HISTOIRE TITRE: La moglie di Otello 
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La moglie di Otello


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La moglie di Otello

by pennabianca
Vu: 854 fois Commentaires 3 Date: 05-01-2021 Langue : Language

Mi chiamo Marco, ho ventinove anni e lavoro per una ditta che fornisce energia. Il mio lavoro lo svolgo come addetto alle emergenze. Siamo dodici persone divise in tre squadre composte di quattro persone ciascuna. Abbiamo tre turni di lavoro, uno di mattino, pomeriggio e notte. I miei compagni di lavoro sono Otello, il capo squadra, Giovanni, detto Baffo, e Piero detto Smilzo. Ad accezione di me, sono tutti sposati. Durante le ore di lavoro, capita che non abbiamo emergenze, quindi inganniamo il tempo a giocare a poker. Ovvio, nessuno di noi gioca cifre enormi, siamo tutti fumatori, quindi, un semplice pacchetto di Malboro da venti è quanto serve per cambiare le fiches, finite le sigarette hai perso. Io sono l’ultimo acquisto della terza quadra, come ci chiamano a noi. Faccio quasi sempre coppia con il capo, nelle situazioni in cui non è richiesto l’intervento di tutta la squadra. Otello è un tipo un po' schivo, parla poco ed è molto riservato. Ho dovuto impiegare del tempo prima di guadagnarmi la sua fiducia. Baffo, è il più porco di tutti, basta che vede una donna e subito elenca tutte le porcherie che ci farebbe. Lo Smilzo invece è un patito del ciclismo, ama correre in bici e non fa che parlare di Tour, Giro, e altre gare sempre di ciclismo. Io invece sono più per la piscina. Amo andarci quando sono libero dal lavoro per mantenermi in forma, e per rimorchiare qualche scopata poi che sono scapolo. Abito ad un km dal lavoro, e spesso lo percorro a piedi, dal mio appartamento ci metto appena quindici minuti. Ho avuto tre fidanzate, ma tutte erano molto gelose, e mi hanno reso la vita impossibile al punto che le ho mollate e da tre anni vivo solo. Ho un bell’aspetto, alto uno e ottanta, spalle larghe, occhi chiari e capelli neri ricci che mi rendono appetibile agli sguardi delle altre donne, da qui la gelosia delle mie ex, che s’infuriavano molto quando vedevano una che mi fissava. Ha letto me la cavo bene, mi piace leccare, scopare con calma e se capita non disprezzo una bella inculata, specie se la tipa di turno lo gradisca. Va detto anche che madre natura è stata generosa con me, un bel calibro venti, con un bel diametro che quando lo usi a dovere difficilmente si scorda. Col passare degli anni è diventata consuetudine fra le squadre di festeggiare il compleanno insieme. La prima volta è stato a casa dello Smilzo. Sua moglie, una discreta donna, un po' in carne, ma molto simpatica, ci ha preparato una bella cenetta, poi dopo noi ci siamo messi a giocare a carte come sempre, mentre lei, ci ha salutato ed è andata a dormire, lasciando noi a giocare fino a tardi. La volta successiva siamo andati a casa del Baffo. Quella sera ho conosciuto sua moglie. Una donna molto esile, minuta, dal brutto carattere, o noi gli eravamo antipatici o con il marito che si ritrova è sempre incazzata. Appena servito la cena si è dileguata lasciando noi al solito gioco. Passano due mesi e viene il compleanno di Otello. Entro a casa sua e mi rendo conto di due cose: ha una bella casa e una splendida moglie. Si chiama Giulia, statura medio alta, bionda occhi chiari, bocca ampia, seno una quarta