La signora dai capelli neri cap.1
by corteggiocoppiaVisto: 338 veces Comentarios 5 Date: 17-01-2025 Idioma:
Questa è una storia vera ed in pieno corso ma chi si aspetta pindariche evoluzioni sessuali passi oltre non è il racconto adatto.
Sono qui, in metro, come quasi tutte le mattine; in piedi, in un vagone super affollato e lei che in modo impercettibile ma costante struscia il suo culo florido sul mio cazzo facendomi provare indescrivibili sensazioni di piacere e paura, in un costante (anche se dura pochissimi minuti come la tratta comune), turbinio di domande e risposte, queste ultime sempre tra loro contraddittorie che pongo a me stesso perché lei non mi ha mai rivolto la parola, eppure sono passati quasi quattro mesi…
Ma andiamo per gradi e per rendere l’idea è opportuno che io parta dall’Inizio.
Prendo la metro linea 1 di Napoli da Materdei ogni mattina per recarmi al lavoro; mi è più comodo rispetto all’auto perché, malgrado qualche disservizio e l’enorme calca nelle ore di punta (chi conosce la nostra meravigliosa quanto caotica città può facilmente comprendere di cosa parlo) alla fin fine è più comodo e pratico.
Una mattina come tante, di settembre ultimo scorso, nella calca salì a Salvator Rosa una giovane donna sui trent’anni, bassina con dei capelli neri legati da un fermaglio, occhi verde acqua che sembravano scintillare, nel complesso una ragazza acqua e sapone; eravamo in settembre e faceva caldo quindi anche se era vestita in modo ordinario e non provocante si intravedeva che aveva delle forme sinuose… (non feci cattivi pensieri ma non sono un santo anzi non sarei su questo sito se lo fossi, però lontano dal gioco cerco di comportarmi in modo corretto e sono irreprensibile nel quotidiano), me la trovai praticamente attaccata a me: prima uno di fronte all’altra, poi dopo avermi guardato negli occhi fece un movimento e si girò di lato quasi dandomi le spalle, con il movimento ebbi l’occasione di sentire un profumo stupendo (ho capito con il tempo che è il Narciso Rodriguez).
Non ci giro intorno, sarebbe anacronistico farlo e stupido su questo sito: alla fermata successiva la frenata provocò un leggero sussulto e la sua natica destra mi colpì a frusta il pube e il mio cazzo, mi eccitai immediatamente anche se avvenne credo in una frazione di secondo, il resto lo fece un ulteriore aumento della calca dovuta a nuove entrate, mi trovai praticamente con i miei pantaloni di cotone leggero attaccati letteralmente ai suoi neri altrettanto leggeri.
Sentì chiaramente la mia eccitazione perché si girò e mi guardò di nuovo, i suoi occhi mi parvero severi, indossava la fede nuziale, mi vergognai da morire e provai a spostarmi un poco in modo che i miei genitali non avessero più il contatto (anche e soprattutto per non beccarmi una denuncia).
Al Policlinico scese ed io proseguii fino alla mia.
Non ero molto eccitato, sono cose che capitano, poi arrivò il Lunedì successivo…
Solita salita, solito tran tran, solita ressa; la vidi salire e la mia memoria è vivida come fosse accaduto stamattina: camicetta rosa pesca, gonna a pieghe lunga fondo blu notte e delle stampe fiori molto grandi rosa, sandali infradito bassi con pietre multicolore sul collo del piede. Era solare quanto quel giorno stavolta si vedeva che ha anche un seno molto florido.
Entrò e si orientò direttamente verso di me ma mi diede le spalle..., mi guardai bene dal toccarla in qualsiasi modo, lo spazio era pochissimo eppure riuscivo a non toccarla.
La solita fermata, Quattro Giornate, solita ondulazione, il suo culo sul mio cazzo… tocco fugace anzi no vi si impresse e ci restò.
Quando il tocco fu chiaro e prolungato (nel senso che capì che non si sarebbe spostata) il mio membro si fece di marmo e lei se ne accorse (non poteva non accorgersene) eppure non si spostò.
Indossando solitamente gli slip, il mio amichetto era rivolto sul lato sx per l’esattezza, non mi aggiustai non mi mossi nemmeno, anzi eravamo entrambi immobili e cullati solo dalle rotaie, non potevo vederne il volto e la immaginai a gustarsi quel momento logicamente, quanto stavo assaporandolo io, la situazione seppur eccitante al parossismo non poteva e non mi portò al godimento.
Alla fermata Policlinico si aprirono le porte mi guardò con un impercettibile movimento degli occhi ma stavolta sorridendomi, si toccò con il pollice la fede in modo che lo vedessi, e uscì di corsa senza darmi il tempo di chiederle il nome… ma anche se fosse restata non so se in quel momento ero in grado di articolare un benché minimo ragionamento
Ero imbambolato. Pensai tra me e me:
tanto esperto di giochi e sei rimasto come un allocco in silenzio, potevi quantomeno chiederle il nome, ci sta… è bella, è giovane potrebbe rivelarsi una scopata eccezionale
.
In ufficio mi masturbai come un ossesso, furiosamente.
Fine prima parte