ERZÄHLUNG TITEL: Titolo 
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ERZÄHLUNG

Titolo

by pennabianca
Gesehen: 28 Mal Kommentare 1 Date: 29-06-2025 Sprache: Language

Mi chiamo Mario, ho 46 anni, sono di media statura, capelli brizzolati, occhi scuri, fisico robusto, ma non grasso. Sono separato da oltre una decina di anni, quando cioè la mia ex moglie si è innamorata di una bella ragazza, con cui ora convive, continuando ad abitare nella mia stessa città, così che, qualche volta, ci incontriamo, perché, ciononostante abbiamo mantenuto un buon rapporto tra di noi. Lavoro come impiegato in un ufficio comunale ed ho, come hobby, la fotografia. Ho un cugino che si chiama Stefano, che ha un negozio di fotografo, con tanto di laboratorio per lo sviluppo e stampa ed è specializzato in servizi per matrimoni. È uno dei fotografi più rinomati della città e, spesso e volentieri, mi chiede di aiutarlo quando c'è da fare un bel servizio, perché si fida del mio modo di lavorare e, soprattutto, perché, nel tempo, ho acquistato l'attrezzatura giusta per esser al passo con i tempi. Abbiamo un “modus operandi” consolidato nel tempo, che prevede che, qualche giorno prima delle nozze, il fotografo incontri la coppia e faccia una serie di scatti fotografici, per farsi un'idea di come si muovono davanti all'obiettivo, al fine di riuscire a cogliere i momenti più belli, che dovranno immortalare l'intera cerimonia. Da tempo Stefano mi aveva avvertito che avrei dovuto fare un servizio fotografico insieme a lui, che si sarebbe, invece, occupato della parte video, per una coppia che si sarebbe sposata la prima domenica di settembre. Dopo ripetuti rinvii, alla fine, tre giorni prima delle nozze, son riuscito a incontrare questa coppia sul lago che c'è a poca distanza dalla nostra città. Era una bella giornata e così ha dato appuntamento per le 15:00, davanti ad uno dei vari pontili che ci sono lungo il lago, per poter scattare qualche foto, sia in piena luce, che al tramonto, e creare così il piccolo book fotografico, davvero carino. Mi son recato sul posto e mi son messo ad aspettare la coppia che, alla fine, è arrivata alle 16:00, con quasi un'ora di ritardo. Mi avevano telefonato una mezz'ora prima, dicendo che stavano arrivando e quando ciò è avvenuto, mi son trovato davanti Giulia, la sposa, una bella ragazza mora dai capelli lunghi, occhi scuri, una bella bocca ampia, un bel seno di una quarta misura ed un fisico davvero bello. Indossava un vestito a fiori con bretelline, molto carino e le conferiva un'aria da autentica sbarazzina. Lui, Valerio, lo sposo, alto, capelli neri, occhi scuri, fisico snello, fin da subito mi è stato antipatico, perché, appena sceso dall'auto, ho subito capito che doveva esser indispettito per il da farsi. Abbiamo iniziato a scattare qualche foto e lui sembrava già abbastanza scocciato, poi, d'un tratto, ha squillato il suo cellulare e lui si è allontanato, abbandonando lei da sola sul pontile. Si è messo a parlare animatamente al telefono. Giulia mi ha guardato per un attimo un po' dispiaciuta dandosi una stretta le spalle; mi ha spiegato che lui ha una ditta di idraulica e sta portando avanti un lavoro molto importante, su una fila di palazzine che devono esser consegnate tra pochi giorni, ma sono già in ritardo con i lavori. Quel servizio sarebbe stato più opportuno farlo più in là, invece era stato anticipato e, di conseguenza, lui era estremamente nervoso, perché, anziché perder tempo qui con le foto, avrebbe dovuto esser sul cantiere. Finita la telefonata, è tornato verso di noi ed abbiamo scattato altre quattro foto. Era troppo teso, nervoso, e per fare una foto di loro due abbracciati o che si davano un bacio, sono stato quasi costretto a pregarlo! Poi ha squillato di nuovo il suo cellulare e lui, senza neanche dire il perché, si è allontanato al limite del pontile ed ha iniziato a parlare ad alta voce, urlando, strillando e gesticolando come un matto. Giulia si è messa seduta sulla scaletta che, dal pontile, portava sul filo dell'acqua, mi ha guardato con aria davvero dispiaciuta, triste e sconsolata. Sono sceso qualche scalino sotto di lei e, dal basso, le ho scattato una foto del viso triste.
