HISTOIRE TITRE: Scarpe bianche, anime colorate. 
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Scarpe bianche, anime colorate.


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Scarpe bianche, anime colorate.

by Adamsberg
Vu: 179 fois Commentaires 2 Date: 10-07-2022 Langue : Language

Quel che per prima cosa mi viene in mente è questa scarpa bianca e il suono della sua voce che si rompe ad ogni colpo del gigante muto. 
Venerdì sera non sapevo come sarebbe finita, sapevo solo che A. si sarebbe liberata, col consenso del marito, e che la sua voglia di me era paragonabile alla voglia che io avevo di lei. Vieni, poi vediamo che fare: io avevo pensato al berci una birra al pub sotto casa mia,  poi avremmo avuto il tempo di salire e dedicarci con calma l'uno all'altra. Quando lei arriva però cambia tutto: la stronza si era messa un body traforato, una minigonna nera e stivaletti punk. Il tutto unito al suo capello lungo e argenteo, il rossetto blu ed un profumo alieno per quanto era intenso e coinvolgente. Non sei vestita da 'beviamoci una birra', le dico, e fatico a trattenere la voglia di saltarle addosso subito. ok, andiamo al club? 'quello che vuoi'. stronza, è quello che volevi io volessi e ti sei vestita in modo da non lasciarmi scampo. I club di venerdì sono sempre un po' sottotono, lo sappiamo, e l'idea è di berci qualcosa e poi vedere se accade qualcosa di interessante. Mal che vada sappiamo che il locale dispone di una piscinetta all'esterno di cui abbiamo già usufruito l'ultima volta che siamo venuti.
Veniamo accolti sulla porta dal proprietario col quale abbiamo già parlato un po' nelle due tre volte che siamo venuti qui, da quando ha riaperto.. una persona gentile al quale pare che A. piaccia parecchio, vista la gentilezza con cui la accoglie ogni volta.Del resto A. è dotata di quell'energia unica che la fa spiccare: ovunque lei sia, sembra sempre che sia l'unica cosa a colori in un mondo in bianco e nero.
La conosco da quasi otto anni e ancora non ho capito bene quanti anni abbia. l'altra sera erano 31 e in effetti i conti tornano, a pensarci. Appena entrati ci rendiamo conto del tenore della serata: due/tre coppie e molti singoli che si aggirano per la sala attendendo che qualche coppia si avventuri nel privè. Noi prendiamo tutti in contropiede, bevendo una cosa e subito andando alla piscina, ancora vuota: lei è la prima a spogliarsi completamente e a tuffarsi, io aspetto perchè voglio farle una foto, la foto che avrei voluto farle la prima volta che la vidi in quella piscina, vestita solo dei suoi tatuaggi. Le faccio la foto e poi mi spoglio e la raggiungo.  giochiamo un po', la tocco ma non la scopo. fuori dalla vasca qualche singolo passeggia o parla con un altro, tutti sempre ben attenti a tenere A. nel loro campo visivo, nel caso uscisse dall'acqua. Stiamo in acqua, scherziamo e giochiamo. le tocco la figa e mi accorgo che è bagnata, ma non dall'acqua. è bagnata da dentro, e questo mi fa salire il livello. mezz'ora o poco meno e usciamo, ci asciughiamo nei teli gentilmente offertici dalla struttura, e in poco tempo siamo rivestiti e pronti a rientrare. 
A quel punto la nostra serata ha già un senso, e potrebbe serenamente finire tornando a casa da me a scopare. decidiamo tuttavia di avventurarci nel buio del privè un'ultima volta. ed è lì che, affacciandomi  all'ultima sala in fondo a destra, vedo quelle scarpe bianche e sento quei gemiti. 
la donna è supina sul letto tra tre uomini, due le tengono le gambe sollevate, uno la sta scopando. Non la vedo, non so come sia fatta, non l'avevo vista prima, probabilmente è entrata quando noi stavamo in acqua e ora ne vedo solo le scarpe e le gambe tenute in alto dai due vassalli, uno dei quali capirò in seguito essere l'accompagnatore.
L'uomo che la sta possedendo con quella silenziosa brutalità è una bestia dalle spalle enormi, senza capelli, abbronzato, sui 45 anni. la sta scopando con forza e lucidità e non si è tolto la maglietta bordeaux. Lui sta ai piedi del letto, e sento i colpi dei suoi fianchi sbattere sul grembo di lei, un rumore ritmico accompagnato dal sussulto di lei che asseconda i colpi come aria spinta dal basso fino a percuotere le corde vocali.A. va a fumare ('torno subito'). è il suo modo per dirmi che non si sente intrigata dalla situazione ma che al tempo stesso non avrebbe nulla a che ridire se io mi proponessi o lasciassi coinvolgere, tuttavia io non intendo farlo: Il modo in cui si sta svolgendo quell'amplesso non è tra quelli che accendono le mie voglia. 
ad un certo punto i colpi terminano e con loro i sussulti. Non è chiaro se lui sia venuto, ma si sposta se se ne va passandomi davanti e concedendo un ampio varco alla mia visuale. 
Posso vedere quel corpo bianco, minuto e ben fatto, il ventre piatto, capelli scuri lunghi e lisci, i seni proporzionati. avrà 30 anni, forse qualcosa di più.  Per un attimo gli occhi di lei entrano nei miei, solo un istante durante il quale mi accorgo che lei ha registrato la mia presenza come qualcosa di estraneo alla situazione, forse per il modo in cui la stavo osservando. 
Non saprei riconoscerla, ora, ma ho cercato di capire come stesse, cosa pensasse, se dovessi definire la sua espressione userei la parola abbandono e la parola dolcezza, nessun trauma ma anche nessuna emozione particolarmente intensa. Poco dopo si tira su, aiutata da quel che immagino essere il compagno, e resta seduta sul bordo del materasso. le passano degli slip di pizzo che lei infila come se si rivestisse uscendo dalla doccia.
A. ritorna e mi interroga con lo sguardo, no bambolina non è successo niente, le dico. il piccolo assembramento si disperde nel corridoio, qualche singolo non leva gli occhi da A. forse sperano in un secondo round con lei al centro: in passato e in altri posti era accaduto, ma quella sera sapevo che non sarebbe accaduto. A. mi bacia e mi fa capire quanto mi vuole, io calcolo a mente il tempo di macchina tra il locale e la mia stanza. occorre attraversare la città ma sono le due di notte e non ci vorrà molto: resisti 18 minuti? 'no, ma ok'. uscendo, vedo la donna seduta sui divanetti, accudita dal suo accompagnatore. è minuta, leggera, la direi fragile, eppure l'ho vista resistere ai colpi di un uomo enorme, non so però quanto fosse dotato. penso a lei, a quel modo di farsi prendere, alla tranquillità con cui si è lasciata montare sotto gli occhi del compagno, e penso che questo è davvero un mondo fatto di infiniti colori differenti, alcuni dei quali io non so vedere. 
ma è arrivato il momento di accendere i colori di A. sul mio letto grande con quel grande specchio di fronte, stasera lo faremo con qualche luce accesa, perché avremo voglia di vederli tutti, quei colori. 
Il giorno dopo A. mi manda una foto, è al fiume col marito ed è vestita in modo completamente diverso. mi ringrazia per la serata, nella foto io riconosco tutti i suoi colori.  
Metterò quella foto sul profilo, non appena questo racconto verrà pubblicato.

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