riunione d'affari
by perversoMIVu: 581 fois Commentaires 2 Date: 18-09-2023 Langue :
Suonano alla porta, guardo l'orologio della sala riunioni, sono le 21 in punto, mi alzo dal tavolo e mi avvicino alla porta d'ingresso dell'ufficio. Non c'è bisogno di chiedere chi è, siamo fuori dall’orario di lavoro, abbiamo un appuntamento e tu sei puntuale come un orologio svizzero. Apro la porta per farti entrare. Nessun convenevole, come stabilito. Sei li, davanti a me, immobile sul pianerottolo condominiale con le mani giunte distese in avanti in attesa di un mio cenno che ti dia il via libera per entrare, muori dalla voglia di entrare e mi guardi negli occhi. Leggo un lampo di sfida nel tuo sguardo, quasi a dirmi: “non pensavi sarei venuta vero?”, mi provochi e decido di aumentare la posta in gioco. Allungo verso di te il braccio con il palmo della mano rivolto verso l'alto e capisci che voglio che mi dai il tuo impermeabile lungo fin sotto le ginocchia, color pesca, leggero, quasi uno spolverino, che indossi per l'occasione come da me espressamente richiesto. Mi aspetto un tuo tentennamento ed invece, senza togliere lo sguardo dal mio, metti le mani al nodo della cintura, lo slacci, l'impermeabile si apre lentamente, te lo lasci cadere dalle spalle nude e, tutto molto lentamente, me lo porgi. Rimani immobile sul pianerottolo ed istintivamente riporti le braccia distese in avanti e le mani si uniscono quasi a voler coprire il tuo pube. Sarà forse perchè ora sei nuda davanti a me, sul pianerottolo del condominio del mio ufficio, lo stesso dove ti vedono arrivare per salutarmi, lo stesso dove il portiere e tutti i condomini ti conoscono come la mia intransigente e altezzosa moglie e mamma.
I secondi passano lentamente in quella posizione, sembrano interminabili. Nuda, senza null’altro addosso se non i tacchi 12 rossi con i quali sei arrivata. Voglio ammirarti in tutta la tua bellezza, il tuo fisico tonico frutto di ore di palestra e piscina, il seno rifatto a regola d’arte dopo le due gravidanze e i tuoi lunghi capelli biondi che si appoggiano sulle tue spalle andando a coprire l’unico tatuaggio che ti sei concessa, la pelle abbronzata dall’estate che sta volgendo al termine e i segni evidenti del costume che rappresentano ciò che solitamente è off limits ma stasera, su quel pianerottolo, è alla mercè di chiunque dovesse passare dalle scale. Si sente il rumore di una chiave che gira nella serratura di chissà quale portoncino blindato, il condominio è abitato da tante famiglie e l’ora tarda per gli uffici non ci mette al riparo da possibili passanti al rientro a casa o in uscita per una serata. Il tuo orecchio si tende istintivamente verso il rumore e ti lascia sfuggire un movimento della testa. Con la coda dell’occhio cerchi di percepire qualche eventuale ombra in arrivo. Chissà come reagiresti se da quelle scale dovesse scendere qualcuno: ti lanceresti all’interno dell’ufficio o rimarresti immobile sperando che, immerso nei suoi pensieri, il passante non volga lo sguardo verso di te? Non sono interessato a scoprirlo, almeno non oggi, quel tuo cedimento nella tua imperturbabile sicurezza tanto mi basta per ritenermi soddisfatto.
