HISTOIRE TITRE: il primo tradimento 
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il primo tradimento


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il primo tradimento

by Andreacp32
Vu: 310 fois Commentaires 5 Date: 02-11-2022 Langue : Language

Ciao a tutti, sinceramente ritenevo di aver concluso il mio estemporaneo momento di scrittura perché, come avrà capito chi ha letto tutti i racconti, l’intento era quello di raccontare una storia vera con i suoi reali sviluppi. Non sono una persona che scrive di fantasia e quindi non avevo altro da dire. I messaggi ricevuti da tanti lettori erano sicuramente uno stimolo ma non ero intenzionato ad inventare nulla. Fino a che non ho ricevuto una richiesta di raccontare il primo tradimento di Silvia per mostrare la sua indole troiesca. In effetti non mi ero mai inoltrato con lei in racconti dettagliati circa il “prima di me”. Ho deciso così di farle leggere la richiesta e le ho formulato la fatidica domanda. Non posso negare che il suo racconto mi ha stimolato immensamente e che le sue parole sono proseguite unitamente alla sua mano sul mio cazzo fino a farmi esplodere…a metà della storia. Per qualche giorno l’ho stuzzicata e finalmente mi ha concesso di scriverla (e di pubblicarla dopo sua totale approvazione). Si tratta di una giovane Silvia. Il suo fisico era già formato e sul pube aveva quella peluria semi selvaggia che ormai da anni non ha più. Era fidanzata con Michele che aveva qualche anno in più di lei ma che di esperienza era pari a zero. Silvia era alle prime armi ma si poteva notare una certa inclinazione verso il sesso. Con lui l’aveva fatto la prima volta e piano piano le stava piacendo sempre di più. A quell’epoca non aveva possibilità di confronti ma ora può dire che il cazzo di Michele era nella media e che comunque anche lui era abbastanza portato per il sesso anche se troppo concentrato su sé stesso più che sulla partner (i classici errori di gioventù). Tra loro il sesso non era frequentissimo per ovvi motivi di luoghi disponibili ma il petting ed i giochi orali si sprecavano. Silvia aveva come propria prerogativa quella di non lasciarlo mai insoddisfatto e quindi Michele ogni volta che si vedevano se ne tornava a casa con almeno una sega o un pompino. Spesso Silvia concludeva da sola nella sua camera chiudendo gli occhi e ripensando a quello che aveva fatto e al cazzo di Michele. Con mio grande stupore ho scoperto che però non ingoiava alla fine del pompino. In realtà avrebbe sin da subito voluto ma secondo Michele, il fatto di ingoiare era una cosa da troia, da poco di buono, e pertanto i pompini finivano sempre con lui che si toglieva e che con un fazzoletto imbrattava la propria mano. Non era una cosa che potesse scalfire il loro rapporto ma più di una volta Silvia aveva tentato di proseguire mentre lui con forza si distoglieva da lei. Venne il giorno di andare in gita (l’ultimo anno). La classica gita di 3 giorni. La sera prima di partire Silvia passò a salutare Michele e fecero sesso silenzioso in camera di lui. Uscì appagata e contenta di quella scopata e pronta a stare lontano dal suo amore per qualche giorno. Il viaggio in pullman era iniziato, come spesso accade, con la separazione tra maschi e femmine. Le donnine iniziavano la loro serie di confessioni e commenti per passare il tempo oppure, come Silvia, si ascoltava insieme all’amica del cuore il walkman in due (un auricolare a testa). Ovviamente con l’orecchio libero si sentivano i racconti delle altre. Fu così che la sua amica Arianna interruppe l’ascolto e riprendendo un discorso delle altre fece la sua confessione a Silvia: “ieri sera ho buttato giù”. Non ci fu nemmeno bisogno di chiedere cosa perché Silvia aveva perfettamente intuito che si trattasse di sperma. Si sentii strana e forse arrabbiata o gelosa perché la sua amica aveva avuto quell’esperienza, mentre lei che amava già farlo non poteva per colpa di Michele, e iniziò con una serie di domande per poi giungere alla conclusione che ad Arianna non era piaciuto per nulla. Mentre la sua amica raccontava la cosa come disgustosa, saliva in Silvia la voglia di sentire quel gusto da Michele. Se lo ripromise ed anzi se lo impose. Al ritorno dalla gita sarebbe andata dal suo Michi e avrebbe trovato il modo di farlo finire in bocca magari anche a tradimento ma lo avrebbe fatto. Il viaggio proseguì come tutti i viaggi scolastici fino all’arrivo ed alla consegna delle chiavi e suddivisione delle stanze. Dalla testa di Silvia non riusciva ad andarsene la voglia di provare e di sentire il cazzo di Michele che esplode nella sua bocca. Quella sensazione di caldo nella bocca