Ogni piacere ha il suo sapore.
by pennabiancaVisto: 719 veces Comentarios 1 Date: 30-07-2021 Idioma:
La storia di come un cornuto scopre un piacere unico!
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Mi chiamo Stefano, ho 55 anni e sono sposato con Lidia che ne ha 49. Lidia è una bella donna, alta e formosa, ha una quarta di seno e un bel culo che evidenzia con indumenti che ne risaltano le rotondità. Lavora come impiegata e, in tutti questi anni, ho sempre pensato che mi mettesse le corna. Il mio aspetto non induce a molte fantasie: sono poco alto e in sovrappeso, quasi calvo e, per di più, non ho una grande dotazione, anzi direi piuttosto piccola. Ed è per questo che, col passare degli anni, mi sono sempre più convinto che lei si divertisse con altri cazzi, ma non ero mai riuscito ad avere la conferma, fin quando, circa quattro mesi fa, ho scoperto sul suo cellulare alcuni messaggi di un suo amico che non conosco, ma che lei invece sembra conoscere molto bene ed esservi in confidenza molto stretta, dal momento che lui, in un messaggio, le chiede cosa indossa come intimo. Dopo una simile scoperta ho capito che bisognava correre ai ripari, se non volevo essere deriso da tutta la città. Mentre cercavo una soluzione ero, sì, corroso dalla gelosia, ma, contemporaneamente, ero eccitato come un maiale, nell’immaginare lei fra le braccia di un altro maschio. Ero così eccitato che, dopo tanti anni, mi sono fatto una sega godendo come un porco e, mentre sborravo, ho chiuso gli occhi ed ho immaginato lei che mi osservava mentre schizzavo e mi faceva il gesto delle corna, nel preciso istante in cui lui le sborrava in faccia. Dopo questa scoperta ho deciso di affrontare l’argomento con mia moglie che, dopo un momento di imbarazzo, ha ammesso che aveva una certa confidenza con questo suo amico, di nome Carlo, che spesso le faceva dei complimenti, che più volte l’aveva invitata a prendere un caffè, ma che lei aveva sempre rifiutato. Mentre la sentivo parlare, il cazzo mi si era drizzato al massimo. Ero eccitato e lei se n'è accorta.
«Ma, amore, che ti succede? Ti ecciti se ti dico che un altro uomo mi corteggia e che, chiaramente, mi vorrebbe portare a letto?»
L’ho guardata con occhi lucidi di libidine e,
molto emozionato, le ho confessato i miei dubbi, le mie paure, ma anche i miei più intimi desideri.
«Ho solo paura che tu possa lasciarmi per un maschio più bello e più importante di me. Sì, mi eccita sapere che un altro maschio ti desidera e, pur di non perderti, sono disposto ad accettare che tu scopi con altri maschi, ma vorrei solo esser presente quando ciò accade».
Lei mi ha guardato stupita, poi mi ha abbracciato forte e coperto di baci.
«Amore, ti amo! Sei la persona più dolce del mondo, non ti cambierei per nessun motivo e nessun maschio può darmi quello che mi dai tu! Ti confesso che mi piacerebbe scopare con altri maschi e, se tu vuoi esser presente, io non avrei problemi; ma sei sicuro di tutto questo? Capisci che, se imbocchiamo questa via, non se ne verrà più fuori? Io mi sento molto attratta da questo gioco che mi stai prospettando, ma, nel contempo, sono anche un po' titubante: se poi mi dovesse piacere e non ne potessi più fare a meno? Tu potresti sentirti ferito, trascurato o, peggio ancora, escluso. Quindi, pensiamoci bene! Non mi va di rovinare il nostro matrimonio, però non posso far a meno di aggiungere che il gioco mi attrae così tanto da esserne profondamente eccitata».
L’ho guardata ed ero già consapevole che non mi sarei mai tirato indietro, se lei avesse accettato le mie condizioni. Quindi ho fatto un cenno d’assenso e siamo andati a letto, dove me la sono scopata con vigore e passione. Dopo averla fatta godere per un po' ed esser venuto due volte per la forte eccitazione, abbiamo ripreso a parlare.
«Come ti ho detto voglio sapere sempre tutto quello che fai, con i tuoi eventuali amanti; se vuoi scopare con loro, lo voglio sapere. E, a questo punto, non sarebbe male se mi confessassi anche se, in passato, ci sono state altre occasioni, in cui qualche maschio ti ha fatto delle proposte piccanti. Lo voglio sapere, devo essere al corrente di tutto quello che hai fatto, che fai, e che farai».
Lei mi ha dato un bacio, poi, con un certo imbarazzo iniziale, ha cominciato il suo racconto.