Quando i nostri sguardi si reincontrano ti faccio un cenno per farti entrare, tu muovi sinuosamente i tuoi passi verso l’interno del mio ufficio, nel vano scale risuonano i tuoi tacchi, entrando mi passi accanto, la tua spalla sfiora il mio petto che si è fatto da parte per farti strada nel passaggio stretto del portoncino blindato, il tuo profumo mi investe forte, all’improvviso, è il richiamo sessuale che trasmetti nel tuo essere femmina. Fai qualche passo dentro l’ufficio, ti fermi in attesa dei miei ordini. Chiudo il portoncino con la mandata di sicurezza, per darti tranquillità, mi volto e ti ammiro da dietro, quei tacchi alti ti fanno un culo perfetto, tondo e sodo come è sempre piaciuto a me, è la parte del tuo corpo che ho sempre apprezzato da fidanzati prima e da sposati poi. Il tempo e le gravidanze non lo hanno scalfito. Sono certo che ogni uomo che ti incrocia si volti a guardarlo. Sono certo che anche le donne lo guardino e muoiano d’invidia.
Tolgo dalla tasca dei miei pantaloni la mascherina in pizzo nera, quella che avevamo comprato quando siamo andati al carnevale di Venezia e da dietro te la faccio indossare allacciando con un fiocco il nastro nero, tu sollevi con le mani i tuoi capelli biondi e li fai passare davanti al nastro per nasconderlo. Intravedo il tuo tatuaggio con l’iniziale stilizzata del mio nome e stasera rappresenta quasi un marchio di proprietà. Soddisfatto ed eccitato mi affianco a te e con la mia destra prendo la tua mano sinistra. I nostri sguardi si incrociano nuovamente e senza dirci nulla capiamo che siamo pronti.
Sembra una scena di Eyes Wide Shut e la cosa mi eccita da morire, è uno dei miei film preferiti. Ora che la porta è chiusa il corridoio si è fatto semi buio, l’unica luce che ci illumina i passi è quella proveniente dalla sala riunioni verso la quale ci avviamo. Il percorso è breve, passiamo accanto all’ufficio della mia segretaria a sinistra e a destra la stanza dove di giorno ci sono i miei due collaboratori. Mi torna alla mente i brusii che provochi ogni volta che vieni a trovarmi e passi nel corridoio senza degnare mai nessuno di uno sguardo o di un saluto. Al contrario sono certo che il loro sguardo si posi su di te e ti osservino ancheggiare su quei tuoi affezionati tacchi. Chissà quanti pensieri pruriginosi si sono fatti sulla moglie del loro capo, magari ti immaginano in ginocchio a bocca aperta davanti a loro docilmente pronta ad accogliere i lori membri e non posso biasimarli, anche io lo penserei fossi al posto loro, è la giusta conclusione per una altezzosa come te. Se solo sapessero quello che sai diventare quando ti lasci plasmare dalle mie mani….
Entriamo nella sala riunioni e luce a led fredda, intensa, ci sorprende, i nostri occhi hanno bisogno di qualche secondo per abituarsi, con la coda dell’occhio controllo che la tenda a pannelli alla mia sinistra sia ben chiusa, è l’unico baluardo tra noi e l’esterno, l’ampia portafinestra che si affaccia sulla via principale, ci mostrerebbe a tutti così come siamo ora, un uomo d’affari in giacca e cravatta che tiene per le mani una donna nuda su due tacchi rossi vertiginosi e una mascherina di pizzo nero che le danno un’aria decisamente da escort, entrambi in una grande stanza bianca, piuttosto spoglia se non fosse per la grande libreria moderna contro al muro di fronte alla portafinestra, al divano in pelle nera sulla parete opposta all’ingresso e con al centro un grande tavolo tondo in vetro.
Attorno a quel tavolo ci sono alcune sedie in pelle, quella di fronte a noi è appena scostata, è quella dalla quale mi sono alzato poco fa io, le altre sedie sono occupate da tre uomini ben vestiti la cui attenzione è decisamente attratta dall’unica donna nella stanza. Qualcuno deglutisce, qualcun altro si tocca garbatamente il pacco tra le gambe, tutti mantengono un rigoroso contegno in un silenzio che profuma di bramosa eccitazione. E’ l’eccitazione di chi non pare vero avere di fronte la donna dei suoi sogni, quella inarrivabile, quella sempre altezzosa, offerta in tutta la sua bellezza. Ora quei segni dell’abbronzatura assumono la massima espressione della depravazione di un marito che offre la propria moglie allo sguardo di conoscenti, l’espressione massima dell’immoralità. Ma forse non abbiamo ancora raggiunto il massimo, loro ancora non sanno fin dove ci spingeremo, non lo sa nessuno in quella stanza, la verità è che solo io ho un copione nella mia testa ma ancora non so quanto verrà realizzato delle mie fantasie.
