La prima volta al parcheggio
by Martinadue
Lui aveva deciso per me, quella sera, per la prima volta, mi avrebbe portato in un parcheggio per farmi ammirare dai guardoni. Avevo un po' di timore, forse vergogna, ma l'idea mi eccitava.
Arrivammo al parcheggio fuori città, l’asfalto umido rifletteva la luce argentea della luna, ogni goccia di pioggia sulla pelle era un brivido nuovo, un’elettricità pronta a esplodere. Lui era fermo dietro di me, la sua presenza solida e decisa mi dava forza, ma io ero la protagonista di quel gioco perverso.
Indossavo solo una camicia di seta, aperta sul seno, e una gonna così corta da non nascondere nulla. I miei capezzoli erano duri, in tensione, e il profumo del sesso era già nell’aria. Mi ero seduta sul cofano dell’auto con le gambe larghe, completamente esposta, il sesso umido e gonfio come un fiore proibito.
Uomini iniziarono a comparire, ombre furtive che si accostavano, lenti, affamati, la loro eccitazione palpabile. Uno, poi un altro, con i pantaloni abbassati fino alle ginocchia, i cazzi duri e lucidi di saliva e sudore. Mi guardavano, e io sentivo i loro occhi ardere dentro di me, il desiderio evidente, quasi brutale.
Cominciai a sfiorarmi, lentamente, accarezzando la pelle tra le gambe, i bordi delle grandi labbra gonfie e lucide di umore. La mia mano sinistra si infilò tra le cosce, trovò il clitoride pulsante e cominciò a massaggiarlo con dita esperte, mentre la destra scivolava sul ventre, cercando il bottone della gonna che spostai con un gesto malizioso.
Lui mi teneva ferma, mani salde sulle anche, poi con un tocco deciso mi sollevò, facendo scorrere la camicia fino alle spalle, scoprendo il seno, i capezzoli turgidi e ipersensibili. Sussurrò parole basse, profonde, mentre un altro uomo si faceva sempre più vicino.
Ancora ombre tra gli alberi. Guardoni. Lenti, silenziosi. Alcuni si fermavano lontano, altri si avvicinavano quel tanto che bastava per vedere. Uno, due, poi tre. Uno di loro aveva già il cazzo in mano, grosso, nerastro nella luce lunare, lucido di saliva o pre sperma. Se lo masturbava piano, con lo sguardo fisso sulle mie gambe spalancate. Un altro più dietro si strusciava contro un albero, il fiato corto, rotto.
Iniziai ad accarezzarmi. Il clitoride era duro, esposto, sensibile a ogni sfioramento. Mi muovevo con due dita, lente all’inizio, poi più sicure. Il mio respiro si fece più veloce. Le mani del mio uomo mi tenevano aperta, con calma ferma, mentre restava in piedi dietro di me, attento, eccitato, in pieno controllo. Mi sentivo il centro di tutto: della scena, degli sguardi, della tensione.
Poi uno degli uomini si fece più vicino. Non molto, forse due o tre metri. Aveva un’andatura irregolare, come se non sapesse bene dove fermarsi. Era alto, trasandato, i pantaloni aperti, il cazzo tirato fuori, teso e venoso. Si masturbava in piedi, il respiro pesante. Gli occhi erano puntati tra le mie cosce. Lo guardai appena, ma abbastanza da fargli capire che l’avevo notato. Non provai paura. Solo un fremito.
Il brivido dell’ignoto, del pericolo dosato. L’adrenalina mi salì in petto, si mescolò all’eccitazione. Il pensiero che quel corpo estraneo, sporco e affamato, fosse così vicino mentre mi aprivo davanti agli occhi di altri uomini, mi fece gemere. Le dita si mossero più in fretta, affondando dentro di me, fino alle nocche. Mi toccavo davanti a tutti, mentre gli sconosciuti si masturbavano in piedi, senza parlare.
Il più vicino accelerò. Il suo respiro diventò irregolare, animalesco. All’improvviso eiaculò. Il getto partì teso, imprevisto, caldo. Parte finì sull'asfalto. Un altro schizzo mi colpì la gamba, e poi una goccia sul ventre nudo. Trasalii. Un istante di stupore, poi il sangue mi si fece fuoco. Sentii il suo odore, lo sperma caldo sulla pelle, l’umidità che si mescolava al mio piacere.
