Un ricordo indelebile.
by pennabiancaVisto: 876 veces Comentarios 2 Date: 09-02-2025 Idioma:
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Mi chiamo Giulia, sono una bella ragazza dagli occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel seno prosperoso, bel fisico snello, un bel culetto alto e tondo molto ambito, e cosce davvero belle. Dopo anni di fidanzamento, tra circa sei mesi mi sposo. Oddio, mi sposo! Questa cosa mi sconvolge! Mi sposo? Non sembro molto convinta, cioè voglio sposarmi e Federico è sicuramente un buon marito, ma voglio solo un buon marito? Altre domande si affollano nella mia testa e continuano a crearmi ansia e confusione. Stiamo bene insieme, siamo due persone impegnate nel nostro lavoro ed abbiamo diversi interessi in comune. Ad esempio, entrambi amiamo la vita e le vacanze
plein air
, anche se questa cosa fa impazzire più me che lui. Quando sono in vacanza, a me piace muovermi, esplorare e, soprattutto, godere dei profumi e dei sapori del territorio che sto visitando, mentre lui è molto più pantofolaio. In effetti, questo è un po' il suo difetto: non avere troppa fantasia e preferire i soliti cliché. Ancora dubbi, ancora incertezze che mi portano a ripetere sempre la solita domanda: mi sposo? Anche nel sesso il suo comportamento è alquanto ripetitivo, è qualcosa che, se per un verso mi dà tranquillità e sicurezza, dall’altro mi genera anche delle insoddisfazioni. L'ho già cornificato una volta con un maschio maturo, che sono la mia passione, e con quell'uomo ha vissuto momenti indimenticabili, in occasione di una vacanza dove, oltre ad imparare ad andare in immersione, mi son lasciata sommergere dal piacere che lui mi ha dato. È stato un momento particolare della mia vita, una parentesi che, ogni volta che chiudo gli occhi, ricordo con estremo piacere. In quel caso mi son sentita veramente femmina, ma anche puttana. Poi, son tornata alla vita di tutti i giorni, al continuo ripetersi di gesti e cose talmente inutili che, alla fine, non provi nemmeno più il gusto di farle. Però mi sposo. Ormai è assodato ed anche dato così tanto per scontato, che mi fa quasi paura. Eppure non dovrei, perché lui è un bravo ragazzo, una persona su cui puoi contare sempre, un buon lavoratore e, sicuramente, sarà anche un buon padre, ma... è questo che voglio? Sì, lo voglio! Me lo ripeto ogni mattina guardandomi allo specchio e mi rimprovero di queste mie incertezze. Ogni mattina, quando mi lavo la faccia e mi preparo ad affrontare l'ennesima monotona giornata, mi guardo allo specchio e mi rimprovero.
Giulia, basta! Giulia smettila di avere queste incertezze, queste paure! Giulia è ora che ti sposi o diventerai vecchia, tardona e zitella.
Faccio sempre un profondo respiro, poi mi preparo e, come ogni giorno mi chiudo nel mio ufficio, tra quattro pareti, dove passo otto ore del mio tempo a far cose assolutamente scontate; ma, ogni tanto, la mia fantasia mi fa evadere e, con la mente, ripercorro gli splendidi momenti che ho trascorso all'Isola d'Elba, con il mio istruttore di sub e questo pensiero mi eccita, mi fa bagnare le mutandine e, più di una volta, mi sento costretta ad andare in bagno a masturbarmi, in silenzio, per non fare rumore e poi asciugare i miei umori e, una volta uscita da quell'angolo di mondo in cui mi son proiettata per alcuni istanti, immaginando di esser ancora tra le braccia di quel maschio possente, torno alla mia vita di tutti i giorni. Così, lentamente, passano giorni, settimane e anche mesi e, nel frattempo, si avvicina sempre più la data dell'evento e, con essa, aumenta la mia insoddisfazione, il mio stress, e la mia confusione. Naturalmente cerco di nascondere al meglio questo mio dissidio interiore, sfoderando un sorriso dolce e abbracciando e tenendo stretto il mio uomo, facendogli sentire che sono completamente pronta per questo fatidico passaggio della vita.