Tu li stai guardando uno ad uno, ti sei improvvisamente irrigidita, vorresti coprirti con le mani ma sai che io non approverei, sai che mi hai promesso la massima devozione e non intendi deludermi. Solo non ti aspettavi di trovarti di fronte proprio loro. C’è lui, il cugino di tuo marito, quello che da ragazzini c’ha provato con te spudoratamente pur sapendo che eri fidanzata con lui, ricordi ancora lo schiaffo che gl’hai dato e lo sguardo di rabbia che aveva preceduto il suo vaffanculo. Poi c’è quel cliente facoltoso, quello per il quale tuo marito lavora quotidianamente, quello al quale ti affida le consegne dei documenti riservati da consegnare personalmente a lui, quello a cui tuo marito ti aveva risposto che non c’era nulla di male se avessi fatto meno l’altezzosa nei suo confronti quando eri andata a lamentarti che aveva appoggiato la sua mano sul tuo culo quella sera all’inaugurazione della mostra d’arte mentre tutti in gruppo stavate ascoltando l’artista esporre le sue opere. Ed infine c’è lui, il tuo istruttore di fitness, quello con il quale ti trovi tre volte a settimana nella sua palestra allestita nel palazzo proprio di fronte a quello di tuo marito per le lezioni private che ti permettono di essere tonica e desiderabile. Da quella sala fitness tante volte hai fantasticato di mostrarti a tuo marito nuda mentre lui, il tuo istruttore palestrato, ti possedeva da dietro. Fantasie, ti eri sempre detta che erano solo fantasie che una donna nella tua posizione non avrebbe mai dovuto realizzare, le avevi raccontate anche a tuo marito durante i vostri amplessi consapevole che le fantasie raccontate a letto, tali dovevano restare, questo era il vostro accordo.
Con un delicato strattone ti sveglio dai tuoi pensieri e ti obbligo a lasciarti alle spalle ogni titubanza e avanzare nella stanza mano nella mano con me fino ad arrivare davanti al mio posto al tavolo. Mi fermo a circa un metro e ti lascio la mano, mi porto dietro di te e appoggio le mie mani sui tuoi fianchi stretti, guardo uno ad uno gli invitati al banchetto. “Eccovi mia moglie in tutta la sua bellezza” e così dicendo con le mani sui fianchi ti obbligo a fare una giravolta, regolo io il movimento e ho cura che sia molto lento, che ognuno di loro possa apprezzare ogni tuo particolare. D’altra parte, sto offrendoti a loro dopo tanti ripensamenti, dopo mille dubbi e mille fantasie su cosa sarebbe stato il dopo. Un conto fino a quel punto era stato giocare con degli estranei, un altro portare il nostro gioco ad un livello superiore, condividere le mie fantasie con qualcuno che faceva parte della quotidianità, qualcuno con il quale da domani non sarebbe più stata la stessa cosa. Per questo quel “eccovi mia moglie” assume un significato ben diverso, il sottolineare “mia moglie” è un ammettere ai presenti che d’ora in poi non sarà più solo mia moglie ma diventerà la nostra femmina.