scarsa, gambe lunghe e un bel culo. Ci accoglie cordialmente. Indossa un leggero maglioncino con scollatura davanti che evidenzia il seno, una gonna non troppo corta e scarpe con un tacco medio. Elegante ma senza eccessi, sembra voler restare in secondo piano rispetto a lui, che festeggia i suoi cinquantacinque anni, undici più di lei. La cena è semplice ma buona, lei si rivela simpatica e cordiale. Finito di mangiare dopo aver sistemato tutti insieme ci mettiamo a giocare e lei ci chiede di partecipare. Nessuno obietta nulla, e lui paga la quota di lei che si siede di lato a me, mentre Otello mi sta davanti mentre gli altri sono di lato a lei e lui. Dopo le prime mani mi rendo conto che la signora sta giocando in maniera veramente bene. Punta molto quando ha punti bassi e tutti in breve si rendono conto che lei sembra sprovveduta, io non ci casco e resto guardingo. Infatti, a un certo punto le entra un bel punto, e sia il Baffo che lo Smilzo puntano tutto convinti che lei non abbia nulla. Sbagliato in un attimo si ritrovano a zero. Lo Smilzo decide di andarsene, perche l’indomani vuole andare in bici e il Baffo che è venuto con lui lo segue. Restiamo solo noi tre a giocare, e improvvisamente il gioco si fa veramente duro. Per alcune mani ci studiamo. Vinco io, poi lei e anche lui, ma nessuno sembra voler azzardare. Poi lui perde con lei metà del suo capitale. Facciamo altre due mani nelle quali non entrano punti significativi e lui rimedia solo degli spiccioli. Improvvisamente la mano che non ti aspetti. All’inizio mi ritrovo con solo tre carte di cuori, un J, Q, K. Cambio due carte come loro e mi ritrovo con un 10 e un Asso: scala reale a cuori! Apro con una cifra di poco inferiore alle possibilità di lui che mi copre e rilancia puntando tutto, lei accette e rilancia ancora con una cifra che è quanto resta a me. Alla fine se vince lei, avrà eliminato entrambi, se vinco io, restiamo io e lei, e in ogni caso lui è fuori, accetto. Lui ci guarda e dichiara di voler coprire la posta, pur non avendo altre fiches.
«Se perdo, lei ti fa un pompino.»
Mi dice con una calma serafica.
Guardo lei che impassibile copre la cifra di lui. Scopriamo le carte, lui un full di K, lei un poker di 9, io la scala reale che batte tutti. Per un lungo istante il silenzio regna sovrano, poi lei scosta la sedia e mi fa girare, s’inginocchia davanti a me.
«I debiti di gioco si pagano al tavolo.»
Mi dice con tono calmo.
Slaccia i miei pantaloni e li fa scendere fino alle caviglie. Sono frastornato. Guardo lui che dalla sua posizione si gode lo spettacolo. Cerco di capire se è uno scherzo o altro, ma lei mi prende gli slip e li tira fino alle caviglie, mentre il mio cazzo ha realizzato che la sua bocca lo farà godere e in un secondo è quasi al massimo della durezza.
«…WOW… Che bel flauto abbiamo da suonare.»
Mi sorride e avvicina la lingua alla cappella mentre lo tiene con la destra. Sputa sulla punta, gli da un colpo di lingua ed io ho un sussulto di piacere, tendo il mio corpo per un attimo e lei dopo aver guardato lui gira il capo e mi fissa con occhi veramente felici. Sempre fissandomi, inizia a scorrere tutta l’asta in lunghezza sempre leccando e lasciando che scivoli fra le sue labbra. Arriva in fondo, osserva le mie palle che sono abbastanza grandi e un poco distaccate dal corpo.
«…humhuhummm…Palle grosse e piene da toro. Vedremo di mungerle a dovere!»
