Architetti. Cap. 12 - Finale
by GalaPigmaVu: 275 fois Commentaires 7 Date: 02-10-2022 Langue :
Cap. 12
Elisa si avvicinò al tavolo di Marco e gli disse
oggi pomeriggio devo fare shopping. Ti va di accompagnarmi?
.
Era una domanda retorica ma lui rispose con reale entusiasmo
Certo, con piacere
.
Alle 17 erano in macchina, Elena guidava in modo sicuro, sicurezza che mantenne anche quando entrarono nel sexy shop, aveva le idee chiare su quello che voleva e così, dopo poco, il cesto che avevano preso era pieno di gadget, abbigliamento provocante, un frustino, cavigliere e polsiere rifinite con degli anelli e delle corde.
Quella uscita lo aveva un po' stupito ma si stupì molto di più quando lei gli disse:
abbiamo finito. Manda un messaggio a Matteo dicendogli che abbiamo preso tutto
.
Il messaggio di risposta non si fece attendere:
bene. Sei uno schiavo affidabile
.
Quella sera, subito dopo cena, Elisa gli disse:
metti a posto dopo, ora vieni con me, mi devi aiutare a fare una cosa
.
Salirono insieme le scale ed entrarono in camera da letto dove lei iniziò a spogliarsi fino a rimanere completamente nuda. Erano quasi venti giorni che Marco portava in modo ininterrotto la gabbietta così quella visione gli procurò la ben nota e dolorosa reazione. Elisa si mise da sola le cavigliere e le polsiere che avevano acquistato, poi si sdraiò al centro del letto con le braccia aperte e le gambe divaricate e gli ordinò di legarla.
A Elisa era sempre piaciuta l'idea di essere immobilizzata con vari strumenti corde, manette, gogna e in quella situazione di impotenza di essere violentata e torturata. Il meccanismo mentale alla base di questa fantasia le sembrava anche abbastanza facile da comprendere: se non si poteva né muovere né difendere era completamente deresponsabilizzata rispetto a quello che sarebbe stata costretta a subire, e questo la eccitava, essere nelle mani di un altro a cui lasciava il completo controllo sul suo corpo. Questo pensiero la fece eccitare immediatamente e l'odore dei suoi umori provocò l'ennesimo brivido a Marco. Come le era stato ordinato avrebbe aspettato così l'arrivo di Matteo la mattina successiva e questa attesa era ovviamente parte del gioco e del piacere.
Quando Marco strinse l'ultimo nodo lei disse:
ora puoi spegnere la luce e se vuoi puoi dormire ai piedi del letto. Così nel buio assoluto Marco si tolse i vestiti e si accucciò tra le gambe di lei, appoggiando la testa sulla fica bagnata e, a differenza del solito, completamente depilata. Per entrambi sarebbe stata una notte agitata e a lunghi tratti insonne. Quando alle sette suonò come sempre il campanello Marco scatto come una molla, si precipitò per le scale e aprì la porta ma con sua grande sorpresa davanti a lui non si trovò Matteo ma Anna.
Indossava uno spolverino nero corto. Gli occhi neri lo scrutarono, sembrava arrabbiata. Un accenno di sorriso solo quando il suo sguardo si posò sul pisello chiuso nella gabbietta. In quei mesi Marco si era abituato a mostrarsi nudo a Matteo e ad Elisa, in quella situazione si trovò invece a disagio. Anna entrò, mise la sua borsa sul tavolo, si tolse il soprabito e gli disse:
mettiti a quattro zampe
.
Anna era quasi nuda, un top, un perizoma, reggicalze, calze e un paio di décolleté dal tacco alto. Tutto rigorosamente nero.
Prima di eseguire l'ordine Marco la vide estrarre dalla borsa un collare e un guinzaglio. Rimase in attesa qualche minuto, non osava alzare lo sguardo ma si rese conto che lei stava scattando delle foto con il cellulare. Poi sentì i suoi passi che si avvicinavano. Il contatto del cuoio intorno al collo gli fece uno strano effetto, poi lo scatto del guinzaglio agganciato al collare. Da quella posizione aveva i piedi di Lei a pochi centimetri dalla faccia, una grande voglia di baciarli, rimase invece immobile fino a quando uno strattone gli fece capire che doveva seguirla. Trascinato dal guinzaglio poteva osservare le sue gambe tornite, il culo tondo e l'incedere non del tutto sicuro su quei trampoli. Era la prima volta che la vedeva con dei tacchi così alti. Anna lo portò in giro per tutta la casa, curiosava nei vari angoli aprendo anche cassetti e sportelli.. Arrivati in cucina si mise seduta su uno sgabello, accavallò le gambe e gli disse
preparami un caffè
.