Termini il tuo giro e torni in posizione di fronte a loro, ognuno di voi ora pende dalle mie labbra, tu nel terrore di scoprire cosa ho in serbo per te e loro nell’eccitazione di scoprire fin dove concederò loro mia moglie. Da dietro avvicino le mie labbra al tuo orecchio sinistro e ti sussurro: “vai amore, saluta ad uno ad uno i nostri ospiti come si conviene”. Hai un tentennamento ma ti muovi verso il primo mentre io rimango in piedi ad osservarti. Pochi passi e il tuo personal trainer si alza istintivamente, sei di fronte a lui e con voce tremolante ti lasci uscire un “buonasera” mentre le tue labbra baciano la sua guancia sinistra, lui sorride famelico mentre le sue mani cingono i tuoi fianchi e toccano per la prima volta la tua nudità. Chissà quante volte ti ha cinto i fianchi per aiutarti con gli esercizi ma stavolta è diverso. Quel tocco ti fa sussultare, ti stacchi da lui e ti sposti verso il secondo invitato, il primo si siede e il secondo si alza, sembrano sincronizzati, l’anziano cliente sorride soddisfatto e ti porge la sua guancia, tu ripeti il gesto di prima salutando e lui approfitta per appoggiare una mano sui tuoi fianchi e l’altra sul tuo culo. Sono certo che tu vorresti prendergliela e spostarla immediatamente ma stasera non puoi, ti sposti da lui per dirigerti dal terzo ospite e la sua mano abbandona il tuo sedere scivolando sulla gamba. Sei di fronte al terzo ospite, non riesci a guardarlo negli occhi, lo saluti come gli altri avvicinando le tue labbra alla sua guancia ma lui è più sfrontato e ti prende la testa con entrambe le mani e ti bacia sulla bocca una prima volta, ti guarda per un attimo sornione e poi rincara la dose obbligandoti ad un bacio con la lingua. E’ un affronto per te ma lo è anche per me ma fa parte del gioco e lo accetto di buon grado. Il bacio sembra interminabile, finalmente ti stacchi da lui e ti dirigi verso di me completando tutto il giro del tavolo mentre i tre non tolgono lo sguardo dal tuo culo. Tu invece cerchi il mio sguardo, io sto guardando le tue labbra con quel rossetto che ora appare un po' rovinato dal bacio, incrocio il tuo sguardo, sei incazzata per l’affronto di mio cugino, lo capisco immediatamente ma allo stesso tempo vedo il tuo ancheggiare mentre ti avvicini e capisco che sei anche eccitata, ti senti femmina, ti senti una puledra in pasto a dei stalloni, sei arrabbiata con il tuo padrone per la scelta di condividerti ma sei anche esaltata di essere la musa dei presenti.
Mentre ti avvicini mi siedo al mio posto, scambio uno sguardo con i miei ospiti e ricevo sorrisi di compiacimento. “amore, guarda che sulla libreria c’è una bottiglia con dei calici, servici un buon bicchiere di franciacorta”. Tu ubbidiente ti dirigi verso la libreria, prendi la bottiglia mentre tutti non distogliamo lo sguardo da te, ti volti e ti avvicini al tavolo, distribuisci i bicchieri facendo lentamente il giro del tavolo, ti metti tra me e il personal trainer e apri la bottiglia, il rumore del tappo rompe il silenzio, mi guardi ed io ti dico “prima gli ospiti”, ti avvicini al primo e riempi il bicchiere a tutti, nel farlo ti abbassi quasi a novanta gradi e tutti ne approfittano per palpeggiarti il culo, il solito sfrontato, insinua il dito nella tua passerina, non ne posso avere la certezza perché dalla mia postazione non si può vedere ma intercetto un tuo sobbalzo e noto che lui porta la sua mano al naso e questo mi toglie ogni dubbio. Torni da me e dopo aver riempito anche il mio bicchiere mi