Ne afferra una con le labbra e la succhia delicatamente. Mi eccita sentire la sua bocca succhiarmi le palle, il suo viso è una maschera di piacere, mentre lui osserva impassibile. Dopo averle leccate e succhiate risale tutta la lunghezza del palo. Lo afferra ben stretto alla base e ci si schiaffeggia ripetutamente le guance, provocandomi altro piacere che lo fanno, se mai ce ne fosse ancora bisogno, diventare più duro. Poi lentamente lo infila in bocca, spingendolo contro la guancia facendo tendere la pelle come se volesse che la cappella gli buchi la guancia. Un grosso bozzo evidenzia la pressione che esercita da dentro la bocca. Improvvisamente inizia schiaffeggiare la guancia da fuori in corrispondenza della cappella e mi procura uno strano piacere mai provato. Ripete, il gioco due volte, una per guancia, io assaporo il piacere che la novità mi regala. Lecca e succhia molto lentamente tutto il mio cazzo, fin quando, dopo l’ennesima occhiata a lui che fa un’impercettibile segno d’assenso lo ingoia lentamente. Sento la cappella forzare la gola, lei inesorabile lo spinge giù fino a che il suo naso non si appoggia al mio ventre. Lo ha tutto dentro la gola! Rimane così per un tempo che a me sembra lungo, improvvisamente estrae la lingua e lecca le palle che avvicina alla bocca con la mano. Resto sorpreso dalla sua assoluta capacità di movimento. Con un cazzo di venti centimetri in gola e riesce a tirare fuori la lingua per leccarmi le palle. UNICA! Fantastica, roba da infarto! Dopo inizia a sfilarlo sempre con molta lentezza, ma stringendolo fra i denti. Quando li sento scorrere lungo l’asta ho un lieve scatto di paura, ma lei sorridendomi con gli occhi, mi fa un rigatino al cazzo meraviglioso. La sensazione di sentire i denti che lo mordono delicatamente aumenta subito il mio piacere, fin quando arrivata in cima, lo serra fra le labbra e incomincia succhiarlo con molta decisione. Con movimenti veloci, affonda meta del cazzo in bocca e vedo le guance stringersi nella suzione, forte, decisa e veloce, è chiaro vuole che vengo. Cerco di resistere, ma è impossibile. Pompa e lecca mentre mi succhia determinata a farmi sborrare. Abbandono ogni resistenza, sento improvvisa una scarica che dal cervello percorre tutta la spina dorsale per esplodere nelle mie palle. È piacere puro che mi fa godere e la guardo, le urlo che vengo, e anche se sono convinto che lei già lo sappia cerco di fermarla. Lei intensifica la suzione e per me non c’è scapo.
«Si vengo!…Cazzo!...SBORRO!...ora!»
Esplodo con un potente getto in bocca a lei che lo assapora, poi succhia e riceve le altre bordate sempre più forti e intense. Con entrambe le mani afferra le mie palle, le munge tirandole leggermente in basso. Una sensazione di ulteriore piacere che mai nessuna mi aveva fatto, è come se le spremesse per far uscire tutta la crema che contengono. Lecca, succhia raccoglie tutta la sborra che le inonda la bocca, poi l’apre e me la mostra orgogliosa, si gira verso di lui che non ha mosso un muscolo per tutta la durata del pompino, e glie la mostra prima di ingoiarla leccandosi con la lingua le labbra compiaciuta. Sono frastornato, sconvolto, un poco intorpidito e resto per un attimo immobile, ma il suo scatto, che si alza dalla sedia, mi fa capire che la serata finisce lì. Mi rivesto velocemente mentre lei dopo essersi alzata si avvicina a lui, lo cinge di lato e lo bacia in bocca. Resto un momento a osservarli. Sono stupito e affascinato da quanto ho vissuto, saluto e me ne vado. Giunto a casa ho ancora davanti agli occhi la scena di lei che mi succhia. Mi distendo sul letto e mi sego il cazzo che non vuole sapere di rilassarsi, vengo urlando il suo nome. L’indomani arriviamo insieme al lavoro, un cenno di saluto e nulla più. Niente, nessuna parola su quanto avvenuto la sera prima. I colleghi mi chiedono com’è andata, rispondo che la signora ci ha distrutto a entrambi. Lui sorride divertito dal doppio senso della mia risposta. Passano quattro mesi, viene l’inverno e giunge anche il momento del mio compleanno. Poi che non ho una moglie che mi cucina decido di portare i miei colleghi in pizzeria. Otello passa a prendermi, mentre gli altri vengono insieme fra loro. Dopo due ore, appena finita la cena, lui riceve una chiamata della moglie che lo prega di tornare a casa perche non riesce a mettere in funzione l’impianto di riscaldamento. Siamo tutti un po' dispiaciuti, di dover interrompere la serata, e noi due ce ne andiamo velocemente. Giunti vicino a casa sua mi chiede se posso dargli una mano, accetto e giunto dentro casa sua ho una meravigliosa sorpresa: è tutta una scusa. Giulia mi accoglie indossando solo una trasparente vestaglia nera di pizzo, con sotto solo un reggicalze nero e scarpe con tacco dodici.
