HISTORIA TìTULO: vent'anni di avventure 3 parte 
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vent'anni di avventure 3 parte


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vent'anni di avventure 3 parte

by manuela68it
Visto: 328 veces Comentarios 1 Date: 19-01-2025 Idioma: Language

Vent’anni d’avventure, terza parte.
…Stavamo dicendo... tra le varie fidanzate di Andrea che incontrammo giocando a quattro, ci fu lei Monika, ormai frequentavamo Andrea da oltre un anno e sapevamo che era un giocherellone, un bel calabrone che girava di fiore in fiore, stavolta però ci aveva detto che nei suoi viaggi nei paesi dell’est dove andava essenzialmente per gustare “nuovi sapori” aveva incontrato questa nuova ragazza che sembrava averlo agganciato delle parti giuste.
Così ci avverti che prima o poi ci saremmo visti con lei, ma non poteva garantire niente perché rispetto alle altre, stavolta con lei sembrava quasi una cosa seria, quasi mettendo le mani avanti ci fece capire che nulla era scontato.
Monika veniva di tanto in tanto, per qualche mese, poi tornava a casa sua, in uno dei suoi primissimi viaggi con Andrea, vennero a Roma, Andrea mi scrisse all’improvviso, mi disse che erano di passaggio e che avrebbero avuto piacere nel salutarci e nell’occasione voleva presentarci Monika. Ci fiondammo al centro di Roma, eravamo nei pressi del Pantheon. Li incontrammo in un posticino turistico, stavano cenando con un menu turistico, noi avevamo cenato, avremmo aspettato solo per prendere un caffè; appena ci videro Andrea abbracciò e baciò Manuela sulle guance e Monika fece lo stesso con me, due baci con le labbra sulle guance, due baci pieni, profumati, mi inebriarono, Monika era bella, longilinea due seni piccoli ma belli all’insù, un vitino che somigliava a un violino, un sederino all’insù.
Indossava una gonnellina stile tennista, Andrea le aveva parlato di noi, quello sembrava essere un incontro conoscitivo, lui mi fece l’occhiolino e mi fece capire che le eravamo graditi, entrambi.
Dopo un’oretta ci lasciammo, presero l’auto e tornarono verso la Toscana.
Manuela ed io eravamo veramente felici. Non ci saremo mai aspettati una bellezza del genere. Il giorno dopo Andrea mi scrisse, felice perché la cosa fosse andata a buon fine, naturalmente si parlava di amicizia ancora non c’erano i presupposti per fare altro.
Lei era stata felice di vederci, pensando che fossimo degli intimi amici suoi, ma non altro, bisognava ancora lavorarci. Ovviamente Andrea lavorava molto di fantasia e mi scriveva chiaramente non vedeva l’ora di riportarsi a letto mia moglie, però non voleva perdere l’occasione per introdurre Monika a questi giochi. Anch’io non vedevo l’ora di gustare questa squisitezza dell’est.
Arriva il giorno fatidico e ci invita nella solita casetta sul mare, una splendida cittadina Toscana, non lontano da San Vincenzo, era periodo invernale pertanto, lui poteva disporre di questa casa, a suo dire di amici ci invitava e ci chiedeva di partecipare con una piccola quota e noi naturalmente facevamo la nostra parte, stavolta ci stava anche, perché il gioco era alla pari..
Sapevamo che non sarebbe stata una cosa facile, Monika era una ragazza di buona famiglia, laureata in infermieristica, chiaramente disinibita, come può essere una ragazza piena di vita ma sicuramente non era trasgressiva.
Arrivammo a casa loro di sera, era inverno. Faceva buio presto perciò Andrea aveva acceso il camino e stava cominciando a preparare la cena, Manuela si era messa un vestitino nero che lasciava le spalle scoperte, in casa c’era un bel tepore, un vestitino tipo Marilyn però nero, con i tacchi faceva la sua bella figura, sotto aveva messo una bella mutandina di pizzo nera, quando Monika si trovava nelle altre stanze, Andrea le infilava le mani sotto, la sditalinava alla grande, sapeva come prenderla, io da osservatore sapevo che si stavano muovendo su un terreno ancora pericoloso, li rimproveravo perché non volevo fare brutte figure e soprattutto non volevo creare tensione in casa. Si cenò, si beve del vino anche Monika beveva allegramente. All’epoca parlava solo inglese con qualche parola di italiano, Andrea interpretava alla meglio ma comunque, riuscivamo a conversare e a farci capire, in realtà anche noi qualche parola sapevamo pronunciarla.
Ogni tanto Andrea guarda Monika e le toccava il seno, le abbassava un po’ la spallina, erano dei piccoli gesti erotici per scaldare l’aria, ma lei si ricomponeva immediatamente, il buon Andrea se come fare quindi tornava la carica, aveva spiegato Monica che noi eravamo una coppia aperta e che avevamo avuto qualche storia nel passato con lui, e che era rimasto un certo legame, molto intimo, lei non sembrò scomporsi, d’altronde la sua provenienza, soprattutto la città di origine, era una città molto disinibita, dove girano frotte di bellissime donne, sempre molto avvenenti e mentalmente aperte e non solo. La serata passò tra chiacchiere, vino e risate.