alzo e cingendoti con il braccio sinistro alzo con il destro il calice e intono un brindisi ai presenti, sorseggiamo tutti il nostro bollicine, mi volto verso di te e ti bacio intensamente, mentre lo faccio appoggio il bicchiere sul tavolo e con le due mani ora libere ti prendo per i fianchi e di sollevo quanto basta per farti sedere sul tavolo in vetro, il nostro bacio è lunghissimo, tu a tratti mi mordi le labbra e capisco quanto sei eccitata, attorno a noi ci sono tre uomini che ci guardano e bramano il tuo corpo. Sento che i tre si sono alzati e si stanno avvicinando a noi, sei seduta sul tavolo, le gambe allargate ed io in mezzo, mentre continuo a baciarti ti prendo una gamba e faccio appoggiare il tuo piede con i tacchi sul tavolino, tu fai altrettanto con il secondo, ora la tua passerina è esposta ed allungo la mano, ti trovo in un lago di umori e la mia eccitazione cresce, percepisco la presenza dei tre accanto a me, mentre ti bacio famelicamente, ti spingo con la schiena verso il tavolo, mi stacco dal nostro bacio e ti faccio appoggiare la testa sul tavolino, ora così distesa sul tavolo noti anche te i tre in piedi vicino a noi, io mi sposto di lato e il vecchio cliente è il primo che prende l’iniziativa e si piazza in mezzo alle tue gambe e affonda la sua lingua in ogni tuo pertugio, è famelico nei suoi movimenti ma ci sa fare perché tu inarchi istintivamente la schiena porgendo il tuo seno al tuo personal trainer che prima lo palpeggia con le sue manone e poi si abbassa sui capezzoli turgidi per succhiarteli e morderteli. Ti lasci sfuggire un mugolio di piacere e questo da il coraggio al terzo per avventarsi a sua volta su di te dal lato opposto palpeggiandoti ovunque, si sporge talmente tanto sul tavolo che quasi gli si sdraia sopra per cercare la tua bocca, nel farlo mi scansa sfrontatamente come fossi d’impiccio, di troppo in tutta quella scena. Io mi allontano e mi godo la scena. La mia femmina nelle mani di tre maschi affamati del suo corpo, sono talmente eccitato che il pisello mi fa male nelle mutande, abbasso la cerniera dei pantaloni e lo faccio saltare fuori, lo spazio per passare è angusto e nel farlo la cappella mi sfiora la cerniera che mi provoca un po' di dolore ma l’eccitazione è talmente tanta che non faccio caso neppure che le palle le ho lasciate nei pantaloni.
Mi tocco senza vergogna, più tardi forse mi vergognerò di essermi masturbato mentre mia moglie era nelle mani di tre maschi ma ora non me ne frega nulla. Tu sei in balia delle loro voglie, ti fanno alzare e mentre sei in piedi davanti a loro, mio cugino prende il posto del vecchietto e in ginocchio ti lecca la figa, tu allarghi le gambe per agevolare il lavoro e il mio cliente ti prende la testa fra le mani per baciarti, con quei tacchi da 12 cm è più basso di te e quindi devi leggermente propenderti in avanti per baciarlo con la lingua, mentre lo fai il terzo che è dietro di te si appoggia al tuo culo con il suo cazzone, non me ne sono neppure accorto, eppure si è denudato velocissimo e indossa solo la camicia sbottonata. Sono sicuro che senti la sua erezione e questo ti eccita da morire perché inarchi la schiena. Io mi sto segando lentamente, non voglio correre il rischio di venire troppo presto, sono li in piedi a pochi metri da te, tu pari leggermi nella mente e proprio in quel momento ti stacchi dal bacio per guardarmi, i nostri sguardi si incrociano, capisco che vuoi il mio assenso, non ce né bisogno, la mia erezione è di per sé un via libera.