«E dai, sorridi, che stai per sposarti!»
Per tutta risposta mi ha fatto una smorfia e la linguaccia, che io ho immortalato in una foto. Si è messa a ridere e allora mi son divertito a provocarla un po’.
«Perché non tiri un po' su la gonna, così ti faccio un paio di foto un po' più osé, solo ed esclusivamente per te!»
Per un attimo mi ha guardato un po' sorpresa, poi ha tirato su la gonna fino al ginocchio, tenendo le cosce strette ed angolate verso sinistra. Io ho scattato la foto e poi le ho detto che, se aveva coraggio, poteva tirarla ancor più su! Lei mi ha guardato con una certa malcelata malizia, poi ha raccolto la mia provocazione ed ha sollevato ancor di più il bordo del vestito, portandolo a metà coscia, sopra il ginocchio. Ho scattato una bella foto, poi, con due dita, ho fatto il segno della forbice, come per dire: apri! Mi aspettavo una risposta sdegnata, invece, con mio grande stupore, ha sollevato la testa sopra il pontile, si è accertata che il suo futuro marito era ad una trentina di metri da noi e, quindi, non poteva accorgersi di ciò che stava accadendo, tanto più che eravamo rivolti verso il lago e così, un po' timidamente, a dischiuso le cosce fin quando non sono riuscito a vedere il bianco delle sue mutandine. Ho subito scattato una foto e poi le ho fatto capire che doveva aprire ancor di più e lei, dopo un attimo di incertezza, ha spalancato letteralmente le cosce. Ho fatto una bella foto e poi mi son avvicinato e le ho detto di mostrare di più. Ha tirato le mutandine nello spacco della fica ed ho visto le labbra incorniciate da una leggera peluria, davvero sexy. Avevo il cazzo duro come il marmo e così, dopo aver dato anch'io un'occhiata verso il cornuto che stava gesticolando animatamente al telefono, le ho detto semplicemente di girarsi; lei ha sollevato il vestito e mi ha mostrato il suo splendido culetto, fasciato sempre dalla mutandina bianca, in maniera molto semplice. Dopo aver immortalato lo splendido culetto, tondo e sodo, ho allungato la mano e, con un dito, ho fatto scendere le mutandine fin quasi al ginocchio. Lei è rimasta immobile con il suo splendido culetto in bella mostra ed io l'ho immortalato subito in alcuni scatti a ripetizione, molto belli e, quando si è girata verso di me, ho detto solo una cosa: toglile! Giulia ha sollevato solo le ginocchia e poi ha fatto scivolare le mutandine fino oltre le caviglie, si è girata e me le ha tirate.
«Tieni, porco!»
Le ho afferrate al volo, annusate e poi messe in tasca. Ho guardato verso il cornuto, che stava ancora urlando e gesticolando in maniera alquanto alterata, così son risalito uno scalino ed il mio pacco si è trovato proprio davanti alla faccia di Giulia. Ci siamo dati uno sguardo, senza dir nulla; io lentamente ho abbassato la cerniera dei pantaloni e, dopo aver dato ancora una ennesima occhiata al cornuto, Giulia, dopo esser rimasta solo per un attimo a guardare, mi ha infilato una mano dentro i pantaloni e, quando ha stretto il mio membro tra le dita, ho visto lo stupore dipingersi sul suo volto. Ho un membro di media lunghezza, ma con una circonferenza molto al di sopra della media. Lo ha ammirato per un attimo, poi ha aperto la bocca ed ha cominciato a succhiarlo, come se non ci fosse un domani. Era una situazione particolarmente eccitante e così ho iniziato a muovere il bacino avanti e indietro, spingendo il mio cazzo tra le sue labbra, fin giù per la gola. Mi ha spompinato per qualche minuto, ma poi se lo è tolto di bocca e mi ha detto una cosa con tono molto deciso.