«Questo è il nostro regalo per il tuo trentesimo compleanno. La puoi scopare quanto vuoi, ma devi trattarla da troia.»
Mi dice lui con voce emozionata.
Lei mi guarda ansiosa di capire se io gradisco o meno, il regalo. I miei occhi sorridenti, e un’improvvisa eccitazione rispondono per me.
«Dai che aspetti a scartare il tuo regalo!»
Mi dice lei eccitata ed impaziente.
Mi trascina in camera sua e lo fa spogliandomi. Lui ci segue con calma, si mette nudo anche lui. Giunto davanti al letto la faccio inginocchiare e gli pianto il cazzo in gola e gli ordino deciso.
«Succhia troia! Guadagnati i soldi di questa marchetta leccami anche il buco del culo. Datti da fare puttana bagascia e troia.»
Lei lecca e succhia tutto. Lui osserva attento ogni sua mossa. Le faccio leccare anche il culo, sento la sua lingua insinuarsi fra le mie chiappe, poi affondo di nuovo il cazzo fin dentro la gola. Lei geme, ha un principio di vomito che però domina senza problemi. Le schiaffeggio il viso con il cazzo, e mi distendo sul letto mentre le ordino di non smettere di leccare. Lei s’impegna al massimo, sputa e sega con entrambe le mani tutta l’asta. Lo imbocca e muove la lingua come un serpente che scorre le avvolge il cazzo regalandomi bellissime sensazioni.
«Dai scopala! Sfonda questa puttana! Faglielo sentire fino in gola. Spacca questa puttana che mi cornifica con il mio migliore amico!»
Le sue parole mi eccitano e decido che la voglio. Lei si mette a cavallo sopra me e s’impala sul mio cazzo che scivola dentro di lei che è un lago fra le cosce.
«…aaaaaahhhhh…si…che bel palo! …Mi riempie…mi sfonda!»
Geme e si muove veloce, penso che avrà presto un orgasmo, ma lui si avvicina, il suo cazzo e più corto del mio ma più grosso in circonferenze, ma non è questo che mi lascia un momento perplesso, ma il fatto che lui ha in mano la cintura dei pantaloni, la fa piegare su di me e le asseta una sonora cintata sulle chiappe. Lei grida di dolore, una seconda e poi una terza sferzata la fanno tremare e improvvisamente gode. Così come se la scopassi da ore le ha un orgasmo incredibile.
«…aaaahhhhiiiiii…si...puniscimi...mentre ti faccio cornuto con questo toro!»
Sento tanto liquido scivolare da lei alle mie palle. Gode, viene e lo incita continuare a frustarla, cosa che lui fa con una precisione impressionate. Il dolore le provoca un altro orgasmo. Poi sfinita scivola di lato e si mette a pulire il mio cazzo, e le palle fradice dei suoi orgasmi. Mi lecca mentre lui la guarda attento, sempre con la cinta in mano. Poi la prende per i capelli e le infila il cazzo tutto in bocca con estrema durezza.
«Adesso succhiami troia! Che poi ti sfondo il culo! Anzi prima te lo faccio slabbrare da lui così mi diverto di più.»
Le infila il palo giù per la gola con lei ha qualche difficoltà a respirare. Poi la gira e a la fa salire di nuovo su di me, ma voltata di spalle.
«Dai sfondale il culo. Sbattilo tutto dentro a spaccala tanto è cosi sfondata che entri facile.»
Appoggio la cappella al buco e con una leggera pressione mi ritrovo tutto piantato dentro di lei che geme subito di piacere. Lui si avvicina, e mentre io la pompo dal basso le da una serie di frustate sui seni, colpendo con estrema precisione i capezzoli che si arrossano diventano durissimi. Poi scende e colpisce il clitoride facendole godere.
«…hhhaaahhhh…si...vengo!...si…dai..più…forte..amore…vengo!…»
Viene abbondantemente e lui improvvisamente le pianta il suo grosso cazzo tutto dentro facendola godere ancora di più.