Ti volti ancora di più con la testa e cerchi il bacio del tuo personal trainer, lo baci, le vostre lingue si incrociano e tu continui a guardarmi fisso negli occhi. So cosa vuoi dirmi, vuoi che ti guardi, vuoi che mi senta uno stronzo per averti messa nelle loro mani, vuoi che sia io a sentirmi un verme, vuoi farmi credere che tu lo stia facendo solo per me ma i capezzoli turgidi e il tuo corpo rilassato dicono il contrario. Ti trovi a tuo agio nelle mani di quei tre. Intanto il vecchietto si è spogliato anche lui e ti sta mordendo i capezzoli, sei poco interessata a lui e lo capisco bene, lo guardo con quella pancia pelosa che stona con il fisico abbronzato e gli addominali del tuo personal trainer che nel frattempo ha tolto anche la camicia ed è nudo dietro di te con la sua erezione appoggiata nel solco delle tue natiche e il petto alla tua schiena. Apprezzi questo tipo di contatto, lo so e girata a baciare lui, non puoi accorgerti che anche mio cugino è ormai nudo con un cazzo di tutto rispetto che punta verso la tua figa incurante della nostra volontà di farlo protetto oppure no. E’ sempre stato un prepotente, fin dai tempi della scuola, lui, piu’ grande di me di 5 anni, le ragazze dovevano essere sempre prima le sue, tutte tranne te, tu non ti sei mai piegata alla sua volontà, ecco perché ora è così famelico. Quando l’ho invitato a casa qualche sera fa, mentre tu eri fuori con le amiche e, tra un gin tonic e l’altro gli ho confessato le mie fantasie, avresti dovuto vedere il sorriso di compiacimento e l’erezione che gli ha procurato il solo pensiero di poterti possedere.
Il suo cazzo è arrivato davanti al tuo pertugio, adesso lo senti, hai percepito il contatto della sua cappella sulla tua vagina, ti stacchi dal bacio con l’altro e abbassi lo sguardo sul suo pisello che punta la tua intimità, lui si piega su di te per baciarti il collo e ti prende i fianchi con le mani, le sue mani ti stringono forte mentre il suo bacino propende verso di te. Tu non vuoi che ti penetri così, vorresti urlarglielo in faccia ma non puoi, il tuo ruolo non te lo consente e la tua posizione con l’altro dietro che a sua volta preme non ti consente di divincolarti, allora ti abbassi ancora di più per prenderglielo in bocca e inizi un pompino come sai farli tu, ti ritrovi a gambe aperte e il tuo personal da dietro non si fa scappare l’occasione, ha già scartato un profilattico e se lo sta mettendo, osservo il suo cazzo e non posso fare a meno di notare le dimensioni generose, apprezzo questa qualità che non conoscevo, quando l’ho scelto per questa serata è stata solo per la fantasia che tu mi avevi raccontato e per le fantasie che io ho su ciò che potrà essere il seguito di questa serata, la sua professionalità e la sua discrezione sul lavoro mi hanno convinto che era quello giusto. Sono stato da lui con la scusa di rinnovarti l’abbonamento, nell’orario in cui sapevo sarebbe stato solo, e scherzando gli ho chiesto un pacchetto extra per te, lui ha subito risposto che il tuo comprendeva già tutto quello che c’era bisogno ed io ho risposto che quello che stavo per chiedergli sicuramente non era compreso, a meno che io non fossi già stato cornificato a mia insaputa. E’ diventato subito rosso in viso e c’ha tenuto subito a precisare che tra voi non c’era mai stato nulla, questo mi ha fatto capire che non solo tu avevi avuto fantasie su di lui ma anche lui aveva fantasticato su di te. Così mi sono fatto coraggio e gli ho spiegato il mio desiderio. Non c’è voluto molto a convincerlo, si all’inizio ha fatto un po' il prezioso, ha detto che non poteva mischiare il lavoro con il divertimento, che poi non avrebbe saputo come proseguire il rapporto professionale ma io l’ho rassicurato e tanto è bastato. Troppo poco per credere che fosse veramente convinto mentre me lo diceva.
Ora, mentre ancora in piedi con il solo cazzo di fuori mi sto segando, vedo il suo cazzone entrare per primo nella tua vagina, mi devo fermare perché l’eccitazione è talmente tanta che rischio di esplodere in un orgasmo, è eccitante vederlo andare avanti e indietro dentro di te e ripensare alle tue fantasie a letto che ora hanno trovato la realizzazione. In tutto questo mi sono dimenticato del mio cliente, quello che avevo scelto per ultimo, quello che, quando è venuto nel mio ufficio, e gli ho detto che non sapevo se avremmo potuto proseguire la collaborazione era sbiancato. Gli avevo detto che sapevo di quella sua mancanza di rispetto nei confronti di mia moglie quella famosa sera alla mostra artistica e soprattutto aveva mancato di rispetto nei miei confronti. Lo avevo lasciato qualche minuto in silenzio per cuocerlo a dovere, lui che tartagliava qualche scusa incomprensibile, poi avevo aggiunto: “soprattutto perché bastava chiedermelo e te l’avrei concessa volentieri in virtu’ della collaborazione lavorativa decennale”. Ricordo la sua faccia sorpresa, bocca aperta, e la sua richiesta di approfondire il discorso.