In realtà mi sento uno schifo: l'unica che se n'è accorta, è la zia Maria, sorella di mia madre. È un’arzilla vecchietta che mi adora, come se fossi sua figlia. Mi fa molto piacere passar del tempo con lei, perché, fin da piccola, ho avuto un rapporto alquanto speciale con questa donna che, nei primi anni della mia vita, mi ha accudito come una babysitter, in quanto mia madre lavorava e era lei che si prendeva cura di me. Negli anni, il nostro rapporto è diventato sempre più intimo e riservato ed è l'unica persona al mondo che ha capito il mio stato, la mia indecisione, di cui, spesso e volentieri, confido anche a lei. Quando siamo a meno di tre mesi dal matrimonio, un pomeriggio che ero passata a trovarla, un giorno di pioggia in cui mi sentivo ancor più depressa e, soprattutto, ansiosa, indecisa e molto stressata, lei si è subito accorta del mio disagio e le sue parole sono state un vero toccasana.
«Gioia mia, hai un aspetto veramente preoccupante. Non è possibile che la mia adorata nipotina, che tra poco diventerà una signora, abbia quest'aria così abbattuta, così depressa. Amore mio, confidati con tua zia e dimmi che cos'è che non va. Non posso vederti ridotta così. Sei uno straccio! Dovresti esser felice nell'ansia di sposarti, mentre, invece, sembri una vittima sacrificale. Se non ti vuoi sposare, non lo fare!»
Sedute sul divano, lei mi tiene stretta tra le sue braccia, come ha sempre fatto, fin da piccola. Abbasso gli occhi, perché non riesco a reggere il suo sguardo e, con una voce malinconica cerco di non farla preoccupare più di tanto, ma lei che mi riconosce bene, mi solleva il mento e mi guarda dritta negli occhi.
«Giulia, hai bisogno di cambiare aria. Prendi questo tuo futuro marito e vattene per un paio di settimane lontano da tutto e da tutti. Avete bisogno di riposarvi tutti e due. Vi ho visto insieme domenica scorsa e mi sembrate due zombi, non due persone che stanno per sposarsi. Siete sfiniti, stressati e, soprattutto, troppo confusi. Il matrimonio è l'unione di due persone che mettono la loro vita sullo stesso piano e condividono il bene e il male, ma, soprattutto, la complicità del rapporto che dovrà convivere tra di loro. Domenica scorsa sembravate due persone che stanno per stipulare un contratto di lavoro, non un matrimonio! Gioia della zia, vattene! Dammi retta, prenditi un momento di pausa!»
Faccio un profondo respiro e cerco di capire come fare per non impensierirla, ma lei che mi conosce bene subito mi spiega cosa devo fare.
«Ho un amico in Toscana, che ha uno splendido agriturismo, a ridosso di un meraviglioso parco naturale, annesso alla sua proprietà, ha anche un piccolo maneggio con alcuni cavalli e, se non ricordo male, alla mia nipotina piace molto cavalcare; quindi, prenditi due settimane di ferie e poi trascina tuo marito in quel posto, a passare quindici giorni senza pensare a nulla.»
Mi guarda fissa negli occhi ed io rifletto sulle sue parole; poi prendo il telefono e parlo con il mio futuro marito. Dieci minuti di dura conversazione, per giungere alla conclusione che per lui è praticamente impossibile prendere le ferie prima delle nozze. Provo ad insistere, ma tutto quello che ottengo da lui è la sua classica risposta.
«Giulia, non posso fare come mi pare! Capisci che nel mio lavoro non mi posso assentare, senza una lunga preparazione e/o programmazione; di conseguenza, se ne hai proprio bisogno, va pure tranquillamente da sola! Tu puoi prendere le ferie come e quando vuoi, quindi, se senti di dover staccare la spina, va pure. Il matrimonio è quasi tutto organizzato, quindi non dobbiamo far altro che attendere la data fisata per le nozze, per cui se senti la necessità di rilassarti, fa pure come vuoi. Io ti amo e non ho riserve mentali a lasciarti andare. Giulia, non insistere, perché non posso venire!»