«…aaahhhiii… mi spacchi!...no spingi…sfondami…»
Lo sento entrare con impeto. Le dilata al massimo la fica e quando lo affonda ho come l’impressione che la stia spaccando. Il contatto, anche se diviso da una sottile membrana del suo cazzo con il mio, mi procura molto piacere. Non devo nemmeno muovermi, i suoi affondi la fanno scivolare verso l’alto e poi la trascina di nuovo giù. Gode, mentre lui le schiaffeggia i seni e li tortura stringendo con forza i capezzoli ormai diventai rossi e duri. Dopo l’ennesimo orgasmo molto abbondante anche lui molto eccitato sborra schizzando sul suo corpo tutta la sua abbondante riserva di sborra.
«Troia…sborro!!…ti schizzo tutta!»
Si sposta di lato e pulisce il cazzo con i suoi capelli, mentre lei cerca di leccarlo ancora, lui con la mano destra spalma la semenza su tutto il corpo della moglie, come se fosse crema per lenire il rossore delle frustate. Finito porta la mano sporca alla bocca di lei che ripulisce ogni singolo dito succhiandolo. Io ho continuato a scoparle il culo per tutto il tempo. Lui improvvisamente la fa girare e m’invita a incularla ancora cosa che faccio con piacere. La serro per i fianchi e da dietro, lei sta in ginocchio mentre le sfondo il culo quando lui mi dice di sborrarle sulla schiena.
«Dai, sfondala bene questa troia bagascia e puttana. Senti come si è fatta rompere il culo da tanti cazzi.»
Lei gli risponde a tono.
«Si porco bastardo e cornuto, mi sono fatta tutti i cazzi che mi piacevano. Ora mi scopo anche questo toro che mi sta slabbrando il culo, spero che me lo spani a dovere. Così un cornuto come te sarà contento.»
Le sue parole mi eccitano ancora di più, mentre lui la sculaccia a mani nude facendole le natiche viola, sborro e inondo la sua schiena.
«Eccomi…SBORRO!…Ora! Senti troia come ti spruzzo la sborra sulla schiena.»
Le rimane immobile mentre lui ripete la stessa operazione di spalmatura anche dietro. Sfiniti, ci distendiamo e per un momento nessuno parla, ci guardiamo negli occhi e ci mettiamo a ridere.
«Speriamo di non averti impressionato troppo con il nostro strano modo di godere, ma io da piccola ho avuto genitori che mi punivano per ogni cosa. Quando ci siamo sposati, la prima volta che abbiamo fatto sesso io non ho goduto, e lui ci è rimasto male. Allora l’ho pregato di punire questa stupida moglie che non era riuscita soddisfare suo marito. All’inizio lui non voleva picchiarmi, ma poi lentamente ha capito che era un piacere per me sentire le sue frustate che mi facevano godere tanto. Col tempo è diventato fantastico e molto preciso. Riesce a colpire con estrema precisione i punti che maggiormente mi procurano piacere.»
Lei parla stringendosi a lui. Poi continua lui stringendola e guardandomi in faccia.
«Un giorno ci ha visto insieme e mi ha chiesto di te, se eri affidabile e ben presto sei entrato nelle nostre fantasie. La sera del mio compleanno abbiamo barato a carte. Il tavolo di cristallo della cucina riflette le carte dei giocatori mentre si servono, e quando ci siamo resi conto che tu avevi un punto superiore a noi abbiamo attuato il nostro piano. Poi ci sei piaciuto, in questi mesi da quella sera in poi tu non hai mai fatto parola con nessuno, nemmeno con me dell’accaduto. Non hai cercato di essere invadente, questo ci ha convinto a regalarti questa serata, e se vorrai ce ne saranno altre, sempre che a te faccia piacere il nostro modo di godere.
Resto per un momento senza parole. Mi hanno regalato una serata indimenticabile e poi mi dicono che ne vorrebbero altre.
«Sono lusingato e felice di sentirvi soddisfatti di me e che volete ancora fare sesso con me. Spero di imparare presto tutto quello che c’è da sapere su questo tipo di piacere, decisamente, fuori dal comune ma molto bello e appagante, quindi sono io che vi ringrazio e mi auguro di essere sempre all’altezza delle vostre aspettative.»
Per un momento ci fissiamo e poi ci abbracciamo felici baciandoci fra noi. Da allora son passati anni, io ho imparato molto sul piacere/dolore e altro, vivendo momenti veramente indimenticabili, ma questa è un’altra storia.

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