«Da quando siamo sposati, ho cercato di esserti fedele, ma non sempre ci sono riuscita. Come ti ho detto, prima di te ho avuto due fidanzati, ma non è tutta la verità. A sedici anni, ero già brava a succhiare il cazzo. Me lo aveva insegnato il proprietario del negozio dove mia madre mi mandava a fare la spesa e lui, da bravo porco, mi portava sempre nel magazzino, mi faceva succhiare il cazzo e, in cambio, mi faceva uno sconto nella spesa, così io mi trovavo dei soldi in più in tasca. Era una cosa che mi piaceva tantissimo: sentirlo crescere in gola e poi schizzare anche l’anima; io ingoiavo tutto e lo pulivo alla perfezione.
Non mi scopava, perché ero minorenne: aveva paura di mettersi nei casini. Dopo che ci siamo trasferiti, non l’ho più visto; io avevo quasi diciotto anni ed ho avuto il mio primo fidanzato. Era un bravo giovane, molto timido, che lavorava in una autofficina. Spesso passavo a trovarlo e il proprietario, dapprima si limitava a guardare, poi, dopo un po’ di tempo, trovava sempre una scusa per allontanarlo; lo mandava spesso a prendere dei pezzi di ricambio e, mentre lo aspettavamo, lui mi corteggiava. Ero lusingata dai suoi complimenti, perché provenivano da un uomo adulto e, ben presto, mi ha infilato il cazzo in gola: sapessi, amor mio, quanto era grosso. Era enorme. A fatica riuscivo a metterlo in bocca e, quando veniva, mi bloccava la testa con le mani e mi lasciava solo quando avevo ingoiato tutta la sborra che usciva dalle sue palle enormi. Era un piacere unico, bere tanta sborra. Mi ha detto che ero sprecata per un giovane come il mio fidanzato e che mi avrebbe fatto godere tantissimo se mi fossi data a lui. Per esser più convincente, un giorno fece in modo che il mio fidanzato assistesse mentre gli succhiavo il cazzo.
Ero molto eccitata dal fatto che lui mi guardava con occhi così dolci, mentre il capo gli spiegava che lui non sarebbe mai stato in grado di soddisfare una bella troietta come me.
«Vedi come lo succhia? Questa è una troia nata per il cazzo e, sicuramente, tu con quel cazzetto, non puoi soddisfare una zoccola così».
Lui annuiva convinto ed io ero davvero felice di renderlo partecipe del mio e suo piacere. Dopo circa un mese, il capo scoprì che ero ancora vergine. Chiamò il mio fidanzato e lo convinse che solo lui, sarebbe stato in grado di sverginarmi in maniera perfetta: lui acconsentì, a patto di poter assistere alla scopata. Quella fu un'esperienza incredibile: io ero con il cazzo in gola ed il mio fidanzato mi leccava la fica per prepararmi alla monta. Devo ammettere che tutta la faccenda mi eccitava tantissimo, era surreale, ma incredibilmente vera. Mi stavano per sverginare e lui stava a guardare, segandosi il cazzo che, in confronto a quello del suo capo, era minuscolo.
Mi ha leccato la fica che era già un lago, mentre io succhiavo un palo di carne durissima, che, di lì a poco, mi avrebbe spaccato tutta e aperta in maniera totale. Poi mi hanno fatto distendere sul divano presente nell’ufficio, mentre il mio ragazzo mi teneva la mano guardandomi negli occhi con tanta ammirazione; lui si è posizionato fra le mie gambe ed ha spennellato la grossa cappella lungo lo spacco della fica che era fradicia e desiderosa di sentirlo tutto dentro. Sì, lo volevo, non aspettavo altro, anche se con non un poco di timore e paura per il dolore che, certamente, avrei provato.
«Rilassati e fa un bel respiro! Vedrai che, dopo un attimo, sentirai tanto piacere».
Ho guardato quell’uomo che stava per sverginarmi e, quando ho aperto la bocca per respirare, lui, di colpo, mi è entrato dentro. Per un attimo ho avvertito la sensazione che una lama mi squartasse il ventre. Ho spalancato la bocca, ma da essa non è uscito alcun suono: ero sconvolta. Lui mi ha sorriso ed ha guardato il mio ragazzo, che aveva le lacrime agli occhi.
«Tranquilli, va tutto bene. Dai che il peggio è passato; adesso sentirai solo piacere».
Ha incominciato a pomparmi e subito ho sentito quel palo che mi scorreva dentro, e la sensazione di essere aperta mi ha fatto godere all’istante. Ben presto lo assecondavo, spingendo il mio corpo incontro al suo cazzo, che, ora, entrava tutto dentro, fino in fondo, e, ogni volta che sentivo la punta battere contro l’utero, avvertivo una scarica elettrica che mi sconvolgeva la mente. E' stata quella la volta in cui ho avuto il mio primo orgasmo; non ho potuto far a meno di urlare tutto il mio piacere.