«Sbrigati a venire! Sborrami in bocca!»
Ho impugnato il mio membro e ho cominciato a segarmi velocemente, mentre lei continuava a leccare sempre la cappella; d'un tratto l'ho guardata ed ho fatto un cenno con il capo; lei ha aperto la bocca e io ho appoggiato sulle sue labbra la punta del mio membro; le ho scaricato in bocca tre belle schizzate di sbroda, che lei ha raccolto doviziosamente in bocca e l'ha ingoiata, senza perderne una sola goccia. Ripulito alla perfezione, ho voltato lo sguardo verso il futuro sposo, vedendolo tornare verso di noi; così ho rimesso il membro dentro i pantaloni e mi son seduto accanto a lei, fingendo di stare a guardare le foto appena scattate. Come lui è tornato, siamo risaliti dagli scalini e subito lui si è quasi avventato contro di noi.
«Giulia, non posso star qui a perder tempo e fare queste cazzate! Devo tornare in cantiere! Se proprio a te fa piacere, resta tu qui con lui a far tutte le foto che vuoi e poi penserà lui a riportarti a casa. Io me ne devo andare!»
Senza aggiungere altro, si è girato e se n'è andato di gran carriera; una volta salito in auto, ha persino fatto sgommare le ruote dalla troppa fretta che aveva. Giulia mi ha guardato un attimo, senza dir niente ed allora io le ho detto di venir con me. Siamo saliti in auto, abbiamo costeggiato un po' il lago, fino ad un certo punto, dove io ho imboccato una strada di terra battuta, che portava fino alla riva del lago in un piccolo piazzale, contornato da alberi; lì c'erano anche delle pietre piatte, messe apposta per far i picnic. Ho fermato la macchina sotto le piante, l'ho fatta scendere e, sfruttando la luce del tramonto, ho iniziato a scattarle delle foto, una più bella dell'altra. Tra una foto e l'altra, le ho suggerito di spogliarsi nuda e lei mi ha regalato il più bel striptease che abbia mai visto. Quando il sole stava per sparire dietro le colline del lago, lei stava sdraiata sopra una pietra e, dopo averla immortalata in alcune foto, veramente belle quanto erotiche, mi son avvicinato a lei, che, immediatamente, mi ha aperto i pantaloni slacciando la cintura e me li ha fatti calare fino alle caviglie, poi ha di nuovo preso a succhiare il mio membro, che è tornato subito ben duro; dopo di che mi ha attirato tra le sue cosce ed ha indirizzato il mio membro direttamente dentro la sua vagina.
«Mi devi scopare! Scopami forte, perché ho una voglia pazzesca! Sono mesi che con quel coglione del mio futuro marito non faccio una scopata come si deve!»
Son scivolato dentro di lei ed ho sentito quella magnifica fighetta alquanto stretta; le pareti si aprivano al passaggio del mio grosso membro. Ho cominciato a scoparla veramente con gusto e lei è venuta per due volte, in rapida successione.
«Così! Così, mi piace tanto! Continua che io... continua che… OOOOHH! Vengo!»
La seconda volta che è venuta, mi ha abbracciato forte e mi ha baciato, poi, l'ho sollevata e mi son seduto al suo posto; lei si è ritrovata sopra di me con il mio cazzo piantato nel ventre e le sue gambe distese dietro i miei reni. Ha preso a scoparmi semplicemente ondeggiando avanti e indietro ed ha raggiunto altri due orgasmi molto forti e intensi; nello stesso tempo, io avevo fatto cadere le spalline del vestito e mi son divertito a torturare i suoi capezzoli. Mentre il suo corpo tremava scosso da un altro orgasmo, lei si è sdraiata su di me e la sua bocca si è unita alla mia, in un bacio sconvolgente. La sua lingua si è introdotta nella mia bocca, come un demone scatenato, ed ha intrecciato una vera danza erotica con la mia. Poi ha preso a mordermi le labbra, il mento, mentre mi scopava sempre più velocemente, fino a rendermi conto che ero prossimo a venire.