Ora era li, nudo con il suo pisello in mano a segarsi come me, i nostri sguardi si incontrano per un istante, entrambi spettatori, poi lui si avvicina a te e ti accosta alla tua guancia il suo cazzo, tu non te lo fai ripetere e lasci uno per prenderle l’altro, qualche secondo e ritorni sul primo e così di seguito senza mai fermarti, premurosa con i tuoi ospiti mentre godi come non mai del cazzo che da dietro ti sta stantuffando. Inarchi nuovamente la schiena e capisco che ora stai per avere il tuo primo orgasmo. Ti stacchi con la bocca dai due cazzi e alzi gli occhi al cielo e questo è il segnale definitivo, ti sento pronunciare un sommesso “oh mio dio, vengo” ma subito uno dei due ti prende la testa e ti obbliga a succhiare.
Il tuo personal trainer non molla, continua a stantuffare in curante del tuo orgasmo, diventa sempre più frenetico ed ora ti spinge ad abbassare la testa a terra e abbandonare i due cazzi in bocca ora, dalla mia visuale, sei in una posiziona oscena, gambe aperte, testa a terra e il seno che sobbalza sul pavimento in marmo freddo, lui ti è sopra e ti scopa come farebbe un cane in strada con la sua cagna randagia ma tu sei la moglie rispettabile e altezzosa, chi lo avrebbe mai detto, che umiliazione e questo mi eccita ancora di più, non resisterò a lungo, ma neppure lui, infatti in un attimo si irrigidisce e scarica tutto il suo desiderio nel preservativo mentre ti è ancora dentro. I suoi spasimi durano parecchi secondi, lo sento grugnire dal piacere mentre ti tiene con forza nella stessa posizione. Poi d’improvviso si stacca da te, tu cadi a terra, immagino il freddo del marmo sul tuo corpo accaldato, lui si sfila il preservativo mi passa accanto mostrandomelo orgoglioso e lo deposita sul piatto svuota tasche all’ingresso della sala riunioni.
Non è finita, i due rimasti in piedi a godersi la scena con me non intendono rimanere all’asciutto, tu vorresti prendere fiato ma stasera non hai potere decisionale, il più giovane dei due ti porge la mano e ti invita a rialzarti, tu lo accontenti e ti rialzi davanti al tavolo, ti guardo tutta sudata e con i capelli in disordine, il trucco sfatto ma lo sguardo che mi regali per un istante è di quelli soddisfatti, sei provata ma ancora cerchi di mantenere il tuo tono altezzoso, ti accompagnano verso il divano in pelle in fondo alla sala riunioni, il più anziano ti invita a sdraiarti e poi ti sale sopra di peso, io mi avvicino per guardare la scena, ora ti è sopra e ti sovrasta con il suo peso, la sua pancia pelosa appoggia sulla tua bella pelle dorata, un sacrilegio vederti in questo modo ma proprio per questo molto eccitante, lui ti è dentro nella posizione classica e ti bacia tutta infilandoti la lingua in bocca, mio cugino intanto si è posizionato accanto e ti chiede di succhiargli il cazzo, tu volti la faccia verso di lui e obbedisci, il vecchio ti pompa sempre più freneticamente finché esplode a sua volta e si accascia su di te di peso, secondi interminabili in cui resta immobile in quel momento vedo che anche tu interrompi la pompa ed emetti un gemito di soddisfazione, credo sia il tuo secondo orgasmo. Nel trambusto degli eventi non ricordo neppure se si è messo il preservativo, attimi di terrore, ne sarebbe capace quel porco, poi si sfila da te e vedo che si toglie il preservativo, mi passa anche lui accanto con il suo sperma in bella vista e lo deposita anche