Guardo mia zia ancora più imbufalita di prima. Lei scuote il capo e mi stringe a sé con forza, consolandomi.
«Capisco tutte le tue preoccupazioni ed anche l'indecisione che ti assale ed è proprio per questo che ancora una volta ti esorto a prenderti una vacanza, da sola, anche così può andar bene se sta bene a lui.»
Annuisco e le dico che sono pronta. Chiamo la mia dirigente e mi faccio assegnare due settimane di ferie a partire dalla settimana successiva. Nello stesso tempo, lei chiama il suo amico Mario e prenota un soggiorno presso di lui. Quando sta per chiudere la comunicazione, lei gli dice che gli manderà una foto di me e, soprattutto, si raccomanda con lui, affinché sia trattata davvero con i guanti bianchi. Mi scatta una foto quasi a sorpresa e poi, prima di inviarla, aggiunge una didascalia.
Mario, per cortesia prenditi cura della mia nipotina. Sei una persona di cui mi fido ciecamente e sono sicura che saprai come farla rilassare, perché ne ha estremamente bisogno!
Lui risponde che non ci son problemi, che tratterà sua nipote nello stesso modo in cui si è preso sempre cura di lei, ogni volta che gli ha fatto visita ed è stata ospite nel suo agriturismo. Tre giorni dopo, mi metto in viaggio. Lungo il tragitto, rifletto su tutto quello che mi sta capitando e mi sento ancor più indecisa. Prima di partire, ho fatto sesso con Federico, ma ancora una volta non è stato niente di che. Per lui il sesso è l'equivalente di una ginnastica da letto; nessuna fantasia, nessun momento particolare, solo gesti abitudinari ed estremamente ripetitivi. Mi bacia, mi accarezza, mi masturba quel tanto che basta per farmi bagnare, poi, mi sale sopra e mi penetra; si muove abbastanza velocemente e, quando sente che ho raggiunto un orgasmo, lui si muove ancora un po' più in fretta e, da quando assumo la pillola, mi viene dentro. Dopo di che rimane qualche istante ancora dentro di me, poi mi bacia, si gira e si mette a dormire. A volte penso che, e ne sono convinta, più che far sesso, al lui tutto questo serva solo per svuotarsi le palle. Perciò penso anche che, se qualche volta lo cornifico, è quasi un atto dovuto verso me stessa! Accidenti! Con questi ragionamenti, non arriverò da nessuna parte. Ancora confusione. Ancora momenti di infinita incertezza.
Seguendo le indicazioni, ben presto arrivo all'agriturismo di Mario e, quando scendo dalla vettura, mi viene incontro un bel maschio, alto, con i capelli corti, completamente bianchi, gli occhi marroni e un fisico tipico di chi fa una vita sana, all'aria aperta. Abbastanza alto, con una corporatura massiccia e la pelle abbronzata, non dal sole estivo, ma da una vita all'aria aperta per tutto l'anno. Ha le braccia forti, le mani grandi e mi accoglie con un grande sorriso.
«Buongiorno, signorina Giulia! Benvenuta nel mio agriturismo! Mi fa piacere aver la nipotina di Maria come mia ospite. Questa mattina mi ha telefonato sua zia e mi ha raccomandato di farle passare qualche giorno di puro relax, perché dice che ne ha davvero bisogno. Le comunico, fin da ora, che è molto fortunata, perché, non essendo ancora periodo di ferie, lei è la mia unica ospite e, poiché mia moglie è fuori per tutto il mese, io mi prenderò cura di lei personalmente e spero di soddisfare tutte le sue esigenze.»
Mi fa entrare nella parte centrale dell'edificio, che consiste in uno splendido casale, completamente ristrutturato. Un misto di pietra e legno, bellissimo; mi assegna una camera spaziosa e molto luminosa. Il letto è in ferro battuto, come quelli di una volta e, dalla finestra grande, che dà sul retro della struttura, posso ammirare, fin da subito, la splendida piscina che c'è a poca distanza. Faccio un profondo respiro, sistemo le mie cose e decido che voglio spegnere la mente e cancellare tutti i miei pensieri.