«Giulia, cambiamo posizione! Giulia, se non cambiamo posizione, non potrò uscire da te…»
Lei si è fermata per un attimo a guardarmi, mentre continuava a muovere il suo corpo avanti e indietro con il mio cazzo dentro di sé.
«E chi ti dice che io voglia che tu esca! Vienimi dentro! Voglio sentir il tuo seme che scalda il mio ventre! Dai, fammi godere ancora, riempiendomi.»
Ha continuato ad oscillare sopra di me fin quando non è arrivata ad un ennesimo orgasmo e, allora, ha stretto le gambe intorno al mio corpo, mentre io iniziavo a scaricarle dentro densi fiotti di sborra! Siamo rimasti abbracciati per un lungo istante, poi lei si è sollevata; ho preso dei fazzolettini dalla macchina e le ho restituito le mutandine, così siamo tornati in città. Durante tutto il viaggio è rimasta in silenzio con il volto rivolto verso il finestrino della macchina, quasi avesse paura di incrociare il mio sguardo. Quando siamo quasi arrivati in prossimità della sua abitazione, lei si è girata verso di me e, con una voce calma ma determinata, mi ha fatto una precisa richiesta.
«Domenica mattina, ci sarai anche tu a far le foto, vero?»
Le ho confermato che ero io a fare il servizio fotografico, mentre mio cugino si sarebbe occupato del filmino. Le ho detto che sarei passato prima a casa dello sposo e poi sarei andato da lei e, se le era possibile, mi sarebbe piaciuto poterla immortalare durante la preparazione, prima di indossare l'abito da sposa. Mi ha sorriso ed ha aggiunto di far in fretta dal cornuto, perché sarebbe stata lì ad aspettare me! La domenica mattina presto, mi son recato a casa dello sposo. Era veramente sconvolto! Ma non per il matrimonio, quanto per il fatto che non poteva esser in cantiere con i suoi operai, che lavoravano anche di domenica pur di finire il lavoro in tempo. Per far solo una decina di foto, ho dovuto aspettare che rispondesse come minimo a quattro telefonate e poi, ho preso il suo cellulare, e l'ho messo in tasca, dicendogli che doveva fare esattamente quello che volevo io, se voleva che glielo restituissi, altrimenti glielo avrei buttato nel cesso! È rimasto più stupito dalla mia reazione che dal fatto che doveva far le foto, così, pazientemente, mi ha dato ascolto e poi, ho preso e me ne sono andato. Quando sono arrivato a casa di Giulia, son entrato in camera sua e c'era sua madre e sua cugina Carla. La cugina era anche la sua estetista e le stava facendo il trucco; le ho chiesto se potevo scattare qualche foto durante la preparazione, ma, ogni volta che stavo per scattare una foto, c'era sempre qualche altro parente che entrava ed interrompeva sia il mio lavoro che quello di Carla che, ad un tratto, ha cacciato tutti fuori. Una volta chiusa la porta a chiave, si è girata verso di me e mi ha detto che ora potevo far tutto quello che volevo. Ho scattato delle belle foto e devo ammettere che anche Carla aveva il suo fascino. Giulia indossava una vestaglia di seta, che le arrivava fino al ginocchio e, in più di un'occasione, si è aperta, facendomi vedere che, sotto, indossava della bellissima lingerie bianca, con calze autoreggenti, attaccate ad un bellissimo reggicalze di pizzo. Ho visto che, volutamente, mi ha mostrato le sue cosce e, per un attimo, son rimasto sorpreso in quanto era pur presente Carla; poi, d'un tratto, Giulia si è alzata in piedi e si è messa a ridosso del letto, girata verso Carla.
