulla poltrona dietro di te. Io obbedisco, non mi capacito di quanto sta accadendo e di come io non sia in grado di oppormi, di riprendere la mia donna, rivestirti e tornare all’auto. Sono eccitato e un po' me ne vergogno.
Ora ti ho di fronte, girata di spalle, lui si è sbottonato la camicia, ti sta toccando ovunque, lo vedo muoversi sul tuo corpo, le sue grandi mani sulla tua pelle abbronzata, mi sistemo il pacco che ora si è fatto ingombrante dei pantaloni, lui si accorge del mio movimento e sul suo viso compare un sorriso compiaciuto. La sua camicia è finita sull’altra poltrona, prende le tue mani e le porta sul tuo petto nudo, tu rimani immobile mentre lui ha allungato le sue sul tuo sedere, le vedo bene muoversi e strizzarti le chiappe perché sono proprio all’altezza dei miei occhi, vedo il suo dito medio farsi strada sulla rosetta del tuo bel culetto e tintillarlo per testare quanto sei chiuso.
I vostri corpi sono ormai quasi attaccati e lui ti sussurra all’orecchio di slacciargli i pantaloni e tu obbedisci come un’automa. Sento il tintinnio della cintura e poi la zip abbassarsi, i pantaloni cadono a terra. Lui ti ordina di tastare la sua eccitazione, non vedo cosa stai facendo ma intuisco che lo stai facendo perché lui apprezza i tuoi movimenti e ti ordina di tirarglielo fuori. Ti bacia sul collo e nel mentre mi guarda sempre con quello sguardo da predatore soddisfatto. Un leone che azzanna la sua preda mentre guarda l’altro leone sconfitto e in disparte.
All’improvviso ti vedo girare verso di me, le sue mani spingono sulla tua schiena e sei costretta ad appoggiare le tue mani sul braccioli della mia poltrona, piegata in avanti verso il mio viso, i nostri sguardi si incrociano, il tuo all’improvviso si fa sognante, mi sporgo quanto basta per vedere che il suo viso è tra le tue gambe e capisco che ti sta sapientemente leccando. Non posso restare così inerme, non sono in grado di reggere il tuo sguardo, allora prendo tra le mani il tuo viso ed inizio a baciarti, baci lenti sulle labbra morbide per poi infilarci la lingua finche anche tu non ti lasci andare e restituisci la tua lingua incrociando la mia, il bacio diventa passione pura finchè tu hai un sobbalzo, vedo lui che da dietro ti sta scopando stringendo forte il tuo sedere mentre inizia a commentarti senza ritegno, ti chiede insistentemente se ti piace e tu ti lasci scappare un si prolungato, ti chiede se lo vuoi ancora e per l’ennesima volta lo assecondi con gli occhi chiusi e la bocca spalancata di chi sta godendosi la penetrazione. I suoi commenti passano su di me, prima insultandomi circa la mia incapacità a soddisfarti come si deve e poi appellandomi come il perfetto cornuto che tutte vorrebbero avere come marito. Io come un ebete ascolto tutte e mi eccito a tal punto che una macchia compare sui miei pantaloni, mi vergogno tantissimo ma di contro sono ancora troppo eccitato. Lui ti ordina di darmi del cornuto e dalla tua bocca, a pochi centimetri da me, sento uscire quelle parole che dovrebbero ferire il mio orgoglio di maschio ed invece la macchia dei pantaloni si allarga sempre di più.
Credo di essere venuto senza toccarmi, ma non ho il tempo per pensarci perché sento lui accelerare i colpi, capisco che sta per venire e non voglio che avvenga con me inerme, così torno a baciarti ed a sussurrarti che ti amo, ti adoro, tra un bacio e l’altro e tu stacchi una mano da bracciolo e mi tocchi in mezzo alle gambe per accertarti quanto sono eccitato, mi trovi duro e bagnato e questo è quanto basta per farti dire un siii, anch’io ti amo prima di venire in un urlo smorzato e il suo grugnito da maschio che ti sta riversando il suo seme dentro di te.
Lo sento tirarsi su i pantaloni, sento la zip alzarsi e la cintura chiudersi mentre si sta rimettendo la camicia e la giacca e tu sei ancora piegata in avanti ed io ti bacio dolcemente ovunque sul viso, sento il rumore di una sculacciata, tu sobbalzi e lui ride, alzo lo sguardo per vedere lui e in quel momento, guardandomi negli occhi, allontanandosi dalla stanza, mi dice: “ti aspetto da basso per la firma del contratto” e anche stavolta non so fare altro che annuire come un ebete.

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