lui sul piatto in argento. In quel momento vedo che il personal trainer ha recuperato le forze e se ne sta nudo in piedi davanti al tavolo sorseggiando il vino mentre osserva la scena con uno sguardo soddisfatto, il mio cliente torna al tavolo e come se fossero vecchi amici, mette la mano sulla sua spalla ed insieme sorseggiano il vino. Li vedo sorridere e farfugliare qualcosa, cerco di capire cosa si stiano dicendo ma poi vengo richiamato dai tuoi gridolini, mi volto e ti trovo cavalcioni sul divano sopra a mio cugino. La scena è fantastica, tu che sali e scendi impalandoti sul suo cazzo mentre lui ti tiene stretti i seni e ha la testa rovesciata all’indietro sul divano. Ti attira a se per baciarti e così facendo tu porti in fuori il sedere e posso vedere ancora meglio il suo cazzo che entra ed esce, mi avvicino e mi abbasso e con la scusa di leccarti la rosellina del sedere vedo di persona che anche lui ha indossato il preservativo, da così vicino sento l’odore del sesso, l’odore del sudore di lui e dei tuoi umori che si mischiano. Tu senti la mia lingua o forse temi sia il tuo personal trainer tornato alla carica e ti volti per guardarmi, i nostri occhi si incrociano e per la prima volta in tutta la sera ci avviciniamo e ci baciamo con la lingua, hai un sapore strano, hai il sapore del sesso, il tutto mentre continui ad andare su e giù dal suo cazzo ed io mi masturbo. Per gli altri due deve essere una scena divertente perché li sento ridere, tu ti stacchi da bacio, io ti dico “ti amo” e tu in tutta risposta “sei uno stronzo”, poi ti volti e baci lui, la ricevo come una punizione per quanto appena detto e vi lascio scopare, mi slaccio i pantaloni e finalmente tiro fuori tutto all’aria, le mie palle gonfie ringraziano e quasi all’istante vengo in un orgasmo infinito, alcuni schizzi finiscono sulla tua schiena e la cosa pare piacerti perché a tua volta vieni in un altro orgasmo e rallenti il ritmo, allora lui ti fa scendere da cavallo, ti fa mettere in ginocchio davanti a lui, si sfila il preservativo e si masturba davanti alla tua faccia, pochi colpi e viene schizzandoti un po' dappertutto sul petto e qualche goccia anche in faccia e guardandomi negli occhi con un sorriso soddisfatto ti lascia li, così schizzata, per andare ad unirsi agli altri tre sorseggiando vino.
Ti aiuto a rialzarti, ci guardiamo entrambi, intravvedo un sorriso di soddisfazione nei tuoi occhi ma non oso proferire parola, ora che sono esploso in un orgasmo ed ho scaricato la mia eccitazione iniziano i primi rimorsi, temo la tua reazione, tu lo intuisci e mi baci, poco importa se il bacio sa un po' di sperma, è un bacio che mi da conforto, ci stringiamo forse e ci lasciamo andare a delle effusioni fatte di baci e tocchi dolci sul nostro corpo, pochi minuti ma tanto basta per sentire il rumore del chiavistello del portoncino che si apre, ci distogliamo dalle nostre carezze e ci accorgiamo che siamo rimasti soli nella stanza, gli altri tre se ne sono andati senza dire una parola come è stato per tutta la serata, a parlare per loro sono stati i loro cazzi che hanno goduto di te, se non fosse per i preservativi rimasti nel piatto d’argento si direbbe che poco fa in questa stanza c’è semplicemente stata una riunione d’affari e forse è stato davvero così, d’altra parte in un affare c’è sempre chi da e chi riceve e alla fine entrambi devono ritenersi soddisfatti.