Mi guardo allo specchio e mi impongo di rilassarmi!
Adesso, Giulia, pensa solo a divertirti: sole, aria pulita e tanto relax, dovrà esser questa la tua vita per i prossimi quindici giorni.
Mi sdraio sul letto e trovo che è comodissimo; è un ulteriore conforto che, fin da subito, mi fa render conto che sicuramente sarà più che benefica, per me, questa vacanza. La sera, a cena, chiedo a Mario se è possibile andare a cavallo e lui mi dice che il mattino dopo mi farà trovare un magnifico baio, che potrò cavalcare tranquillamente, essendo una bestia molto docile, abituata ad esser cavalcata da estranei. Il mattino dopo mi sveglio con il cinguettio degli uccelli e già questo mi mette di buon umore. Mi alzo e mi vesto per andare a cavallo e, quando mi presento in cucina, Mario mi ha preparato una ricca colazione; mi fa accomodare, mentre ride e scherza con me.
«Venga, signorina Giulia, assaggi queste prelibatezze che dalle sue parti sicuramente non arrivano! Una bella ragazza come lei, deve fare una colazione ricca ed abbondante.»
Mi piace la sua spontanea allegria e, mentre assaggio del buon latte fresco e della marmellata squisitissima, lo guardo e sorrido.
«Grazie, Mario, lei è una persona veramente fantastica! Se non è un disturbo per lei, vorrei che evitasse di chiamarmi signorina, ma semplicemente Giulia. Mia zia mi aveva detto che lei è una persona veramente brava e disponibile, e mi rendo conto che non aveva esagerato per niente! Questa colazione, poi, è appetitosa.»
Dopo aver assaporato i sapori di questa terra, insieme andiamo al maneggio e, quando mi fa vedere Duca, il magnifico baio che ha preparato per me, resto a bocca aperta. È un animale stupendo, con il pelo completamente marrone e criniera e coda completamente nere, come i miei capelli; quando mi ci avvicino, l'animale scuote il capo con chiaro apprezzamento di quel che vede, perché quando sollevo la mano per accarezzargli il muso, lui abbassa la testa e si lascia accarezzare tranquillamente.
«Molto bene, Giulia! Duca ha capito che sei una persona tranquilla e che si può fidare di te, per questo ha chinato il capo per farsi accarezzare. Dai, andiamo a fare una bella passeggiata.»
Monto in sella e mi rendo conto che è davvero un animale stupendo. Facciamo una bella cavalcata, passando in mezzo a campi coltivati, a boschi, e saliamo anche un ripido pendio, fino ad arrivare ad una vecchia torre perfettamente restaurata, di cui Mario ha le chiavi e me la fa visitare; insieme saliamo fino alla sommità, da dove si può ammirare quasi l'intera estensione del parco, fino al mare, che dista, in linea d'aria, qualche chilometro. Faccio dei profondi respiri, chiudo gli occhi, mi sento bene. Quando li riapro, vedo che lui mi osserva e mi rendo conto che è proprio un bel maschio; dentro di me prende forma una strana curiosità. Mi chiedo quanto intima possa esser l'amicizia che lo lega a mia zia. Quando me ne ha parlato, ho notato che le brillavano gli occhi ed ora vedo questo splendido esemplare di maschio che mi osserva ed i suoi occhi sono carichi di desiderio. È un bel maschio maturo e, per me, rappresenta una forte tentazione. Mentre torniamo a cavallo verso l'agriturismo, rifletto molto su questa cosa e, dentro di me, prende forma l'idea di lasciarmi andare e godere con lui. Passiamo due giorni a far cavalcate molto belle. Ho visto luoghi e posti veramente incantevoli e il terzo giorno, essendo una bella giornata di sole, nel pomeriggio, mi consiglia di sdraiarmi a riposare a bordo piscina. Dietro suggerimento di mia zia ho portato il costume e, quando mi sdraio al sole, sento forte il desiderio di provocare un po' questo maschio che, in questi due giorni, non ha fatto altro che indugiare con lo sguardo sul mio corpo, mentre, più di una volta, ho notato che aveva il pacco gonfio; la cosa mi ha fatto bagnare, ripetutamente, gli slip. Mi sdraio al sole e, di proposito, slaccio la parte superiore del costume, mettendo in evidenza il mio splendido seno, inviando un chiaro messaggio a lui, per fargli capire che, forse, può anche osare con me. Mentre sono sdraiata al sole, lui mi chiede se voglio qualcosa di fresco da bere e, quando me lo porta, la mia provocazione raggiunge il massimo.