«È lui quello del lago! Adesso, aiutami!»
Per un attimo non ho capito più nulla, poi, immediatamente, Giulia mi ha fatto avvicinare a lei, ha aperto i miei pantaloni davanti a sua cugina, che si è inginocchiata e, insieme a lei e, senza neanche rendermene conto, mi son ritrovato con due bocche che mi stavano lavorando il cazzo in una maniera da farlo diventare subito grosso e duro. Infatti Carla, quando lo ha visto, è rimasta piacevolmente sorpresa e pronta a gustarselo.
«Giulia, sei una puttanella molto fortunata! Ma guarda che bel cazzone che hai trovato! Hai proprio ragione: è questo, quello giusto!»
Dopo essermi ripreso dallo stupore, ho assaporato il piacere di sentir le due bocche che si contendevano il mio membro; poi Giulia ha lasciato a Carla a completare l'operazione della fellatio; mentre lei si è messa in ginocchio sul letto, voltata di spalle e mi ha chiesto di scoparla.
«Adesso montami! Voglio che mi scopi come hai fatto l'altro ieri, giù al lago! Mi devi scopare forte e riempire, come l'altro ieri! Voglio camminare lungo la navata della chiesa, mentre sento la tua sbroda che mi cola lungo le gambe!»
Nel sentir le sue parole, Carla ha preso il mio membro e lo ha indirizzato direttamente sullo spacco della fighetta di sua cugina; io ho cominciato a scoparla, pompandola alla grande. Era calda, umida e bagnata e mi stavo assaporando questa scopata, quando Carla mi ha sollecitato a sborrare il prima possibile.
«Sbrigati a riempirla! Purtroppo non abbiamo molto tempo, ma, nel pomeriggio, troverò il modo di farti dare una buona rinfrescata a questa sborrata, che adesso devi riversarle dentro! Dai, bel toro, monta questa superba vacca!»
Ho appoggiato la macchina fotografica sul letto ed ho afferrato i fianchi di Giulia; ho preso a scoparla molto velocemente, mentre Carla aveva portato una mano sotto il corpo di Giulia e la masturbava, mentre si divertiva ad accarezzarmi le palle. Quando lei ha iniziato a godere, io le ho riversato dentro la mia abbondante sborrata. Giusto il tempo di svuotarmi dentro di lei, che subito Carla ha impugnato di nuovo il mio membro e se lo è riportato alla bocca; ha preso a leccare e raccogliere quel mix di umori da cui era ricoperto, mentre Giulia ha preso una mutandina e l'ha indossata velocemente. Completato il gioco, Carla mi ha detto di uscire, di andare a prendere un caffè, mentre lei adesso avrebbe vestito questa giovane troietta con l'abito da sposa! Son rientrato dopo una decina di minuti ed ho immortalato Giulia nel suo splendido abito da sposa e poi, a seguire tutte le varie foto di rito, fino a quando è scesa dall'auto ed ha cominciato a percorrere la navata della chiesa; ho rivolto lo sguardo verso il futuro marito, nonché gran cornuto, prima ancora di esser sposato, che sembrava piuttosto nervoso. È stata una bella cerimonia, lo sposo però era sempre nervoso e, soprattutto, tremendamente arrogante. Durante il ricevimento, ad un certo punto, Carla si è avvicinata a me e mi ha suggerito di andare, fra una decina di minuti, al primo piano, senza dar troppo nell'occhio. Fingendo di andare in bagno, ho salito le scale e son arrivato al primo piano, dove ho visto, in fondo al corridoio, due porte. Mi sono avvicinato e quando ne ho raggiunto la prima, questa si è aperta e dentro c'erano Carla e Giulia insieme. Giulia era già piegata in ginocchio sul letto con il vestito alzato e Carla si è subito inginocchiata davanti a me, ha preso il mio membro in bocca e me lo ha succhiato, facendolo diventare subito duro.