Mentre cercavo di rimettermi in equilibrio con il respiro, improvvisamente, sentii una mano ruvida e calda scivolare lungo la mia coscia, quasi senza che me ne accorgessi. Quel tocco, così imprevedibile, mi fece gelare e accendere tutto in un istante. La mia mano raccolse lo schizzo di sperma fresco, tiepido e appiccicoso, lasciato da uno dei guardoni che si masturbava a pochi passi da noi. Con un gemito basso e carico di desiderio, portai quelle dita alla bocca e le leccai lentamente, assaporando il gusto salato e dolce di quella trasgressione.
Lui, il mio uomo, intanto, senza perdere un attimo, si infilò alle mie spalle e cominciò a penetrarmi con il suo cazzo duro e grosso, lento ma deciso, dentro il mio culo stretto e desideroso. Ogni suo movimento era una scarica di piacere e dominio. Il contrasto tra il tocco violento e la mia bocca che gustava quella segreta polvere proibita mi mandava in estasi.
Il respiro mi si fece affannoso, la testa girava tra il piacere e la follia del momento. Mentre lui spingeva dentro di me, un altro uomo si avvicinò, con i pantaloni abbassati e il cazzo duro e grondante. Involontariamente, un secondo schizzo di sperma colpì i miei glutei, calda, scivolosa, pungente sulla pelle nuda.
I miei occhi si chiusero, mentre con la mano destra afferrai il membro del mio uomo e lo guidai dentro di me più profondamente, desiderosa di sentirlo fino in fondo. Sentivo la pelle calda contro la mia, la tensione dei muscoli, il suono del respiro e dei gemiti che si mescolavano al fruscio del vento e dei corpi attorno.
Venni con un grido soffocato, le gambe tremavano e il cuore batteva all’impazzata. Lui non rallentò, penetrava ancora e ancora, mentre io raccoglievo con la mano libera un po’ di quello sperma fresco e me lo portavo alle labbra, leccandolo avidamente, con la lingua a esplorare ogni goccia, ogni profumo.
Quando finalmente si fermò, mi tirò a sé, sudata e bruciata, sentendo il calore del suo corpo contro il mio. Il mondo intorno a noi svanì, restammo solo noi, l’odore della trasgressione e la luna a farci da testimone.
Dopo che ebbe finito dentro di me, il respiro ancora affannoso e la pelle arsa dal piacere, sento un fremito diverso, una scarica nuova di adrenalina e paura che si mescolano insieme.
Lui mi guarda negli occhi, con quell’intensità che non ammette repliche, e senza dire una parola mi spinge delicatamente verso uno degli uomini che ci stavano osservando, un tipo alto, con mani grandi e dita forti, il cazzo già duro e gocciolante.
Sentii il cuore accelerare come mai prima, una paura viscerale mista a un’eccitazione bestiale, come se stessi camminando su un filo sospeso sopra un precipizio. Lui mi spinge a inginocchiarmi, e l’odore forte di sudore e sesso mi avvolge, un orgasmo nuovo cresce dal basso.
Un altro uomo si avvicina da dietro, abbassa i pantaloni e con decisione mi penetra nel culo, il cazzo ruvido che entra lentamente, stirando e dilatando ogni fibra della mia carne. Un mix di paura e piacere mi attraversa, la mente si confonde tra il dolore pungente e il brivido umido dell’eccitazione estrema.
Mentre il cazzo spinge dentro di me, l'altro si afferra la mia testa e con ferma determinazione mi apre la bocca. Il suo cazzo, duro e caldo, scivola dentro, fino a toccare la gola. Stringo gli occhi per il riflesso, ma continuo a succhiare, la saliva che scende lungo il mio mento.
Sento il calore intenso del suo pene che si muove dentro di me, il gusto salato e acre, mentre le mani forti mi tengono ferma, quasi a proteggermi da me stessa. Poi, improvvisamente, un’ondata di calore esplode nella mia bocca: eiacula profondo, riempiendomi la gola di sperma denso e caldo.
Il sapore mi invade, la gola brucia per l’intensità, ma non posso far altro che deglutire, sentendo ogni goccia scendere dentro di me. Il mix di paura, umiliazione e piacere crudele mi travolge, la mente si perde tra il bisogno e la resa totale.
Le mani che mi stringono, il cazzo che pulsa nel mio culo, la bocca piena e umida: in quel momento so che sono completamente sua, ma anche di quegli estranei che si impossessano di me in un gioco di potere e desiderio senza fine.