«Mario, saresti così gentile da spalmarmi un po' di crema sulle spalle?»
I suoi occhi brillano nel sentir le mie parole e, dopo aver preso il flacone della crema, io mi sdraio prona e divarico un po' le gambe; ho le mie splendide chiappe in bella mostra, in quanto il costume, formato da una brasiliana molto sottile, dietro si è infilato nel solco, lasciando il mio culetto completamente scoperto. Faccio un profondo respiro, chiudo gli occhi e mi rilasso. Sento le sue mani che iniziano dal basso, a massaggiare prima i miei piedi, con un movimento lento e molto rilassante e poi, lentamente, salir su, lungo le cosce; più che un semplice spalmare di crema, mi rendo conto che mi sta facendo un vero e proprio massaggio rilassante. Sentir le sue mani sul mio corpo, mi fanno illanguidire al punto da farmi emettere umori in quantità. Vorrei sentirlo osare, ma lui, in maniera impeccabile e professionale, mi spalma la crema su ogni parte del mio corpo, senza mai far nulla di sconveniente e, quando raggiunge la base del collo, continua il suo massaggio rilassante ed io mi sento rilassata, serena e, soprattutto, molto eccitata. Poi mi giro, mi sdraio supina e lui ricomincia dai piedi e si muove lentamente, sempre in maniera impeccabile, anche se io, con un fare veramente provocatorio, divarico le gambe, per fargli vedere la macchia di bagnato presente sul mio costume. Sono fradicia. La mia lumachina schiuma in una maniera pazzesca e lui non può non essersene accorto, ma mantiene imperterrito il suo comportamento. Quando arriva ai miei seni, mi spalma la crema in maniera più sensuale, massaggiando bene il mio corpo e, solo con la punta del pollice, sfiora più di una volta i miei capezzoli, ormai duri e grossi, irti come spini. È rimasto per tutto il tempo in silenzio, ha visto il mio corpo sussultare e il mio respiro divenire sempre più accelerato, mentre ho visto il suo pacco talmente gonfio, che mi ha stupito per le dimensioni di ciò che si dovrebbe celare sotto la stoffa. Finita l'operazione, mi fa un bel sorriso e rientra in casa; io resto sdraiata, con una voglia pazzesca di scopare questo maschio, che, in maniera così discreta e, nello stesso tempo, molto sensuale, ha massaggiato il mio corpo dalla testa ai piedi. Ho desiderato ardentemente sentire le sue mani sulla mia patatina, ma lui ne è rimasto sempre a debita distanza, senza mai fare nulla di sconveniente. Ho voglia di lui! Ho voglia di farmi sbattere da questo maschio maturo, che suscita tutto il mio interesse! Quando è calato il sole, sono andata in camera mia, mi son fatta una bella doccia, poi ho indossato una minigonna elasticizzata ed ai piedi dei sandali con il tacco a zeppa, che hanno avuto il merito di inarcare il mio splendido culetto; sopra tenevo solo una camicetta bianca, chiusa da due bottoni, senza indossare alcun tipo di intimo, né sopra né sotto. Mi siedo a tavola e scopro che ha cucinato del cinghiale in una maniera deliziosa. Non ho mai mangiato una pietanza più buona ed è stata anche annaffiata da del Chianti Gallo Nero che ha scaldato molto il mio corpo e sciolto completamente i miei freni inibitori. Abbiamo parlato amabilmente e, finita la cena, lui si è alzato in piedi, mi ha preso per mano e, dopo avermi stretto un attimo a sé, mi ha baciato, infilando la sua lingua nella mia bocca. Ho sentito premere contro il mio ventre il suo grosso membro che, sicuramente, stava soffrendo dentro i pantaloni. Abbiamo limonato molto, mentre le sue mani forti e vigorose hanno stretto il mio culo, schiacciando il mio corpo contro il suo. Quando ci siamo staccati, mi ha guardato dritto negli occhi e la sua voce è stata quanto mai melodiosa.