Era arrivata l’ora di andare a dormire, le due camere da letto erano adiacenti, erano divise da un corridoio strettissimo, una di fronte all’altra. Il fuoco del camino si era spento quasi del tutto, e andammo verso le nostre camere da letto, Andrea venne da me, mentre lei si lavava i denti, mi disse: “noi cominceremo a scopare, quando sentirai che lei comincerà a gemere, venite nella nostra camera”. Le porte sarebbero rimaste aperte entrambe, questo era il segnale che comunque la situazione si stava scaldando, d’altra parte noi due ragionando, dicevamo: “ chi si mette a scopare con la porta spalancata e ovvio che qui qualcosa sta succedendo”. Manuela aveva indossato una bella vestaglia velatissima, io stavo in pigiama e maglietta a maniche corte, non riuscivamo a prendere nessuna iniziativa tra di noi, eravamo troppo tesi come due corde di violino.
Ad un certo punto nel silenzio più assoluto, sentiamo Monika gemere disperatamente, Manuela subito pensò che Andrea si stesse facendo strada con la lingua, era un artista in questa operazione. Mentre decidevamo cosa fare Andrea, fece capolino e ci chiamò, noi entrammo e trovammo Monika a gambe aperte sul letto e Andrea con il bastone in tiro come un bazooka.
Ci avvicinammo e ci sedemmo timidamente sul letto, lei ci guardava con gli occhi languidi, Manuela le accarezzò la gamba sinistra, io le accarezzavo la gamba destra, nel frattempo Manuela con la bocca aveva cominciato a gratificare Andrea, che stava già andando nel pallone, in quel momento Monika si alzò, aveva una maglietta lunga che le copriva a malapena il sedere, mi prese per mano e mi portò verso il comò, mi abbracciò, era un po’ più alta di me, mi mise le braccia attorno al collo e cominciò a baciarmi, languidamente, tremava mentre lo faceva, e mentre mi baciava, sentii la sua gamba sinistra, attorcigliarsi attorno alla mia destra , si era messo un po’ di lato, ero rapito dal suo profumo, dalla sua pelle vellutata, chiarissima, profumatissima, mentre mi avvolgeva con la gamba, prima il polpaccio poi saliva più su, accarezzandomi col piede, sentivo che spingeva il monte di Venere verso la mia coscia e le grandi labbra strofinavano sulla mia coscia, a me sembrava di mancare, avevo il cuore a mille, mi cedevano le gambe, non avevo mai visto così da vicino, una donna così bionda e così candida, a vederci sembravamo una coppia interrazziale in quel momento.
Non mi resi conto che, man mano, stava girando attorno a me e a un certo punto sentii che Monika puntava alle grandi labbra sul mi pene. In un attimo mi ritrovai con metà dentro, le tremava come una foglia, era calda, anche la figa le tremava, era bagnata come un lago, in un attimo ritornai lucido mi resi conto che era troppo per quel momento e quindi lo sfilai dalla vagina, le accarezzai dolcemente il volto, baciandola, e toccandole l’orecchio, passai le mani tra i suoi capelli liscissimi e le dissi: ”tesoro, fai attenzione non possiamo farlo in questo modo! “ Lei fece cenno con la testa per confermare, non aveva capito cosa fosse permesso e cosa non era permesso e mentre continuava a baciarmi ci sfioravamo, io la pennellavo dolcemente, passandolo tra le sue grandi labbra, faticavo da morire per trattenere l’orgasmo. la presi per la mano sinistra e la portai sul letto, accanto a Manuela e ad Andrea, che stavano scopando come due conigli, le fece allargare le gambe e cominciai a leccarla e baciarla, in quel momento accadde qualcosa di straordinario, Manuela che aveva sempre detto mai e poi mai, nel vedere Monika così candida così rosa, aveva le labbra di una bellezza straordinaria, si tuffò sulle sue grandi labbra e cominciò a leccarle e succhiarle il clitoride, poi salì, man mano, le succhiò i capezzoli, baciandole i seni e poi comincioò a baciarla in bocca, limonavano con la lingua come se si fossero conosciute da sempre, Manuela non aveva soltanto aperto la sua mente verso questa realtà, ma prendeva l’iniziativa, inutile dire che a me si accapponò la pelle. Andarono avanti per interminabili minuti, nel frattempo noi le avevamo messe a pecora e avevamo cominciato a stantuffarle contemporaneamente, i gemiti e i lamenti si sprecavano, sembrava la colonna sonora di un colossal porno.
Ovviamente avevamo indossato entrambi i preservativi, come era giusto che fosse. Quella sera sembrò non finire mai, ci alternammo in tutte le posizioni, passavamo dall’una all’altra con grande generosità. L’unica cosa che Monika non era ancora pronta a fare era l’anale e la doppia, ma in questo Manuela le fece nave Scuola.
Mentre io e Andrea stavamo facendo la doppia con Manuela, Monika ci riprendeva con la telecamera e mentre filmava si toccava come un’ossessa.
Passammo tre giorni bellissimi, non ci risparmiammo nessuna posizione. Facemmo qualche passeggiata sulla spiaggia, cercando qualche anfratto per scambiarci le donne all’aria aperta.
Furono giorni indimenticabili Manuela e Monika avevano raggiunto un’intimità unica. Li abbiamo incontrati per alcuni anni, poi Andrea approfittando del bel bocconcino che aveva accanto, cominciò ad usarla come una leva per entrare nei gruppi di gente facoltosa che organizzava grandi feste, con un carname dove non si capiva niente, qualche volta avevamo incontrato Monika con dei postumi pesanti, con infezioni di vario genere e la cosa cominciò a dispiacerci, rifiutammo di partecipare a queste feste, ci bastò una sola volta per capire che nessuno era al sicuro, nessun buco, neppure il mio… e quello: “era ed è rimasto mai e poi mai”!

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