STORY TITLE: SOLO NELLA MIA TESTA 
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STORY

SOLO NELLA MIA TESTA

by Naughtypair
Viewed: 106 times Comments 0 Date: 19-06-2025 Language: Language

Era notte fonda. Lara era nel letto, nuda, le lenzuola gettate via, la pelle già calda. Il corpo ancora stanco per la giornata, ma la mente... la mente correva.
Lo vedeva. Sempre lui. L’uomo che la comandava senza toccarla, che la piegava con uno sguardo, che la usava anche quando era lontano.

Aveva lasciato le luci soffuse, lo specchio di fronte al letto. Si guardava mentre allargava le gambe lentamente, le dita già tra le labbra intime, bagnate. Ma non erano le sue mani, no.
Erano le sue.
Quelle dita forti che l’avrebbero fatta urlare se fosse stato lì.

«Hai bisogno di venire, vero?» immaginava la sua voce nella testa. «Ma non lo fai da brava. Lo fai da puttana. Guardando te stessa mentre ti distruggi.»
Lara obbediva alla fantasia. Si toccava senza pietà. Due dita sul clitoride, il medio che spingeva dentro con forza. Gemiti bassi, sporchi, il respiro che le tremava.
«Guarda quanto sei bagnata per me. Ti basta il pensiero del mio cazzo e ti riduci così? Ridillo.»
«Sì... mi basta il pensiero... voglio che mi prendi, che mi sporchi…»

Lo immaginava che la teneva per i capelli, che le spingeva la testa sul cuscino mentre la scopava da dietro, forte, senza tregua.
Le dita aumentavano il ritmo. Il clitoride pulsava. Il suono umido si mescolava al suo respiro spezzato.
«Non fermarti. Fammi vedere come vieni mentre pensi al mio cazzo dentro di te. Alla mia mano sulla tua gola. Alla voce che ti dice quando puoi.»

Lara affondò le dita ancora più dentro. Si stava distruggendo da sola, e adorava ogni secondo.
«Schiava mia. Vieni solo se sei la mia troia.»
«Lo sono... sono tua... vengo per te…»

E venne.

Con un gemito forte, il corpo piegato, le cosce che tremavano, il ventre che si contraeva. Le dita bagnate, il lenzuolo zuppo. L’orgasmo la travolse come uno schiaffo. Sporco. Totale. Liberatorio.

Rimase lì, a guardarsi allo specchio. Il petto che si sollevava, le labbra semiaperte. Ancora calda, ancora affamata.

Nella testa, lui sorrideva.
Perché sapeva che l’aveva comandata. Anche senza toccarla.

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