«Adesso, adorabile puttanella, ti darò una di quelle ripassate, come non ne hai mai avute, in vita tua!»
Non ha detto altro. Mi ha preso per mano e siamo entrati in camera, ci siamo spogliati velocemente e, quando mi son trovata davanti alla faccia il suo membro, son rimasta assolutamente sbalordita. Non troppo lungo, forse sui 1820 cm, ma di ottimo spessore. Duro, dritto, con delle grosse venature ed una cappella non esageratamente grossa, ma rossa e lucida; subito mi son sdraiata di fianco a lui che ha infilato la sua testa tra le mie cosce, facendomi avvertire l'opera della sua lingua, che mi ha portato in paradiso. Ha preso a leccare la mia ostrica, passando ripetutamente la lingua tra le sue pieghe e indugiando molto sul bottoncino, facendomi tremare di piacere. Poi è sceso giù verso il basso, ha infilato la sua punta anche dentro il mio buchetto posteriore e questo mi ha fatto capire quanto fosse porco questo maschio. L'ho ripagato accogliendo il suo membro in bocca e l'ho succhiato come se non ci fosse un domani. Quasi speravo di sentirlo sborrare nella mia bocca, ma, per quanto mi fossi data da fare, lui ha continuato a scoparmi la bocca, muovendo il bacino avanti e indietro, mentre io già ero venuta due volte. Poi mi ha rigirato, mi ha trascinato sopra di sé, facendomi impalare sopra quella splendida verga dritta e dura, che ora mi penetrava e mi apriva dilatando la mia vagina e facendomi sentire veramente piena.
«Adesso, mia dolce puttanella, cavalcami. Sono il tuo stallone che vuole esser cavalcato da una bella puledra come te! Godi, finché vuoi, perché ti avverto, fin da ora, che sono un maschio più che resistente! Fin quando non ti avrò stremata a suon di orgasmi, continuerò a pomparti senza mai smettere.»
Praticamente son venuta solo nel sentire quelle sue parole. L’ho cavalcato e son venuta non so quante volte. Poi mi ha messo prima di lato, sbattendomi come fossi un tappeto. Sentivo il suo membro pomparmi con un continuo movimento di avanti/indietro e, dopo alcuni orgasmi, ha cambiato di nuovo posizione e, questa volta mi ha preso da dietro. Sentirmi stringere i fianchi, mentre il suo grosso membro sprofondava dentro di me fin in fondo, mi ha fatto urlare di piacere e, dopo esser venuta altre due volte, ho sentito che il suo ritmo è cambiato e, d'un tratto, mi ha detto che avrebbe sborrato.
«Giulia, sto per sborrare! Godi ancora che poi, quando starò per venire, uscirò!»
Ero talmente eccitata che mi son girata e l'ho guardato con espressione imbestialita.
«Esci cosa? Non ti azzardare! Sborrami dentro, perché prendo la pillola, e poi, soprattutto, perché voglio sentire come un maschio come te, mi annaffia le ovaie!»
Non si è fatto certo pregare. Ha preso a sbattermi ancora più forte e, d'un tratto, ho sentito un'ondata di calore che si riversava dentro il mio ventre, mentre lui godeva come un porco.
«Tieni, troia Prendila tutta! Senti come annaffio le tue ovaie? Senti come si sborra una puttanella come te?»