raccontatale dall’amica in maniera disgustosa, a lei invece dava intriganti pensieri e la faceva volare al suo primo pompino (che per inciso fu con ingoio perché il tipo non era come Michele). Finalmente arrivò l’ora di poter telefonare a casa (mica c’erano i cellulari) e Silvia utilizzo la chiamata per sentire Michele. Lo provocava al telefono per farlo eccitare e poi non riuscendosi più a trattenere gli disse “non ti toccare in questi giorni perché appena torno voglio sentirti tutto in bocca…fino alla fine”. La telefonata prese una piega diversa da quella sperata, Michi si incazzo pesantemente dicendole che se voleva una troia l’avrebbe cercata a pagamento e che se lei lo avesse fatto, non l’avrebbe baciata per un mese. La telefonata ed i toni rientrarono a poco a poco ed anche le idee intriganti di Silvia si spensero con forte delusione. Inutile raccontare l’intera gita, molto più interessante arrivare ai punti salienti. Si sa che a quell’età, se dici una cosa ad un’amica, il forte rischio è che questa lo dica al fidanzato e che lui divulghi tutto con gli amici. E così fu. In un momento di pausa Arianna si ritrovò con il fidanzato da sola in camera. Non ci volle molto perché il suo cazzo finisse nella bocca di Arianna che però, al momento opportuno, scostò la propria bocca per farlo venire con la mano. Al disappunto del ragazzo, Arianna espresse la volontà di non ingoiare mai più visto che ancora si sentiva la bocca strana e quel gusto che continuava a tornarle sulle papille. E poi la classica bastardata: “mi devo trovare anche io uno come il fidanzato di Silvia”. Da lì, iniziarono le domande e Arianna spiegò la differenza di vedute tra lei e Silvia per arrivare alla classica “chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane”. Ovviamente il fidanzato di Arianna non si fece scappare l’occasione di raccontare agli amici che la sua fidanzata gli aveva fatto un pompino con ingoio e che pure la sua amica avrebbe tanto voluto farlo ma purtroppo aveva un fidanzato coglione. L’ultimo giorno della gita era prevista una cena tipica e poi i ragazzi avevano la possibilità di girare per la città con orario ben preciso per il rientro. Fu così che Gabriele per tutta la sera si attaccò a Silvia manifestando il proprio interesse in maniera inequivocabile. Silvia non l’aveva mai ritenuto alla sua altezza ma il fatto di essere corteggiata, seppur non in maniera troppo galante, la rendeva contenta. Finita la cena la combriccola si divise ed a piccoli gruppi si diresse per le varie zone della città. Silvia perse di vista Arianna e si ritrovò sola con Gabriele. Arrivati in una viottola stretta, lui la fece appoggiare contro il muro e cercò di baciarla. Silvia sfuggì al bacio ma non si risentì per quell’approccio e non batte ciglio nemmeno quando con vigore Gabriele le fece sentire il suo cazzo duro appoggiandosi alla sua gamba. Silvia sorrise e gli disse “hai una pistola o sei felice di vedermi?”, ma lui la incalzò “potrei assecondare i tuoi sogni”. Lo sguardo di Silvia si fece interrogativo, voleva capire il senso di quella frase: “che sogni?”. Gabriele si staccò da lei e ricominciò a camminare inseguito da Silvia che insisteva per comprendere cosa avesse voluto dire. Dopo lunghe insistenze lui le rispose “lo sanno tutti che vuoi assaggiare la sborra”. Un fremito percorse la schiena di Silvia e i sentimenti erano più di uno. Da un lato c’era il fatto di voler davvero assaggiare ma dall’altro c’era il fatto di essere stata tradita dall’amica con il rischio di sputtanamento con tutti gli amici. Gabriele non le lasciò il tempo di pensare troppo e, prendendo la mano di Silvia, si fece accarezzare il cazzo. “vedi che ho ragione e che non vedi l’ora di provare!”. Silvia voleva solo andarsene ma fece l’errore di aprire bocca “si, così poi lo vai a raccontare a tutti”. Da qui iniziò un lungo corteggiamento che proseguì sino al rientro in albergo. Lui provò ad avvinghiarsi a lei ma venne respinto e se ne tornò nella sua stanza. Vi risparmierò le discussioni tra Silvia ed Arianna che durarono fino a che una professoressa non entrò in camera ordinando di spegnere le luci e di dormire. La mattina dopo, la situazione tra le due amiche era quasi appianata ma non si sedettero vicine sul pullman per il viaggio di rientro. Verso metà viaggio Silvia si addormentò e si risvegliò con al suo fianco Gabriele. Non dormiva più ma finse di farlo e di lasciare che lui le accarezzasse le gambe. Quelle mani le risvegliarono le voglie istintive e decise di godersi la scena, nella consapevolezza di non star facendo nulla di male. Dopo poco lui si avvicinò al suo orecchio per svegliarla e