Al piano di sopra ad Elisa era parso di sentire la voce di una donna e poi più niente e questo la stava agitando. Provò a liberarsi ma Marco aveva fatto un buon lavoro e dalla sua posizione non c'era modo di sciogliere i nodi. Provo quindi a tirare un braccio facendo uscire la mano dalla polsiera ma anche questo fu un tentativo inutile. Dopo aver passato la notte in quella posizione il corpo era indolenzito e aveva l'urgenza di fare la pipì. Sentì una goccia di sudore che le scendeva sulla fronte. Provò a chiamare Marco ma non le rispose nessuno e questo aumentò la sua agitazione.
La voce di Elisa arrivò in cucina quando Marco stava poggiando la tazzina di caffè sul tavolo. Si capiva che era spaventata. Con lo sguardo chiese ad Anna se doveva rispondere ma lei ignorò il suo sguardo e con estrema lentezza girò il cucchiaino nella tazzina e sorseggiò il caffè. Elisa continuava a chiamare con un tono della voce sempre più alto e più spaventato. A Marco fu sufficiente un piccolo gesto di Anna per capire che si doveva mettere nuovamente a quattro zampe. Lei gli sfiorò il viso con la punta delle scarpe e Marco inspirò profondamente. Quella posizione, il guinzaglio, l'odore di Anna, la voce di Elisa impaurita. Tutto lo stava eccitando come mai gli era successo prima. Nell'ultimo periodo Elisa lo aveva dominato, una punizione giusta per come si era comportato, ma ora si rendeva conto che quella di Elisa era una recita, non era la sua indole. L'atteggiamento di Anna era invece diverso. Gli erano bastati quei pochi minuti per fargli capire che Anna era una vera mistress che godeva nel sottometterlo. Elisa aveva aperto uno spiraglio ma solo in quel momento la sua natura gli fu evidente. Lui era uno schiavo. Era arrivato a questa consapevolezza attraverso un percorso tortuoso ma ormai non aveva più nessun dubbio che lui era nato per servire delle Dee come Anna.
Quando Elisa senti i passi che salivano le scale smise di chiamare. Dal rumore dei tacchi sui gradini di legno le fu evidente che stava arrivando una donna e così quando vide comparire Anna, con un frustino in mano, che portava al guinzaglio Marco come se fosse un barboncino non ne fu troppo sorpresa, anzi provò quasi un senso di sollievo.
Prima le arrivò la frustata sulla pancia che le lasciò un segno rosso marcato e poi le parole di Anna che le fecero ancora più male: “e così ti scopi il mio uomo. sei una troia”.
Dopo quell’inizio Marco era convinto che Elisa gli avrebbe detto: “coglione cosa fai lì per terra come un cane? scioglimi e caccia di casa questa pazza” invece, con sua grande gioia, la sentì sussurrare: “hai ragione, ho sbagliato, ti chiedo scusa”.
Anna rimase impassibile, inviò un messaggio al cellulare e con gesti lenti si sfilò il perizoma, salì sul letto e si mise con le gambe aperte sopra la faccia di Elisa.
“Matteo mi ha detto che sei molto brava a succhiargli l’uccello, vediamo come te la cavi a leccare una figa”.
Si sentirono dei passi sulle scale e, appena nominato, Matteo apparve nella stanza. Elisa era però troppo concentrata nel non deludere Anna cercando di procurarle il massimo piacere che non si accorse del suo arrivo. L’unico suo desiderio in quel momento era sentirla godere. Così come era accaduto pochi minuti prima a Marco anche Elisa mentre spingeva la lingua dentro la figa di Anna ormai bagnatissima si rese conto che quello che aveva sempre desiderato era ubbidire e servire quella coppia di giovani bellissimi. Che anzi quando li aveva selezionati aveva già questo inconscio desiderio e che forse non era solo un desiderio ma un bisogno.
Dai gemiti di Anna era evidente che Elisa stava svolgendo bene il suo lavoro, intanto Matteo si era spogliato, come tutti in quella stanza anche lui era evidentemente eccitato, si mise sopra ad Elisa e prese Anna da dietro. Dopo pochi minuti le esplose dentro riempendole il culo di sperma.
Anna e Matteo uscirono dalla doccia sorridenti ed evidentemente soddisfatti e si rivestirono rapidamente come chi sta facendo tardi al lavoro. Anna si avvicinò ad Elisa, che era ancora legata, e le spinse la lingua dentro la bocca in un bacio appassionato poi le sfilò la catenina dove teneva la chiave della gabbietta di Marco dicendo “questa la teniamo noi” e poi prima di uscire continuò “da oggi voi due siete a nostra completa disposizione, e ora sbrigatevi a venire a studio che abbiamo delle scadenze da rispettare”.
Quando furono rimasti soli Marco sciolse i nodi e si strinsero in un lungo e dolcissimo abbraccio.
Dopo qualche minuto Elisa si liberò e disse: “hai sentito, ci dobbiamo sbrigare, ci aspettano. Non li voglio far arrabbiare il primo giorno”. Poi si fermò, fisso Marco con gli occhi che le ridevano e disse: “ora sono veramente felice”.
Marco non l’aveva mai sentita così vicina, avrebbe voluto dirle quanto era innamorato di lei ma le uniche parole che riuscì a pronunciare furono: “anch’io”.