Ho goduto sia nel sentirlo riempirmi Il ventre, che nel sentirmi chiamare puttanella. Il turpiloquio, in certi momenti, mi eccita moltissimo, mentre, al mio futuro marito, è una cosa che non piace per niente. Dopo essersi ben svuotato dentro di me, si è sfilato, si è sdraiato di lato ed ha appoggiato una mano sopra il mio capo, indirizzando la mia bocca immancabilmente sul suo splendido membro ancora intriso del suo e mio piacere. In questo caso sono io che non mi son tirata indietro. Ho preso a leccare e succhiare quella splendida mazza, che, poco dopo, era di nuovo già pronta, per un'altra lunga cavalcata. Mi ha fatto sdraiare di lato, voltata di spalle e, dopo averlo inzuppato di nuovo dentro la mia vagina, ricolma di sperma, lo ha estratto e lo ha puntato al mio culetto.
«Giulia rilassati, perché voglio il tuo culo. Lo hai così bello e provocante, che mi sentirei di fargli una scortesia ad ignorarlo. Rilassati, perché baderò a non farti male, anzi ti assicuro che ti piacerà molto.»
Ho fatto solo un bel respiro ed ho sentito il suo membro scivolare dentro il mio intestino, perfettamente pronto ad accoglierlo. Era da una vita che ero stata scopata dall'altro maturo e non prendevo più un gran bel cazzo nel culo, in specie perché il mio futuro marito, non me lo aveva mai chiesto e, di conseguenza, non solo ho gradito molto le attenzioni che mi stava riservando Mario, ma ho iniziato a godere ancora di più. Anche in questo caso, mi ha scopato bene ed a lungo, facendomi godere tante altre volte, per, infine, inondarmi l'intestino con un'altra bella scarica di sbroda, che mi ha donato tanto di quel piacere da rendermi finalmente soddisfatta. Nei restanti tredici giorni che sono rimasta con lui, mi ha scopato tanto, e in ogni luogo. Una volta, addirittura a cavallo, seduta sulla sella con lui, voltata di spalle. Si è rivelato quello che avevo esattamente immaginato, un magnifico toro, che mi ha fatto godere molto e riempito ogni buco con ingenti sborrate. L'ultimo giorno, mentre preparavo la valigia, nel sistemare le mie cose, la mia attenzione è stata attirata dalla scatola delle pillole anticoncezionali e, per un attimo, mi si è gelato il sangue. Quando avevo preparato la valigia per venir via, avevo preso dal cassetto una scatola intera di pillole anticoncezionali, senza rendermi conto che ho preso quella con la data scaduta. Era una scatola vecchia che mi era rimasta nel cassetto e che, pensavo di smaltire portandola in farmacia, dove c'è l'apposito cassonetto per i medicinali scaduti, ma, nella fretta, l'avevo confusa con quella con il principio attivo e, considerando che in questi quindici giorni, ero in piena ovulazione, sono certa che sono stata ingravidata. Non dico niente a Mario e, durante tutto il viaggio di ritorno, penso che non dirò niente nemmeno al mio futuro marito. Quando mia zia mi vede, mi sorride, mi abbraccia e mi dice che ho un aspetto da favola e che così di sicuro posso affrontare il matrimonio. Passano gli ultimi due mesi e mi accorgo di esser incinta; ne faccio partecipe il futuro marito, mostrandogli la scatola di anticoncezionali scaduta e dicendogli che è stata opera sua prima che andassi in vacanza. Naturalmente lui non ha sospettato nulla e si è detto molto felice di sapere che ero incinta. Il giorno delle nozze, qualcuno nota il fatto che il mio vestito era un po' troppo gonfio davanti ed ho notato che mio marito faceva intendere, a chi gli chiedeva se ero già in attesa di un bimbo, che, modestamente, era stato lui ad aver già colpito. L'unica persona che si è avvicinata a me è stata mia zia Maria e, parlandomi un po' in disparte, sorridendo, mi ha chiesto quanto ne avessi avuto piacere a trascorrere la mia vacanza da Mario.
Ho sorriso a mia zia e le ho detto che era stata qualcosa che non avrei mai più dimenticato. Lei mi ha dato un bacio ed una carezza sul ventre, dicendo ancora con un accentuato sorriso:
Sì, si vede che di fatto non lo potrai mai dimenticare!