le sussurrò “hai un’ultima occasione. Quando ci fermiamo per pranzo ti faccio divertire”. Lei fingendosi mezza addormentata appoggiò la mano sul suo cazzo e potè sentirne il vigore. Adesso le parole di Gabriele avevano tutt’altro effetto rispetto alla sera prima. Lui le sussurrava una serie di porcate e a lei iniziava a piacere l’idea. Arrivò il momento di fermarsi per il pranzo e lui le disse “dai ho voglia di quella bocca”. Le cose furono velocissime, si allontanarono furtivamente ed entrarono nel bagno dell’autogrill semideserto. Lui provò a baciarla ma lei nemmeno ci pensava, si accovacciò ed iniziò ad armeggiare sui pantaloni di Gabriele, facendone uscire poco dopo un cazzo eretto e molto venoso. D’istinto ci si butto con la bocca prendendolo per bene, poi aiutata dalla mano iniziò un veloce movimento con la testa avanti e indietro. La sua mente volava, voleva sentire il gusto di sperma e le piaceva sentire la voglia di Gabriele che sembrava intento solo a voler sborrare. La situazione durò circa un minuto o poco meno, fino a quando le mani di Gabriele non presero la sua testa e sentii il cazzo pulsare. Alzò lo sguardo verso di lui che però aveva la testa rivolta verso l’alto e disse “arrivaaa”. Una vampata di liquido caldo le avvolse prima la lingua e poi le guance fino a scenderle in gola. Proseguì allontanandosi dall’asta senza perdere la cappella con la bocca grazie anche al fatto che la presa di Gabriele si era allentata. Succhiava ed ingoiava fino a tirarlo fuori e vedendo una goccina sulla cappella a risucchiare per toglierla. Lui si ricompose e lei si sentii completamente bagnata, eccitata e compiaciuta. Il gusto non era niente male ma era l’eccitazione di vedere l’uomo lasciarsi andare nella sua bocca che le era piaciuta. Arrivarono separati al tavolo e si sedettero ognuno con i propri amici. Non avevano parlato e non si erano detti nulla. Silvia non aveva fame e non volle nemmeno bere, voleva sentire quel gusto, voleva assaporarlo e capire se le piacesse o se in realtà le piacesse solo la situazione. Esplorava la propria bocca continuando a cercare quel gusto che aveva appena riscoperto e fece una promessa a sé stessa. Finì il tempo del pranzo e risalirono sul pullman con ancora un’oretta e mezza per arrivare. Sapeva che all’arrivo ci sarebbe stato Michele ad aspettarla e che sarebbero andati a casa sua. Ma non le importava nulla perché ogni volta che ripensava a quello che aveva fatto le veniva voglia di toccarsi e di rifarlo. Solo poco prima di arrivare si fece dare una chewingum, per togliere con un po’ di tristezza qualsiasi rimasuglio di Gabriele. Scese e si lasciò baciare da Michele e mentre la sua lingua si intrecciava con quella del fidanzato ripensava al pompino di qualche ora prima e si sentiva eccitata e vogliosa. Andarono a casa, era pomeriggio e non c’era nessuno. Si buttarono sul letto e lei iniziò a cavalcarlo cercando un orgasmo che arrivò in breve tempo, poi si tolse da lui e lasciandolo sdraiato si dedicò con la bocca al suo cazzo. In quel momento le venne in mente l’autogrill e così fece alzare Michele e si mise nella stessa posizione che aveva assunto con Gabriele, lo succhiò nello stesso modo e prese le mani di Michele per mettersele sulla sua testa ma non fece in tempo a sentire il cazzo pulsare che lui lo tolse dalla sua bocca per sborrare per terra. Si ributtarono sul letto e lei raggiunse un altro orgasmo con la lingua di lui. Mentre veniva leccata però il pensiero era fisso sul bocchino di Gabriele, su quel cazzo che pulsava in bocca e sui fiotti che le inondavano la bocca. Non fece nemmeno caso alle parole di Michele che le disse di averla trovata vogliosissima e si fece riaccompagnare a casa. Questo fu il primo tradimento di Silvia ma fu anche l’inizio del suo volere godersi appieno il sesso. Dopo questo racconto dove io sono venuto al momento del bocchino a Gabriele le ho poi fatto una domanda che mi era rimasta in sospeso: “qual era la promessa che aveva fatto a sé stessa durante il pranzo?”. Silvia mi ha guardato con la mano sporca del mio sperma e mi ha risposto “se Michi non mi avesse fatto ingoiare, avrei continuato ad ingoiare Gabriele”. Il mio sguardo interrogativo ha preso la sfaccettatura di un sorriso e ho chiesto “ed hai continuato con Gabriele?”. La sua risposta mi ha fatto eccitare nuovamente: “Sai com’ero e puoi immaginarti che non mi sono fermata a Gabriele”.

Lo so è un racconto diverso e meno “porno” di quelli che ho scritto in precedenza ma è comunque reale. Fateci sapere se vi piace, se avete domande o proposte su nuovi racconti
Samu e Sil

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