«VENGO!»
Ero scossa da scariche elettriche che facevano tremare il mio corpo, che reagiva in maniera disordinata alle spinte che lui mi dava. Il mio ragazzo aveva ripreso a segarsi e, quando ho goduto, ha sborrato anche lui, schizzando il suo seme per terra.
«Bene, bravo! Vedi come faccio godere questa troietta? Ti piace vedere mentre le sfondo la fica? Dai, segati, bravo».
Lui mi guardava estasiato, mentre io ero in preda ad un delirio sconvolgente che mi faceva dire cose che mai avrei pensato di poter dire.
«Spaccami! Fammi godere! Godo! Dai, più forte. Ooohhhh, vengo!»
Mi ha pompato ancora per poco, poi ha aumentato il ritmo e mi ha inondato la fica con getti di sborra bollenti.
«Troietta, ti sborro dentro. La prima volta, la devi sentire dentro. SBORRO».
Ho sentito la mia vagina inondata da un getto di calore, che mi ha provocato un ulteriore godimento.
«Oddio. VENGO ANCORA!»
Lui, dopo aver goduto, ha estratto il cazzo ancora barzotto e pieno dei miei umori e la sua sborra.
«Leccami il cazzo, zoccoletta! Lecca la tua prima sborrata dentro. Senti il sapore del tuo piacere e del sangue di quando eri vergine!»
Ho accolto quel cazzo in gola, l’ho leccato e succhiato, fino all’ultima goccia. Dopo quel giorno, mi scopava tre o quattro volte alla settimana. A volte anche quando non c’era il mio ragazzo che, a dire il vero, mi ha scopato solo una volta e, con lui, non ho goduto molto, anzi per nulla. Ero così aperta che il suo cazzetto nemmeno lo sentivo, poi lui, appena entrato, veniva subito. Una volta, mentre ero nel suo ufficio, piegata sulla scrivania a prenderlo dentro da dietro, è entrato un cliente e lui lo ha invitato a mettermi il cazzo in gola.
«Bene, giusto te, volevo. Questa puttanella mi fa godere tanto, voglio che le prescrivi delle precauzioni, altrimenti rischio di ingravidarla subito e così finisce il divertimento. Intanto falle sentire il tuo cazzo in gola che, ti assicuro, lo succhia in maniera eccezionale».
«Il tizio, che era un ginecologo, dopo avermi inondato la gola, mi ha dato appuntamento per il giorno dopo, nel suo studio. Quando mi sono presentata da lui, era solo, mi ha fatto spogliare e mi ha chiavato, sborrandomi dentro anche lui. Mi ha prescritto la pillola solo la seconda volta che ero andata per avere la ricetta; nell'occasione mi ha fatto spogliare di nuovo e, quando ha appurato che il mio culo era vergine, ha spalmato del gel lubrificante e mi ha sfondato anche il culo. All’inizio ho avvertito come un fastidio, ma poi ho cominciato a godere anche di culo e, quando ha sborrato, mi è sembrato di svenire dal piacere che provavo. Per circa due anni, mi hanno scopato e, a volte, anche insieme: mi facevano godere davvero tanto.
Poi i miei genitori si sono trasferiti e non nascondo che, all’inizio, mi mancava molto il sesso come lo facevo con loro. Ho avuto qualche avventura, ma senza che mi desse emozioni. Quando sono stata assunta nello studio di ragioneria, i tre titolari hanno capito subito che il cazzo mi piaceva e, ben presto, mi scopavano anche tutti e tre insieme. Poi, una delle mogli se n'è accorta, ed ha sollevato un mezzo casino; essi sono stati costretti a licenziarmi. Ho trovato un nuovo lavoro e mi ero ripromessa di rigare dritto, per non perdere di nuovo il lavoro. A quel tempo ho incontrato te, allora ho deciso che era ora di fare la brava moglie. Da quando siamo sposati, ti ho messo le corna solo due volte. La prima volta con il tecnico della lavatrice, circa due anni fa; la seconda quando eravamo al mare in vacanza e tu sei dovuto tornare una sera a casa: io sono uscita, avevo voglia di cazzo ed ho trovato tre militari che mi hanno riempito ogni buco. Credo che te lo ricordi, perché, quando sei tornato, mi hai detto che avevo l’aria stanca ed ero distratta. Questo è tutto».