«Te lo succhio io, perché ne ho proprio voglia, ma anche perché così lei non si rovina il rossetto! Ha detto che ha bisogno di esser di nuovo annaffiata, come hai fatto stamattina! Coraggio, monta ancora questa tua giovane puttanella! Regala a quel cornuto di suo marito, le prime di una lunga serie di corna che si ritroverà domani, da sposato! Quello stronzo è talmente borioso ed arrogante che, se tu sei disponibile, vorremmo dargli proprio una bella lezione!»
Mi ha fatto avvicinare a Giulia, ho infilato il mio membro di colpo tutto dentro di lei. Sentivo la sua fica completamente umida e, nello stesso tempo calda e vogliosa; così ho preso a scoparla molto velocemente e ancora una volta ho atteso che lei raggiungesse l'orgasmo, per poi venirle di nuovo dentro. Mentre mi stavo ricomponendo, Giulia mi ha chiesto se, una volta finita la cerimonia, avessi fretta di andarmene.
«Stanno facendo bere Valerio fin troppo e così abbiamo pensato che questa camera, che ci dovrà ospitare per la prima notte di nozze, potrebbe esser il posto idoneo a farlo dormire. Se tu non avessi altri impegni, io ti manderei un messaggio e tu, mentre lui dorme, potresti raggiungi salendo la scala che c’è dietro l’altra porta del corridoio, vieni qui e mi scopi per tutta la notte!»
Ormai ero troppo preso dal gioco perverso di questa puttanella per rinunciare e, così, ho accettato. Quando tutti se ne sono andati, io ho fatto un breve giro e son tornato; quando son salito, lei ha aperto e mi ha fatto entrare. Sono entrato in camera sua, ho visto Valerio disteso sul letto che dormiva beatamente e, insieme, lo abbiamo messo sdraiato sopra il divanetto; è stato così che mi son scopato Giulia, per tutta la notte! Avendo già fatto due belle sborrate, la mia resistenza è stata notevole e Giulia ha goduto tantissimo e poi, come ciliegina sulla torta, ha voluto sentirsi violare anche il culo dal mio membro. È stata una cosa un po' difficile da realizzare, perché era ancora vergine, ma, nonostante tutto, son riuscito a farle sentire tutto il mio membro dentro, senza farle provare troppo dolore. Naturalmente anche quest'altra sborrata è stata volutamente scaricata dentro la sua vagina. Poi, alle prime luci dell'alba, me ne sono andato ed ho rivisto Valerio e Giulia ai primi di dicembre, quando son venuti a ritirare l'album delle foto ed il video. Quando sono entrati nel negozio, Giulia indossava un cappotto lungo e la moglie di mio cugino si è messa a chiacchierare con lei, che ha aperto il cappotto ed ha mostrato di avere già un bel pancino.
«Ma che meraviglia! Giulia, sei già in dolce attesa?!»
Quel cornuto di Valerio, non ha perso occasione per dimostrare tutta la sua boriosa arroganza.
«Certo che è già piena! Quando siamo tornati dal viaggio di nozze, avevo già colpito! Io non ho tempo da perdere!»
Appena finito di parlare, si è girato verso Stefano, mentre io e Giulia ci siamo scambiati un bel sorriso. Sicuramente non era stato questo coglione a riempire sua moglie, ma le belle sborrate che le avevo scaricato dentro io. Prima di uscire, Giulia si è avvicinata a me e, sottovoce, mi ha ribadito.
«Appena nasce questa creatura, tu sei già prenotato per far le foto del battesimo e.… ti informo che Carla, fra tre mesi, si sposa ed ha già detto che vuole

lo stesso trattamento riservato a me

»
Le ho sorriso e poi ho risposto dicendo che ero sempre a loro disposizione!

EINGEFüGT 1 KOMMENTARE:
  • avatar Griffa Pessimo niente di condiviso solo un bastardo che approfitta di una troia

    01-07-2025 01:56:59