STORY TITLE: Leccami come il tuo silenzio 
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STORY

Leccami come il tuo silenzio

by ilmattiniero
Viewed: 174 times Comments 1 Date: 14-06-2025 Language: Language

Lara entrò in cucina come se sfilasse sul bordo di un palco invisibile. Il suo vestito era nero. Nero vivo. Lungo, lucido, cucito addosso. Ogni suo passo faceva brillare le micropaillettes come fossero scintille d’attrito. Senza reggiseno. Senza mutandine. Solo pelle sotto. Pelle calda. Pronta.
Sulle labbra, il rossetto più spudorato che avesse mai scelto. Rosso da spettacolo. Rosso da ingoiare.
Non un rosso da baciare.
Io la guardavo. Seduto. Fermo.Duro.
Lei si mosse lentamente nella stanza, fingendo naturalezza, ma sapeva. Sapeva cosa stava provocando. Sapeva che ogni suo gesto era una miccia accesa
Ma non si aspettava quello che arrivò.
Mi alzai. La raggiunsi da dietro, senza una parola. Le posai una mano tra le scapole, l’altra sulla nuca. E le dissi: “Allarga un po’ le gambe.
Lei esitò un attimo. Poi lo fece. E lì, senza chiederlo, mi inginocchiai.
Sollevai il vestito piano. Nuda. L’umidità fra le cosce già mi dava ragione. Senza usare le mani, affondai con la lingua.
Lara si irrigidì, colta di sorpresa.Le gambe tremarono. Un gemito le uscì dalla gola come se non fosse il momento giusto, ma il corpo non sapesse più aspettare.
Le tenevo ferme le cosce.Le spalle contro il tavolo. E la leccavo. Forte. Lento. Sottile. Profondo.
Fino a sentirla perdere il controllo.
Il vestito le frusciava sulla pelle.
I capezzoli spingevano sotto il tessuto.
Il suo profumo cambiava.
La voce si spezzava in piccoli suoni indecenti.
Poi mi fermai.
Mi alzai.
La guardai negli occhi.
Non venire. Non ancora.”
“Siediti su quel tavolo. Così. Aperta. Bagnata. Con il mio odore tra le gambe. E mi guardi mentre prendo questo caffè.
Lei obbedì. Silenziosa. Seduta sul tavolo, con il viso ancora teso e il corpo pronto a esplodere. Ma non la toccai più. Bevvi il caffè. La lasciai lì. In attesa. In fiamme.
Dopo lunghi minuti, le feci un cenno. Si alzò. Si avvicinò. La voltai. La piegai di nuovo sul tavolo.
 Il culo alto. Il vestito arrotolato. E ripresi a leccarla, affondando più a fondo, più sporco, più deciso. Questa volta non le davo tregua. La tenevo stretta. La prendevo tutta.
Con la lingua, con la voce che sussurrava: ”Non trattenerti. Fammi vedere quanto perdi il controllo.
E venne.
Un’onda. Un crollo. Un grido aperto, rotto, quasi un singhiozzo. Le gambe che cedevano. Il tavolo che raccoglieva il suo corpo scosso. Il liquido che colava sulle cosce.
Rimasi in ginocchio, il viso umido del suo sapore. Fiero. Duro. E ancora affamato. Mi alzai lentamente. Le passai due dita tra le gambe, là dove bruciava ancora. Poi gliele portai alla bocca.
Lara le prese. Le succhiò. Senza parlare. Con gli occhi stanchi, ma pieni di luce.
Si voltò.Aveva il vestito caduto a metà. Il seno scoperto. Il rossetto sbavato solo agli angoli. La pelle umida. Il respiro come un tamburo sgonfio.
Io mi slacciai i pantaloni. Le mostrai quanto fosse ancora colpevole. “Guarda cosa hai fatto.” “Mangiatelo tutto.
Si inginocchiò.Ancora.Come se fosse la cosa più naturale. E cominciò a succhiare. A prendermi in bocca senza grazia, senza filtro.
Era stanca, ma non sazia. Era vuota, ma voleva essere riempita ancora. E mentre la tenevo per i capelli, senza baci, senza parole d’amore, le sussurrai: “Dopo ti scopo sul letto”.
“E ti scopo in silenzio.” Solo per sentire quanto ti bagnerai ancora, anche quando pensi di aver finito.
Lara non rispose. Ma tremava. E il suo corpo diceva solo una cosa: Non è finita.

POSTED 1 COMMENTS:
  • avatar griso grazie per questo splendido racconto!

    15-06-2025 12:00:56