Mentre lei mi raccontava la sua vita da troia, io ero tanto eccitato e, di certo lo era anche lei, perché alla fine è stato tutto automatico: lei si è abbassata e lo ha preso in bocca nel preciso istante in cui io sborravo. Ha bevuto tutto e ci siamo addormentati. Il giorno dopo, a colazione, siamo tornati sul discorso. Io le ho chiesto di indagare e prendere precise informazioni sul questo Carlo, il tizio che la corteggia. Due giorni dopo, mi ha detto che lui è scapolo, vive da solo e sembra un tipo molto affidabile e porco, così abbiamo deciso di invitarlo a cena da noi. Quando è arrivato, per un attimo è rimasto stupito della mia presenza: credeva che lei lo avesse invitato in mia assenza, ma, poco dopo, ha capito quello che noi volevamo da lui, e, da quel momento in poi, le cose sono cambiate. Subito è scattata, fra di noi, una certa complicità che ha messo lei al centro delle nostre attenzioni; alla fine siamo andati nel nostro letto, dove ho assistito alla monta di mia moglie che ha preso il grosso cazzo di Carlo, in ogni buco. Quando l’ha inculata, lui mi ha chiesto di aiutarlo. Dopo che io le avevo leccato bene e lubrificato il buchetto anale, lui, che era in ginocchio dietro di lei, mi ha ordinato di posizionare il suo cazzo sul buco del culo di mia moglie. Sentire quel grosso palo fra le mani, mi ha dato un certo brivido e, quando lui lo ha spinto dentro, sfondandola tutta, ho avuto un orgasmo senza toccarmi. Lui ha sorriso, ha incominciato a scoparla con forza, mentre lei si è voltata e, sorridendo, mi ha fatto il gesto delle corna.
«Guarda, caro, come mi sfonda il culo! Mi sta sventrando con quella bestia di cazzo che mi spinge dentro.»
Gode e urla sconvolta.
«Mi fa godere, caro, vengo! Mi apre tutta».
Lui l’ha chiavata a lungo, poi, quando ha sborrato, lo ha estratto fradicio di umori anali e sborra e lo ha presentato alla sua bocca. Vedere lei che lo puliva, mi ha fatto eccitare di nuovo; mi sono segato, mentre lui rideva compiaciuto.
«Bravo cornuto, segati, che a farla godere ci penso io e tu mi ringrazierai».
Quando mi ha chiamato cornuto, ho sentito un brivido lungo la schiena. Mi son reso conto, che per amore di mia moglie, non avrei più dovuto limitarla e, piuttosto, lasciarla fare quando decide di scoparsi un altro maschio. Mi son reso conto che stava godendo, che io non sarei mai riuscito a farla impazzire di piacere come stava facendo lui e, per tanto, mi sono seduto sulla sedia e sono rimasto a guardare lei, che veniva scossa dai possenti colpi di lui, che, nonostante fosse già venuto, era rimasto bello duro e la scopava con molto impegno, portandola a vette di piacere che io, in tutti questi anni, non ero mai stato in grado di farle provare. Dopo che avevano scopato per quasi tutta la notte e lui se n'è andato, io l'ho abbracciata e lei mi ha coperto di baci.
«Grazie, amore. Sei la persona più buona e dolce del mondo. Ti amo e voglio che tu sappia che ti sono molto riconoscente per il fatto che mi hai permesso di godere come una troia. Sono sicura che, in futuro, continuerai a farmi provare queste sensazioni davvero uniche».
L’ho abbracciata e le ho confermato che, a mia volta, ero molto felice che aveva goduto tanto, che, se lo desiderava, poteva far tornare Carlo ogni volta che voleva. Da allora, lui è diventato il suo amante fisso. Spesso la porta fuori, la fa montare anche da altri maschi. A volte, io vado a riprenderla e lui me la riconsegna ben farcita del seme di tutti quelli che hanno goduto dentro di lei. Ultimamente, ho espresso il desiderio di leccarla, dopo che è tornata o che lui aveva finito di scoparla. Carlo ha sorriso e mi ha permesso di farlo. Sentire nella mia bocca il sapore del seme di un altro maschio, mi ha eccitato notevolmente; lui mi ha detto che, in futuro, si prodigherà a far in modo che a me non manchi la sborra da leccare dalla fica di mia moglie. Da allora, aspetto spesso mia moglie a casa e lei, dopo un primo momento di imbarazzo, adesso, quando arriva, apre le cosce e mi invita a leccarla.
«Dai, cornuto, fa il tuo dovere che, così, godi anche tu».
Sì, è vero, ci godo pure io nel sentire i diversi sapori di sperma che promanano dalla fica di mia moglie e, adesso, non m'importa più di guardarla godere e con chi: ora come ora ho piacere a trovarla farcita della sborra che le hanno riversato dentro e questo mi eccita così tanto che, spesso, vengo senza toccarmi. Ho capito quale sia il mio ruolo di maschio innamorato e felice di sapere che la sua donna ha goduto e si preoccupa del godimento da far avere al suo uomo. Se questo non è amore…?!